Ti manderò un bacio con il ventoe so che lo sentirai,ti volterai senza vedermi ma io sarò lìSiamo fatti della stessa materiadi cui sono fatti i sogniVorrei essere una nuvola biancain un cielo infinitoper seguirti ovunque e amarti ogni istanteSe sei un sogno non svegliarmiVorrei vivere nel tuo respiroMentre ti guardo muoio per teIl tuo sogno sarà di sognare meTi amo perché ti vedo riflessain tutto quello che c'è di belloDimmi dove sei stanotteancora nei miei sogni?Ho sentito una carezza sul visoarrivare fino al cuoreVorrei arrivare fino al cieloe con i raggi del sole scriverti ti amoVorrei che il vento soffiasse ogni giornotra i tuoi capelli,per poter sentire anche da lontanoil tuo profumo!Vorrei fare con te quelloche la primavera fa con i ciliegi.__________A questo link:https://openthebox.io/contributi/il-bacio-storia-di-una-poesia-di-neruda-che-non-esiste/un articolo: "Il bacio, storia di una poesia di Neruda che non esiste", che spiega della dubbia attribuzione a Pablo Neruda di questa poesia.__________#audiolibro #teatro #letteratura
Versione radiofonica, del testo scritto da Luigi Pirandello "Sogno, ma forse no!" - una produzione Arte & Dintorni, con: Giovanni Biscontini ne "L'uomo in frack", Priscilla Benedetti ne "La giovane signora" e Marco Panfili è la voce narrante.
<<Un atto unico la cui stesura si colloca tra la fine del '28 e l'inizio del '29.La prima rappresentazione, con il titolo Sonho (mas talvez nao) avvenne a Lisbona nel 1931. In Italia la prima rappresentazione si ebbe a Genova nel dicembre del '37.Il tema dell'incerto confine tra sogno e realtà era stato già trattato da Pirandello, in una situazione del tutto diversa, nella novella La realtà del sogno (1914). Mentre nella novella, tuttavia, c'è un tempo per il sogno e uno per la cosiddetta realtà, qui le due dimensioni si intersecano creando un clima di sospesa tensione. Una giovane e bella donna ha un amante del quale comincia però a stancarsi, mentre avverte il fascino di un suo antico amante, tornato ricchissimo da terre lontane. Nel breve spazio di un sogno, la donna vive drammaticamente l'esito possibile cui l'affievolirsi del suo amore potrebbe condurla. Pirandello si rivela abilissimo nel costruire la scena del sogno-incubo: dispone ormai di raffinati strumenti teatrali. Il dialogo tra la donna e il suo amante è la parte meno importante del testo; molta suggestione è, invece, affidata all'atmosfera ambigua e perturbante, concentrata in una scenografiaespressionistica. Nel sogno l'amante, consapevole della fine dell'amore nell'animo della donna, la strangola, tracciando con le sue mani convulse ben altro vezzo al collo della fedifraga che non la splendente collana di perle, ammirata dalla donna nella vetrina di un gioielliere e desiderata moltissimo.Fin qui il sogno. La donna, si risveglia, tirando un sospiro di sollievo; ma c'è la collana che, carica di un malefico potere, unirà sogno e realtà. Entra, infatti, la cameriera e porta alla signora un pacchetto; è proprio la stessa collana del sogno che le manda quel ricchissimo suo antico amante. Bussano di nuovo alla porta; è l'amante che sta per essere spodestato con il quale la donna inizia una conversazione che potrà prendere le note acute del sogno; la « realtà» potrà ripercorrere le fasi preannunciate dall'incubo; sarà stato solo un sogno? ForseNo!>>
Maria Argenziano
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#audiolibro #radiodramma #pirandello
Parafrasi della canzone di Dante Alighieri "Tre donne al cor mi son venute" __________
[...] La canzone è effettivamente situata in un tempo e in uno spazio di esilio che sollecitano una verifica fra dolorosa e appassionata dei supremi archetipi sui quali si commisura e si giustifica un'esistenza. Intorno al cuore del poeta, immerso, in un mondo diserto d'ogne vertute, in una solitudine di pena e, insieme, di agonistica fedeltà agl'ideali più alti, a cominciare da quello di Amore (da intendere qui come l'amore specificamente umano per la verità e la virtù), sono venute tre donne belle e raminghe, avvilite dalla noncuranza e dallo spregio attuale degli uomini (prima stanza) [...]
Link all'enciclopedia Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/tre-donne-intorno-al-cor-mi-son-venute_%28Enciclopedia-Dantesca%29/ __________ Infinite Perspective di Kevin MacLeod è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1500024 Artista: http://incompetech.com/ #Dante #letteratura
Tragico suo malgrado, tradotta anche con il titolo Tragico controvoglia, è una breve opera teatrale di Anton Pavlovič Čechov, scritta nel 1890. Atto unico strutturato in forma di dialogo, si trasforma più spesso nel solo monologo di Tolkacov, a sottolineare il tema portante della pièce (svolto in maniera leggera), incentrata sulla mancanza di ascolto.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Tragico_suo_malgrado
La cura delle vespe (primavera): Marcovaldo, scoperto come curare i suoi mille reumatismi col veleno delle api, Marcovaldo pensa di improvvisare medico e incarica i figli di cacciarne il più possibile e di conservarle in alcuni barattoli. Quando il figlio Michelino ne rompe uno, tuttii finiscono all’ospedale per le punture. __________ In Marcovaldo Calvino unisce aspetti fiabeschi e ironia per affrontare temi e problematiche attuali: la vita caotica in città, l’urbanizzazione senza razionalità ed ordine, l’industrializzazione crescente e la povertà delle fasce più basse della popolazione, la difficoltà dei rapporti umani ed interpersonali. L'ambientazione - la città di Marcovaldo è senza nome, ma probabilmente ispirata a Torino, una delle protagoniste del boom economico degli anni Sessanta - è il modello di ogni città, e diventa lo specchio di questa mescolanza di quotidianità mediocre ed invenzione fantastica: la metropoli è grigia, spenta e illuminata solo da luci artificiali, e tuttavia il protagonista sa rintracciarvi, con sensibilità e malinconia, i piccoli segni di una natura che non si arrende. L’azienda per cui Marcovaldo lavora, la Sbav, è il prototipo dell’azienda che sfrutta i suoi lavoratori, e al tempo stesso il simbolo della società dei consumi (tanto che non si specifica nemmeno cosa la ditta produca effettivamente). La vita di Marcovaldo è insomma quella dell’operaio inurbato, fatta di difficoltà e di privazioni, e il mondo attorno a lui è spesso ostile e indifferente, tanto che spesso egli si perde e si smarrisce nella cità stessa. Altre volte - come nel racconto d'apertura, Funghi in città - l’illusione di trovare un “paradiso terrestre” nel contesto urbano può portare a conseguenze involontariamente tragicomiche. E infatti l’autore tiene a precisare che: L’idillio «industriale» è preso di mira allo stesso tempo dell’idillio «campestre»: non solo non è possibile un «ritorno indietro» nella storia, ma anche quell’«indietro» non è mai esistito, è un’illusione. [...] presentando questo libro per le scuole, vogliamo dare ai ragazzi una lettura in cui i temi della vita contemporanea sono trattati con spirito pungente, senza indulgenze retoriche, con un invito costante alla riflessione. Fonte: https://tinyurl.com/2mqn9rmn __________ Fig Leaf Times Two di Kevin MacLeod è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribution 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1200096 Artista: http://incompetech.com/
Marcovaldo ovvero Le stagioni in città è una raccolta di venti novelle, pubblicata da Calvino negli anni ‘60, all’epoca del boom economico. Ogni novella è dedicata a una stagione, quindi il ciclo delle quattro stagioni si ripete cinque volte. Tutte le novelle hanno per protagonista Marcovaldo, un uomo semplice, padre di sei figli, che lavora come manovale per una ditta non meglio specificata di una città industriale del nord Italia, che potrebbe essere Torino, data la presenza delle colline e del fiume. La famiglia di Marcovaldo vive prima in un seminterrato (due stanzette), poi in una mansarda; anche se migliora la propria condizione, è ancora lontana dal condurre una vita confortevole. Marcovaldo è un uomo sensibile, ingenuo e malinconico che cerca costantemente un avvicinamento con la natura in città, tra camion dell’immondizia, semafori lampeggianti e insegne luminose. I racconti propongono uno schema ricorrente: Marcovaldo cerca un contatto con la natura, crede di averlo stabilito, ma alla fine rimane deluso. Accanto a lui la moglie, casalinga intenta solo alle questioni pratiche di sopravvivenza, e i figli, talmente immersi nella vita urbana da non saper distinguere un albero da un cartello pubblicitario e un giardino da un cortile.
Fonte: https://www.leggendoleggendo.it/wp-content/uploads/2023/05/Calvino_marcovaldo_scheda_didattica.pdf
E’ un colloquio fra un uomo che si sa condannato a morire fra breve e che, per questo, medita il mistero del nostro essere con urgenza appassionata e tormentosa e un uomo come tanti, che vive la suo monotona esistenza quotidiana, ignaro del baratro che continuamente la insidia. La presenza attuale della morte toglie, a questo atto unico del 1923, il gusto del paradosso intellettualistico, spesso presente nel teatro pirandelliano e dà una risonanza universale ai particolari della scena, alle battute del dialogo. Si osservi l’ambiente: quella stazione sembra alludere al vivere come continuo transito verso la morte, quell’ora di notte appare il simbolo del buio metafsico che lo circonda, il suono del mandolino diviene la voce della vita assurda e tuttavia affascinante. Il discorso dell’uomo dal fore in bocca è tutto fondato su un paradosso sofferto e angoscioso. Egli ha compreso l’assoluta vanità della vita quotidiana e borghese, la sua falsità, la suo inconsistenza e tuttavia sente che fuori della relatività di queste forme sociali, c’è soltanto il vuoto, il nulla o forse una realtà più vera e più grande, che però ci schiaccia e ci respinge. Di qui il suo protendersi verso la vita di tutti, nell’angoscia insopportabile della sua condanna e della sua solitudine.
Persone del dialogo:
L'uomo dal fore in bocca
Un pacifco avventore.
N. B. - Verso la fne, ai luoghi indicati, sporgerà due volte il capo dal cantone un'ombra di donna, vestita di nero, con un vecchio cappellino dalle piume piangenti.
Tratto dalle Cosmicomiche (1965), raccolta di racconti ironici sull’origine e l’evoluzione dell’Universo, Tutto in un punto, narra come, attraverso il “big bang” (la “grande esplosione”), da una concentrazione di materia, in cui tutto e indistinguibile e fuso insieme, siano nate le stelle, le galassie e i sistemi solari. In quel “punto” della storia umana che la nostra immaginazione raffigura a fatica nonostante le spiegazioni della scienza, Calvino colloca mitici abitanti animati da simpatie e antipatie, amori e invidie, pregiudizi e impulsi generosi, quasi come in un condominio troppo affollato, dove tutti parlano e sparlano degli altri. In mezzo a questo caos originario, un piccolo gesto scatena il cambiamento da cui nasce il cosmo. E una spiegazione fantastica per raccontare l’improvvisa esplosione ed espansione dell’universo, che avviene grazie a una bella signora sorridente e vitale che decide di fare le tagliatelle. Qui il testo da Rizzoli Education.
Undercover Vampire Policeman di Chris Zabriskie è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribution 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Fonte: http://chriszabriskie.com/uvp/
Artista: http://chriszabriskie.com/
Questo tema offre la possibilità di approfondire il teatro da un altro punto di vista: l’opera teatrale fruita via etere, attraverso la Radio. Il testo teatrale viene appositamente scritto per il mezzo radiofonico e non riadattato, cioè trasposto dal palcoscenico alla radio, come lo sono stati i primi esperimenti italiani in questo campo. In Italia l’URI: Unione radiofonica Italiana è «la prima società concessionaria della radiodiffusione italiana», fondata nell’agosto del 1924, sette mesi dopo l’andata in onda del primo radiodramma. «URI: Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: Stazione di Roma. Lunghezza d’onda: metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera [...]»1. Il 6 ottobre 1924, alle ore 21.00, la voce di Ines Viviani Donarelli, inaugura la «prima stazione radiofonica italiana» e il neonato ente radiofonico fa il suo debutto nel panorama sonoro internazionale. Nasce quindi, da un’idea del regista Marco Panfili, una sorta di restituzione in pillole di storia del teatro alla radio, unendo passato e presente. Questo viaggio nel tempo si tesse intorno al primo Radiodramma trasmesso via etere “Danger”, dell’inglese Richard Hughes, trasmesso dalla BBC nel gennaio del 1924. È la storia di tre persone che si ritrovano intrappolate nel sottosuolo, durante una visita in miniera. È nel buio che i protagonisti aprono gli occhi sulle loro vite, confrontandosi con le proprie paure e ambizioni. “Danger” è anche un confronto generazionale sul senso della vita. Una storia breve dalla duplice profondità: non soltanto per l'ambientazione nelle viscere della terra, ma anche per la morale che, implicitamente, ci restituisce. Di fronte ad eventi eccezionali, il saper reagire con lucidità e freddezza è segno di saggezza e riconoscenza per ciò che la vita ci dà.
Prodotto dalla compagnia Arte Dintorni.
Proposto al festival teatrale: “Concorso Nazionale di Radiodramma”, organizzato dalla FITA Federazione Italiana Teatro Amatoriale.
Vincitori secondo posto.
SI CONSIGLIA ASCOLTO STEREO!
Se questo è un uomo è un'opera memorialistica di Primo Levi scritta tra il dicembre 1945 e il gennaio 1947. Rappresenta la coinvolgente ma meditata testimonianza di quanto vissuto dall'autore nel campo di concentramento di Auschwitz. Levi sopravvisse infatti alla deportazione nel campo di Monowitz, lager satellite del complesso di Auschwitz e sede dell'impianto Buna-Werke proprietà della I.G. Farben. Fonte Wikipedia
Capitolo 3, del romanzo dello scrittore cileno Luis Sepulveda "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"
Tratto da: "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" di Luis Sepulveda - Istrici d'oro - Salani editore - Traduzione Ilide Carmignani
PARTE PRIMA - CAPITOLO TERZO - Amburgo in vista
Il gigante egoista è una fiaba tratta da "Il Principe felice e altre storie" di Oscar Wilde - Oscar Classici Mondadori - traduzione e introduzione Masolino d'Amico. Voce Marco Panfili.
Dalla quarta di copertina: "Il principe felice e altre storie raccolte in questo volume per divertire e far riflettere i suoi figli. Con queste squisite fiabe, infatti, raccontava loro qualche cosa di più che storie di principi, giganti e usignoli, soffermandosi piuttosto sulla vita e sul modo giusto di viverla e nel fare ciò poneva in esse tale e tanta tenerezza da renderle indimenticabili. Si Tratta, in effetti, di fiabe senza età, corredate da una serie di illustrazioni prese da edizioni celebri dell'Ottocento, che sembrano scritte per chiunque è o è stato fanciullo - nel più completo senso del termine - ed è abbastanza saggio o fortunato da aver conservato un poco dell'incomparabile freschezza che da sempre contraddistingue l'infanzia."
Laid Back Guitars di Kevin MacLeod è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1100181 Artista: http://incompetech.com/
Breve monologo teatrale dell'attore e scrittore tedesco Karl Valentin. "Lettera d'amore" da "Tingeltangel" - Ed. Adelphi - a cura di Mara Fazio. Voce Marco Panfili
Breve monologo teatrale dell'attore e scrittore tedesco Karl Valentin. "Lettera d'amore" da "Tingeltangel" - Ed. Adelphi - a cura di Mara Fazio. Voce Marco Panfili
Dalla IV di copertina: La comicità più singolare che da tempo ormai si vedesse sulla scena: una danza infernale della ragione attorno ai due poli della follia: così Tucholsky ogni sera, perlopiù nei Tingeltangel bavaresi, locali fumosi, ingombri di sedie tavolini con lastre di marmo, un pubblico di piccoli impiegati, casalinghe, commercianti applaudiva le apparizioni della sua silhouettes allampanata, che subito provocava “un'incessante risata interiore”, di una specie però che non ha nulla di particolarmente bonario. Ma negli Anni Venti, mescolati a quel pubblico variegato, si entusiasmavano per Valentin anche essere così diversi come Brecht e Hesse, Tucholsky e Polgar. La sua “clownerie metafisica” gli aveva fatto inventare, quasi senza accorgersene, ciò che decenni dopo, con qualche pomposità, sarebbe stato chiamato il “teatro dell'assurdo”. E le sue scene e monologhi, ricamati sull'esasperazione, apparivano come una grandiosa conferma della “inadeguatezza di tutte le cose, compresi noi stessi” (diceva Brecht, ma curiosamente anche Hesse vedeva in Valentin il disvelatore di una radicale “inadeguatezza”). Davanti alla faccia di Valentin, come davanti a quella di Buster Keaton o di Totò ci sentiamo scossi, al tempo stesso, dalla commozione e dal riso. Ed è difficile guardarlo, o leggerlo, senza essere contagiati dalla sua insondabile perplessità, in cui Polgar riconosceva “un frammento della perplessità ancestrale propria della creatura umana per il fatto di esistere”. Scritti in un saporoso bavarese, i testi di scena di Karl Valentin conservano intatta la sua comicità, come una mosca nell'ambra: ne presentiamo qui per la prima volta una scelta dove sono rappresentati i suoi vari generi, dal monologo alla scena a due, alle piccole commedie. A cura di Mara Fazio
La lupa è una novella di Giovanni Verga. Fu inclusa nella raccolta Vita dei campi e pubblicata presso Treves nel 1880. Voce Marco Panfili
La "lupa" del titolo è una donna caratterizzata da un'alta voracità sessuale, che arriva ad adescare un giovanotto e convincerlo a sposare la figlia solo per poterlo avere in casa con sé. Il protagonista, esasperato dalle attenzioni della donna e dalla volontà di essere fedele alla moglie, arriverà a uccidere la lupa. (Fonte Wikiedia)
Link alla scheda analisi della novella su Zanichelli.it
"Il viaggio" è tratto da "I Fiori del Male" di Charles Baudelaire. Dedicato al grande M° Franco Battiato nel giorno della sua scomparsa, il 18 maggio 2021. Trad. di A. Bertolucci, Garzanti, Milano, 1975 - Voce Marco Panfili.
Componimento, scritto nel 1859, fu pubblicato nel 1861 nella sezione intitolata La morte. È formato da otto parti, di cui presentiamo le ultime due (i versi 109-144 dell’originale), particolarmente significative per il tema dell’esistenza come viaggio verso la morte, la quale spalanca porte verso universi sconosciuti. Le quartine sono in versi sciolti, l’originale francese è in versi alessandrini a rima alternata. VII Che amara conoscenza si ricava dai viaggi! Oggi e ieri e domani e sempre il mondo monotono e meschino ci mostra quel che siamo: un’isola d’orrore in un mare di noia. 5 È il caso di partire? di restare? Rimani se puoi, parti se devi. Chi corre, chi s’appiatta per ingannare il Tempo, belva attenta e funesta… C’è qualcuno che, ahimé, non ha riposo, apostolo o Ebreo errante, e per sfuggire 10 all’infame reziario non gli basta né treno né veliero, e chi lo ammazza senza nemmeno uscire dal suo buco. Quando infine col piede ci calcherà la schiena noi spereremo ancora, e grideremo «Avanti!»; 15 e così come un tempo partimmo per la Cina, lo sguardo fisso al largo, il vento nei capelli, sul mare delle Tenebre ci sapremo imbarcare col cuore di chi è giovane e lieto di viaggiare. Sentite queste voci funebri e affascinanti 20 cantare: «Svelti, entrate da questa parte, voi che il Loto profumato volete assaporare! Qui i frutti si vendemmiano che brama il vostro cuore e sanno di miracolo; qui si coglie l’ebbrezza di questo strano, dolce pomeriggio infinito!»
#francobattiato #baudelaire #ilviaggio
6. La vendetta del cane – 1913
Prima pubblicazione: Corriere della Sera, 13 marzo 1913, poi in Un cavallo nella luna, Treves Milano 1918.
Novella dalla Raccolta “Donna Mimma” (1925)
https://www.pirandelloweb.com/la-vendetta-del-cane/
"Senza sapere né come né perché, Jaco Naca s’era trovato un bel giorno padrone di tutta la poggiata a solatio sotto la città, da cui si godeva la veduta magnifica dell’aperta campagna svariata di poggi e di valli e di piani, col mare in fondo, lontano, dopo tanto verde, azzurro nella linea dell’orizzonte.
Un signore forestiere, con una gamba di legno che gli cigolava a ogni passo, gli s’era presentato, tre anni addietro, tutto in sudore, in un podere nella vallatella di Sant’Anna infetta dalla malaria, ov’egli stava in qualità di garzone, ingiallito dalle febbri, coi brividi per le ossa e le orecchie ronzanti dal chinino; e gli aveva annunziato che da minuziose ricerche negli archivi era venuto a sapere che quella poggiata lì, creduta finora senza padrone, apparteneva a lui: se gliene voleva vendere una parte, per certi suoi disegni ancora in aria, gliel’avrebbe pagata secondo la stima d’un perito."
[...]
Marcovaldo al supermarket è la novella n. 16 della stagione dell'inverno; Tratto da: Marcovaldo, ovvero le stagioni in città, scritto da Italo Calvino.
Sinossi
Inverno - Marcovaldo al supermarket
Ogni giorno dopo il lavoro, Marcovaldo si reca con tutta la famiglia al supermarket ma, non avendo soldi, si limita a girare per i reparti senza comprare nulla. Durante una delle peregrinazioni, a Marcovaldo e ai suoi viene l’impulso di riempire il carrello solo per il gusto di averlo pieno. Quando viene annunciata l’imminente chiusura del supermarket, la famiglia si precipita a svuotare i carrelli. Ma la tentazione di tenerli pieni è troppo forte e così più li svuotano e più li riempiono. Arriva la chiusura e Marcovaldo nota che in una parte del supermarket sono in corso lavori di ampliamento: per evitare altre tentazioni, non resta che vuotare i carrelli nella benna di una gru.
"Canto alla luna" è una poesia di Alda Merini da "Vuoto d'amore" - Torino, Einaudi 1991 - Oggi è luna piena - Voce recitante Marco Panfili
dall'Enciclopedia Treccani:
Merini, Alda. - Poetessa italiana (Milano 1931 - ivi 2009). Annoverata tra le maggiori voci poetiche del Novecento, esordì con due liriche pubblicate da G. Spagnoletti nell'Antologia della poesia italiana 1909-1949 (1950); nello stesso periodo frequentò G. Manganelli e S. Quasimodo. Al 1953 risale il suo primo volume di versi, La presenza di Orfeo, in cui già si manifesta l'intreccio di temi erotici e mistici caratteristico della sua produzione. Dopo Tu sei Pietro (1961) ebbe inizio un silenzio artistico durato vent'anni. Nel 1984 diede alle stampe una delle raccolte più importanti, La Terra Santa, seguita da L'altra verità. Diario di una diversa (1986). Con Ballate non pagate (1995) ha vinto il premio Viareggio. Ha pubblicato ancora: Clinica dell'abbandono (2003), in due volumi che raccolgono poesie scritte negli anni Novanta e componimenti successivi; Nel cerchio di un pensiero (teatro per voce sola) (2005), raccolta di poesie dettate per telefono a M. Campedelli; La carne degli angeli (2007). Autrice anche di prose (tra le quali Delirio amoroso, 1989; La vita facile, 1996), M. ha ottenuto vari riconoscimenti ed è stata candidata al premio Nobel per la letteratura dall'Académie française (1996) e dal Pen Club Italiano (2001). Nel 2019 la figlia Emanuela Carniti ha ricostruito la complessa vicenda umana della poetessa nel'intenso testo biografico Alda Merini, mia madre.
#lunapiena
Il monologo di un Diavolo lucidamente critico sulla strada intrapresa dall'umanità. Tratto dallo spettacolo teatrale "Uomo e superuomo" di George Bernard Shaw.
"Uomo e superuomo, è una complessa vicenda la cui tesi fondamentale è la contrapposizione tra l'individualismo estremo dell'uomo "tradizionale" (più esattamente: quello formatosi attraverso il Rinascimento e l'Illuminismo) e un uomo nuovo concepito come membro di una "società" e di un "genere". Nella storia, spicca un lungo intermezzo che si svolge in un Oltretomba, in cui il protagonista viene identificato in un Don Giovanni che discute con il Diavolo - tra altre e difficilmente riassumibili cose - sul valore del progresso."
#Teatro #monologo #podcast
Dalla quarta di copertina:
<<Oscar Wilde, autore in possesso di una straordinaria versalità creativa, inventò Il principe felice e altre storie raccolte in questo volume per divertire e far riflettere i suoi figli. Con queste squisite fiabe, infatti, raccontava loro qualche cosa di più che storie di principi, giganti e usignoli, soffermandosi piuttosto sulla vita e sul modo giusto di viverla e nel fare ciò poneva in esse tale e tanta tenerezza da renderle indimenticabili. Si Tratta, in effetti, di fiabe senza età, corredate da una serie di illustrazioni prese da edizioni celebri dell'Ottocento, che sembrano scritte per chiunque è o è stato fanciullo - nel più completo senso del termine - ed è abbastanza saggio o fortunato da aver conservato un poco dell'incomparabile freschezza che da sempre contraddistingue l'infanzia.>>
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