Come collegare un saggio scritto da uno psicanalista del anni '70 del Novecento con una delle opere dialogiche più importanti di Seneca scritta prima dell'avvento di Cristo?
Duemilacento anni non sono bruscolini; ma ti sorprenderà notare come lo stoicismo di Seneca sia così attuale da essere confondibile (o meglio sovrapponibile) a quello di un moderno psicanalista vissuto nel '900.
Potremmo forse dire che gli anni '70 sono stati gli anni più stoici del '900?
Scopri cosa Erich Fromm aveva "copiato" dagli uomini "antichi" e scopri cosa puoi integrare anche tu nella tua vita di uomo moderno.
Spesso pensiamo di preservare la nostra salute immergendoci in ambienti salubri, mangiando cibi sani, usando farmaci e tecniche all'avanguardia dimenticando che la maggior parte della nostra salute passa dalla quantità di stress che assorbiamo, anche se in piccole dosi (come perdere uno stupido treno). Il problema è che una buona parte dello stress non può essere curata dai farmaci o assorbita dall'ambiente perché è originata dai nostri pensieri. Una delle grandi rivoluzioni dello stoicismo è stata quella di collegare stress (in generale il dolore) ai pensieri. Come diceva Epitteto: “Non sono gli eventi ma il nostro punto di vista riguardante gli eventi che è il fattore determinante. Dovremmo essere più preoccupati di rimuovere i pensieri sbagliati dalla mente che rimuovere gli ascessi e i tumori dal corpo". In poche parole la qualità dei nostri pensieri determina la quantità del nostro stress e quindi la qualità della nostra vita. Ed è proprio prerogativa del saggio stoico vivere una vita di qualità. Impossibile? Gli stoici ci insegnano che vivere una vita priva di dolore è nostra completa responsabilità poiché l'assenso al dolore spetta solo e solamente a noi. In questa meditazione ti svelerò 3 interrogativi stoici per riuscire a contrastare lo stress e ridurre le fonti di dolore così come facevano gli stoici.
Oggigiorno a causa della cattività influenza di quelli che chiamo asocial network crediamo che tutto intorno a noi sia fatto da viaggi, buon cibo, feste, risate e esperienze sempre al massimo. Potrà sembrarti strano ma le persone che caricano contenuti si chiamano influencer (anche i nostri amici che pubblicano stories sono passivamente influencer) proprio perché ci influenzano.
E in un mondo dove si condivide solo quello che potrebbe portarci likes viene influenzato completamente il nostro saper affrontare la dura realtà, che è fatta sì da momenti belli ma anche brutti, tribolati e addirittura noiosi.
Ah, fuggire non ti servirà a niente.
Blaise Pascal lo chiamava divertissement: invece di affrontare tematiche esistenziali passi il tuo tempo correndo in cerchio. A fine giornata ti sembrerà di aver faticato quando in realtà non ti sei mosso di un millimetro. Anzi per andare avanti saresti dovuto restare fermo usando non le gambe ma la mente.
Usare la mente è quello che fanno gli stoici da migliaia d'anni anche attraverso le tecniche di visualizzazione. E la tecnica di oggi ci permette di affrontare nello specifico le paure dalle quali molto spesso preferiamo fuggire invece che affrontarle.
Ma se la paura è un’emozione concentrata su ciò che deve ancora accadere è logico cercare di contrastarla imparando a guidare i nostri pensieri sul futuro. La tecnica di esporsi ripetutamente a future situazioni stressanti in piccole dosi per aumentare la resistenza ai turbamenti emotivi è nota oggi con il nome di teoria classica dell'esposizione. Funziona come i vaccini contro i virus e si avvicina a concetto di allenamento alla resilienza.
Seneca, duemila anni fa, la chiamava praemeditatio malorum, o “premeditazione delle avversità” ed è proprio quello che affronteremo oggi...
Dopo la scorsa meditazione pratica mi sono reso conto che con molta probabilità tu abbia potuto malinterpretare le tecniche stoiche. Vedere le cose dall'alto non è una tecnica di visualizzazione ma è un atto di saggezza. E tu ce l'hai la saggezza? Probabilmente no, ma non è colpa tua. Se sei appassionato di stoicismo e ti sei fatto un giro sul web sei stato inondato da centinaia di contenuti -tutti uguali tra loro- e tutti collegati alla parte etica dello stoicismo. Ma quando Marco Aurelio vedeva "le cose dall'alto" lo faceva andando all'interno di sé (perché la parte più alta è dentro di noi) connettendosi alla natura e al grande logos stoico. Senza una forte componente di fisica e di logica lo stoicismo finisce per essere un banale compendio di tecniche fighissime da sfogliare e utilizzare ogni qual volta le tue necessità di uomo moderno te lo richiedano. Tutto questo ti allontanerà dal vero stoicismo. Perché in un mondo moderno dove non esiste la trascendenza, l'indifferenza del saggio stoico può essere confusa con l'indifferenza dell'eroe di Camus. Perché? Scoprilo in questa meditazione...
Quando parliamo delle nostre ansie e delle nostre paure ad una persona esterna è capitato a tutti almeno una volta che quest'ultima abbia utilizzato la parola "ingigantire". Questo cosa vuol dire? Vuol dire che stiamo vedendo (e vivendo) questo scenario negativo più grande di quello che realmente è. Ma come è possibile? Perché il nostro convivere faccia a faccia con questo scenario ci dà una proiezione dello stesso distorta. E spesso un oggetto più grande ha anche un peso maggiore. D'alta parte, una persona che osserva da lontano riesce a vedere chiaramente, o quanto meno fare una stima più precisa, delle reali dimensioni dell'oggetto. E quindi come possiamo fare per capire la reale dimensione, il reale peso e la reale importanza di questo scenario? Semplice. Basta aumentare la distanza tra noi ed esso. 2000 anni prima che la psicologia cognitiva desse un nome a questa tecnica (distanziamento cognitivo), il filosofo stoico Marco Aurelio ci tramanda una delle tecniche più famose e per me più affascinanti dello stoicismo: la contemplazione dall'alto.
La psicologia cognitiva ci insegna che spesso le nostre ansie sono il riporto di emozioni o situazioni nascoste che non stiamo affrontando. In questa meditazione stoica (sperimentale) di autoindagine cercheremo di incamminarci verso gli strati d'ansia e paura più profondi fino a scoprire la vera radice d'ansia.
Gli stoici distinguevano due momenti nelle nostre reazioni ad un evento. Prima c'è l’impressione iniziale (phantasía) suscitata in modo involontario nella nostra mente da un evento esterno. Nel secondo momento della nostra reazione aggiungiamo valutazioni volontarie di approvazione (sunkatáthesis) a queste impressioni. In questa fase, la reazione dello stoico è diversa da quella della maggior parte delle persone. Non persevera nella reazione emotiva iniziale che si è impossessata della sua mente. In questo secondo episodio vedremo dove porre il focus del nostro training stoico quando abbiamo a che fare con emozioni e risposte emotive negative grazie ad una rara testimonianza di Aulo Gellio nelle sue Notti Attiche.
Se Feuerbach fosse stoico direbbe: "siamo ciò che pensiamo". Il problema è che i pensieri ci sono inculcati dalla società nella quale viviamo, che ci piaccia o no. Si chiamano paradigma sociali. E pensare in un certo modo ci porta inevitabilmente a vedere la realtà in un certo modo e di conseguenza affrontare i problemi della nostra realtà in un certo modo. E se questi problemi non potessero essere risolti vedendoli così, ci hai mai pensato? Quindi come fare, siamo spacciati? No, se riusciamo a vedere il problema attraverso un altro punto di vista.
È proprio quello che faremo in questa prima meditazione: in questa prima meditazione sostituiremo la lente grazie all'eredità del pensiero stoico facendo il cosiddetto salto di paradigma. Grazie a questa nuova lente inizieremo un percorso di 12 meditazioni che ci porterà a risolvere un problema ben specifico che attanaglia l'essere umano da migliaia d'anni e con buona probabilità riguarda anche te.
Vuoi sapere quale e come risolverlo? Ascolta questa meditazione fino alla fine...
Come abbiamo analizzato durante le meditazioni precedenti nel corso della storia diverse correnti di pensiero hanno dato la loro definizione di desiderio. Oggi però facciamo un pratico passo avanti accantonando le soluzioni teoriche offerte da stoici, capitalisti e uomini moderni. In questa meditazione ti offrirò la mia esperienza pratica con 3 tecniche stoiche ideate per grandi e piccini affinché tu riesca a controllare, gestire e addirittura modificare i tuoi desideri.
Il desiderio dell'oggetto è in tutte le epoche considerato il desiderio per antonomasia. Anche gli stoici hanno affrontato con interesse questo argomento proponendo soluzioni in accordo con la loro filosofia. Molto interessante sarà paragonare gli approcci e le soluzioni che ci vengono imposte dalla nostra società con le soluzioni e i modi di agire stoici.
In questa meditazione prenderemo come riferimento Crisippo di Soli, stoico ateniese della Antica Stoa. Crisippo, a differenza del capitalista che ripone la salvezza sempre in un nuovo oggetto, ci consiglia di cercare la soluzione nella virtù. Il desiderio non è di per sé errato ma c'è differenza se il desiderio nasce dal saggio o dallo stolto, o peggio ancora dal folle!
L'attualità stoica quasi spaventa poiché Crisippo, più di duemila anni fa introduce il concetto "scientifico" di valore di soglia. Concetto fondamentale nello studio della natura e dell'uomo.
Il desiderio è un elemento sempreverde della civiltà umana. Però solo da pochi anni è stato analizzato e studiato scientificamente. Abbiamo dunque un discostamento tra la visione limitata degli antichi e una più approfondita e completa odierna. Definiamo, dapprima, il desiderio e successivamente analizziamo il desiderio di primo livello, quello che manifestiamo appena nati: il desiderio dell'altro. Riusciranno anche in questo caso gli Stoici ad insegnarci qualcosa?
Raggiungere la felicità è uno degli obiettivi della civiltà umana. Alcune filosofie lo pongono come obiettivo primario mentre altre, come lo stoicismo, si assicurano di soddisfarlo indirettamente. In questo ultimo episodio della trilogia andremo ad analizzare le maggiori differenze tra le due filosofie e come bonus ti parlerò di un vero e proprio algoritmo stoico per migliorare la qualità dei tuoi pensieri.
Stoicismo ed Epicureismo sono le due facce contrapposte della stessa medaglia e Luciano De Crescenzo in una scena divenuta cult in "Così parò Bellavista" ce lo ricorda. A 40 anni dall'uscita del film, la rivoluzione informatica ha profondamente cambiato la nostra società e anche il nostro modo di "pensare" e di essere filosofi. In questa meditazione, partendo dal film, espongo il mio punto di vista e una mia strategia unendo elementi stoici ed epicurei.
Nella vita di uno stoico l'argomento epicureismo salta prima o poi fuori. Questo perché prima di seguire un modello di pensiero è cosa giusta capire cosa "offre" la concorrenza. E poi perché capita che uno stoico venga attaccato dalle centinaia di "curiosi" e novizi su quanto lo stoicismo sia di una noia mortale mentre l'epicureismo sia meglio della sagra del manfricolo di Avigliano Umbro (che già è il top di suo). Facciamo subito chiarezza…
Non esistono scuole o diplomi che attestino il proprio background stoico poiché ogni stoico nel corso della sua vita si è interessato a temi diversi e ha posto il focus su argomenti spesso divergenti (questa è una dinamica condivisa da quasi tutte le filosofie poiché tutti noi siamo influenzati dalla famiglia, dalla scuola e dagli usi e costumi geografici e temporali). Tuttavia, nella filosofia stoica esiste una virtù imprescindibile qualsiasi sia il background che ognuno di noi si porta dietro; e da Zenone ad oggi è la virtù che caratterizza uno stoico. Scopri qual è …
Beata lei, ha vissuto 90 anni! Questa è una frase di tutto rispetto e invidia che oggi siamo portati ad accettare. Ma nessuno si pone la domanda: chi sa come avrà vissuto i suoi 90 anni?! Ci focalizziamo ad allungare la vita puntando tutto sulla quantità dimenticando una cosa per gli stoici fondamentale: la qualità. Implementare oggigiorno, nell'era della vita ultracentenaria, delle tecniche e dei processi che si focalizzino sulla qualità della vita è personalmente l'aspetto principale che mi spinge a seguire lo stoicismo. Tutto questo si basa sulla nostra concezione della morte.
Prevedere il worst scenario nell'era della tecnica è una delle informazioni più preziose in molte attività dall'ingegneria agli investimenti. Nel campo umanistico sembra quasi che sia un'offesa verso se stessi non pensare positivo. Se vuoi avere successo e vivere una vita felice devi pensare positivo, ci comanda la società. Gli stoici controcorrente si tramandano da secoli una tecnica che ha come scopo quello di vivere una vita felice pensando negativamente. Scopri come funziona.
Si stava meglio quando si stava peggio! Anno nuovo vita nuova! Ah l'adolescenza. No, ti giuro che lunedì mi iscrivo in palestra. Sì, mi manca la mia vecchia vita. Boh, non so perché ho la testa da un'altra parte e non mi sto godendo questa esperienza…
In questo episodio ti rivelo perché per gli stoici investire tempo ed energie mentali, e solo noi uomini moderni sappiamo quanto tempo passiamo pensando erroneamente al passato al presente e al futuro, è deleterio per la nostra tranquillità e pace interiore. E allora che approccio seguire?
Lo stoicismo da molti è considerata una filosofia superata. Una vita stoica nel mondo moderno, così veloce e connesso sembra impossibile poiché incorpora dei modi di relazionarsi inopportuni a valori come il potere, la felicità e le emozioni. Sarà davvero così?
Nel primo vero episodio de Lo Stoico Moderno inizierò presentando i Pensieri di Aurelio Marco secondo due chiavi di lettura che vanno al di là della semplice parafrasi del testo. Ripeto: questo podcast non ha pretese di voler insegnare in maniera accademica la filosofia e in particolar modo lo stoicismo; ci sono professori universitari che hanno il dovere e la voglia di farlo. Attraverso questo podcast racconto lo stoicismo da persona che di mestere fa tutt'altro ma che è riuscita ad integrarlo praticamente nella propria vita quotidiana.