Giocare a calcio, in un paese come l'Italia, non è un'esperienza poi così insolita. Essere donna e giocare a calcio, in un paese come l'Italia, invece, è sicuramente un'esperienza molto insolita.
Perché non sempre vieni presa sul serio quando dici che sei una calciatrice. Perché, quando sei bambina, capita spesso di non avere a disposizione nemmeno il pallone per giocare, figurarsi l'acqua calda per la doccia a fine allenamento o il pullman per le trasferte da ragazza. Il calcio maschile, ricchissimo e attrezzatissimo, è lontano anni luce da questo mondo fatto di campi in terra battuta, trasferte in macchina di notte e rimborsi spese a 0 euro.
Eppure, alcuni (molto pochi, per la verità) anni fa qualcosa è cambiato: il calcio femminile è stato riconosciuto sport professionistico e molte società di serie A hanno iniziato ad affiancare alle squadre maschili anche quelle femminili, dotandole di molti dei servizi una volta riservati soltanto ai colleghi maschi. Insomma, una rivoluzione.
Come hanno vissuto questi cambiamenti epocali le calciatrici? Come si sono sentite quando finalmente hanno avuto, per esempio, un fisioterapista a disposizione soltanto per loro o sono potute andare in ritiro prima di una partita? Loro che, fino a poco tempo prima, non avevano "davvero nulla"?
In questa puntata abbiamo fatto un viaggio in uno sport per noi inedito, guidati dalla passione, dall'entusiasmo e dalla sensibilità di Francesca Vitale: ex calciatrice di Milan, Inter e Fiorentina, che nella sua carriera ha vissuto il "nulla" del calcio femminile agli inizi, ma anche il privilegio di poter vivere facendo ciò che più si ama, ovvero il proprio sport.
Francesca ha attraversato le diverse fasi della storia recente del calcio femminile, vivendo esperienze forti e segnanti sia positive, come giocare per i club più importanti d'Italia, sia negative, come gli infortuni al ginocchio che l'hanno infine convinta ad abbandonare il campo. E ora che ha smesso? Come vive la sua quotidianità? Come e dove trova gli stessi stimoli che prima le dava il calcio? Si può reimparare a vivere una vita senza l'erba del campo, senza la palla, senza il calcio giocato?
Scopriamolo insieme a Francesca!
" La bellezza di un corpo non sta nella sua apparenza ma in ciò che esso può e sa fare".
Questa è una delle frasi preferite di Andrea De Beni, ovvero l'ospite di questa nostra puntata, che non è soltanto una persona davvero speciale per i suoi mille talenti, la sua simpatia e auto-ironia, la sua storia, la sua passione per lo sport e per la vita, la sua inesauribile voglia di fare e di fare bene.
Andrea, infatti, oltre a essere una moltitudine di cose diverse - tutte complesse e bellissime - è soprattutto una persona che potresti stare ad ascoltare per ore, per la sua capacità di trasmettere emozioni e scosse di energia positiva, per la tenerezza che trasuda quando parla della sua famiglia e la determinazione che emerge quando racconta del suo percorso personale, delle sfide passate e di quelle quotidiane, di ciò che vorrebbe ci fosse nel suo futuro.
Andrea è una persona, o forse è molte persone diverse che convivono in un unico corpo, in una mente, in un cuore. E noi abbiamo voluto provare a raccontarvele tutte in questa che è una chiacchierata che ci porteremo dentro per tanto, tanto tempo.
Buon ascolto!
Fino a oggi, nel salottino di Gulliver abbiamo sempre parlato con atlete e atleti, ma mai con chi si trova "dall'altra parte della barricata".
Invece, in questo episodio abbiamo provato a fare qualcosa di diverso, qualcosa che volevamo fare da tanto tempo senza però aver mai trovato l'interlocutore giusto. Ebbene, nel settimo episodio della terza stagione, abbiamo affrontato il tema della vita oltre lo sport e di ciò che gli atleti possono fare al termine della loro carriera con chi è abituato a gestire gli atleti DURANTE la loro carriera, ovvero... i procuratori!
E abbiamo avuto la fortuna di farlo con due persone di indubbio spessore e notevoli capacità, e cioè i fondatori della più importante agenzia italiana di rugby, Italian Sport Consulting.
Ascolta l'ultimo episodio di Gulliver, anche questo creato in collaborazione proprio con gli amici diItalian Sport Consulting!
Cosa può comportare, nella carriera e nella vita di una giovane promessa del rugby, un gravissimo infortunio che ti costringe a 2 anni di assenza dai campi? E come può essere conciliata la passione per la palla ovale, per l'agonismo e per il fango (ebbene sì, anche per quello!) con la volontà - consapevolmente ferrea - di studiare e di formarsi per la propria vita oltre lo sport?
Perché lo sport, pur essendo un'attività totalizzante e di una bellezza unica come poche altre al mondo, dovrebbe necessariamente lasciare spazio anche per il tanto "altro" che esiste e che può essere sperimentato da parte di un atleta professionista nella propria vita?
Scopriamolo in compagnia di Edoardo Padovani e Marco Filippucci: due storie tanto diverse tra loro, ma per questo motivo assolutamente preziose e da ascoltare fino in fondo.
Questo episodio è stato creato in collaborazione con Italian Sport Consulting!
Facciamo un tuffo nel mondo del rugby! E lo facciamo attraverso tre episodi in compagnia di sei diversi ospiti, tutti provenienti da questo fantastico sport e con storie uniche, profonde, significative.
Cominciamo con Tommaso Benvenuti e Gonzalo Canale: due fortissimi ex rugbisti, con carriere simili ma percorsi personale decisamente diversi tra loro, che oggi hanno in comune il mestiere di procuratore: dagli inizi, supportati e spronati dalle rispettive famiglie, agli anni di professionismo in giro per il mondo, la maglia della Nazionale Italiana, le esperienze all'estero fino ad arrivare al post carriera e alle scelte del passato che oggi definiscono il loro presente... e il loro futuro.
Scopri come lo sport è capace di unire mondi e persone apparentemente distanti tra loro e creare legami unici.
Questo episodio è stato creato in collaborazione con Italian Sport Consulting!
Soft skills: indubbiamente una delle (se non LA) buzzwords degli ultimi anni. Se ne parla sempre, ovunque - in alcuni casi a sproposito e in altri con cognizione di causa - e molto spesso lo si fa in relazione all'ambito sportivo e ad atleti e atlete.
Ma sappiamo davvero cosa intendiamo con soft skills o, in italiano, competenze trasversali? Ma soprattutto, sappiamo come riconoscerle e come sfruttarle al meglio? Se sei un atleta, potrebbero essere davvero una grande risorsa per la tua vita oltre lo sport.
Via con la quinta delle Pillole di Prelo: soft skills.
Una rubrica in collaborazione con Franco Prelazzi.
A chi piacere ricevere delle critiche? Forse davvero a nessun*, a meno di strane patologie masochiste.
In effetti, forse la domanda giusta sarebbe: come dovremmo gestire le critiche che riceviamo e in che modo possiamo trarne il meglio per noi, in qualsiasi ambito?
Scopriamolo nella quarta delle Pillole di Prelo: critiche.
Una rubrica in collaborazione con Franco Prelazzi.
Vi sarà capitato, nella vita come sul lavoro o nello sport, di dover affrontare e gestire un leader (leggasi: capo o capa) che non rispecchiava esattamente il modello del manager - o del capitano - perfetto.
Cosa fare? Come ci saremmo dovuti comportare? Come possiamo continuare a fare il nostro lavoro o portare avanti una relazione, sopportando e possibilmente superando le difficoltà che un "cattivo esempio" o una errata gestione possono determinare?
Scopriamo la terza delle Pillole di Prelo: leader negativo.
Una rubrica in collaborazione con Franco Prelazzi.
Ecco la seconda delle nostre Pillole di Prelo: assertività. Come possiamo comunicare al meglio le nostre emozioni e posizioni, sentimenti e volontà in maniera efficace e al fine di ottenere i nostri obiettivi, senza offendere o sovrastare chi abbiamo di fronte?
Un viaggio nella comunicazione assertiva attraverso l'esperienza e gli aneddoti di Prelo!
Una rubrica in collaborazione con Franco Prelazzi.
Inauguriamo la nuova rubrica estiva "Pillole di Prelo"!
Franco Prelazzi è un ex cestista professionista che per più di 20 anni ha giocato in Argentina, Italia e Cile.
Nel 2015 si è ritirato dall'attività sportiva, è tornato a casa sua in Argentina e si è iscritto all'università. Nel 2022 si è laureato in comunicazione sociale con specializzazione in comunicazione interpersonale, leadership e soft skills nelle organizzazioni e oggi collabora con i manager, le aziende e le società sportive per guidarle nella loro crescita umana e professionale.
Con Prelo abbiamo individuato 5 macro argomenti che, a nostro avviso, possono essere utili durante la carriera (e la vita) di atleti e atlete... ma non solo. Unendo una solida teoria accademica all'esperienza ottenuta grazie al lavoro con grandi organizzazioni, il tutto condito da una serie irresistibile di aneddoti di vita sportiva da globetrotter di alto livello, Franco ci guida in un percorso formativo multidisciplinare e sorprendente.
Iniziamo con il primo: l'empatia. Scopri come, governarla, possa aiutarti a guidare la tua carriera e la tua vita!
Silvia Salis, classe 1985, ha consacrato la propria vita sportiva a una disciplina che fino al 1999 è stata preclusa alle atlete e considerata adatta solo per gli uomini: il lancio del martello, specialità dell'atletica leggera in cui forza, esplosività e tecnica si fondono in un gesto tanto bello quanto complesso.
La carriera agonistica di Silvia, sviluppatasi in un mondo prettamente maschile, è stata densa di soddisfazioni, ma anche di momenti difficili, l'ultimo dei quali è coinciso con un infortunio che l'ha privata della possibilità di partecipare alla sua terza Olimpiade. Ed è proprio a questo punto che è iniziata la "seconda vita" di Silvia, che ad oggi ricopre il prestigioso ruolo di vice Presidente Vicario del Coni.
In questa puntata Salis riflette sui valori fondamentali della competizione che possono e devono essere traslati dagli ex atleti nel loro percorso lavorativo tradizionale. Con lei abbiamo parlato di quanto sia importante per gli atleti e le atlete essere consapevoli dell'orizzonte temporale limitato della carriera sportiva agonistica ed essere responsabili nell'iniziare a preparare il terreno per il resto della propria vita con anticipo sul momento del ritiro.
Il suo impegno politico nel Comitato Olimpico la rende inoltre in qualche modo protagonista nel tortuoso percorso che sta lentamente (ma, speriamo, inesorabilmente) avvicinando il mondo dell'istruzione e della formazione a quello dello sport in Italia: lo sport insegna molto a chi lo pratica a livello agonistico e professionale, ma da sole le soft skill non bastano, occorrono competenze e conoscenze specifiche. Per questo il Coni ha varato nel tempo progetti atti a sostenere gli atleti italiani che scelgono e perseguono con serietà la Dual Career.
Una conversazione che ci ha permesso di conoscere una delle personalità femminili più in vista dello sport italiano, che ha condiviso con noi esperienze personali e aspetti istituzionali del proprio percorso nello sport… e nella vita.
Juan Manuel Fernandez, detto Lobito, è uno dei tanti giocatori di basket italo-argentini che hanno saputo conquistare il cuore dei tifosi delle squadre del Belpaese di cui hanno indossato i colori. Garra, astuzia, talento e una passione che trasuda da ogni gesto sul campo… e fuori dal campo.
Gennaio 2022: la carriera di Juan, ormai bandiera di Trieste al suo quinto anno di fila nel capoluogo giuliano, annuncia il suo ritiro, nel pieno della stagione. Qualcosa non va. Sostenuto dalla famiglia, dagli affetti, dalla squadra e dalla società, dopo un viaggio da solo verso l'Argentina da cui manca da più di 4 anni, comincia all'improvviso la sua seconda vita, che diventa un cammino alla scoperta di sé stesso e delle proprie potenzialità oltre lo sport.
Un viaggio che Lobito condivide con noi di Gulliver in una chiacchierata densa di spunti di riflessione: l'importanza del divertimento nello sport (non soltanto professionistico), lo squilibrio tra investimento personale e probabilità di successo a livello giovanile e la rilevanza di quei valori educativi e formativi che soltanto l’attività sportiva è in grado di instillare in atlete e atleti, sono solo alcuni dei temi toccati all’interno di un confronto genuino e trasparente tra ex avversari.
Il percorso di Juan dopo il ritiro è un cammino autentico, fatto di alti e bassi, di cambiamenti, di emozioni contrastanti, di insicurezza, di sostegno dato e ricevuto, di ricerca di identità, ma soprattutto della presa di coscienza che uno sportivo professionista ha un bagaglio di grande valore da portare con sé nella sua seconda vita fuori dal campo.
Maggio 2024, colpo di scena: Juan annuncia il suo ritorno in campo. In attesa di rivederlo sul parquet, gustiamoci la puntata.
Flavio Tranquillo - scrive Wikipedia - è giornalista, scrittore e telecronista sportivo. Una voce inconfondibile, in particolare per gli appassionati di basket. Ma Flavio è innanzitutto un uomo di Sport (con la S maiuscola) ed è principalmente di sport in Italia che abbiamo parlato con lui.
Abbiamo indagato, assieme a una delle penne più autorevoli in materia, contraddizioni e potenzialità dello sport del Belpaese, interrogandoci tra le altre cose sul ruolo dello Stato, della scuola, delle società sportive, dei genitori, dei sindacati dei professionisti, ma anche sulla figura e sul significato degli atleti nello sport e nella società, in Italia e non solo.
Esiste una cultura sportiva in Italia?
Esistono confini chiari e definiti tra lo sport di base e lo sport professionistico?
Perché facciamo così fatica a considerare gli atleti e in generale gli addetti ai lavori del mondo dello sport dei "veri" lavoratori?
Quanto è importante uscire dalla visione idealizzata e favolistica che abbiamo dello sport per far sì che abbia un impatto positivo sulla società?
Perché gli atleti e le atlete, in molti casi, faticano così tanto ad abbandonare il proprio ruolo e a iniziare una nuova vita lontano dal campo?
Così, rispondendo a queste e altre domande, abbiamo provato a immaginare con Flavio "Lo Sport Di Domani", titolo del suo libro che analizza in maniera precisa, disincantata e mai banale lo stato dell'arte attuale e dipinge un futuro possibile, in cui lo sport è un prezioso e valorizzato strumento di formazione per cittadini migliori. Pensando al futuro di tutti, atleti professionisti compresi.
Valentina Marchei, che nel palmares ha due partecipazioni alle Olimpiadi, ha avuto due vite da pattinatrice sul ghiaccio. La seconda, quella che sente più sua, è iniziata quando ha iniziato a pattinare in coppia.
Volare sul ghiaccio assieme a un partner le ha insegnato ad avere fiducia, rispetto e a credere nel lavoro di squadra. Qualità che Valentina sta portando anche nella sua nuova carriera lontano dal ghiacchio, quella che l'ha portata a collaborare prima con la sua Federazione, poi con Discovery per un programma televisivo e infine come Head of Ambassador Programme di Milano-Cortina 2026.
Una seconda carriera brillante, ma non priva di difficoltà. Chiacchierando, Valentina ci racconta di un lungo lavoro di (ri)scoperta delle proprie qualità e attitudini dopo il ritiro forzato dal pattinaggio professionistico, un percorso complesso affrontato con l'aiuto dello stesso preparatore mentale che l'ha seguita lungo il suo cammino sportivo.
Quello di Valentina è un viaggio dentro la propria storia particolare, che inizia con un addio al ghiaccio che coincide con il periodo del COVID-19 e prosegue in crescendo attraverso momenti di riflessione e di crescita personale fino a oggi, con un unico filo conduttore: la ricerca ostinata e consapevole della propria strada.
È in partenza la 3° stagione di Gulliver - Storie di Atleti!
Nonostante i numerosi successi, con la nazionale e con le squadre di club, Luca Vettori non è mai riuscito considerare la pallavolo come il suo unico e principale lavoro. In questa chiacchierata, ci ha raccontato proprio di quanto sia stato difficile trovare un equilibrio tra le sue due anime: quello di sportivo di alto livello, e quella di un ragazzo che voleva continuare gli studi e ha sempre avuto passioni ed interessi che andavano oltre lo sport.
Se dovessimo scegliere un punto di svolta in questo percorso, sarebbe probabilmente il 2013, quando, insieme al suo amico e compagno di squadra Matteo Piano, Luca decide di dare vita a Brododibecchi (dietro alla scelta del nome c’è una storia bellissima...). Quella che nasce come una web radio, uno spazio intimo dove due amici volevano semplicemente condividere a ruota libera pensieri e riflessioni, è diventata oggi un’associazione culturale impegnata nel sociale, che promuove moda e mercato ecosostenibile.
Nel corso degli anni, e proprio grazie a questo progetto, Luca ha finalmente trovato un modo per riappacificare le sue due anime, uno spazio dove lo sport e la cultura possono convivere e dialogare…❤️
Classe 1986, bolognese doc, Sara Sgarzi ha fatto parte della nazionale italiana di nuoto sincronizzato dal 2005 al 2017. "Le olimpiadi sono sempre state il sogno della mia vita" ci ha raccontato "e continuavo a rincorrerle ma mi sfuggivano sempre. Una parte di me voleva che mi dedicassi ad altro, ma qualcosa mi ha tenuto lì. E per fortuna che l’ho ascoltato!” Nel 2016 infatti ha coronato il suo sogno volando a Rio. Nonostante gli impegni in piscina, Sara ha deciso di proseguire gli studi e sono arrivate prima la Laura triennale in Lettere Moderne, poi quella magistrale in Italianistica e Scienze Linguistiche. E poi?! Beh poi c’era un altro sogno da realizzare: scrivere un libro…
Oggi Sara vive a Roma e allena nelle FIAMME ORO. Noi le abbiamo anche chiesto qualche consiglio su come affrontare il momento del ritiro, e ci ha dato una risposta bellissima: “Per conoscersi bisogna mettersi alla prova, fare esperienze e imparare ad ascoltarsi. Quando si termina la propria carriera agonistica è normale e giusto che ci si senta spaesati, è un cambiamento radicale, e ci si deve passare attraverso.”
Michael Mazzacane è cresciuto con un passione profondissima per l’hockey su ghiaccio, per cui ha fatto, e continua a fare, tanti sacrifici. Ha sempre avuto però la piena consapevolezza che questo sport non sarebbe mai potuto essere il suo futuro. E allora, anche grazie alla lungimiranza della sua famiglia, si è dato un altro obiettivo, molto più importante... diventare medico! Ha dovuto rinunciare a qualcosa, certo, ma oggi è un ortopedico e ama la sua professione.
L’hockey rimane per Michael un amore sempre presente e in tanti, anche nel suo approccio al lavoro, gli riconoscono una mentalità "diversa", che lui dice derivi proprio da anni di sacrifici e allenamenti: "Lo sport mi ha dato tantissimo e mi ha formato. Oggi questa mentalità di squadra me la ritrovo nel lavoro."
Piccolo spoiler: no ragazzi, Michael non smette nemmeno l’anno prossimo...♥
Una carriera nella ginnastica, fatta di tanti, tantissimi sacrifici, ripagati però da altrettanti successi: 13 medaglie tra Mondiali, Coppa del Mondo, Europei e Olimpiadi. Una marea di interessi al di là dello sport, e una curiosità infinita, con la voglia costante di confrontarsi e misurarsi con il mondo fuori dalla pedana. Nella nostra chiacchierata con Marta Pagnini c’è tutto questo, ma c’è soprattuto il racconto di una persona che, dopo la carriera agonistica, ha intrapreso un viaggio per ri-trovarsi. Con la consapevolezza che proprio tutte le passioni “extra”, che ha coltivato tra allenamenti e gare, sono state fondamentali per riuscire ad affrontare positivamente le sfide della vita dopo lo sport.
Più di 20 anni di carriera agonistica e diverse presenze con la nazionale italiana di rugby. Poi allenatrice, manager sportivo, consigliera Nazionale e membro della Commissione per lo sviluppo del rugby femminile in Europa nel 2019. Oggi Erika Morri è formatrice e consulente aziendale, nonché founder del progetto internazionale “Wo*men’s rugby land of freedom: chi semina sport raccoglie futuro” (per saperne di più 👉 womensrugbylandoffreedom).
In questa chiacchierata ci ha raccontato dei suoi progetti, e di come utilizzi il rugby e il suo vissuto sportivo, nella sua professione. Abbiamo parlato di come il mindset allenato dallo sport sia il medesimo richiesto dalle aziende, e anche dei valori fondamentali che proprio lo sport dovrebbe avere: sui campi e nelle palestre, l'obiettivo non dev’essere quello di costruire campioni…ma piuttosto, “creare uomini e donne che facciano progredire la nostra società.”