I Giudei però non credettero che lui fosse stato cieco e avesse ricuperato la vista, finché non ebbero chiamato i genitori di colui che aveva ricuperato la vista, e li ebbero interrogati così: «È questo vostro figlio che dite essere nato cieco? Com'è dunque che ora ci vede?» I suoi genitori allora risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli abbia aperto gli occhi; domandatelo a lui; egli è adulto, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che se uno avesse riconosciuto Gesù come Cristo, sarebbe stato espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Egli è adulto, domandatelo a lui».
.... Gesù udì che lo avevano cacciato fuori; e, trovatolo, gli disse: «Credi nel Figlio dell'uomo?» Quegli rispose: «Chi è, Signore, perché io creda in lui?» Gesù gli disse: «Tu l'hai già visto; è colui che ti sta parlando». gli disse: «Signore, io credo». E l'adorò. Giovanni 9:18-23; 35-38
Un pensiero per i campisti del turno Adolescenti 1 del villaggio Resegone svolto dal 15 al 22 luglio 2023; I diversi studi hanno trattato argomenti provenienti dai TEEN DRAMA alla luce della Parola di Dio.
E Giosuè disse ai due uomini che avevano esplorato il paese: «Andate in casa di quella prostituta, fatela uscire con tutto ciò che le appartiene, come glielo avete giurato». E quei giovani che avevano esplorato il paese entrarono nella casa, e ne fecero uscire Raab, suo padre, sua madre, i suoi fratelli e tutto quello che le apparteneva; ne fecero uscire anche tutte le famiglie dei suoi e li sistemarono fuori dell'accampamento d'Israele. Poi i figli d'Israele diedero fuoco alla città e a tutto quello che conteneva; presero soltanto l'argento, l'oro e gli oggetti di bronzo e di ferro, che misero nel tesoro della casa del SIGNORE. Ma a Raab, la prostituta, alla famiglia di suo padre e a tutti i suoi Giosuè lasciò la vita; e lei ha abitato in mezzo a Israele fino ad oggi, perché aveva nascosto gli esploratori che Giosuè aveva mandato a Gerico. Giosuè 6:22-25
ATTENZIONE AI TUOI DESIDERI, ALLE TUE PRIORITA'. Se sono rivolte verso Dio, la Tua famiglia ne beneficerà. Se cerchi Dio quotidianamente e con tutto il cuore, la tua famiglia ne beneficerà.
Se cerchi qualcos'altro... se sono altri i tuoi desideri, passioni o sogni... ti invito a stare attento, perché potrebbero essere la causa di un'influenza negativa sulla tua famiglia.
Poco dopo egli si avviò verso una città chiamata Nain, e i suoi discepoli e una gran folla andavano con lui. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava alla sepoltura un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e molta gente della città era con lei. Il Signore, vedutala, ebbe pietà di lei e le disse: «Non piangere!» E, avvicinatosi, toccò la bara; i portatori si fermarono, ed egli disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!» Il morto si alzò e si mise seduto, e cominciò a parlare. E Gesù lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore, e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra di noi»; e: «Dio ha visitato il suo popolo». E questo dire intorno a Gesù si divulgò per tutta la Giudea e per tutto il paese intorno. Luca 7:11-17
Il Suo tocco onnipotente può ancora fare la differenza. la Sua chiamata, la sua voce che si fa sentire persino nel soggiorno dei morti e dice ALZATI. Quella voce che resuscita i morti oggi è ancora viva, è la predicazione del vangelo, che sicuramente potrà fare la differenza nella tua famiglia.
Contina a sperare. Continua a predicare il vangelo. Non piangere.
La dichiarazione di questo versetto descrive la protezione estesa da Dio verso i suoi figli, considerando la presenza di persone malvagie come una condizione non eliminabile, Dio promette ai suoi che saranno protetti da chi pianifica del male a loro riguardo. L'esistenza umana deve fare i conti con la presenza del male nel mondo e nel cuore delle persone, pur desiderando vivere in pace e non facendo del male a nessuno, alcune volte ci si trova in circostanze in cui le persone fanno emergere il peggio di loro e vengono a ferire la vita di molti. La consapevolezza della situazione di violenza perpetuata da alcune persone spingerà Dio a fare una meravigliosa promessa ai suoi figli "L'empio spia il giusto e cerca di farlo morire. Il SIGNORE non l'abbandona nelle sue mani". Vivere l'esperienza di essere sotto osservazione, spiati per trovare delle lacune nel nostro vissuto, sentirsi oggetto di pettegolezzi, maldicenze e calunnie, causa la natura peccaminosa, che caratterizza alcune persone può influenzare la fiducia nel prossimo e in se stessi, Dio conosce questi pericoli e desidera aiutare quanti confidano in lui.
Alcune riflessioni ci permetteranno di riconoscere la presenza di Dio anche durante la persecuzione:
1) Dio conosce l'intimo di chi ti sta spiando (L'onnisciente conosce la spia) L'empio spia il giusto
2) Dio conosce i piani di chi ti sta spiando (L'onnipotente ti protegge da chi spia) cerca di farlo morire.
3) Dio conosce la cattiveria dell'empio che spia (L'onnipresente è con te in ogni momento) Il SIGNORE non l'abbandona nelle sue mani,
4) Dio conosce la verità nascosta da chi spia (Il giusto non soffoca la giustizia per motivi politici) non lo condanna quando egli viene giudicato.
5) Dio conosce chi vincerà la guerra...non sarà l'empio ( Il santo non permette al peccato di sopraffare) Spera nel SIGNORE e segui la sua via; egli ti esalterà perché tu possieda la terra.
Oggi non permettere che l'empio gioisca della tua condizione, alza lo sguardo e osserva quello che Dio farà per la tua vita e nella tua vita. Tu vedrai lo sterminio degli empi. Dio ti benedica
La dichiarazione di questo versetto descrive un proposito di Dio nei confronti dei suoi figli, riconoscendo la difficoltà del momento cruciale annuncia al popolo la liberazione attraverso un cambiamento prodotto da Lui stesso. Le disavventure che il popolo aveva vissuto erano riuscite a influenzarlo in tutte le scelte della vita, il malessere prodotto dalle circostanze avevano inclinato la fiducia dei suoi figli che si trovavano smarriti e abbattuti. Il piano di Dio per il suo popolo è legato ad un profondo supporto da estendere ai bisognosi, quanti si rifugiano in Lui possono godere di una cura particolare e dedicata, in questo brano analizzato, l'intervento di Dio in favore dei suoi figli è paragonato all'arrivo di qualcosa di sovrannaturale " Il SIGNORE avanzerà come un eroe, ecciterà il suo ardore come un guerriero; manderà un grido, un grido tremendo, trionferà sui suoi nemici." Versetto 13. Il silenzio di Dio viene interrotto dal suo arrivo glorioso nella difficoltà del suo popolo che vedrà Dio all'opera "Per lungo tempo ho taciuto, me ne sono stato tranquillo, mi sono trattenuto; ora griderò come una che sta per partorire, respirerò affannosamente e sbufferò a un tempo" versetto 14.
L'arrivo di Dio produrrà diverse mutazioni nel vissuto del suo popolo:
1) "Farò camminare i ciechi per una via che ignorano" Ogni percorso che stai facendo è controllato da Lui.
2) "li guiderò per sentieri che non conoscono" Ogni passo della tua vita è indirizzato da Lui.
3) "cambierò davanti a loro le tenebre in luce" Ogni cambiamento prodotto e creato da Lui.
4) "renderò pianeggianti i luoghi impervi" Ogni situazione risolta miracolosamente è compiuta da Lui.
Il versetto 16 conclude così "Sono queste le cose che io farò e non li abbandonerò", oggi affida il suo presente a Dio, lui scriverà il tuo futuro insieme a te. Dio ti benedica!
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Lamentazioni 2:18-19. Il loro cuore grida al Signore: O mura della figlia di Sion, spandete lacrime come un torrente, giorno e notte! Non vi date pace, non abbiano riposo le pupille degli occhi vostri! Alzatevi, gridate di notte, al principio di ogni veglia! Spandete come acqua il vostro cuore davanti alla faccia del Signore! Alzate le mani verso di lui per la vita dei vostri bambini, che vengono meno per la fame agli angoli di tutte le strade!
Anche se la situazione è ormai umanamente chiusa. Anche se abbiamo fatto degli errori in passato che hanno portato la nostra famiglia a questo punto di desolazione, anche se abbiamo perso la guerra, anche se il nostro viso è pieno di lacrime e il nostro cuore è consapevole che siamo impotenti di fronte la sofferenza e la morte spirituale dei nostri figli, PREGA.
La dichiarazione di questo versetto descrive una condizione di precarietà raggiunta che risulterà debilitante per l'individuo, raggiungere la soglia di povertà e superarla sarà un'esperienza complessa che richiederà una preghiera con un intervento propizio da parte di Dio. Il profeta inviterà i lettori di questo messaggio a considerare il piano di Dio per la loro vita, pur avendo raggiunto un livello di povertà complicata, al punto da essere definito dal profeta "Vermiciattolo", si troveranno a ricevere un'importante consolazione "perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra e ti dico: "Non temere, io ti aiuto! Non temere, o Giacobbe, vermiciattolo, o residuo d'Israele. Io ti aiuto", dice il SIGNORE" Versetto 13-14.
Il messaggio di speranza appena letto vuole ricordare ad ognuno di noi che non esistono situazioni troppo complesse per Dio ma esistono solo uomini e donne troppo disabituati alla Sua grandezza e troppo sfiduciati nei confronti dell'intervento di Dio, l'invito del profeta è di non fermarsi all'apparenza ma di gridare a Dio che risponde alle preghiere di chi si affida a Lui " Io, il SIGNORE, li esaudirò. Io, il Dio d'Israele, non li abbandonerò" Versetto 17.
Il profeta inviterà il bisognoso a confidare nell'esaudimento di Dio realizzando che Dio non si limiterà a risponderci ma opererà oltre le nostre aspettative:
1) TI LIBERERÀ "tutti quelli che si sono infiammati contro di te saranno svergognati e confusi" versetto 11.
2) TI FORTIFICHERÀ " io, il SIGNORE, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra" versetto 13.
3) TI RISTABILIRÀ " affinché quelli vedano, sappiano, considerino e capiscano tutti quanti che la mano del SIGNORE ha operato questo" Versetto 20.
Oggi non privarti della preghiera che cambierà la tua condizione, Colui che l'ascolta e pronto a benedirti e a donarti quello che ti è necessario. ritorna ad avere la semplice fede che ha caratterizzato il tuo cammino spirituale, non abituarti a questa condizione di povertà, Dio ti ha chiamato per servirlo con dignità "Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa" Giovanni 16:24. Dio ti benedica!
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La dichiarazione di questo versetto mette in luce il sentimento di quanti non tengono alle persone e alla loro vita, l'immagine utilizzata da Gesù è legata al mondo agricolo del suo tempo, per descrivere il disinteresse delle persone utilizzerà la similitudine del mercenario che si circonda di persone che possono procurargli vantaggio ma al momento in cui esse hanno bisogno preferisce ignorarle e abbandonarle. Nella vita ci troviamo spesso ad essere nel bisogno e il più delle volte dobbiamo realizzare la triste verità del disinteresse delle persone, il nostro dolore, le nostre paure e le nostre fragilità vengono trattate con indifferenza e tutte le nostre aspettative riguardo all'aiuto necessario vengono disattese dalle persone che riteniamo amiche. Il Signore Gesù in questo brano vuole avvisare i suoi riguardo al pericolo di queste esperienze , rassicurandoci che in ogni abbandono potremo realizzare che Lui non ci abbandona mai. Il trauma prodotto dall'essere abbandonati ci segna nel profondo, riesce a minare la fiducia che riponiamo nel prossimo, riesce a destabilizzare i rapporti con le persone, aumenta la diffidenza nell'altro e per proteggerci ci indica la via della solitudine ma questo percorso è pericoloso. Con questo brano Dio vuole ricordarci che le delusioni della vita non devono farci dimenticare che:
1) Dio vuole colmarti di vita e abbondanza "io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" V. 10 Forse pensi di aver perso tanto dalle relazioni tossiche da cui ti sei liberato, ritieni di aver perso amici importanti ma se ti hanno abbandonato nel momento del bisogno non tenevano veramente a te...Gesù no! Lui rimane!
2) Dio ha donato la sua vita per te " il buon pastore dà la sua vita per le pecore" V. 11. Forse hai realizzato che per te nessuno è stato disposto a rischiare nemmeno qualcosa di minimo, la tua amicizia è stata svenduta per poco ma non dimenticare che Dio è morto per poter essere tuo amico.
3) Dio non scapperà mai " vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga" V. 12. Forse hai dovuto vedere con i tuoi occhi delle persone scappare letteralmente da te per evitare conseguenze pericolose, hai sperimentato che lasciato in balia dei lupi nessuno si è preoccupato per te ma Dio non ha mai perso il controllo della situazione e non ha mai distolto lo sguardo da te.
Oggi è il giorno per chiedere a Dio di ritornare ad essere una pecora fiduciosa del gregge di Dio, il trauma dell'abbandono e della solitudine imposta dal dolore delle esperienze di vita devono essere guarite da Dio. Oggi permetti a Dio di curare le tue ferite, ritorna a sentirti al sicuro in Dio, chiedi guarigione dai tuoi traumi. Dio ti benedica!
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Lamentazioni capitolo 1:
1 Come siede solitaria la città una volta tanto popolosa!È diventata simile a una vedova,lei che era grande fra le nazioni;è stata ridotta tributaria,
lei che era principessa fra le province!
2 Essa piange, piange, durante la notte, le lacrime le rigano le guance;fra tutti i suoi amanti non ha chi la consoli;tutti i suoi amici l'hanno tradita, le sono diventati nemici.
5 I suoi avversari hanno preso il sopravvento, i suoi nemici prosperano; poiché il SIGNORE l'ha afflitta per i suoi innumerevoli peccati; i suoi bambini sono andati in schiavitù, davanti al nemico.
8 Gerusalemme ha gravemente peccato; perciò è divenuta come una cosa impura; tutti quelli che la onoravano la disprezzano, perché hanno visto la sua nudità; lei stessa sospira, e volta la faccia. 9 La sua sozzura era nelle pieghe della sua veste; lei non pensava alla sua fine; perciò è caduta in modo sorprendente, e nessuno la consola. «O SIGNORE, vedi la mia afflizione, perché il nemico trionfa!»
16 Per questo, io piango; i miei occhi, i miei occhi si sciolgono in lacrime, perché da me è lontano il consolatore, che può ravvivare la mia vita.
I miei figli sono desolati, perché il nemico ha trionfato».
La dichiarazione di questo versetto è una promessa che viene estesa da Dio al salmista e di conseguenza ad ogni lettore di questo salmo, la verità pronunciata richiama una paura che molti vivono e che il salmista vuole contrastare con la Parola di Dio. La paura di essere abbandonati, di essere lasciati soli, di rimanere soli, questa emozione riesce a destabilizzare qualunque persona e in alcuni riesce a togliere la serenità del quotidiano. Rimanere soli è spaventoso per qualsiasi personalità, la scrittura ci insegna che il piano di Dio è donare ad ogni individuo una famiglia, sia essa materiale oppure spirituale il monito è lo stesso " Dio è padre degli orfani e difensore delle vedove nella sua santa dimora; a quelli che sono soli Dio dà una famiglia" Salmo 68:6.
La paura di essere abbandonati deve essere contrastata con la verità espressa in questo salmo "tu non abbandoni quelli che ti cercano", Dio non vuole vedere i suoi figli che invocano il suo nome vivere questa emozione pericolosa, l'abbandono non è parte del piano di Dio per la tua vita, Dio non ti abbandonerà mai e se questa mattina lo cerchi con tutto il tuo cuore lui si lascerà trovare e ti libererà dalla paura di rimanere solo. La sua risposta per la tua vita la potrai riconoscere riuscendo a vedere quello che ti circonda:
1) Sarai abbandonato dai tuoi nemici " i miei nemici voltan le spalle, cadono e periscono davanti a te." Versetto 3
2) Sarai con Gesù in ogni situazione " Il SIGNORE sarà un rifugio sicuro per l'oppresso" Versetto 9
3) Sarai un testimone in mezzo ai popoli "Salmeggiate al SIGNORE che abita in Sion, raccontate tra i popoli le sue opere." Versetto 11
Oggi non avere dubbi sul piano di Dio per la tua vita, anche se stai passando momenti in cui ti senti dimenticato da tutti, vivi con forza l'esortazione che il salmista farà al versetto 18 "Certamente il povero non sarà dimenticato per sempre".
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Genesi 7:6,7 | Noè aveva seicento anni quando il diluvio delle acque inondò la terra. Noè, con i suoi figli, con sua moglie e con le mogli dei suoi figli, entrò nell'arca per scampare alle acque del diluvio.
Dio ci sta dicendo che la salvezza non è solo a tua disposizione, ma può diventare salvezza per tua moglie, i tuoi figli e le famiglie dei tuoi figli. Apri bene la mente e il cuore: tu puoi fare la differenza per la tua famiglia. La tua personale relazione con Dio puo' dare un impatto decisivo e positivo sulla vita di chi ti sta accanto. Quindi prendi la relazione con Dio MOLTO SUL SERIO! Fallo anche per i tuoi cari! Dio ti chiama, come se fossi Noè, e ti sta dicendo che in questo mondo in rovina, in questo mondo che sprofonda sempre di più nella violenza, nell'ingiustizia e nel peccato, C'E' SPERANZA! C'è speranza in Gesù che è chiamato anche ARCA DI SALVEZZA!
Abbi fede e lavora sodo... la Salvezza è a disposizione tua e della tua famiglia.
Dio ci benedica.
La dichiarazione di questo versetto è contestualizzata nel brano che l'apostolo Paolo indirizzò alla chiesa di Efeso, il desiderio che nella coppia cristiana regni l'amore sarà incoraggiato attraverso il paragone dell'amore di Dio verso ciascuno di noi. La chiesa a cui sarà indirizzata questa epistola non si limiterà ad alcune persone del tempo ma raggiungerà le case di ogni persona che nel suo cammino ascolterà il pensiero di Dio sul matrimonio e sulle relazioni coniugali. Questo versetto che prendiamo in esame viene composto dopo aver spiegato il concetto dell'amore che il coniuge deve avere per l'altro, le attenzioni e le cure che ci riserviamo devono essere il termine di paragone con cui curiamo la persona a noi più vicina. L'invito dell'apostolo Paolo sarà una chiara esortazione ad amare con tutto se stessi la persona che Dio mette al nostro fianco, siamo spesso propositivi a dire quello che l'altra parte deve fare per noi ma poco attenti a quanto noi non abbiamo fatto e quanto dovremmo cambiare per assomigliare al nostro Signore Gesù.
Per vedere una relazione funzionare è necessario che ciascuno analizzi questo brano alla luce del proprio percorso di vita nelle relazioni, se riusciremo a seguire le indicazioni della Parola di Dio, vedremo grandi benedizioni nelle nostre famiglie.
1) Non odiare la persona accanto a te "nessuno ha mai odiato la propria persona"
2) Nutri con attenzione la persona al tuo fianco " anzi la nutre"
3) Cura teneramente la persona al tuo fianco "la cura teneramente"
Oggi per diventare persone ubbidienti alla Parola di Dio, riflettiamo su quanto amore Dio ha riservato a noi " come anche Cristo fa per la chiesa"; infatti il passo biblico preso in esame ci spiega le azioni di Dio verso di noi " Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile." Efesini 5:26-27.
Non permettere alle tue emozioni di inquinare la relazione con la persona a te più vicina, oggi permetti alle qualità di Dio di renderti simili a Lui e anche nelle relazioni più complesse potrebbe avvenire quello che è successo a noi quando abbiamo conosciuto l'amore di Cristo; ci siamo ravveduti e innamorati di Dio. Dio ti benedica!
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La dichiarazione di questo versetto manifesta il forte dissenso emerso dalla testimonianza di Giobbe, nel suo racconto non risparmierà i protagonisti del brano da diverse osservazioni e disapprovazioni. Alla luce della sua esperienza, in un momento di dolore farà emergere tutto il suo disappunto sull'incuranza di Dio verso la sua vita mentre evidenzierà la cura che mostrerà verso i prepotenti, questa apparente e momentanea tranquillità vissuta dall'empio metterà in crisi Giobbe e la fiducia riposta in Dio. La crisi di Giobbe non sarà solo legata al suo stato di salute ma il suo dolore verrà sollecitato dal vedere l'empio prosperare e far del male al prossimo, nella sua disamina non risparmierà nessuna osservazione a Dio e il tutto si rafforzerà davanti all'attuazione della primizia dell'empio nei confronti di chi ama e serve Dio. Il libro di Giobbe ci permetterà di sapere che questo sfogo di Giobbe è riproducibile da molti di noi ma dobbiamo ricordare che:
1) L'apparente vittoria precede la rovina "Come la siccità e il calore assorbono le acque della neve,
così il soggiorno dei morti inghiotte chi ha peccato" Versetto 19
2) L'apparente abbondanza precede il fallimento"Voi dite: "L'empio è un fuscello sulla faccia delle acque; la sua parte sulla terra è maledetta; non prenderà più la via delle vigne"Versetto 18.
3) L'apparente successo precede l'isolamento " Il grembo che lo portò, lo dimentica; i vermi ne fanno il loro pasto delizioso,
nessuno più lo ricorda. L'iniquo sarà troncato come un albero" Versetto 20
Oggi non permettere alla tua relazione con Dio di essere compromessa o inclinata a causa dell'empio, la tua vicinanza a Dio porterà la benedizione riservata ai suoi figli; conosciamo la fine riservata a Giobbe "Ecco, noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente. Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso" Giacomo 5:11
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La dichiarazione di questo versetto descrivono il piano di Dio riguardante il paese che avrebbe donato al suo popolo in eredità, i particolari pregi che sono presenti nel luogo che Dio ha deciso come dimora del suo popolo avrebbero dovuto portare a un cambiamento spirituale negli ascoltatori. La fedeltà di Dio non viene mai meno e si caratterizza di continue e precise risposte per quanti vivono affidandosi a Lui, quello che fino a quel giorno avevano visto avrebbe dovuto spingerli all'ubbidienza nei confronti della sua Parola "Poiché i vostri occhi hanno visto le grandi cose che il SIGNORE ha fatte. Osservate dunque tutti i comandamenti che oggi vi do, affinché siate forti e possiate entrare in possesso del paese" Vers. 7-8.
Naturalmente il richiamo di Dio all'ubbidienza non venne con facilità intrapreso dal popolo ma la frase del versetto 12 deve consolarci, Dio ha nei nostri confronti una cura oculata, il suo occhio non perde di vista niente e la Parola è profonda nel dichiarare che "DAL PRINCIPIO ALLA FINE DELL'ANNO "paese del quale il SIGNORE, il tuo Dio, ha cura e sul quale stanno sempre gli occhi del SIGNORE tuo Dio, dal principio alla fine dell'anno" Versetto 12.
Le condizioni per godere di questa cura oculata sono elencate dallo scrittore e vogliamo conoscerle per vivere nella gioia di essere da Dio curati con precisione durante tutto l'anno:
1) Se ubbidirete diligentemente ai miei comandamenti" versetto 13
2) Servendolo con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima" versetto 13
3) State attenti a non lasciarvi ingannare, a non abbandonare la retta via" versetto 16
Oggi possiamo iniziare la giornata sapendo che la sua cura particolare non ci farà mai mancare nulla, dal principio alla fine dell'anno la sua attenzione accurata ci permetterà di vedere grandi cose avvenire nella nostra vita. Dio ti benedica"
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La dichiarazione di questo versetto descrive la storia di come Dio salvò il popolo d'Israele, ricorderà alle generazioni la fedeltà dimostrata da Dio; a causa delle scelte sbagliate del popolo, Mosè si troverà a dover richiamare quanti stavano vivendo contrariamente alla volontà di Dio "Hanno agito perversamente contro di lui; non sono suoi figli, questi corrotti,razza storta e perversa. È questa la ricompensa che date al SIGNORE" versetto 5-6. L'invito di Dio verso il popolo sarà legato all'importanza di riflettere su come Dio ha operato per benedire, questo dovrà condurre il popolo a rivedere il proprio presente alla luce della cura che Dio avrà esteso verso di loro. Per Dio noi siamo tutto, il senso del suo piano glorioso è la salvezza delle anime e benedire la nostra vita ma l'individuo sembra allontanarsi da Dio a causa del benessere ottenuto e ritenuto come conquista personale e non da attribuire a Dio. Il ricordo del passato avrebbe dovuto risvegliare le assenze spirituali che stavano vivendo in questo periodo della loro vita, Dio gli ricordò quello che oggi il popolo non voleva più vivere,
1) Egli lo circondò "UN INCONTRO AVVOLGENTE E MERAVIGLIOSO"
2) Ne prese cura "UNA PREZIOSA ATTENZIONE AI BISOGNI"
3) Lo custodì come la pupilla dei suoi occhi "UNA PROTEZIONE INFALLIBILE"
4) Il Signore solo l'ha condotto "UNA GUIDA PERFETTA"
5) Lo ha nutrito "UNA ALIMENTAZIONE GENUINA E PURA"
"Iesurun si è fatto grasso e ha recalcitrato, si è fatto grasso, grosso e pingue, ha abbandonato il Dio che lo ha fatto
e ha disprezzato la Rocca della sua salvezza" Versetto 15.
Oggi vogliamo ritornare a vivere quella fede sincera e semplice che ci farà sentire nuovamente avvolti dalla cura di Dio. Dio ti benedica!
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La dichiarazione di questo versetto descrive il richiamo di Dio verso i pastori d'Israele, i sacerdoti e i profeti che con negligenza non curavano le pecore e non cercavano le stesse quando la vita le avrebbe circondate di pericoli. Il rimprovero viene presentato dal profeta Ezechiele ad ogni lettore che si troverà a vivere un ruolo di responsabilità non avendo a cuore il gregge di Dio. Siamo spesso superficiali nel giustificare i nostri limiti umani non considerando che come uomini e donne siamo chiamati a non perdere di vista le anime che Dio ci ha affidato, come genitori abbiamo i nostri figli, come nonni, come coniugi, come zii, come evangelisti...le anime che ci sono affidate sono numerose e sotto la nostra responsabilità, stiamo curando con accuratezza le persone che Dio ci ha affidato.
Nel brano preso in esame vediamo che il Signore prende in mano la situazione "Perciò, o pastori, ascoltate la parola del SIGNORE! 8 Com'è vero che io vivo", dice il Signore, DIO, "poiché le mie pecore sono abbandonate alla rapina; poiché le mie pecore, che sono senza pastore, servono di pasto a tutte le bestie dei campi, e i miei pastori non cercano le mie pecore; poiché i pastori pascono se stessi e non pascono le mie pecore,...«Infatti così dice il Signore, DIO: "Eccomi! io stesso mi prenderò cura delle mie pecore e andrò in cerca di loro. Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io andrò in cerca delle mie pecore e le ricondurrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di tenebre; ..."Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, rafforzerò la malata, ma distruggerò la grassa e la forte: io le pascerò con giustizia". versetto 7-16
Come conduttori di anime, come monitori, come genitori, come familiari, come coniugi, come servi e serve di Dio veniamo questa mattina richiamati all'ordine e alla serietà del ruolo affidato avendo nel cuore i giusti sentimenti che ci spingeranno a non sottovalutare che le vite che Dio ci ha affidato sono preziose ai suoi occhi, dunque vogliamo analizzare il versetto 4:
1)Voi non avete rafforzato le pecore deboli,
2)Voi non avete guarito la malata,
3)Voi non avete fasciato quella che era ferita,
4)Voi non avete ricondotto la smarrita,
5)Voi non avete cercato la perduta,
"ma avete dominato su di loro con violenza e con asprezza" i sentimenti messi in campo nella relazione sono descritti da Dio come pericolosi, vogliamo permettere a Dio di trasformare i nostri cuori per diventare uomini e donne capaci di amare il popolo di Dio con la stessa passione di Dio.
Oggi è necessario che il nostro egoismo "Guai ai pastori d'Israele che non hanno fatto altro che pascere se stessi!" Versetto 2, siamo sostituito dalla passione per i perduti.
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La dichiarazione di questo versetto descrive il racconto che Gesù farà riguardante il Samaritano che, imbattutosi nell'uomo derubato dai briganti si prodigherà per aiutarlo investendo per il bene dell'altro. Questo brano biblico nascerà per fronteggiare la negligenza del dottore della legge riguardo all'aiuto verso il prossimo, la persona che porterà Gesù a presentare questa storia si dilettava nel parlare di quanto si può fare per Dio ma nell'atto pratico non svolgeva nessuna mansione per rendere pratico il messaggio di compassione proveniente dal Dio che conosceva nella scrittura. Alcune volte pur avendo come proiezione della nostra mente, il modello del buon samaritano, nella realtà si rischia di assomigliare molto di più alle personalità presenti nel racconto, il levita, il dottore della legge e il sacerdote. Alla domanda che forse pensava l'avrebbe scagionato, il Signore Gesù risponderà per mettere il dottore della legge davanti alla negligenza di servizio presente nella sua vita. Alla domanda strutturata dal dottore della legge, troviamo di risposta il raconto che Gesù presentò per invitare ogni ascoltatore all'azione e non alle parole "Và e fai anche tu la stessa cosa" Vers. 37.
La chiamata rivolta da Gesù si estende a ciascuno di noi che, ogni mattina cerca di giustificare la propria inoperosità con tantissime scuse e domande "Chi è il mio prossimo"..."Ci penserà qualcun' altro"..."Nessuno mi ha chiesto niente e quindi io non lo faccio"; pensiamo che queste effimere dichiarazioni possano tenere testa a chi ci ascolta ma il problema è che ad ascoltarci c'è Gesù che invita ognuno a rispondere alla chiamata del servizio pratico verso i bisognosi.
Dio ci chiama a "OSSERVARCI ATTORNO" Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide" V. 32
Dio ci chiama a "OSSERVARCI DENTRO" Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?" v. 29
Dio ci chiama a NON DARE NULLA PER SCONTATO" Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada" V. 31
Dio ci chiama a "INVESTIRE PER I BISOGNI DEGLI ALTRI" Avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari" V. 34
Dio ci chiama a " MOSTRARE LE SUE QUALITÀ "ne ebbe pietà"
Oggi l'invito proveniente dalla Parola di Dio è semplice ma di grande responsabilità nell'applicarlo, possiamo decidere di giustificarci, di passare oltre, andare dal lato opposto, investire sono su noi stessi, questo determinerà la risposta alla chiamata che Dio rivolge ad ognuno di noi "Va è fai anche tu la stessa cosa". Se non stai servendo, non giustificarti ma riconosci che la tua fede è solo parole, fermati e rifletti sulla tua condotta per ritornare a servire Dio attivamente.
Dio ti benedica!
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La dichiarazione di questo versetto descrive il momento in cui il salmista riflette sulla profonda mancanza di sostegno reciproco presente nella società, pur raggiungendo livelli di grande espansione anagrafica della popolazione mondiale sembra non cambiare la condizione dell'individuo che nei momenti di difficoltà non può contare su nessuno. L'arrivo del momento difficile e l'impossibilità di rifugiarsi in qualcosa o qualcuno lo portò a realizzare l'assenza dell'aiuto delle persone, triste esperienza condivisa da molti che mette in evidenza il profondo senso di egoismo delle persone e l'incapacità a vedere nell'altro una risorsa. La triste situazione vissuta dal salmista viene aggravata dall'insensibilità di quanti con malvagità infliggono colpi alle persone senza riflettere sul vissuto di chi hanno davanti agli occhi. Questa esperienza viene affrontata dal salmista riscoprendo il valore di una relazione personale con Dio, questo gli permise di affrontare la negligenza delle persone che quando hai bisogno non ci sono mai. Il salmista realizzerà attraverso la solitudine e alla cattiveria dell'uomo che Dio sarà sempre presente nella sua vita, mostrandosi come:
1) Rifugio sempre pronto " Io dico: «Tu sei il mio rifugio"
2) L'unico senso della vita " Io dico: "Tu sei...la mia parte nella terra dei viventi»."
3) Liberatore sempre puntuale " Sono ridotto agli estremi. Liberami dai miei persecutori, perché sono più forti di me."
Questa esperienza lo porto a realizzare la benedizione di Dio, la cura omessa da parte degli altri lo condusse a chiedere aiuto a Dio che prontamente lo benedirà abbondantemente e alla fine del suo salmo scriverà " I giusti trionferanno con me,
perché m'avrai colmato di beni".
Non è facile metabolizzare di doversela cavare da soli, non siamo propensi ad accettare questa condizione di solitudine, vorremmo che gli altri si preoccupassero di noi ma nella realtà siamo inutili per molti; spendiamo la nostra vita per aiutare chi non è disposto a ricambiare e alcune volte dobbiamo fare i conti con chi ci perseguita a causa del bene che facciamo; se questa mattina sei scoraggiato e come il salmista hai appena dichiarato nel tuo cuore " Guarda alla mia destra e vedi;
non c'è nessuno che mi riconosca. Ogni rifugio mi è venuto a mancare; nessuno si prende cura dell'anima mia." non scoraggiarti ma grida a Dio con tutto te stesso/te stessa e vedrai che c'è vittoria nel confidare in Dio. Dio ti benedica!
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La dichiarazione di questo versetto descrive il momento in cui il salmista riflette sulla profonda attenzione riservata all'uomo da parte di Dio, viene affascinato dal considerare che nei pensieri di Dio ci sia un posto per ognuno di noi. La sua profonda onesta lo spinge a mostrarsi con tutte le sue limitazioni attraverso il quesito analizzato "Che cos'è l'uomo?", non vuole mentirsi o illudersi ma con grande onestà ammette che lui non è niente per meritarsi le attenzioni di Dio ma queste ci sono e si rinnovano ogni mattina. Il salmista desidera che ogni lettore riconosca che pur non meritandoci queste cure, Dio è ingiustificabilmente interessato a prendersi cura di noi, siamo l'oggetto del Suo amore e delle Sue attenzioni.
Dopo aver tessuto le lodi verso il suo Dio attraverso i primi versetti si trova ad averci rivelato il perché del suo quesito, Dio è talmente grande da non poter giustificare in nessun modo le sue cure verso di noi, " Quando io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l'uomo perché tu lo ricordi?" vers. 3. Nonostante il ragionamento perfetto secondo il pensiero umano, il pensiero deve scontrarci con la logica divina, secondo l'uomo non siamo nulla ma per Dio siamo degni di cura, il segreto di questa variazione è da ricercarsi nella valutazione che Dio ci attribuisce e non sulla nostra, vediamola insieme:
1) La cura di Dio nei nostri confronti è giustificabile perché "tu l'hai fatto solo di poco inferiore a Dio". Per Dio tu sei GRANDE
2) La cura di Dio nei nostri confronti è giustificabile perché "l'hai coronato di gloria e d'onore". Per Dio tu sei DEGNO
3)La cura di Dio nei nostri confronti è giustificabile perché "Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi". Per Dio tu sei CAPACE.
4)La cura di Dio nei nostri confronti è giustificabile perché "Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto una forza". Per Dio tu sei Semplicemente FORTE
Oggi forse ci siamo alzati pensando che non ci sia nessuna buona ragione per prenderci cura di noi stessi o per ricevere delle attenzione dagli altri, forse ci riteniamo degni di ogni situazione difficile che stiamo vivendo ma il Signore vuole che la tua interpretazione su te stesso cambi, diventando simile a quella di Dio. Il Signore ti vede grande, degno, capace e nella tua semplicità forte, non permettere alla tua valutazione di prendere il sopravvento ma alla luce di quello che oggi hai realizzato grida con tutto te stesso/Stessa il versetto conclusivo del salmo "O SIGNORE, Signore nostro, quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra!". Dio ti benedica!
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