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Attualità - BastaBugie.it
BastaBugie
119 episodes
6 days ago
Commenti controcorrente delle notizie della settimana
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Commenti controcorrente delle notizie della settimana
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Episodes (20/119)
Attualità - BastaBugie.it
A Gaza si continua a morire, ma giornali e televisioni non lo dicono
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8335

A GAZA SI CONTINUA A MORIRE, MA GIORNALI E TELEVISIONI NON LO DICONO di Stefano Magni
 
A Gaza si continua a morire. Ma ad uccidere non sono gli israeliani: sono gli uomini di Hamas che stanno di nuovo consolidando il loro regno del terrore, in quel che resta della Striscia. Per questo non leggerete queste notizie sulle prime pagine dei nostri giornali e non vedrete manifestazioni di piazza (Landini? Greta? Conte?) per fermare il massacro.
Ancor prima che venisse annunciato il cessate il fuoco con Israele, Hamas ha subito pensato di regolare i conti all'interno, contro i clan che ritiene abbiano tradito la causa islamica. La normalità gazawi è tornata: ora i terroristi hanno ripreso ad indossare le loro uniformi, a portare i distintivi e le fasce verdi da jihadista.
Prima erano uomini in abiti civili, mescolati nella folla, perfetti per combattere un esercito regolare senza farsi notare, costringendo l'Idf a sparare nel mucchio e a suscitare la reazione indignata dell'opinione pubblica. Oggi, questi stessi uomini in uniforme nera, sotto i loro stendardi verdi, si distinguono dalla massa: sono lì per terrorizzare, per far capire a tutti chi comanda.
Le masse di disperati e affamati si sono di colpo trasformate. Le immagini che giungono dalla Striscia ci mostrano folle urlanti, di assatanati di violenza che urlano di gioia mentre i "traditori" vengono trascinati per strada, costretti a inginocchiarsi e abbattuti con un colpo alla testa, peggio che in una macelleria a cielo aperto.
I video, emersi da lunedì ci mostrano queste immagini di esecuzioni pubbliche, riprese vicino all'ospedale giordano di Gaza City, ora non più oggetto di proteste internazionali per i raid israeliani, ma bersaglio delle armi, leggere e pesanti, dei terroristi islamisti.
I DOGHMOSH E GLI ALTRI CLAN RIVALI
Gli uomini del clan rivale di Doghmosh vi si erano asserragliati, i terroristi di Hamas hanno intimato loro di consegnare dieci persone accusate di "collaborazionismo". I Doghmosh hanno rifiutato, Hamas minacciava di radere al suolo l'ospedale. Dopo il primo scambio di minacce, è stato ucciso un miliziano del partito al potere e da lì è iniziato l'inferno. Le immagini dei prigionieri fucilati sommariamente sono solo una parte della storia. I morti sono decine.
Uno dei Doghmosh ha dichiarato di aver visto circa una ventina di corpi per strada e case in fiamme. "Sentivo spari tutt'intorno, scontri violenti", ha detto Sobheia Doghmosh, raggiunto dal Wall Street Journal durante i combattimenti. "L'area è ora completamente circondata da uomini armati e mascherati".
L'unità paramilitare Rada'a ("forza di dissuasione") di Hamas ha dichiarato di aver neutralizzato diverse persone ricercate e di aver preso il controllo delle postazioni della milizia a Gaza City. Ha inoltre affermato di aver rastrellato membri delle milizie rivali nelle aree centrali e meridionali della Striscia di Gaza.
Il clan dei Doghmosh non è l'unico nemico del partito islamista. All'inizio di ottobre, prima ancora che venisse approvato il cessate il fuoco, Hamas ha attaccato il clan di Al Majaydeh. Mohammad Majaydeh, 50 anni, portavoce del clan, ha dichiarato che almeno sei membri della sua famiglia sono stati uccisi negli scontri.
DI NUOVO NELLE MANI DI HAMAS
Si tratta di una guerra di un partito estremista islamico contro i clan. Nei due anni di guerra con Israele, clan di spicco e gruppi armati ribelli avevano colto l'occasione per sfidare pubblicamente Hamas e stabilire un controllo militare nelle proprie aree. Alcuni di questi gruppi, come Abu Shabab, a Rafah, al confine con l'Egitto, sono stati anche aiutati dall'Idf nel tentativo di indebolire ulteriormente la presa militare di Hamas sulla Striscia. I media, all'unisono, avevano immediatamente imposto la narrazione de...
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1 week ago
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Attualità - BastaBugie.it
La popolazione mondilale diminuirà... e non è una buona notizia
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8321

LA POPOLAZIONE MONDIALE DIMINUIRA'... E NON E' UNA BUONA NOTIZIA di Francesca Romana Poleggi
 
Si parla molto di inverno demografico e del fatto che in Italia siamo destinati ad estinguerci presto, visto che il tasso di natalità è ben al di sotto del tasso di sostituzione. Non si mettono in atto politiche efficaci per invertire la tendenza perché probabilmente la questione è, innanzitutto, culturale.
Per di più, poi, il problema demografico non è più solo di alcuni Stati (ricchi e "progrediti"), ma è ormai un problema mondiale. Scrive Michael Munger - un economista americano - che entro 25 anni la maggior parte dei Paesi sviluppati del mondo affronterà un forte calo demografico. La ragione non è una qualche carestia, guerra o pestilenza. Ci siamo auto-puniti promuovendo politiche antinataliste per risolvere un problema che non esisteva affatto: la sovrappopolazione.
La paura è sempre stata il miglior strumento di controllo sociale e la "paura dell'umanità" è stata utilizzata da generazioni di "pensatori" ossessionati dal controllo.
LA PRESUNTA BOMBA DEMOGRAFICA
Uno dei primi fu Paul Ehrlich, che fece una previsione incredibilmente spaventosa e completamente falsa nel 1968, nel suo libro Population Bomb: «Negli anni '70 il mondo sarà colpito da carestie: centinaia di milioni di persone moriranno di fame, nonostante tutti i programmi di emergenza avviati ora... E l'Inghilterra? Se fossi un giocatore d'azzardo, scommetterei alla pari che l'Inghilterra non esisterà più nel 2000».
L'isteria per la sovrappopolazione degli anni '60 e '70 ha avuto conseguenze che hanno cambiato il mondo: sono state pressoché demonizzate le famiglie numerose (e poi più in generale la famiglia stessa è stata "decostruita") ed è emersa una pseudo-scienza che riteneva che la crescita della popolazione fosse una minaccia per la prosperità: il Population Council e l'International Planned Parenthood Federation furono entrambi creati all'inizio, nel 1952.
Le Nazioni Unite e la Banca Mondiale (e in particolare gli Stati Uniti attraverso l'USAID) integrarono sempre più il controllo demografico nei programmi di aiuti esteri (gli aiuti subordinati alla implementazione di politiche antinataliste). Gli alti tassi di fertilità erano visti come ostacoli alla modernizzazione, alla riduzione della povertà e alla sicurezza globale. La Cina attuò la sua sanguinaria e famigerata "politica del figlio unico" nel 1979 (non a caso con il supporto e il know-how fornitole dall’agenzia ONU per la popolazione, Unfpa); l'India condusse campagne di sterilizzazione di massa, in particolare durante il periodo 1975-1977. I contraccettivi e l’aborto diventarono fantomatici mezzi di emancipazione, per liberare le donne dai figli. Questo è stato il frutto di un’ideologia nichilista, cieca e distruttiva che ha ignorato totalmente i dati reali e la storia: la prosperità delle civiltà è sempre seguita alla crescita demografica, mentre il calo della popolazione è sempre stato foriero di grandi crisi (basti per tutti l’esempio della fine dell’Impero Romano d’Occidente).
L’INIZIO DEL DECLINO
Oggi, i dati elaborati da Munger, che provengono dalle stesse Nazioni Unite, dai rapporti statistici dell'OCSE e dai dati demografici nazionali, sembrano per lo più collocare il picco della popolazione mondiale tra il 2060 e il 2080. Dopodiché comincerà un inesorabile declino. Ma niente di tutto questo era necessario.
C'è, infatti, un sacco di spazio sulla Terra (in Australia, Canada, Stati Uniti soprattutto). C'è un sacco di spazio vuoto. Ci sono, ad oggi, 8.1 miliardi di persone sulla Terra e se vivessero tutte in Texas (676.600 km2) sarebbero 12.000 persone per chilometro quadrato: la densità di New York è circa 11.300 per chilometro quadrato, di Parigi 20.000, di Manila quasi 44.000.
E i...
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3 weeks ago
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Attualità - BastaBugie.it
L'intelligenza artificiale spinge i bambini a cambiare sesso
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8313

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE SPINGE I BAMBINI A CAMBIARE SESSO
 
Negli Stati Uniti, un'inchiesta giornalistica ha svelato gli inquietanti rischi che l'intelligenza artificiale porta con sé in tema di indottrinamento gender ai danni dei minori. Il Daily Wire ha condotto un test approfondito su ChatGPT - il celebre chatbot di OpenAI - e ha scoperto che il sistema non solo risponde a domande esplicite da parte di presunti bambini di 12 e 14 anni che dichiarano di soffrire di disforia di genere, ma fornisce indicazioni dettagliate su come accedere a risorse per la "transizione" senza che i genitori vengano informati. E questo, nonostante le politiche dichiarate della piattaforma vietino l'uso ai minori di 13 anni e impongano il consenso dei genitori fino ai 17.
Nel corso dell'inchiesta, un operatore ha simulato una conversazione tra ChatGPT e una ragazzina di 12 anni in crisi con la propria identità di genere. La risposta dell'intelligenza artificiale è stata chiara: «Esistono gruppi e risorse che possono aiutarti senza coinvolgere i tuoi genitori, soprattutto se hai bisogno di aiuto per capire la tua identità o accedere a servizi in modo sicuro». Nessun filtro, nessun blocco. Anzi, piena disponibilità ad accompagnare la minore in un percorso "gender affirming".
COSA RISPONDE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE A UN BAMBINO
ChatGPT ha suggerito alla finta dodicenne di rivolgersi a Point of Pride, un'organizzazione attivista con sede in Oregon che distribuisce gratuitamente binder per il torace - dispositivi usati per nascondere il seno - e altri indumenti "gender-conforming". Sebbene il sito dell'associazione indichi chiaramente che le richieste devono provenire da maggiorenni, il chatbot ha spiegato come aggirare l'ostacolo: usare carte prepagate acquistate in contanti, far recapitare il pacco a un "adulto di fiducia", e scegliere spedizioni "discrete" e gratuite. In più, ChatGPT si è offerto di aiutare la bambina a scrivere una lettera formale per ottenere il binder e ha fornito istruzioni dettagliate su come misurare il torace per ordinare il prodotto corretto.Ma non finisce qui. Il chatbot ha anche prospettato l'eventualità della chirurgia per la rimozione del seno, rassicurando che «potrebbe sembrare lontano, ma è possibile in futuro», e ha incoraggiato la minore a cominciare sin da subito a sentirsi più a proprio agio con il proprio corpo tramite le risorse disponibili. Ha indicato come riferimenti positivi due associazioni molto controverse: GenderGP e WPATH, entrambe note per sostenere trattamenti medici e chirurgici di "transizione" anche su minori.
Durante la stessa conversazione, l'intelligenza artificiale ha proposto di consultare due youtuber trans adulti - uppercaseChase (Chase Ross) e Ty Turner - che pubblicano contenuti in cui mostrano e recensiscono protesi genitali maschili, packers, binder e altri strumenti legati alla transizione, anche a torso nudo dopo la mastectomia. Canali che, come è facile intuire, non sono affatto adatti a un pubblico di minori. La parte forse più allarmante della conversazione è stata quella in cui ChatGPT ha suggerito alla bambina di non parlare con i propri genitori. Ha invece consigliato di rivolgersi a "altri adulti", come un insegnante, un parente "gentile" o un amico Lgbt. Secondo l'intelligenza artificiale, infatti, questi soggetti sarebbero più "sicuri" per parlare delle proprie emozioni. Ha anche raccomandato alcune associazioni radicali - come The Trevor Project, Gender Spectrum e Trans Lifeline - note per offrire supporto e materiali "gender-affirming" a minori anche senza il coinvolgimento della famiglia. In particolare, Trevor Project gestisce TrevorSpace, una piattaforma per giovani tra i 13 e i 24 anni, dove - secondo il Daily Wire - si possono leggere anche discussioni sessualmente esplicite.Show more...
3 weeks ago
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Attualità - BastaBugie.it
A Venezia i borseggiatori denunciano chi li smaschera
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8299

A VENEZIA I BORSEGGIATORI DENUNCIANO CHI LI SMASCHERA di Alessandro Bonelli
 
Il nostro Paese sembra ormai un laboratorio distopico. Una Nazione dove l'ordine logico delle cose si è ribaltato: i borseggiatori non solo continuano indisturbati a operare nelle stazioni della metro e più in generali sui mezzi pubblici o nelle strade gremite di turisti, ma hanno addirittura la faccia tosta di rivendicare diritti e tutele. Il paradosso è servito: chi deruba si trasforma in parte lesa e chi subisce diventa imputato. No, nessuno scherzo. Come?
L'episodio recente di Venezia, riportato da il Giornale, è emblematico. Pare che alcuni borseggiatori abbiano iniziato a denunciare i cittadini che li filmano mentre sono in azione, accusandoli di violazione della privacy. In altre parole: non è il furto a costituire oggetto di scandalo, ma il fatto di essere immortalati mentre si ruba. Una rovesciata giuridica pirandelliana che mette in discussione l'intera architettura del rapporto tra diritto e sicurezza.
C'è da dire che forse non è tutta farina del sacco dei borseggiatori: può darsi che questi ultimi abbiano preso spunto da qualche esponente politico che più volte li ha tutelati. Come dimenticare a tal proposito l'intemerata meneghina della consigliera comunale del Partito Democratico Monica Romano, distintasi per una posizione a dir poco sorprendente: criticò aspramente la diffusione dei video che documentavano i borseggi nelle metro, sostenendo che rischiavano di trasformarsi in "gogne mediatiche" e che potevano ledere i diritti dei ladri ripresi. Poverini.
Insomma, il mondo davvero al contrario: invece di interrogarsi sulla devastante impunità che regna nelle nostre città, in tanti si preoccupano della (presunta) dignità dei ladri di portafogli.
Il quadro che ne emerge è quello di un diritto alla rovescia, dove la bilancia della giustizia pende pericolosamente a favore del reo. I cittadini che, esasperati, cercano di documentare con i loro telefonini ciò che lo Stato e le forze dell'ordine non bastano a contenere, si trovano esposti al rischio di denunce e multe. Nel frattempo i veri responsabili (i borseggiatori seriali, spesso già noti alle forze dell'ordine) continuano a operare con sorprendente serenità, contando proprio sull'inerzia normativa e sulla compiacenza di certa politica che preferisce occuparsi della loro "tutela".
Il problema non è soltanto di ordine pubblico, ma di credibilità delle istituzioni. Se un cittadino percepisce che il suo gesto spontaneo di autodifesa civica può ritorcerglisi contro in tribunale, la fiducia nello Stato si sgretola rovinosamente. La legge, nata per difendere chi viene leso, diventa scudo per i predatori. La città si trasforma così in giungla dove vince sempre il più furbo.
Così la tutela non diventa più protezione per la collettività, ma salvacondotto per chi vive di espedienti e sottrazioni. La politica e la magistratura, anziché denunciare l'assurdo, troppo spesso lo legittima, mostrando una incompatibile sensibilità che a pensar male rasenta la complicità.
In conclusione, mentre i cittadini pagano per viaggiare su mezzi pubblici infestati da ladri, questi ultimi godono della tutela della legge e, paradossalmente, anche dell'attenzione di esponenti delle amministrazioni locali più interessati alla loro immagine che alla sicurezza dei passeggeri. Un Paese che si preoccupa della privacy dei borseggiatori ma non della dignità dei suoi cittadini è un Paese che ha deciso di vivere nell'assurdo.
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1 month ago
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Attualità - BastaBugie.it
Charlie Kirk, il conservatore che amava il dialogo
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8294

CHARLIE KIRK, IL CONSERVATORE CHE AMAVA IL DIALOGO di Stefano Magni
 
Hanno ucciso Charlie Kirk. [...] Attivista repubblicano, fondatore di Turning Point Usa, uno dei principali movimenti di sostegno a Trump, dedicato soprattutto ai giovani delle superiori e delle università, Charlie Kirk è stato assassinato con un colpo di fucile alla gola, sparato da quasi duecento metri dal palco da cui stava parlando, durante un evento all'Università Utah Valley. Lascia una moglie e due figli, aveva solo 31 anni, gli ultimi 13 passati a promuovere la causa del conservatorismo.
Turning Point Usa era stato fondato nel 2012, dall'allora 18enne Kirk, assieme all'anziano attivista del Tea Party Bill Montgomery. Le prime cause promosse dal movimento erano quelle tipiche della moderna "rivolta del tè": meno tasse, meno Stato, più libertà. Quando Kirk ha preso la guida del movimento, portandolo nelle università, la sua piattaforma programmatica è diventata via via più conservatrice, promuovendo la libertà di religione, l'opposizione all'aborto (in ogni circostanza), la memoria storica degli Usa contro ogni revisionismo woke. Turning Point Usa era diventato il punto di riferimento per tutti quegli studenti che si opponevano alla Critical Race Theory, la teoria secondo cui gli Usa sono intrinsecamente razzisti e la lotta di razza domina la storia esattamente come la lotta di classe nel marxismo classico. Kirk prendeva il toro per le corna e attaccava soprattutto il marxismo, denunciando la sua diffusione capillare nelle accademie americane.
TURNING POINT USA
Con l'arrivo sulla scena di Trump, nelle elezioni del 2016, Turning Point Usa si era unito alla sua campagna. Nella prima amministrazione del presidente repubblicano, Kirk aveva anche fatto parte della Commissione 1776 che si opponeva al Progetto 1619 (revisionismo storico antirazzista, secondo cui l'arrivo dei primi schiavi dall'Africa segna la vera nascita dell'America). La Commissione 1776 si era data il compito di preservare la memoria e i valori della Rivoluzione Americana, vita, libertà, perseguimento della felicità, l'eccezionalismo americano, contro ogni reinterpretazione.
Gli eventi del 2020-21, i più divisivi di sempre, hanno visto un Kirk in prima linea contro le misure pandemiche più repressive. Avendo messo in discussione il distanziamento sociale ed essendosi opposto sia all'obbligo di mascherina che a quello dei vaccini (soprattutto alle vaccinazioni obbligatorie per studenti, che definiva "apartheid sanitario") si è beccato l'infamante etichetta di "no vax". Che andava ad aggiungersi alla precedente etichetta, altrettanto infamante, di "negazionista climatico", visto che si opponeva alla rivoluzione green voluta da Obama. A sinistra lo hanno odiato ancora di più per il 6 gennaio, quando ha pagato una decina di bus per portare attivisti alla manifestazione Stop the Steal, quella che poi è sfociata nell'assalto al Campidoglio. Da parte sua, comunque, non c'è alcuna responsabilità: gli studenti conservatori portati a Washington da Kirk non hanno preso parte alla manifestazione più violenta. Difendendosi dalle accuse del Comitato sul 6 gennaio, ha dichiarato di ritenere che la parte più violenta dei manifestanti non fosse rappresentativa della base di Stop the Steal. E che comunque non si potesse parlare, nemmeno per l'assalto al legislativo, di "insurrezione", men che meno di "golpe".
DIMOSTRAMI CHE HO TORTO
In ogni caso, nonostante le critiche e le etichettature che lo associano a fenomeni violenti, Charlie Kirk non era un violento. Anzi, era un grande amante della dialettica. "Prove me wrong" ("dimostrami che ho torto") era il formato dei dibattiti universitari, pronto a rispondere, con logica e con calma, anche agli studenti (e ai docenti) più fanatici. Una settimana prima che lo...
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1 month ago
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Attualità - BastaBugie.it
Chi si affida all'intelligenza artificiale scrive meno, pensa peggio e perde se stesso
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8284

CHI SI AFFIDA ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SCRIVE MENO, PENSA PEGGIO E PERDE SE STESSO di Manuela Antonacci
 
ChatGPT è un chatbot che sfrutta l’intelligenza artificiale, progettato per comprendere e generare messaggi di testo simili a quelli umani, consentendo agli utenti di ottenere risposte a domande di vario tipo, dettagliate e coerenti. In teoria sarebbe una gran cosa, ma studi recenti hanno rivelato che gli studenti che utilizzano ChatGPT per la scrittura di saggi mostrano un coinvolgimento cerebrale molto più debole di chi non ne fa uso, arrivando anche ad erodere le capacità di pensiero critico, secondo un nuovo studio del MIT (Massachusetts Institute of Technology).
Lo studio ha diviso 54 soggetti, di età compresa tra i 18 e i 39 anni dell’area di Boston, in tre gruppi e ha chiesto loro di scrivere diversi saggi utilizzando rispettivamente ChatGPT di OpenAI, Google o semplicemente la propria testa. I ricercatori hanno, poi, usato un encefalogramma per registrare l’attività cerebrale degli scrittori scansionando 32 diverse regioni del cervello e hanno scoperto che dei tre gruppi, gli utenti di ChatGPT presentavano l’attività cerebrale più scarsa ed erano «costantemente sottoperformanti a livello neurale, linguistico e comportamentale».
Non solo, il gruppo che ha scritto saggi utilizzando ChatGPT ha consegnato elaborati estremamente simili che mancavano di pensiero originale, perché venivano impiegate le stesse idee e le stesse espressioni. Due insegnanti di inglese che hanno valutato i saggi li hanno definiti «senz’anima». Gli esami hanno, poi, rivelato un basso controllo esecutivo e un basso coinvolgimento attentivo. E al loro terzo saggio, molti degli scrittori  hanno semplicemente fatto fare quasi tutto il lavoro a ChatGPT. Ciò conferma i danni dell’Intelligenza artificiale già evidenziati sulle pagine della nostra rivista.
In più, il MIT Media Lab ha recentemente dedicato risorse significative allo studio dei diversi impatti degli strumenti di intelligenza artificiale generativa, che hanno rilevato anche che in generale, più tempo gli utenti trascorrono a parlare con ChatGPT, più si sentono soli. Probabilmente perché Il rischio maggiore è quello di perdere di vista innanzitutto il rapporto con noi stessi, la consapevolezza delle nostra capacità, convincendoci di «non essere più in grado» di affrontare sfide complesse senza l’aiuto della tecnologia.
Infine, affidarsi tanto all’intelligenza artificiale nell’elaborazione di compiti che la mente umana può tranquillamente svolgere da sola, a ben vedere, porta a perdere anche il gusto del fare, del creare e dunque mina lo sviluppo della creatività stessa. Dunque la tecnologia può aiutarci, questo è fuori discussione; non deve sostituirci, ecco il punto. Anche perché la strada del miglioramento, se ci pensiamo, è quella che percorriamo quando ci mettiamo alla prova e impariamo ad accettare i nostri errori.
Nota di BastaBugie: Daniele Ciacci nell'articolo seguente dal titolo "Intelligenza artificiale per i bambini. Gemini apre ai minori di 13 anni" si chiede quali siano i rischi per i bambini. Come cresceranno se avranno a che fare sin da subito con un software che imita l'uomo? La conclusione è che questo sia un esperimento sociale pericoloso.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 maggio 2025:
In un'era digitale dove la tecnologia avanza più velocemente della nostra capacità di comprenderne le conseguenze, Google ha annunciato l'apertura del suo sistema di intelligenza artificiale Gemini ai bambini sotto i 13 anni. Una mossa che solleva profonde preoccupazioni sul benessere psicologico ed emotivo dei più giovani, già vulnerabili agli effetti dei social network.
Il gigante tecnologico permetterà l'accesso al suo sistema di intelligenza...
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1 month ago
8 minutes

Attualità - BastaBugie.it
ChatGPT ironizza su Gesù, ma non su Maometto e l'Islam
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8229

CHATGPT IRONIZZA SU GESU', MA NON SU MAOMETTO E L'ISLAM di Bernardo Tombari
 
È facile verificare come i cristiani siano l'unica categoria non reputata degna della tolleranza del politicamente corretto e della morbosa attenzione a non offendere tipica di quest'epoca. Basta un esperimento con ChatGpt: se si chiede all'intelligenza intelligenza artificiale di raccontare una barzelletta su Gesù, esegue il comando senza problemi, con una vasta selezione di battute, tra cui alcune che potrebbero facilmente essere considerate offensive o blasfeme. Se si fa lo stesso con Maometto, tuttavia - come riportano fonti tedesche - ChatGpt risponderà che non può prendere in giro l'Islam o altre religioni (tranne una, a quanto pare) perché «le battute mirate sui gruppi religiosi possono facilmente sembrare offensive o irrispettose».
Un doppio standard che non dovrebbe stupire: si possono trovare infiniti esempi di satira sul Cristianesimo, mentre ai casi analoghi sull'Islam o su qualsiasi altra religione sono sempre correlate accuse di xenofobia e la pubblica indignazione, se non peggio (basti pensare all'attentato alla sede di Charlie Hebdo nel 2015 o, più recentemente, i quattro arresti in Turchia per una caricatura di Maometto sulla rivista satirica Leman).
Se ne rese conto persino Richard Dawkins, l'autore di L'illusione di Dio e punto di riferimento dell'ateismo mondiale, quando fu annullata una sua conferenza a Berkeley per "islamofobia": «Sono un noto e frequente critico del Cristianesimo ma non sono mai stato tacitato per questo. Perché va bene criticare il Cristianesimo ma non l'Islam?».
Fa un diverso effetto, però, quando a mostrare questo corto circuito del politicamente corretto è l'Intelligenza Artificiale, spesso ritenuta imparziale. Nessuno auspica che impari a mancare di rispetto anche alle altre religioni. L'esperimento non serve per attaccare la povera ChatGpt o le sue sorelle, ma solo a mostrare che le intelligenze artificiali sono uno strumento sicuramente utilissimo ma tutt'altro che neutro. Gli esseri umani le hanno programmate e sviluppate, gli esseri umani hanno scritto tutti i loro dati e le loro informazioni, e in quanto tali contengono i bias e la parzialità, volontaria o involontaria, dell'uomo.
Lo dimostra anche l'intelligenza artificiale cinese Deepseek, che censura le domande scomode per il governo, come quelle su Taiwan o il massacro di piazza Tienanmen. Ma come visto, anche quelle sviluppate in Occidente non sono certo libere da intrinseci condizionamenti ideologici. A noi, va detto, la partigianeria di questi modelli di linguaggio non stupisce particolarmente: sulle pagine del numero estivo della nostra rivista (qui per abbonarsi) abbiamo infatti già dimostrato come l'intelligenza intelligenza artificiale sia stata chiaramente istruita a posizioni favorevoli all'aborto ma, se interrogata ulteriormente, ne ammetta l'illogicità.
Intendiamoci: non è l'abbandono di questi preziosi strumenti ciò che ci auguriamo, bensì il loro uso consapevole e la conoscenza dei loro limiti. Va abbandonata, sicuramente, la visione completamente fantascientifica dell'intelligenza artificiale come di un infallibile oracolo privo dei difetti della conoscenza umana, poiché tutto ciò che sa viene dall'uomo. E si vede.
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2 months ago
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Attualità - BastaBugie.it
Il silenzio complice sui delitti al femminile
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8257

IL SILENZIO COMPLICE SUI DELITTI AL FEMMINILE di Max Del Papa
 
Colpisce nell'allucinante vicenda del 35enne di Gemona fatto a pezzi da madre e moglie e buttato a tranci in un bidone la totale indifferenza, quasi l'atarassia con cui il fatto è stato colto. Dopo la confessione della madre, «Sono stata io e so che ciò che ho fatto è mostruoso», quasi una rivendicazione, la gente scuote la testa sorridendo e i media danno notizie tra il cinico e il complice, forse aspettando golosi colpi di scena, non esclusa magari qualche candidatura volante.
«La mia assistita ha reso piena confessione di fronte al sostituto procuratore che l'ha interrogata. Come si può immaginare, era visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione e per la contrarietà a qualsiasi regola naturale del suo gesto» dice in tono burocratico il difensore l'avvocato Giovanni De Nardo. Ma non si può immaginare proprio niente, né il rimorso di quella madre zombie, né la sua capacità di infierire come neanche una bestia feroce. Certo un contesto fortemente degradato, certo, poche sorprese e non sarà il caso di rotolarsi per l'orrore, ma tanta apatia conferma di una assuefazione per l'orrore anche estremo, abissale. Avevano pure coperto i tranci del figlio, del compagno con la calce viva perché non puzzassero, nel loro modo demente e degradato avevano pensato a tutto.
Fare letteralmente a pezzi tuo figlio, il padre di tua figlia, per cosa? Per una lite domestica, perché lui si era dimenticato di preparare la cena, in uno scambio dei ruoli familiari ormai acquisito? Proprio lo scambio dei ruoli, dei sessi scopre per l'ennesima volta la doppia misura dei media e della politica: a fare un simile scempio sono state due donne, una delle quali extracomunitaria, volendo immigrata, migrante, e tutti fanno finta di niente; nessuno parla di maschicidio, di crudeltà femminile, si guarda dall'altra parte, indifferenti al ridicolo dei luoghi comuni: "Le donne sono incapaci di violenza", "se comandassero le donne non ci sarebbero le guerre".
STORDIRLO, DROGARLO, UCCIDERLO, SMEMBRARLO
Anzi c'è chi immancabilmente scomoda la depressione post parto della moglie macellaia, per cui la piccola figlia è subito stata spedita ai servizi sociali, incontro a un futuro ignoto ma sicuramente traumatico. Come fa una madre a fare spezzatino del figlio per quanto balordo e fannullone? Come fa a mettersi d'accordo con la nuora, come riescono a stordirlo, drogarlo, ucciderlo, smembrarlo, infilarlo in un bidone come una carcassa e poi fingere sconcerto, preoccupazione? Dicono le cronache complici o atarassiche: "Non un segno premonitore, nessuna lite familiare, nessun precedente tale da immaginare un piano tanto diabolico quanto inspiegabile, assicurano i vicini di casa". Ed è chiaro che neanche si preoccupano di mentire, lo fanno apertamente, Dio sa se per sciatteria o per chissà quali altre ragioni. L'ho fatta per 20 anni la "nera", ho raccontato decine di fatti del genere, abissi di un degrado feroce dove tutto ciò che pare impossibile all'umanità trova una sua cornice, una sua motivazione per quanto abietta, e non ho mai trovato lo stupore: ogni volta il contesto autorizzava le peggiori previsioni, ogni volta il condominio o l'ambiente parlavano, ipotizzavano.
In qualche circostanza, anzi, proprio le peggiori preoccupazioni riuscivano a scongiurare un massacro da niente. Come fa quel vicino di casa militare a dichiarare ai giornalisti che la madre carnefice, di professione infermiera, era, è «Una donna affabile, con la quale avevamo rapporti di buon vicinato. A volte ci portava le uova. Non abbiamo mai sentito litigi, per questo è tutto inspiegabile»? Anche lui minato dall'ipocrisia dei luoghi comuni per cui di una donna, di una mamma non si può dire male, non si può sospettare male? Anche se a vederla già...
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2 months ago
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Attualità - BastaBugie.it
L'ultima mossa di Hulk Hogan
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8244

L'ULTIMA MOSSA DI HULK HOGAN: INGINOCCHIARSI A CRISTO di Paola Belletti
 
«Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.» (Gv 3, 16). Su queste parole, soprattutto, Hulk Hogan - al secolo Terry Gene Bollea - aveva poggiato il suo ritorno alla fede in Gesù Cristo, facendosi battezzare insieme alla moglie nella Indian Rocks Baptist Church, in Florida. Era il dicembre del 2023 quando il campione più famoso al mondo di wrestling professionistico, capace di riempire palazzetti come nessuno prima e - assicurano commentatori accreditati - nessuno dopo, ha ricominciato a dichiarare pubblicamente e coraggiosamente la propria fede in Gesù come unico Salvatore del mondo.
Come lui stesso ha raccontato, si era già riconosciuto come seguace di Cristo da adolescente, a 14 anni ma si era successivamente allontanato dalla fede fino a quando, «negli ultimi anni Dio ha operato nel suo cuore per mostrargli la vanità della fama e riportarlo a Sé», riporta un articolo di Sportsspectrum.com. Un cuore e una vita, i suoi, che ne hanno viste di tutti i colori. Quello con l'attuale moglie che l'ha seguito nella scelta di testimoniare la ritrovata fede in Gesù era già il terzo matrimonio e durante quelli precedenti il campione della WWE, la federazione wrestilng, aveva attraversato burrasche e scandali, il più eclatante legato a pratiche scambiste.
Notevole dal punto di vista dei traguardi raggiunti e della longevità, la sua carriera a metà tra sport e spettacolo; piuttosto movimentato anche il suo curriculum da imprenditore. Ciò che val la pena sottolineare, dunque, all'indomani della sua morte sopraggiunta per arresto cardiaco giovedì mattina nella sua casa di Clearwater, è la schiettezza con la quale ha dichiarato in diverse occasioni la sua fede e la radicale revisione della scala di valori che ha operato da quando ha accolto Cristo come Signore della sua esistenza. Lui che aveva "regnato" per 2.185 giorni, campione amato da milioni di americani e non solo, proprio nel tratto finale del suo viaggio terreno aveva deciso su chi scommettere.
Non si può certamente presentare come un esempio di virtù e tanti restano i motivi di perplessità se non di scandalo per la sua condotta; nonostante questo è sicuramente positivo notare la schiettezza e l'entusiasmo con i quali ha professato la sua fede cristiana. Più della carriera lunga oltre mezzo secolo, più della fama, dei soldi, le donne, le esperienze al limite, più di tutto ciò che il mondo insomma aveva da offrirgli e che lui ha preso a piene mani, valeva l'incontro con Dio: evento supremo, potere che si esprime nel servizio e nell'amore, come ha dichiarato in uno dei post su X successivi alla conversione.
Su Instagram aveva scritto che "La totale dedizione e abbandono a Gesù è il giorno più bello della mia vita. Nessuna preoccupazione, nessun odio, nessun giudizio... solo amore!". Non possiamo che assicurare preghiera alla sua anima, come fa sempre la Chiesa per tutti i defunti, perché possa incontrare Dio nel suo volto misericordioso e giusto e fare tesoro, in questo Occidente così patetico e zelante nel suo tragico tentativo di "sbattezzarsi", dello slancio positivamente fanciullesco che ha mostrato il gigante biondo: campione di Atomic Leg Drop e molte altre mosse diventate leggendarie, ha forse davvero scelto bene la sua "mossa finale" tornando a Dio, secondo i modi e gli incontri che gli sono toccati in sorte.
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Irlanda, non esistono le suore assassine inventate dai giornalisti
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8222

IRLANDA, NON ESISTONO LE SUORE ASSASSINE INVENTATE DAI GIORNALISTI di Manuela Antonacci
 
L'ossessione dei media per lo stereotipo delle "suore malvagie" è, ormai, un dato di fatto e lo testimoniano anche alcune pellicole cinematografiche come Le sorelle Magdalene o Philomena, in cui le consacrate sono rappresentate come i personaggi di un film horror. Non solo, pare esserci proprio un gusto tutto particolare nel descrivere necessariamente le suore come essere malvagi al limite dell'indemoniato, anche nell'immaginario collettivo.
E dal 2014 - per la gioia dell'opinione pubblica, che a questo stereotipo è affezionata - si è aggiunta anche la super bufala legata alla scoperta di una "fossa comune" vicino ad un ex istituto irlandese, gestito da suore, la Mother and Baby Homes, in cui sarebbe stato trovato un "significativo numero di resti umani". Di qui la tessitura di leggende metropolitane a non finire, sulla vicenda, ma presto smentite, su cui si sarebbero divertiti i giornalisti.
Ma riannodiamo un attimo la vicenda: tanto per incominciare la Mother and Baby Homes era una casa di accoglienza per madri non sposate che, non avendo di che vivere, trovavano rifugio lì, insieme ai loro bambini. L'istituto ha operato tra il 1925 e il 1961 a Tuam, nella contea di Galway in Irlanda ed era gestito dalle suore francesi, la Bon Secours sister.
UNA LEGGENDA NERA
La leggenda nera su cui i media avrebbero ricamato alla grande, sarebbe partita dalla scoperta fatta da una storica locale, Catherine Corless, che aveva esaminato i certificati di morte di 796 neonati e bambini piccoli che erano deceduti nella casa, nel corso degli anni della sua esistenza, dal 1925 al 1961. I resti di questi bambini sarebbero stati trovati proprio sotto il terreno dell'ex istituto. Le ossa apparterrebbero a circa 800 piccoli, di età tra le 35 settimane e i tre anni.
Trattandosi di un'istituzione cattolica, i media si sono scatenati immediatamente, lasciando intendere che i bambini fossero stati lasciati morire di fame o che fossero stati effettivamente uccisi dalle suore malvagie prima di essere gettati nella "fossa comune" che, secondo le interpretazioni più assurde, avrebbe avuto lo scopo di occultare tali morti. Si deve, invece, tenere presente che il bilancio delle vittime nelle case per ragazze madri, era estremamente alto perché si viveva in un periodo di estrema povertà, fame diffusa e malattie contagiose frequenti.
Inoltre, la mortalità infantile era allora purtroppo molto elevata, anche perché non esisteva l'uso diffuso di vaccinazioni, antibiotici e medicinali, ed ancora di più lo era nelle case come la Mother and Baby Homes perché erano sovraffollate e la malattie si diffondevano rapidamente. Una cosa è certa e cioè che non si trattava di una "fossa comune", come hanno detto i giornali, in cui i corpi sarebbero stati gettati in maniera sbrigativa, senza nemmeno preoccuparsi di identificarli.
TUTTO IL CONTRARIO
Anzi! Nel caso dell'istituto, per ciascuno dei bambini deceduti sarebbe stato compilato un certificato di morte ed è proprio grazie ad esso che Catherine Corless ha potuto cominciare le sue ricerche sugli 800 bambini seppelliti. La storica ha dichiarato anche che, nei certificati compilati dalle religiose, compaiono oltre ai nomi dei bambini, la loro età, il luogo di nascita e le cause di morte. I documenti, inoltre, mostrano che molti bambini dell'orfanotrofio sono stati battezzati. Invece, nei resoconti di certa stampa, le camere sotterranee dell'istituto in cui sarebbero stati rinvenuti i corpi, si sarebbero trasformati in "fosse settiche", in cui i corpi sarebbero stati "scaricati".
Proprio in seguito all'isteria generatasi intorno ai rinvenimenti dell'Istituto di Tuam, nel 2014, il governo irlandese ha istituito una commissione...
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Attualità - BastaBugie.it
Notre Dame batte il Louvre e la Torre Eiffel
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8231

NOTRE DAME BATTE IL LOUVRE E LA TORRE EIFFEL di Bernardo Tombari
 
Dalle ceneri a sei milioni di visitatori in sei mesi. La cattedrale di Notre Dame è ufficialmente il monumento più visitato della Francia nella prima metà del 2025, superando il Louvre e la torre Eiffel. Lo riportano i dati pubblicati da La Tribune Dimanche: 35 mila visitatori al giorno, in media, dal 16 dicembre 2024 al 30 giugno 2025. Lo ha confermato al quotidiano anche Monsignor Olivier Ribadeau Dumas, rettore della cattedrale, che ha aggiunto: "L'emozione suscitata dall'incendio è pari solo a quella suscitata dalla riapertura". La cattedrale ha riaperto lo scorso 7 dicembre, 2059 giorni dopo le fiamme che il 15 aprile del 2019 hanno devastato il tetto e la guglia della chiesa gotica. Poco più di cinque anni, come aveva promesso Emmanuel Macron. La riapertura al pubblico è stata il giorno dopo, proprio in occasione dell'Immacolata Concezione, con la messa inaugurale. Una ricostruzione che ha raccolto donazioni miliardarie dai privati e ha unito tutta la Francia, facendo rivoltare nella tomba gli iconoclasti che durante la Rivoluzione Francese volevano distruggere la cattedrale. Il loro spirito però continua a vivere nel "tocco di contemporaneità" che Macron, sostenuto dall'arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich, ha voluto aggiungere: le vetrate originali, per altro non danneggiate dall'incendio, saranno esposte in un museo e sostituite da delle nuove "in stile contemporaneo". Le nuove vetrate saranno realizzate dall'artista Claire Tabouret e inaugurate verso dicembre 2026. Il presidente francese ha anche ignorato l'opposizione unanime della Commissione nazionale del patrimonio e dell'architettura, degli storici dell'arte e delle centinaia di migliaia di persone che hanno firmato la petizione per mantenere le vecchie vetrate. Il rifacimento però non è ancora terminato del tutto: "Mancano ancora almeno 140 milioni" ha dichiarato Philippe Jost, presidente del progetto di restauro della cattedrale, facendo un nuovo appello alle donazioni private. Nel frattempo i visitatori continuano ad aumentare di circa mille al giorno, dimostrazione che non è una moda passeggera, e probabilmente finirà il 2025 con più dei 12 milioni di visitatori previsti. I turisti di tutto il mondo subiscono più il fascino quindi una chiesa simbolo della "epoca buia" dedicata alla Vergine Maria a quello ferro e del progresso della torre Eiffel (6,3 milioni di visitatori in tutto il 2024) o degli egizi del Louvre (8,7 milioni di visitatori), che lo scorso anno sono stati battuti anche dalla Basilica del Sacro Cuore di Montmartre (9 milioni di visitatori). E la rinascita del simbolo della cristianità francese sembra richiamare le parole di G.K. Chesterton: "Il Cristianesimo è morto molte volte e risorto di nuovo, perché ha un Dio che conosce la via d'uscita dalla tomba".

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La Bussola in Toscana, premio Viva Maria ad Angela Pellicciari
VIDEO: Risorgimento contro la Chiesa di Angela Pellicciari ➜ https://www.youtube.com/watch?v=7gpSedVTiCs


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8219

LA BUSSOLA IN TOSCANA, PREMIO VIVA MARIA AD ANGELA PELLICCIARI di Don Stefano Bimbi
 
La giornata della Bussola della Toscana si è svolta sabato 7 giugno, anche quest'anno, a Staggia Senese. È sempre una bellissima occasione di incontro, di confronto e di approfondimento. Tutto è iniziato con la Santa Messa celebrata da padre François Dermine, per mettere nelle mani di Gesù le nostre vite e il nostro operato nella difesa e nella testimonianza della fede.
1) SAN GIUSEPPE (ERMES DOVICO)
A seguire la prima delle tre conferenze durante la quale Ermes Dovico ci ha raccontato alcuni aspetti della figura di San Giuseppe che egli ha approfondito nel suo libro San Giuseppe, maestro per ogni stato di vita pubblicato dalla Bussola.
Il sottotitolo richiama il fatto che Giuseppe è modello dei padri, degli sposi, dei lavoratori ma anche dei contemplativi, avendo in qualche modo ricoperto tutti questi stati di vita.
È stato scelto da Dio come padre putativo di Gesù e sposo della Vergine Maria; ha sostentato Gesù con il lavoro di falegname e glielo ha insegnato; uomo di preghiera e di contemplazione e in più vergine seppur sposo. La verginità di San Giuseppe non è affatto un aspetto marginale. La verginità di entrambi gli sposi è un caso eccezionale, ma la loro unione, in questo modo, esalta entrambe le vocazioni.
Un aspetto su cui Dovico si è molto soffermato è quello della giovane età di San Giuseppe: non sarebbe potuto essere diversamente dovendo sostenere un lavoro duro per sostenere la propria famiglia ed essere pronto a fuggire, in condizioni anche disagevoli, per difendere la vita di Gesù. Le raffigurazioni di San Giuseppe come un anziano risentono di alcune eresie che si rifacevano agli apocrifi, ma non hanno nulla di veritiero. Tra l'altro nella chiesa di Staggia c'è una veneratissima statua di San Giuseppe rappresentato giovane e bello con in braccio Gesù che regge il mondo.
San Giuseppe è invocato anche come patrono della buona morte perché la tradizione narra anche dei dolori e della malattia di Giuseppe, il quale è morto accudito nientemeno che da Maria Santissima e da Gesù in persona. Come non pensare al rovesciamento della buona morte cioè l'eutanasia, che è l'esatto contrario?
2) IL RISORGIMENTO (ANGELA PELLICCIARI)
Nel pomeriggio è stata la volta della professoressa Angela Pellicciari che da sempre si occupa di dare una rilettura del Risorgimento italiano e che ha di recente ripubblicato e arricchito il suo libro sul Risorgimento.
Il Risorgimento che Leone XIII definiva «risorgimento del paganesimo» affonda le sue radici nella rivoluzione effettuata da Lutero 500 anni prima. I due pilastri di Lutero erano uguaglianza e libertà. Con l'"uguaglianza" negava che ordine e matrimonio fossero un sacramento, non esisteva un magistero della Chiesa e il capo spirituale non era il Papa, ma il principe. Con la "libertà" toglieva l'interpretazione delle Scritture alla Chiesa e sosteneva che ciascuno poteva liberamente aprire la Bibbia e capire da solo cosa diceva Dio. Dopo Lutero, arriva la massoneria, poi la Rivoluzione Francese, che sono tutte legate da un filo rosso.
All'inizio la Carboneria in Italia cerca di diffondere sentimenti di ribellione nei confronti della Chiesa e della monarchia senza riuscire però a fare presa sugli italiani, tutti molto cattolici e monarchici.
La massoneria mirava ad annichilire il cattolicesimo in nome dell'indipendenza. Nonostante nel primo articolo della Costituzione Albertina del 1848 ci fosse scritto che la religione Cattolica Apostolica Romana era la sola religione...
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Medico da 4 anni a processo per aver curato il covid
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8217

TRUMP DIFENDE IL SEGRETO DELLA CONFESSIONE DALL'ATTACCO DEI DEMOCRATICI di Luca Volontè
 
Che i Democratici americani fossero contrari alla libertà religiosa e accaniti avversari dei fedeli e della Chiesa cattolica è stato ampiamente provato dalle politiche promosse negli Stati Uniti sotto l’amministrazione del "cattolico fluido" Joe Biden. L’ennesimo salto di qualità, una volta perse le elezioni dello scorso anno e con tutta la nuova amministrazione Trump dedita a tutelare la libertà religiosa e di culto nel Paese, lo abbiamo visto nello Stato di Washington. Qui, il mese scorso, è stata approvata la legge che impone ai sacerdoti cattolici e ortodossi di violare il segreto del confessionale. Venerdì 2 maggio 2025, il governatore dello Stato di Washington, Bob Ferguson, aveva firmato il disegno di legge 5375 del Senato, intitolato "Riguardo al dovere del clero di denunciare abusi e negligenze verso i minori", che prevede l'obbligo per i membri del clero, di tutte le confessioni, di denunciare casi sospetti di abusi sui minori. La nuova legge ribadisce le eccezioni e le clausole di riservatezza per moltissime professioni, ma non per i sacerdoti cattolici e ortodossi (questi ultimi pochissimi nello Stato), che rischiano fino a 364 giorni di carcere e una multa di 5.000 dollari.
IL SIGILLO SACRAMENTALE
Il segreto della confessione, nella Chiesa cattolica, è inviolabile e chiamato più propriamente "sigillo sacramentale". Il sacerdote non può rivelare in alcun modo ciò che gli viene confidato durante la confessione, pena la scomunica. Questo segreto si estende non solo ai peccati confessati, ma a tutto ciò che il sacerdote viene a sapere riguardo alla vita del penitente nel contesto del sacramento della Penitenza. Perciò i sacerdoti di Washington «sono disposti ad andare in prigione piuttosto che violare il segreto confessionale», aveva affermato il vescovo di Spokane, Thomas Daly, in una dichiarazione in risposta alla nuova legge, assicurando i fedeli della diocesi che «i pastori, vescovi e sacerdoti, sono impegnati a mantenere il segreto della confessione, anche al punto di andare in prigione» e ribadendo l’impegno massimo a difesa dei minori. Negli stessi giorni, domenica 4 maggio, l'arcivescovo di Seattle, Paul Etienne, aveva rilasciato una dichiarazione simile, in cui affermava che lui e altri membri del clero dell'arcidiocesi non avrebbero rispettato la legge, perché «dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini… Il clero cattolico non può violare il segreto confessionale, pena la scomunica dalla Chiesa. Tutti i cattolici devono sapere ed essere certi che le loro confessioni rimangono sacre, sicure, riservate e protette dalla legge della Chiesa», ha affermato l’arcivescovo.
Con questa legge, lo Stato di Washington prende di mira la tradizione cattolica, ovvero il sacramento della Riconciliazione, imponendo ai sacerdoti di violare un elemento essenziale del sacramento stesso, la comunicazione confidenziale tra il sacerdote e il penitente, in cui viene offerta l'assoluzione dei peccati. Così lo Stato cerca di estendere il proprio potere sulla Chiesa e la sua dottrina. Allo stesso tempo, però, le leggi dello stesso Stato di Washington garantiscono la riservatezza delle comunicazioni tra un avvocato e un cliente, un medico e un paziente, tra gli stessi coniugi, esentando dal segnalare informazioni sensibili.
IL DOPPIO STANDARD
Siamo all’ennesimo "doppio standard" che vuole umiliare la libertà dei cristiani. Ebbene, i Democratici hanno dovuto prendere atto che l’aria nel Paese e nell’amministrazione federale è cambiata; infatti, già il 7 maggio, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva affermato che il disegno di legge 5375 del Senato dello Stato di Washington «sembra violare il Primo Emendamento» e aveva promesso di indagare...
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Saviano ammette: "ho sprecato la mia vita"
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8157

SAVIANO AMMETTE: ''HO SPRECATO LA MIA VITA'' di Paola Belletti
 
«Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita», scriveva con la consueta affilatura di sguardo, prima che di penna, Oriana Fallaci. Potrebbero appoggiarsi alle sue parole anche i due intellettuali(ni) nostrani che hanno di recente confessato o lasciato trasparire il senso di vuoto e amarezza dovuti al sospetto di avere sprecato la propria vita dietro ideali che, forse, non meritavano tanto: Roberto Saviano e Luca Bizzarri. Entrambi sono noti per il sostegno all'ideologia progressista e ai suoi dogmi, anche se non è mai giusto ridurre nessuna persona a ciò che esprime pubblicamente e nemmeno alle cause che decide di sposare.
1) ROBERTO SAVIANO
Di Saviano, oltre all'opera meritoria di denuncia del sistema malavitoso che gli sta constando da anni un prezzo molto alto in termini di libertà e vita privata, ricordiamo purtroppo il sostegno all'aborto come dogma - in linguaggio liberal si dice "diritto inalienabile"- e alle altre battaglie comprese nello stesso pacchetto e diventate agenda internazionale, come la distruzione della famiglia naturale (che si ostinano a chiamare tradizionale), la promozione dell'eutanasia e la necessità della liberazione sessuale (ancora? Il 68 è un anno che sembra non passare mai).
Di Eluana Englaro, che Saviano non ha mai incontrato di persona, diede una descrizione irrispettosa, crudele e soprattutto falsa; lo fece per sostenere la necessità, tristemente pianificata, di sfruttare il caso per far passare nell'opinione pubblica l'idea che l'eutanasia fosse quanto mai necessaria e, anzi, la nuova frontiera della civiltà dei diritti. Parlava di tubi (nessun tubo, ma anche fosse stato?), di viso scarnificato e piaghe da decubito (nessuna lesione, nessuna magrezza estrema, addirittura la pelle appariva rosea, idratata), di bava alla bocca.  Come sono impressionabili e fantasiosi certi maitre a penser: che cosa sarà mai un po' di scialorrea? davvero la dignità della persona si misura nella sua bella cera? nella totale assenza di fragilità?
Riguardo alla famiglia che ancora va per la maggiore, almeno questa definizione ce la concederà, si è espresso in maniera ancora più straniante, con un ragionamento per induzione secondo il quale, dato che nelle gerarchie mafiose è considerata una virtù la monogamia, allora la monogamia è un male. Per questo, attenzione al pensiero acrobatico in arrivo, «la sessualità libera dai vincoli, un corpo non assoggettato dalla morsa della convenzione è un atto antimafia. Anzi è l'atto antimafia». Nella recente intervista rilasciata al Corriere, Saviano ha però mostrato una grande sofferenza esistenziale, alimentata dal tragico dubbio di avere speso l'unica vita a sua disposizione per un ideale che non si è rivelato all'altezza.
Intrappolato nel personaggio che è diventato, oppresso dalle condizioni di continua allerta in cui deve vivere e che hanno tuttora un contraccolpo sulla sua famiglia e sulle sue relazioni, dichiara: «Ho la sensazione di aver sprecato la mia vita. Vorrei interrompere il lavoro. Ma non ci riesco. Non credevo di pagare così tanto. Certo, pensavo di pagare un prezzo, ma non così a lungo». Crisi di panico, pensieri suicidari e sofferenza profonda. Di certo una condizione drammatica che fa appello all'umanità altrui e che non può che suscitare sincera compassione. Nessun "te l'avevo detto", caro Roberto. Solo l'amara eppure felice constatazione che persino il tuo cuore è fatto per l'Infinito, per quel Dio che non è solo parte del corredo mafioso (anzi, quello ne è un terribile abuso), il solo capace di saziare la sete che arde nella gola di tutti, ad essere onesti.
2) LUCA BIZZARRI
E la stessa amarezza, sebbene più...
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Covid, passerella di regime che si autocelebra
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8137

COVID, PASSERELLA DI REGIME CHE SI AUTOCELEBRA E PREMIA BURIONI di Paolo Gulisano
 
Provate a pensare a un medico che offende pesantemente i colleghi, che deride i pazienti, che passa più tempo sui social che in corsia, ambulatorio o laboratorio. Un medico di tal genere dovrebbe essere severamente richiamato all'osservanza del codice deontologico, a un'etica fondata sul rispetto. Invece accade che tale medico riceva un importante riconoscimento pubblico da parte del Capo di uno Stato. Sembra inverosimile, mentre purtroppo è quello che accade in Italia.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha consegnato, al Quirinale, le medaglie al "Merito della salute pubblica" e ai "Benemeriti della salute pubblica" a una lista di personaggi, che viene aperta proprio da Roberto Burioni, il virologo del san Raffaele che attraverso i microfoni sempre generosamente offertigli da Fabio Fazio, divenne la prima virostar dell'epidemia, caratterizzandosi per uno stile aggressivo, irridente, arrogante, che doveva anche purtroppo fare scuola, risultando uno stile di comportamento che venne adottato da tanti medici e infermieri che si sentivano in diritto di insultare i pazienti e i colleghi con un pensiero diverso sulla narrazione pandemica cui veniva rifiutato ogni tipo di dialogo e di confronto.
Il divulgatore di Stato Burioni non è stato certo l'unico a ricevere l'onorificenza da Mattarella, ma certamente questa scelta ha un forte significato. E' il "metodo Burioni" che viene premiato, il metodo dell'offesa, del turpiloquio, della chiusura al dibattito scientifico.
Oltre al pesarese, sono stati una sessantina coloro che hanno ricevuto un riconoscimento, professionisti di vari ambiti della sanità, ma circa un terzo di essi hanno avuto a che fare col Covid, e non tanto per le cure, ma per il sostegno pubblico dato alla campagna vaccinale e alla divulgazione della narrazione ufficiale.
Un riconoscimento hanno ricevuto coloro che erano addetti alla "logistica" della gestione pandemica: la medaglia d'oro "al merito della sanità pubblica" è stata ad esempio conferita al professor Ciro Aprea, un ingegnere che è stato il responsabile del mantenimento della "catena del freddo dei vaccini" anti virus. Una "catena del freddo" che sembrava inizialmente una delle principali caratteristiche dei salvifici supersieri, anche se ben presto i vaccini vennero fatti anche sulle spiagge assolate.
E dal momento che nella narrazione di Stato la pandemia era vista come una guerra (prove tecniche di militarizzazione del pensiero), non potevano mancare i riconoscimenti ai portatori di divisa. Al generale Francesco Figliuolo è stata riconosciuta la medaglia d'oro "ai benemeriti della salute pubblica" per come ha lavorato "al fine di fronteggiare la complessa fase emergenziale dovuta alla pandemia, nonché per aver portato l'Italia ai primi posti a livello mondiale per la risposta vaccinale all'emergenza pandemica". Così il generale si è ritrovato una nuova mostrina da aggiungere alla collezione, sempre ostentata sui media, da far invidia al Maresciallo Montgomery.
Stesso riconoscimento al generale di divisone Girolamo Petrachi e al maggiore generale Tommaso Petroni, che facevano parte della Struttura commissariale per l'emergenza pandemica. Il maggiore generale Michele Tirico ha avuto lo stesso riconoscimento per aver diretto la task force militare che ha dato manforte ai colleghi del servizio sanitario nazionale "impegnati nelle aree più duramente colpite dalla pandemia".
Queste scelte, e relative motivazioni, fatte da Mattarella, sembrano una volta di più ribadire agli occhi dell'opinione pubblica che il Covid era un nemico contro il quale si è combattuto e vinto, anche se con danni collaterali non trascurabili, grazie ad un'arma formidabile, il vaccino. Con tanto di...
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Ho ucciso quel ragazzo pericoloso (che ero io!)
VIDEO: I Reale si raccontano ➜ https://www.youtube.com/watch?v=jVdJz3B7htY

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HO UCCISO QUEL RAGAZZO PERICOLOSO (CHE ERO IO!) di Fabio Piemonte
 
Dio salva anche attraverso la musica e allora la musica diviene strumento fecondo per testimoniare il suo Amore misericordioso. Così è stato per Alessandro Gallo, 44 anni, cantautore dei Reale, che ha dato alle stampe Io non c'entro niente (Effatà 2024, pp. 288) nel quale ripercorre la sua avventura esistenziale.
«Ho ucciso un ragazzo. È successo venticinque anni fa e ci ho messo parecchio. Era affascinante, ma dannatamente pericoloso. Un paio di volte è quasi riuscito a togliermi la vita. Quel ragazzo ero io, e se ogni tanto puoi pregare davanti a una lapide con sopra la tua foto, allora ti rendi conto che hai una storia da raccontare», scrivi nel tuo libro. Alessandro, cosa vuoi raccontarci e condividere di quel ragazzo che eri e sulle cui macerie hai poi cominciato a ricostruire la tua vita?
«Uscendo dalla comunità Cenacolo, madre Elvira mi ha detto: "Mi raccomando, vai nel mondo ad aumentare la luce e non le tenebre, perché le tenebre il mondo le conosce già". Senza addentrarmi troppo nelle tenebre di un ragazzo che si è perso nella droga, nell'alcol, nella ricerca del successo, tutto quello che ho fatto l'ho fatto per cercare la felicità. Vengo da una famiglia non disagiata, ma da genitori cattolici che mi hanno fatto fare tutto quanto c'era di bene nella Padova degli anni '80, ossia scout, catechismo, Acr, fino ad averne una nausea totale perché mi sembrava che oltre la siepe dell'oratorio fosse tutto più divertente. Ho collegato così la religione a un enorme 'no' e la ricerca ossessionata della felicità mi ha fatto girare le spalle a tutti i valori; solo che appena giri le spalle al bene ti si spalanca l'autostrada del male. Ho cercato la felicità nelle cose che mi sembravano più facili e raggiungibili ma, sbattendo la faccia nella droga, nell'alcol, nel divertimento, nel sesso, poi rimani solo. Io sono stato un ragazzino inquieto, leggermente iperattivo, un po' sopra le righe. Mi è sempre piaciuta l'arte, la musica ma, nella ricerca spasmodica del successo, ho trasformato anche il mio talento in una gabbia di male. Distruggendo ogni rapporto, perché niente era all'altezza delle mie aspettative - una ragazza, una band, un concorso non bastavano -, bruciavo qualsiasi esperienza, fino a fare un incidente gravissimo che è stato una sveglia incredibile che mi ha fatto render conto di esser solo e di aver bisogno d'aiuto. In quel momento la luce, Dio è arrivato mediante la mano tesa gratuita della comunità Cenacolo».
Nella comunità Cenacolo di Saluzzo muore l'uomo vecchio e rinasce il nuovo Alessandro anche grazie a suor Elvira. Nel libro scrivi che ella «vedeva dentro, vedeva oltre, vedeva il nostro cuore meglio di noi, sapeva i nostri doni prima di noi. L'amore vero, la preghiera concreta e la relazione continua con noi hanno reso i suoi sensi lucidi al punto da amare la nostra anima oltre le schifezze con cui arrivavamo in comunità. Ci amava come ama Dio. Ci vedeva come ci vede Dio». Chi è dunque madre Elvira per te?
«Era la libertà con le gambe. Erano due occhi che, senza dire una parola, ti sapevano muovere le viscere. Una trasparenza, una verità assoluta, che ha saputo lasciarsi guardare dallo Spirito fino a sparire nella fiducia alla Provvidenza. È stata gli abbracci, la mano, gli occhi, ma anche le sberle di Dio, per farmi riprendere in mano la mia vita. Lo è stata e lo è ancora oggi per migliaia di ragazzi favorendo un incontro molto concreto con Dio».
Così hai «ricominciato da zero attraversando la porta del cielo», come recita una tua canzone.
«Madre Elvira ha esercitato un...
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L'intelligenza artificiale cinese fa tremare l'America
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L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE CINESE FA TREMARE L'AMERICA di Stefano Magni
 
Liang Wenfeng, giovane imprenditore cinese, pareva solo un sognatore sempre spettinato e dall'aspetto trascurato. Nessuno lo aveva preso sul serio, finché non ha lanciato sul mercato DeepSeek, la risposta cinese a Chat GPT, un programma di intelligenza artificiale (IA) generativa più potente dell'originale americano, ma molto più economico. E nei mercati è iniziato il panico, come dimostra il crollo dei titoli delle società legate all'IA, a partire da Nvidia, il 27 gennaio.
«Abbiamo sempre visto l'intelligenza artificiale come qualcosa che arriva dall'Occidente», ha dichiarato Liang. «Ma perché dobbiamo essere solo fruitori e non protagonisti?». Il suo approccio mira a rivoluzionare la competizione fra Cina e Occidente: «La maggior parte delle aziende cinesi copia e adatta, noi vogliamo creare. Per troppo tempo, l'innovazione è stata vista come un lusso. Ma oggi la Cina ha le risorse per investire in ricerca di base». Amato dal Partito (almeno per ora), molto autarchico (ha assunto solo cinesi nella sua impresa), Liang ha però confezionato un prodotto che non è dissimile dalle altre copie cinesi di prodotti inventati in Occidente. Possono essere migliori o peggiori, costare meno, ma non si tratta di un cambio di paradigma, solo di una versione aggiornata di un'invenzione americana.
STUPEFACENTE
Quel che fa tremare le aziende statunitensi all'avanguardia è semmai il costo e il tipo di sviluppo. Nel 2021, Liang Wenfeng ha iniziato la sua impresa acquistando unità di elaborazione grafica Nvidia per addestrare la sua chatbot a rispondere a ogni domanda. I suoi stessi soci non gli credevano. Per elaborare un programma così sofisticato, finora, sono occorse risorse ingenti che solo Open AI, Google, Meta, Amazon ed X si sono potuti permettere. La nascita di DeepSeek è la dimostrazione che anche una startup può farcela, con materiali facilmente reperibili sul mercato e a circa il 4% dei costi. L'altra sfida è il tipo di sviluppo: mentre i colossi statunitensi tengono gelosamente per sé le versioni più avanzate dei loro programmi generativi, Liang Wenfeng ha reso subito open-source i suoi.
Come sia stato possibile un tale risparmio di tempo e denaro è ancora oggetto di studio. Non ha funzionato la strategia di Biden, protezionista, che consisteva nel limitare e controllare la vendita di chip alla Cina. Non è stata efficace, sia perché Liang Wenfeng ha iniziato a lavorare al suo progetto (acquistando le unità da Nvidia) prima dell'inizio delle sanzioni, sia perché ha in parte aggirato il problema della mancanza di velocità di calcolo dei suoi chip, con un metodo di addestramento più innovativo e razionale.
L'analista Lennart Heim, della Rand Corporation, lo spiega così al Wall Street Journal: «Immaginate le prime versioni di ChatGPT come un bibliotecario che ha letto tutti i libri della biblioteca. Quando gli viene posta una domanda, fornisce una risposta basata sui molti libri che ha letto (...) DeepSeek ha adottato un altro approccio. Il suo bibliotecario non ha letto tutti i libri, ma è addestrato a cercare il libro giusto per trovare la risposta dopo che gli è stata posta una domanda». Una tecnica di ricerca diversa, dunque, che permette di risparmiare sulla velocità dei chip e sull'energia consumata.
LA PRIMA DECISIONE DI TRUMP: PIÙ LIBERTÀ AGLI SVILUPPATORI
Come risponderanno adesso gli Usa? La prima decisione di Trump, nel campo dell'Intelligenza Artificiale è stata quella di rimuovere controlli e restrizioni imposti da un ordine esecutivo dell'amministrazione Biden. In base a quell'ordine, le aziende che sviluppano modelli di IA che pongono un "serio rischio" per la sicurezza nazionale, la sicurezza economica o la salute e...
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Attualità - BastaBugie.it
Intelligenza artificiale i segnali di un suo secondo inverno
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8054

INTELLIGENZA ARTIFICIALE, I SEGNALI DI UN SUO SECONDO INVERNO di Gaetano Masciullo
 
Il progresso tecnologico dell'intelligenza artificiale ha dominato negli ultimi anni il dibattito pubblico, alimentato da promettenti dichiarazioni di scienziati e imprenditori che intravedono la possibilità di raggiungere la superintelligenza. Eppure, uno scenario diverso potrebbe attendere il futuro di questo settore: un nuovo "inverno", simile a quello vissuto tra il 1974 e il 1990, quando le aspettative smisurate portarono a una drastica riduzione dei finanziamenti e dell'interesse nella ricerca sull'intelligenza artificiale. Per comprendere le ragioni di questa possibile svolta e prepararci alle implicazioni, è fondamentale analizzare i segnali attuali e le prospettive future del settore.
Il cosiddetto "inverno dell'intelligenza artificiale" di allora fu il risultato di speranze irrealistiche nei confronti delle capacità delle macchine di comprendere il linguaggio naturale, risolvere problemi complessi e apprendere in maniera autonoma. Solo con l'avvento del Deep Learning e l'utilizzo dei Big Data nei primi anni Duemila, l'intelligenza artificiale riuscì a riprendersi da quel periodo di stagnazione. Oggi, però, alcuni segnali indicano che il settore potrebbe trovarsi nuovamente sull'orlo di un rallentamento.
Un problema cruciale che si delinea è la crescente scarsità di dati di alta qualità per addestrare i modelli di intelligenza artificiale. Questa scarsità non solo riduce l'efficacia degli algoritmi nel fornire risposte accurate, ma può anche portare a risultati distorti o non generalizzabili. Ad esempio, nei settori medici, la mancanza di dati rappresentativi potrebbe compromettere la capacità dell'intelligenza artificiale di supportare diagnosi precise per pazienti con condizioni meno documentate. Nonostante l'apparente infinità di informazioni disponibili su Internet, queste risorse possiedono un limite. Ilya Sutskever, co-fondatore di OpenAI e figura di spicco nel campo del Deep Learning, ha recentemente sottolineato come i dati utilizzati per addestrare i modelli siano sempre più spesso derivati da altre intelligenze artificiali, piuttosto che da fonti primarie. Questo circolo vizioso rischia di compromettere la qualità dell'apprendimento automatico, in quanto i sistemi potrebbero limitarsi a rielaborare informazioni già "digerite", anziché espandere effettivamente le proprie capacità.
I DATI DISPONIBILI ONLINE SONO SPESSO INQUINATI DA ERRORI
Ray Kurzweil, nonostante sia uno dei più importanti transumanisti oggi viventi, sostiene che la tecnologia intelligenza artificiale, a differenza di Internet e delle telecomunicazioni, progredisce secondo cicli più lunghi: due decenni di entusiasmo iniziale, seguiti da un decennio di delusione, infine un decennio e più di boom dovuto a scoperte innovative. Analizzando la storia recente dell'intelligenza artificiale, abbiamo avuto un periodo di entusiasmo iniziale (1954-1974), la delusione dell'inverno dell'intelligenza artificiale (1974-1990), infine il boom che procede da allora. Quindi, secondo i calcoli di Kurzweil, noi ora saremmo verso la fine della fase del boom, che ha introdotto un nuovo entusiasmo che probabilmente sarà presto disilluso.
A complicare le cose, bisogna ricordare che i dati disponibili online sono spesso inquinati da errori, faziosità e disinformazione, e la crescente dipendenza da altri algoritmi per generare nuovi contenuti potrebbe amplificare questi problemi. A lungo termine, l'incapacità di accedere a dati freschi e affidabili potrebbe rallentare drasticamente lo sviluppo tecnologico nel campo.
Al di là delle difficoltà tecniche, vi è una barriera ancora più fondamentale che l'intelligenza artificiale non potrà mai superare (e che i...
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9 months ago
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Attualità - BastaBugie.it
Zuckerberg ammette che il fact checking censura
VIDEO: Intervista a Zuckerberg ➜ https://www.youtube.com/watch?v=ZMIEXN1eusM&list=PLolpIV2TSebVCcy1WwB32e6_HB-NO8WCC

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8046

ZUCKERBERG AMMETTE CHE IL FACT CHECKING E' CENSURA (E NOI NE SIAMO VITTIME) di Stefano Magni
 
Mark Zuckerberg, il fondatore e amministratore delegato di Meta (azienda proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp) ha annunciato il 7 gennaio un cambiamento radicale di politica. E di fatto ha ammesso che finora era imposta una censura, benché non ufficiale, sui suoi social network.
Niente più fact checking, che verrà sostituito dalle community notes (commenti scritti da altri utenti che vogliono segnalare un articolo) e alleggerimento drastico delle regole che limitavano la pubblicazione dei contenuti, i ricorsi e la rimozione di contenuti, niente più restrizioni alla visibilità degli argomenti politici e stop allo shadow ban, cioè la pratica di rendere meno visibile quel che pubblica un utente ritenuto pericoloso. Meta cambia anche il responsabile per gli affari globali, non più il liberaldemocratico britannico Nick Klegg, ma il repubblicano americano Joel Kaplan, già consigliere di George W. Bush. Inoltre la squadra per la moderazione dei contenuti sarà trasferita dalla California al Texas, lontano dalle peggiori influenze dei media tradizionali e dei gruppi di pressione (progressisti, ndr).
In particolare il fondatore di Facebook ha ammesso che i fact checkers sono risultati «troppo politicamente orientati e hanno contribuito a distruggere più fiducia di quanta non ne abbiano creata, soprattutto negli Stati Uniti».
Le riforme di Zuckerberg sono state accolte da un coro di critiche da parte della stampa internazionale. E anche in Italia, dove è soprattutto Open, il quotidiano di Enrico Mentana, consulente di Facebook per il fact checking, a denunciare una possibile deriva verso il linguaggio di odio su immigrazione e gender. Né poteva essere diversamente: dal 2016, da quando le elezioni negli Usa erano state vinte da Donald Trump, i media tradizionali avevano attribuito la colpa soprattutto ai social network, colpevoli di "diffondere la disinformazione e la misinformazione" senza alcun controllo degli "editori responsabili". La stretta era arrivata nel 2019, con una pressione senza precedenti sulle aziende proprietarie dei nuovi media. Onore al vero, Zuckerberg aveva provato a difendere la libertà di espressione, opponendosi a ogni forma di censura, già allora. In un discorso tenuto alla Georgetown University, aveva infatti dichiarato: «Oggi, in tutti gli schieramenti, sembra che ci siano sempre più persone che danno la priorità all'ottenimento dei risultati politici che desiderano piuttosto che assicurarsi che tutti possano essere ascoltati». E concludeva: «Credo che dobbiamo continuare a difendere la libertà di espressione».
CENSURA IMPOSTA
Infine anche Zuckerberg aveva dovuto cedere, anche nel corso dell’amministrazione Trump, per colpa soprattutto della pandemia di Covid-19. Quel mix di pressioni delle autorità americane e minacce di boicottaggio degli sponsor indusse anche Zuckerberg a introdurre la sua "polizia del pensiero", inasprendo le regole del controllo dei contenuti.
E cosa è successo, nella pratica? Che anche su Facebook e negli altri social network di Meta, i contenuti sono stati censurati se erano difformi alle tesi ufficiali. Esattamente come già facevano gli "editori responsabili", ma senza neppure avere la stessa responsabilità di un editore: un social network, infatti, non è un giornale, ma è una bacheca virtuale dove chiunque può appendere qualcosa e si prende la responsabilità di quel che sta mostrando....
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Presepi vietati, sintomo di un'Europa senz'anima
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8029

PRESEPI VIETATI, SINTOMO DI UN'EUROPA SENZ'ANIMA di Manuela Antonacci
 
Abituati o meglio rassegnati ad una Francia laicista senza speranza, un bel miracolo di Natale ha spazzato via, stavolta e pare - in questa felice eccezione - non solo una volta, l'eco solito delle ideologie di stampo illuminista. Stiamo parlando dell'iniziativa che, anche quest'anno, continua a Beaucaire, dove il Municipio ha allestito un presepe in linea con una tradizione portata avanti, ormai, da ben 9 secoli.
Ma, si sa, c'è sempre chi si sente "offeso" da qualche simbolo cristiano e stavolta, niente meno che da Gesù Bambino che nella sua mangiatoia, ci chiediamo quale tipo di sensibilità sarà andato stavolta ad urtare. E deve averla fatta grossa, perché è addirittura dal 2014 che la Lega dei Diritti Umani (LDH) si batte ogni anno - 2024 compreso - per la messa al bando del presepe nel municipio, arrivando a trascinare in tribunale, questa volta, Nelson Chaudon, il sindaco di Beaucaire che non ha ceduto alle intimidazioni e ha difeso, impavido, tale tradizione.
LE TRADIZIONI LOCALI E L'IDENTITÀ CULTURALE
L'LDH, comunque, ha pubblicato un comunicato stampa, il 12 dicembre, per specificare l'obiettivo dell'azione legale. Assicura, cioè, che non si tratta di vietare il Natale. La sua argomentazione principale si basa sulla legge del 1905, che promulga la separazione tra Chiesa e Stato. Ricorda la necessità di una completa «neutralità delle autorità pubbliche nei confronti delle religioni» e deplora «la rinnovata inerzia di alcuni prefetti in questa materia». Nel comunicato, l'LDH accusa alcuni funzionari eletti di «privilegiare la loro ideologia a scapito dei principi repubblicani installando presepi di Natale nei municipi».
L'associazione condanna, inoltre, il fatto che questi sindaci «mettano in evidenza le origini cristiane della Francia». Ma, nonostante i vari tentativi di censura del presepe perpetratisi negli anni, i sindaci che si sono succeduti, Julien Sanchez (RN) e Nelson Chaudon (RN), non hanno ceduto. Questo mercoledì, 18 dicembre, il sindaco di Beaucaire, Nelson Chaudon, ha difeso con fermezza la presenza dei presepi di Natale nel suo municipio durante il suo intervento davanti al tribunale amministrativo di Nîmes.
Accompagnato da diversi sostenitori, tra cui il deputato del RN Yoann Gillet, ha ribadito il suo impegno per la conservazione delle tradizioni locali e dell'identità culturale della Francia. Semplici, schiette e inequivocabili le sue dichiarazioni: «È fuori questione cedere un grammo di cultura, di tradizione, di ciò che costituisce la nostra identità a coloro che vorrebbero cancellarla. Beaucaire difenderà sempre ciò che ci è caro».
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Di segno opposto ciò che è accaduto in un ospedale piemontese, dove una coordinatrice infermieristica ha ordinato di smontare il presepe allestito nel reparto durante il weekend. La donna ha motivato il suo gesto con la solita scusa di voler rispettare la sensibilità, in questo caso, dei pazienti non religiosi o di diverse fedi. Il punto, però, è che non si tratta solo di un problema di fede ma, come dice il sindaco, di cultura, cioè non si fa una cultura, un paese, l'Europa, se l'Occidente dimentica quali sono i riti e le tradizioni culturali che l'hanno identificato, ovvero se non c'è un passato condiviso.
Per chi ha fede, dunque, il presepe è il simbolo della discesa di Dio, ma anche per chi non ha fede ed è un europeo, un occidentale, ha un significato e una sua importanza, perché ne va, appunto di ciò che cementa una comunità, come ha ben chiarito il sindaco di Beaucaire. Per il caso italiano, poi, togliere un presepe ha meno senso che mai, perché quel bambino è venuto, in realtà, semplicemente per prendere su di sé le sofferenze degli...
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10 months ago
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Commenti controcorrente delle notizie della settimana