Intervista alla dott. Gabriele Sanna, fisioterapista, ospite della trasmissione "Sport e Medicina TV". condotta dal dott. Alessandro Falcioni. Tema della puntata: L'Idrokinesiterapia. L’Idrokinesiterapia è una metodica di trattamento, svolta all’interno di una vasca terapeutica sotto stretto controllo del fisioterapista specificatamente qualificato, che sfruttando le proprietà fisiche dell’acqua mira ad ottenere un rapido e corretto recupero della funzionalità dei segmenti corporei.Se vuoi superare le sfide fisiche e migliorare la tua qualità di vita, l'Idrokinesi Terapia all'AUREAMED è la soluzione. Contattaci oggi per iniziare il tuo percorso verso una guarigione completa e sostenibile.Contattaci per qualsiasi richiesta o informazione al: ☎️ 06 3242121 —•— • —•— • —•— • —•— • —•— •Centro Aureamed🔹health🔹sport🔹rehabilitation —•— • —•— • —•— • —•— • —•— •🌍https://www.aureamed.it📌Via Degli Scipioni, 252/254/256 - 00192 Roma (RM)
Intervista al dott. Marcello Riccomini, fisioterapista, ospite della trasmissione "Sport e Medicina TV". condotta dal dott. Alessandro Falcioni.
Tema della puntata: lo stretching
Lo stretching è una pratica spesso sottovalutata, ma essenziale per mantenere un corpo sano, flessibile e privo di tensioni muscolari.
Al Centro di Riabilitazione AUREAMED, consideriamo lo stretching non solo come una fase preparatoria o conclusiva dell’attività fisica, ma come un vero e proprio strumento terapeutico e preventivo.
Lo stretching consiste in una serie di esercizi mirati ad allungare i muscoli e migliorare l'elasticità delle articolazioni. Questo tipo di allenamento, se praticato con costanza e correttezza, contribuisce a:
• Prevenire infortuni muscolari
• Ridurre la tensione e le contratture
• Migliorare la postura
• Aumentare la mobilità articolare
• Favorire il rilassamento e il benessere generale
Stretching statico e dinamico: qual è la differenza?
• Stretching statico: si mantiene una posizione di allungamento per 20-30 secondi. È ideale nella fase di defaticamento, dopo l’attività fisica o durante sessioni di rilassamento. •
Stretching dinamico: coinvolge movimenti controllati e ripetitivi per preparare il corpo all’attività. È utile nel riscaldamento pre-allenamento o prima di una seduta fisioterapica.
Lo stretching dovrebbe essere praticato almeno 3 volte a settimana, meglio se quotidianamente.
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Intervista al dott. Marco Moncelsi, fisioterapista, ospite della trasmissione Sport e Medicina TV, condotta dal dott. Alessandro Falcioni.Tema della puntata: Fisiokinesiterapia per la Lombalgia Fisiokinesiterapia e lombalgia: un approccio professionale al benessereLa lombalgia è una delle cause più comuni di assenza dal lavoro e ridotta produttività.Nel nostro centro riabilitativo Aureamed, affrontiamo il mal di schiena con percorsi fisioterapici strutturati, orientati al recupero funzionale e alla prevenzione.👉 Terapie evidence-based👉 Trattamenti su misura👉 Educazione al movimento e alla postura Il nostro obiettivo? Restituire salute e autonomia a lungo termine.Contattaci per una valutazione fisiatricaCentro Aureamed🔹health🔹sport🔹rehabilitationContattaci per qualsiasi richiesta o informazione al:☎️ 06 3242121🌍https://www.aureamed.it📌Via Degli Scipioni, 252/254/256 - 00192 Roma (RM)#lombalgia #maldischiena #fisioterapia #fisiokinesiterapia #riabilitazione #centromedico #Aureamed
Intervista al dott. Gianluca Bianco, specialista in medicina interna, ospite della trasmissione Sport e Medicina TV, condotta dal dott. Alessandro Falcioni.
Tema della puntata: Scientific Longevity
La longevità, non è solo genetica. L’ambiente e lo stile di vita modulano l'espressione dei geni (epigenetica) e giocano un ruolo cruciale nella salute a lungo termine.
1. Nutrigenomica e Longevità
La nutrizione influenza direttamente l'attività genica e il metabolismo cellulare. L’assunzione di polifenoli, omega-3, fibre e antiossidanti può:
• Ridurre l’infiammazione sistemica (inflammaging).
• Promuovere l’autofagia cellulare, un meccanismo di rigenerazione anti-invecchiamento.
• Migliorare la funzione mitocondriale e ridurre lo stress ossidativo.
2. Esercizio Fisico e Epigenetica
L'attività fisica regolare induce modificazioni epigenetiche protettive:
• Aumento dell'espressione di geni antinfiammatori.
• Miglioramento della sensibilità insulinica.
• Stimolo della neurogenesi e protezione contro il declino cognitivo.
3. Respiro e Omeostasi
Tecniche di respirazione (come il pranayama o la coerenza cardiaca) modulano l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, abbassando il cortisolo e migliorando il bilancio ossidativo cellulare.
4. Monitoraggio Predittivo Continuo
Dispositivi wearable, biomarcatori digitali e intelligenza artificiale permettono oggi di integrare dati clinici, genomici e ambientali per creare profili di rischio personalizzati e piani di prevenzione su misura.
La medicina predittiva non offre certezze assolute, ma probabilità: identifica vulnerabilità e consente interventi precoci e mirati. In un contesto di invecchiamento globale della popolazione, questa disciplina è la chiave per passare da una medicina della malattia a una medicina della salute e della longevità.
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Intervista al dott. Augusto Mazzetti, cardiologo, ospite della trasmissione "Sport e Medicina TV". condotta dal dott. Alessandro Falcioni. Tema della puntata: lo stress ossidativo
Cosa si intende per stress ossidativo e perché dovremmo preoccuparcene?
Lo stress ossidativo è uno squilibrio tra i radicali liberi – molecole reattive prodotte dal nostro corpo o dall’ambiente (come inquinamento, fumo, cattiva alimentazione) – e le difese antiossidanti naturali.
Se questi radicali liberi sono troppi e le difese sono insufficienti, si possono danneggiare cellule, tessuti e DNA… con il rischio di accelerare l’invecchiamento e favorire malattie croniche come diabete, patologie cardiovascolari o neurodegenerative.
Ma come si misura lo stress ossidativo? Esistono due test di laboratorio:
✔️ Il test d-ROMs, che indica la quantità di radicali liberi nel sangue;
✔️ Il test BAP, che misura la capacità antiossidante dell'organismo.
Questi esami forniscono un quadro completo dello stato ossidativo e possono essere utili per personalizzare strategie di prevenzione e benessere.
Ricorda: uno stile di vita sano, attività fisica, alimentazione equilibrata e controlli medici regolari – come una buona visita cardiologica – sono fondamentali per ridurre lo stress ossidativo e proteggere la salute a lungo termine.
Prenota oggi stesso un controllo presso Aureamed:
Prendersi cura di sé oggi è la migliore prevenzione per il domani.
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Intervista alla dott.ssa Federica Mastronardo, nutrizionista, ospite della trasmissione Sport e Medicina TV, condotta dal dott. Alessandro Falcioni.
Tema della puntata: Dieta, sport e allergie stagionali
Starnuti, rinorrea, prurito oculare e congestione nasale sono sintomi comunemente associati alle allergie stagionali.
Queste manifestazioni rappresentano una risposta immunitaria eccessiva a sostanze normalmente innocue presenti nell’ambiente, come i pollini.
Tuttavia, oltre all’esposizione agli allergeni, esistono altri fattori che possono contribuire a un peggioramento del quadro sintomatologico.
Fattori aggravanti
🔹 Alimenti ricchi di istamina
Formaggi stagionati, insaccati, pesce conservato (come tonno in scatola), vino rosso e cioccolato contengono elevate quantità di istamina o possono stimolarne il rilascio endogeno.
In soggetti predisposti, l’assunzione di tali alimenti durante i periodi di alta esposizione ai pollini può intensificare la risposta allergica.
🔹 Stress cronicoLo stress prolungato può compromettere l’equilibrio del sistema immunitario, favorendo una maggiore reattività agli allergeni.
La scarsa qualità del sonno e l’affaticamento mentale sono ulteriori fattori che possono accentuare i sintomi allergici.
🔹 Attività fisica intensa in condizioni sfavorevoli
L’esercizio fisico praticato all’aperto durante i periodi di elevata concentrazione pollinica può aumentare l’esposizione agli allergeni inalatori. Inoltre, l’attività intensa immediatamente dopo l’assunzione di alimenti ricchi di istamina può, in casi rari, indurre reazioni avverse come orticaria o anafilassi da sforzo.
Strategie di prevenzione e controlloPer una gestione più efficace delle allergie stagionali, si raccomanda di:
Adottare una dieta a basso contenuto di istamina durante i periodi critici;
Ridurre i livelli di stress attraverso tecniche di rilassamento e cura del sonno;
Svolgere attività fisica in ambienti controllati o in orari con bassa concentrazione di pollini;
Consultare uno specialista allergologo in caso di sintomi persistenti o severi.
Una gestione integrata, che tenga conto di fattori ambientali, nutrizionali e psicofisici, può contribuire a migliorare significativamente la qualità della vita dei soggetti allergici.
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Intervista al dott. ssa Ilaria Gazzella, fisioterapista osteopata, ospite della trasmissione Sport e Medicina TV, condotta dal dott. Alessandro Falcioni.
Tema della puntata: Osteocondrosi giovanile
Dolori a ginocchia, talloni o schiena nei bambini? Potrebbe essere osteocondrosi.
Non è solo "crescita"!
L’osteocondrosi è una patologia che colpisce la cartilagine di accrescimento nei giovani, spesso legata a sport intensi o posture scorrette.
Colpisce soprattutto:•
Ginocchio (Osgood-Schlatter)
• Tallone (Sever)
• Colonna vertebrale (Scheuermann)
• Anca (Perthes)
Sintomi?
Dolore durante l’attività fisica, rigidità articolare, zoppia o affaticamento localizzato.
La buona notizia: con diagnosi precoce e fisioterapia mirata, si può recuperare completamente.
Da Aureamed – Centro di Riabilitazione a Roma – seguiamo i più giovani con programmi su misura per tornare a muoversi senza dolore.
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Intervista al dott. Alessandro Mariani, anestesista, ospite della trasmissione Sport e Medicina TV, condotta dal dott. Alessandro Falcioni.Tema della puntata: Terapia del dolore
TERAPIA DEL DOLORE Il dolore non è tutto uguale. Cambia l’origine, cambiano i sintomi, cambiano le cure. Ma una cosa è certa: per essere davvero efficace, la terapia del dolore deve essere multidisciplinare.
1. DOLORE SOMATICO
🔹 Cos’è: dolore da muscoli, ossa, articolazioni.
🔹 Tipico di: fratture, artrosi, traumi.
🔹 Come si sente: localizzato, acuto, pulsante.
🔹 Chi interviene:– Ortopedico – Anestesista – Fisioterapista – Fisiatra
2. DOLORE NEUROPATICO
🔹 Cos’è: danno ai nervi o al midollo spinale.
🔹 Tipico di: sciatalgia, neuropatia diabetica, ernie.
🔹 Come si sente: bruciante, elettrico, con formicolii.
🔹 Chi interviene:– Anestesista (farmaci e blocchi mirati)– Ortopedico (se serve decomprimere)– Fisioterapista (rieducazione del sistema nervoso)– Fisiatra (piano riabilitativo personalizzato)
3. DOLORE NOCIPLASTICO
🔹 Cos’è: alterazione dell'elaborazione del dolore da parte del cervello.
🔹 Tipico di: fibromialgia, dolore cronico diffuso.
🔹 Come si sente: vago, diffuso, stanchezza cronica.
🔹 Chi interviene:
– Anestesista (terapie multimodali)
– Fisiatra e fisioterapista (educazione al dolore e esercizi)
– Psicologo (gestione del vissuto emotivo)
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Intervista al dott. Stefano Ghera, ortopedico, ospite della trasmissione Sport e Medicina TV, condotta dal dott. Alessandro Falcioni.Tema della puntata: Protesi del ginocchioLa protesi di ginocchio è una soluzione chirurgica adottata in pazienti con artrosi severa o danno articolare irreversibile del compartimento femoro-tibiale o femoro-rotuleo. L’intervento mira a ripristinare la funzione articolare, ridurre il dolore e migliorare la qualità di vita. Negli ultimi decenni, l’evoluzione tecnologica e biomeccanica ha portato allo sviluppo di diverse tipologie di protesi, personalizzate sulla base dell’anatomia del paziente e delle esigenze funzionali.Tipologie di protesi 1. Protesi Totale di Ginocchio (PTG - Total Knee Replacement, TKR)Sostituisce tutte le componenti articolari principali: femorale, tibiale e talvolta rotulea. Indicata nei casi di artrosi avanzata diffusa, deformità gravi o fallimenti di trattamenti conservativi. 2. Protesi Monocompartimentale (UKA - Unicompartmental Knee Arthroplasty)Indica la sostituzione di un solo compartimento, solitamente il compartimento mediale. È indicata in pazienti selezionati con artrosi localizzata, buona stabilità legamentosa e conservazione della mobilità articolare. 3. Protesi BicompartmentaleMeno frequente, coinvolge due compartimenti, solitamente mediale e femoro-rotuleo. Può rappresentare un’alternativa alla PTG in casi selezionati. 4. Protesi a cerniera (Hinged Knee Prosthesis)Utilizzata in situazioni di instabilità legamentosa grave o revisione di protesi fallite. Ha un meccanismo che vincola il movimento, indicata solo nei casi in cui le strutture legamentose non siano funzionali.Centro Aureamed🔹health🔹sport🔹rehabilitationContattaci per qualsiasi richiesta o informazione al:☎️ 06 3242121🌍https://www.aureamed.it📌Via Degli Scipioni, 252/254/256 - 00192 Roma (RM)
Intervista alla dott.ssa Federica Mastronardo, nutrizionista, ospite della trasmissione Sport e Medicina TV, condotta dal dott. Alessandro Falcioni.Tema della puntata: Dieta e sistema immunitarioCon l’arrivo dell’estate, il nostro organismo si trova a dover affrontare nuove sfide: caldo intenso, maggiore esposizione ai raggi UV, cambi di ritmo e, spesso, un’alimentazione disordinata. In questo periodo, rafforzare il sistema immunitario attraverso una dieta mirata è fondamentale per mantenere energia, benessere e salute.☀️ Perché il sistema immunitario può indebolirsi in estate?Durante l’estate, fattori come disidratazione, eccessiva sudorazione, notti più brevi e una maggiore esposizione a virus intestinali o batterici (spesso legati a cibi contaminati o sbalzi termici) possono rendere il nostro sistema immunitario più vulnerabile.🥦 I nutrienti chiave per l’immunità estivaUna dieta corretta può potenziare le difese naturali dell’organismo. Ecco cosa non deve mancare:1. Vitamina CPotente antiossidante, favorisce la produzione di globuli bianchi.Fonti: agrumi, kiwi, fragole, peperoni, rucola.2. Betacarotene e vitamina AAiutano a proteggere la pelle e le mucose, prime barriere contro i patogeni.Fonti: carote, albicocche, melone, spinaci, zucca.3. Vitamina DFondamentale per la risposta immunitaria, si attiva anche grazie al sole.Fonti alimentari: uova, salmone, funghi; esposizione solare moderata giornaliera consigliata.4. Zinco e selenioMinerali cruciali per la produzione di anticorpi e l’attivazione immunitaria.Fonti: frutta secca (soprattutto noci brasiliane), semi, cereali integrali, pesce.5. Probiotici e prebioticiRinforzano il microbiota intestinale, che regola circa il 70% del nostro sistema immunitario.Fonti: yogurt, kefir, crauti, cipolla, porri, banana.6. Acqua e sali mineraliL’idratazione è fondamentale per veicolare nutrienti e favorire l’eliminazione delle tossine.Acqua, tisane fredde, estratti freschi e frutta ad alto contenuto idrico (anguria, melone, cetrioli) sono ideali.Adottare una dieta estiva bilanciata e ricca di nutrienti significa supportare le difese naturali, mantenere un corpo sano e rispondere meglio agli stress ambientali tipici della bella stagione. Al Centro AUREAMED, promuoviamo un approccio integrato tra alimentazione, prevenzione e benessere.
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Intervista alla dott. Luca Tagliaferri, oncologo e radioterapistaospite della trasmissione "Sport e Medicina TV". condotta dal dott. Alessandro Falcioni.Tema della puntata: il tumore della cuteIl trattamento dei tumori cutanei sta evolvendo grazie alla combinazione di radioterapia e immunoterapia, strategie che si sono dimostrate efficaci sia nelle forme localizzate che in quelle metastatiche. La radioterapia, già consolidata per il trattamento locale, si rivela utile anche per sensibilizzare il tumore alla risposta immunitaria. L’immunoterapia, soprattutto attraverso gli inibitori dei checkpoint immunitari, ha cambiato radicalmente la gestione del melanoma e dei carcinomi squamosi avanzati. La combinazione delle due modalità, sfruttando effetti sinergici come l’effetto abscopale, mostra risultati promettenti in termini di controllo della malattia e sopravvivenza. Questo approccio integrato richiede una valutazione multidisciplinare e personalizzata, supportata dalla ricerca su biomarcatori predittivi e studi clinici in corso.
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Intervista alla dott.ssa Michela Favaretti ospite della trasmissione "Sport e Medicina TV". condotta dal dott. Alessandro Falcioni.Tema della puntata: La mesoterapiaLa mesoterapia è un trattamento medico non invasivo che consiste in microiniezioni localizzate di farmaci, vitamine, minerali o sostanze omeopatiche direttamente nel mesoderma, lo strato medio della pelle. È una tecnica efficace utilizzata sia in ambito medico-estetico che in ambito terapeutico.La mesoterapia viene utilizzata per:
• Ridurre inestetismi cutanei come cellulite e adiposità localizzate
• Migliorare l’elasticità e la tonicità della pelle• Favorire la circolazione linfatica e venosa
• Alleviare dolori muscolari o articolari in ambito riabilitativo e sportivo
Come funziona?
Attraverso aghi sottilissimi, vengono effettuate piccole iniezioni nelle zone da trattare. La quantità di farmaco è minima, ma agisce in modo mirato, con un effetto diretto dove serve. Il trattamento è rapido, generalmente ben tollerato e non richiede tempi di recupero.
A chi è consigliata?
La mesoterapia è indicata per uomini e donne che desiderano:
• Un trattamento efficace contro la ritenzione idrica o la cellulite
• Un supporto mirato in caso di dolori muscolari o infiammazioni localizzate
• Migliorare l’aspetto e la salute della pelle in modo naturale
Quante sedute servono?
Il numero di sedute varia in base all'obiettivo terapeutico o estetico. In genere si consiglia un ciclo iniziale di 6-10 sedute con cadenza settimanale, seguito da richiami periodici.
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La distorsione della caviglia è uno degli infortuni muscolo-scheletrici più comuni, sia negli sportivi che nella popolazione generale. Può verificarsi a seguito di un movimento brusco o innaturale del piede, come una torsione durante una corsa o una semplice camminata su terreno irregolare. In genere, coinvolge i legamenti che collegano le ossa della caviglia, causando stiramenti, lesioni o rotture più o meno gravi.
Ma cosa succede realmente quando si verifica una distorsione? E soprattutto, quali sono le terapie più efficaci per recuperare al meglio?
Fase acuta: il ghiaccio e il riposo
Subito dopo il trauma, la priorità è ridurre dolore e gonfiore. In questa fase, si segue il protocollo R.I.C.E. (Rest, Ice, Compression, Elevation), ovvero:
Il ghiaccio è particolarmente importante nei primi giorni per controllare l’infiammazione e limitare il danno ai tessuti circostanti.
Fisioterapia: il cuore della riabilitazione
Una volta superata la fase acuta, entra in gioco la fisioterapia, fondamentale per recuperare la piena funzionalità dell’articolazione. Le sedute fisioterapiche includono esercizi specifici per:
Terapie fisiche: tecarterapia e ultrasuoni
Per supportare e accelerare il processo di guarigione, si ricorre anche a terapie strumentali.
Riabilitazione in acqua: la piscina come alleato
Una volta che il dolore si riduce e il carico sulla caviglia diventa tollerabile, la piscina riabilitativa diventa un eccellente strumento. L'acqua, infatti, permette di svolgere esercizi con un carico ridotto sulle articolazioni, facilitando il movimento e migliorando la forza e la mobilità in modo sicuro.
In acqua si possono eseguire:
La riabilitazione da una distorsione della caviglia non può essere lasciata al caso. Un recupero efficace passa attraverso un approccio multidisciplinare e personalizzato, che combina riposo iniziale, terapie fisiche, esercizi funzionali, e attività riabilitative in piscina.
Ignorare la distorsione o limitarsi solo al riposo può portare a cronicizzazioni, instabilità articolare e recidive. Affidarsi a fisioterapisti esperti e seguire un programma completo significa invece tornare alle proprie attività, sportive e quotidiane, in sicurezza e con piena efficienza.
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La Diagnostica Cardiologica: Tecnologia al Servizio del Cuore!
Il cuore è il motore della nostra vita, e prendersene cura è fondamentale. Grazie alle moderne tecnologie diagnostiche come ecocardiogramma, Holter, Holter sottocutaneo, risonanza magnetica cardiaca e Tac coronarica, oggi possiamo monitorare la salute del nostro cuore in modo preciso e non invasivo.
Ecocardiogramma:
Visualizza in tempo reale il funzionamento del cuore e delle valvole.
Holter: Monitora l’attività elettrica del cuore per 24-48 ore.
Holter sottocutaneo:
Per un controllo a lungo termine fino a 3 anni.
Risonanza magnetica cardiaca: Analizza dettagliatamente i tessuti del cuore senza radiazioni.
Tac coronarica: Esamina le arterie coronariche in modo rapido ed efficace.
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Malattia Venosa Cronica nelle Donne: Cause, Soluzioni e Ruolo dei Flebotonici
La malattia venosa cronica (CVD) rappresenta una condizione diffusa, con una prevalenza maggiore nelle donne, influenzata da fattori ormonali, gravidanze e predisposizione genetica. Caratterizzata da un malfunzionamento delle valvole venose, porta a ristagno ematico, edema, dolore e complicanze come ulcere cutanee. Questo articolo esplora le cause, le strategie di gestione e l’efficacia dei flebotonici, sia naturali che sintetici, nel trattamento della CVD.
Eziologia e Fattori di Rischio
La CVD insorge quando le vene degli arti inferiori non riescono a garantire un ritorno ematico efficiente al cuore. I principali fattori di rischio includono:
Uno studio su 902 donne di 45-54 anni ha evidenziato una forte associazione tra sintomi di CVD (crampi, edema) e fattori di rischio cardiovascolari, come ipertrigliceridemia, basso HDL e aumento della proteina C-reattiva. Ciò suggerisce un legame tra CVD e aterosclerosi, sottolineando l’importanza di un approccio preventivo olistico.
Strategie di Gestione: Stile di Vita e Terapia
Modifiche Comportamentali
Flebotonici Naturali
Flebotonici Sintetici (flavonoidi)
La gestione della CVD nelle donne richiede un approccio integrato. Le modifiche dello stile di vita rimangono fondamentali, mentre i flebotonici—sia naturali che sintetici—offrono un valido supporto nel controllo dei sintomi. Studi recenti sottolineano l’importanza di intervenire anche sui fattori di rischio cardiovascolari, data la correlazione tra CVD e aterosclerosi. Ulteriori ricerche sono necessarie per ottimizzare protocolli terapeutici personalizzati, soprattutto in gruppi ad alto rischio come le donne in peri-menopausa o con storia di TVP.
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Il Cioccolato Fondente: Un Amico per la Tua Salute!
Sapevi che il cioccolato fondente, oltre a essere una delizia per il palato, può anche fare bene al corpo?
Ricco di flavonoidi e polifenoli, il cioccolato fondente agisce come potente antiossidante, proteggendo le nostre cellule dallo stress ossidativo. Aiuta a migliorare la circolazione sanguigna e a ridurre la pressione arteriosa, mentre il consumo regolare può aumentare il colesterolo "buono" (HDL) e ridurre quello "cattivo" (LDL).
Ma non è tutto! 🍃 Il cioccolato fondente stimola anche il cervello, grazie alla teobromina e alla caffeina, migliorando l’umore e la concentrazione. Alcuni studi suggeriscono che possa anche proteggere il nostro cervello e ridurre il rischio di malattie neurodegenerative.
E per i più golosi, il cioccolato fondente può contribuire a migliorare il metabolismo e la sensibilità all'insulina, rendendolo un alleato anche nel controllo della glicemia.
Come godertelo al meglio? Scegli un cioccolato con almeno il 70% di cacao e limita gli zuccheri aggiunti. Una porzione di 20-30 g al giorno è l’ideale per ottenere i benefici senza esagerare. Puoi mangiarlo da solo o abbinarlo a frutta secca per un'ulteriore spinta nutrizionale!
Il cioccolato fondente non è solo un piacere per il palato, ma un vero e proprio alleato della salute!
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La sindrome di Raynaud è una condizione caratterizzata da episodi di vasospasmo delle arterie periferiche, che provocano una riduzione temporanea del flusso sanguigno alle estremità, in particolare alle dita delle mani e dei piedi. Questi episodi si manifestano tipicamente con cambiamenti di colore della pelle in risposta al freddo o allo stress emotivo, passando dal pallore (fase ischemica) alla cianosi (fase cianotica) e infine all'eritema (fase di recupero). La sindrome può essere classificata in due forme principali: primaria e secondaria.
Sindrome di Raynaud Primaria
La forma primaria, nota anche come fenomeno di Raynaud idiopatico, si verifica in assenza di patologie sottostanti e rappresenta la forma più comune. È spesso meno grave e colpisce prevalentemente giovani donne tra i 14 e i 20 anni. I sintomi sono generalmente lievi e non associati a danni tissutali permanenti.
Sindrome di Raynaud Secondaria
La forma secondaria è associata a patologie sottostanti, in particolare malattie autoimmuni come sclerodermia, lupus eritematoso sistemico, sindrome di Sjögren e artrite reumatoide. Questa variante tende a essere più grave e può portare a complicanze come ulcerazioni cutanee e necrosi tissutale.
Esami Diagnostici
La diagnosi della sindrome di Raynaud si basa su una combinazione di anamnesi, esame obiettivo ed esami strumentali e di laboratorio:
Terapie
Il trattamento della sindrome di Raynaud varia in base alla gravità dei sintomi e alla presenza di patologie sottostanti:
Per le forme più gravi (Raynaud secondaria) è fondamentale un consulto con un angiologo
La sindrome di Raynaud richiede una diagnosi accurata per distinguere tra forma primaria e secondaria, poiché quest'ultima può essere il primo segno di una malattia autoimmune sistemica. Un approccio diagnostico completo, che includa capillaroscopia e test sierologici, è essenziale per una gestione terapeutica appropriata. Le opzioni di trattamento variano dalle misure conservative ai farmaci vasodilatatori, fino a interventi chirurgici nei casi più gravi.
La collaborazione multidisciplinare tra reumatologi, dermatologi e altri specialisti è fondamentale per garantire una gestione ottimale dei pazienti affetti da questa sindrome
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Intervista dott.ssa Arianna Parisio, biologa-nutrizionista, ospite della trasmissione "Sport e Medicina TV". condotta dal dott. Alessandro Falcioni.
Tema della puntata: L'obesità infantile
L'obesità infantile rappresenta una delle sfide più urgenti nel campo della salute pubblica, con implicazioni significative sia a breve che a lungo termine. Le cause di questo fenomeno sono multifattoriali, ma tra le principali emergono stili di vita sedentari, alimentazione scorretta e influenze ambientali.
Cause principali dell'obesità infantile
1. Stili di vita sedentari: L'aumento del tempo trascorso davanti a schermi, come televisione, computer e dispositivi mobili, riduce significativamente l'attività fisica nei bambini. Questo comportamento è associato a un incremento del rischio di obesità.
2. Alimentazione scorretta: Il consumo frequente di cibi ad alta densità energetica, come snack dolci o salati, bibite zuccherate e fast food, contribuisce all'eccesso calorico e all'aumento di peso nei bambini.
3. Ambiente obesogenico: Un ambiente che promuove l'accesso a cibi poco salutari e scoraggia l'attività fisica favorisce l'aumento di peso e l'obesità tra la popolazione. Conseguenze dell'obesità infantile
L'obesità in età pediatrica è associata a numerose complicanze fisiche e psicosociali, tra cui:
• Complicanze metaboliche: I bambini obesi presentano un rischio elevato di sviluppare prediabete e diabete mellito di tipo 2, dislipidemia e ipertensione arteriosa.
• Complicanze cardiovascolari: L'eccesso di grasso corporeo, soprattutto a livello addominale, è responsabile della produzione di sostanze pro-infiammatorie che aumentano il rischio di patologie cardiache.
• Complicanze epatiche: Una percentuale significativa di bambini obesi sviluppa steatosi epatica non alcolica, una condizione caratterizzata dall'accumulo di grasso nel fegato.
• Complicanze psicologiche: Il pregiudizio e lo stigma sperimentati dai giovani affetti da sovrappeso e obesità possono danneggiare la loro salute mentale e autostima.
Transizione all'età adultaÈ stato osservato che l'obesità infantile tende a persistere nell'età adulta, aumentando il rischio di sviluppare malattie croniche come il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro.
Strategie di prevenzione e intervento
Per contrastare l'obesità infantile, è fondamentale adottare un approccio integrato che coinvolga:
• Promozione di stili di vita attivi: Incoraggiare l'attività fisica quotidiana nei bambini, limitando il tempo trascorso in attività sedentarie come l'uso di dispositivi elettronici.
• Educazione alimentare: Favorire una dieta equilibrata ricca di frutta, verdura e cereali integrali, riducendo il consumo di alimenti ad alta densità energetica e bibite zuccherate.
• Coinvolgimento della famiglia: I genitori dovrebbero dare il buon esempio adottando abitudini alimentari sane e partecipando ad attività fisiche insieme ai propri figli.
Affrontare l'obesità infantile richiede un impegno congiunto da parte di famiglie, scuole e istituzioni sanitarie per promuovere ambienti salutari e supportare scelte di vita sane fin dalla giovane età.Centro Aureamed
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Intervista al dott. Augusto Mazzetti, cardiologo, ospite della trasmissione "Sport e Medicina TV". condotta dal dott. Alessandro Falcioni. Tema della puntata: il Pacemaker
Il pacemaker è un dispositivo medico impiantabile utilizzato per regolare il ritmo cardiaco in pazienti con disturbi della conduzione elettrica del cuore. Il suo funzionamento si basa sull’emissione di impulsi elettrici che stimolano il miocardio, garantendo una frequenza cardiaca adeguata quando il sistema di conduzione naturale del cuore è compromesso.
Indicazioni per l’Impianto del Pacemaker
L’uso del pacemaker è indicato in una serie di patologie caratterizzate da anomalie della conduzione cardiaca, tra cui il blocco atrioventricolare di grado avanzato, la bradicardia sinusale severa e alcune forme di disfunzione del nodo senoatriale. In queste condizioni, il cuore può battere troppo lentamente o con pause prolungate, causando sintomi quali vertigini, sincope, affaticamento e ridotta capacità di esercizio.
Il pacemaker consente di ristabilire un ritmo cardiaco adeguato, migliorando la qualità della vita e prevenendo episodi potenzialmente pericolosi.
Differenze tra Pacemaker Monocamerale VVI e Bicamerale
Esistono diverse tipologie di pacemaker, tra cui i dispositivi monocamerali e bicamerali, scelti in base alle specifiche esigenze del paziente e alla natura della disfunzione cardiaca.
Il pacemaker monocamerale VVI stimola un’unica camera cardiaca, solitamente il ventricolo destro. Questo tipo di dispositivo è indicato principalmente nei pazienti con fibrillazione atriale cronica associata a bradicardia, in quanto regola la frequenza ventricolare senza necessità di sincronizzazione con l’attività atriale. Tuttavia, nei pazienti con un ritmo sinusale preservato, l’assenza di sincronizzazione atrioventricolare può comportare una minore efficienza emodinamica rispetto ad altre soluzioni.
Il pacemaker bicamerale, invece, è dotato di due elettrocateteri, uno posizionato nell’atrio destro e l’altro nel ventricolo destro. Questo permette una stimolazione sincronizzata delle due camere cardiache, mantenendo la fisiologia naturale del cuore. Tale configurazione è particolarmente indicata nei pazienti con blocco atrioventricolare avanzato e ritmo sinusale integro, poiché garantisce una migliore coordinazione della contrazione cardiaca e una maggiore efficienza emodinamica rispetto al monocamerale.
L’Importanza di una Valutazione Specialistica
La scelta del tipo di pacemaker più adeguato richiede un’attenta valutazione clinica e strumentale da parte di specialisti in cardiologia. Presso il Centro Cardiometabolico di Aureamed, offriamo un approccio personalizzato per la diagnosi e il trattamento delle patologie del ritmo cardiaco, utilizzando tecnologie avanzate e protocolli basati sulle più recenti evidenze scientifiche. Se si sospetta la presenza di un disturbo della conduzione cardiaca o si necessita di un consulto specialistico, è consigliabile prenotare una visita per una valutazione approfondita e un eventuale piano terapeutico mirato.
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Intervista al Prof. Valerio Sanguigni, illustre cardiologo e medico di fiducia di Fiorello e di tantissimi personaggi dello spettacolo, ospite della trasmissione "Sport e Medicina TV" condotta dal dott. Alessandro Falcioni.
Tema della puntata: iInfarto e CovidNegli ultimi anni, numerosi studi hanno evidenziato il legame tra l'infezione da COVID-19 e un aumento del rischio di patologie cardiovascolari, con particolare riferimento agli infarti del miocardio e ad altre complicanze cardiache.
Il professor Valerio Sanguigni, cardiologo, sottolinea come ricerche recenti – tra cui uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Medicine – abbiano evidenziato un incremento significativo di eventi cardiovascolari nei pazienti che hanno contratto il COVID-19, soprattutto tra coloro che soffrono di Long COVID.
Secondo i dati riportati, il rischio di attacchi ischemici nei pazienti post-COVID aumenta del 63%, gli attacchi di cuore del 69%, le aritmie del 52% e l’ictus del 72%.
Ancora più allarmante è il dato relativo all’insufficienza cardiaca, con un incremento del 300%, e alla formazione di coaguli nei polmoni, che rappresentano una delle complicanze più pericolose dell’infezione.Un ulteriore studio condotto dall’Università di Roma La Sapienza in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli ha confermato questa tendenza, analizzando un database di pazienti con patologie post-COVID.
I risultati mostrano un raddoppio dei casi di infarto del miocardio, rafforzando l’ipotesi che il virus possa avere un impatto diretto e duraturo sul sistema cardiovascolare.La Necessità di un Approccio Terapeutico Mirato
Secondo il professor Sanguigni, alla luce di questi dati, è fondamentale che i medici adottino strategie di prevenzione mirate, specialmente per i soggetti fragili o già affetti da patologie cardiovascolari.
In particolare, sottolinea l’importanza della prescrizione degli antivirali durante la fase acuta dell’infezione: se somministrati tempestivamente, questi farmaci possono bloccare la progressione della malattia e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine.
Questa prospettiva è in linea con le più recenti indicazioni scientifiche, che suggeriscono un approccio multidisciplinare nella gestione del COVID-19 e delle sue conseguenze. Oltre all’utilizzo degli antivirali, è essenziale monitorare i pazienti post-COVID con esami cardiologici approfonditi, valutando la funzione endoteliale, il rischio trombotico e l’eventuale presenza di infiammazione persistente.
Le evidenze raccolte fino ad oggi confermano che il COVID-19 non è solo una malattia respiratoria, ma può avere effetti sistemici che coinvolgono l’apparato cardiovascolare anche a distanza di mesi dall’infezione. L’infiammazione sistemica e l’aumento della coagulabilità del sangue rappresentano fattori chiave nel determinare il rischio cardiovascolare post-COVID.
Per questo motivo, la comunità scientifica è chiamata a proseguire le ricerche per comprendere a fondo i meccanismi attraverso cui il virus SARS-CoV-2 influenza il sistema cardiocircolatorio e per sviluppare strategie terapeutiche efficaci nella prevenzione e gestione delle complicanze.
Nel frattempo, è cruciale che i medici adottino un approccio proattivo, identificando tempestivamente i pazienti a rischio e garantendo loro un adeguato follow-up cardiologico.
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