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https://www.bastabugie.it/8335A GAZA SI CONTINUA A MORIRE, MA GIORNALI E TELEVISIONI NON LO DICONO di Stefano Magni
A Gaza si continua a morire. Ma ad uccidere non sono gli israeliani: sono gli uomini di Hamas che stanno di nuovo consolidando il loro regno del terrore, in quel che resta della Striscia. Per questo non leggerete queste notizie sulle prime pagine dei nostri giornali e non vedrete manifestazioni di piazza (Landini? Greta? Conte?) per fermare il massacro.
Ancor prima che venisse annunciato il cessate il fuoco con Israele, Hamas ha subito pensato di regolare i conti all'interno, contro i clan che ritiene abbiano tradito la causa islamica. La normalità gazawi è tornata: ora i terroristi hanno ripreso ad indossare le loro uniformi, a portare i distintivi e le fasce verdi da jihadista.
Prima erano uomini in abiti civili, mescolati nella folla, perfetti per combattere un esercito regolare senza farsi notare, costringendo l'Idf a sparare nel mucchio e a suscitare la reazione indignata dell'opinione pubblica. Oggi, questi stessi uomini in uniforme nera, sotto i loro stendardi verdi, si distinguono dalla massa: sono lì per terrorizzare, per far capire a tutti chi comanda.
Le masse di disperati e affamati si sono di colpo trasformate. Le immagini che giungono dalla Striscia ci mostrano folle urlanti, di assatanati di violenza che urlano di gioia mentre i "traditori" vengono trascinati per strada, costretti a inginocchiarsi e abbattuti con un colpo alla testa, peggio che in una macelleria a cielo aperto.
I video, emersi da lunedì ci mostrano queste immagini di esecuzioni pubbliche, riprese vicino all'ospedale giordano di Gaza City, ora non più oggetto di proteste internazionali per i raid israeliani, ma bersaglio delle armi, leggere e pesanti, dei terroristi islamisti.
I DOGHMOSH E GLI ALTRI CLAN RIVALI
Gli uomini del clan rivale di Doghmosh vi si erano asserragliati, i terroristi di Hamas hanno intimato loro di consegnare dieci persone accusate di "collaborazionismo". I Doghmosh hanno rifiutato, Hamas minacciava di radere al suolo l'ospedale. Dopo il primo scambio di minacce, è stato ucciso un miliziano del partito al potere e da lì è iniziato l'inferno. Le immagini dei prigionieri fucilati sommariamente sono solo una parte della storia. I morti sono decine.
Uno dei Doghmosh ha dichiarato di aver visto circa una ventina di corpi per strada e case in fiamme. "Sentivo spari tutt'intorno, scontri violenti", ha detto Sobheia Doghmosh, raggiunto dal Wall Street Journal durante i combattimenti. "L'area è ora completamente circondata da uomini armati e mascherati".
L'unità paramilitare Rada'a ("forza di dissuasione") di Hamas ha dichiarato di aver neutralizzato diverse persone ricercate e di aver preso il controllo delle postazioni della milizia a Gaza City. Ha inoltre affermato di aver rastrellato membri delle milizie rivali nelle aree centrali e meridionali della Striscia di Gaza.
Il clan dei Doghmosh non è l'unico nemico del partito islamista. All'inizio di ottobre, prima ancora che venisse approvato il cessate il fuoco, Hamas ha attaccato il clan di Al Majaydeh. Mohammad Majaydeh, 50 anni, portavoce del clan, ha dichiarato che almeno sei membri della sua famiglia sono stati uccisi negli scontri.
DI NUOVO NELLE MANI DI HAMAS
Si tratta di una guerra di un partito estremista islamico contro i clan. Nei due anni di guerra con Israele, clan di spicco e gruppi armati ribelli avevano colto l'occasione per sfidare pubblicamente Hamas e stabilire un controllo militare nelle proprie aree. Alcuni di questi gruppi, come Abu Shabab, a Rafah, al confine con l'Egitto, sono stati anche aiutati dall'Idf nel tentativo di indebolire ulteriormente la presa militare di Hamas sulla Striscia. I media, all'unisono, avevano immediatamente imposto la narrazione de...