Cosa succede quando un’intelligenza artificiale ci “rispecchia” così bene da farci credere che ci stia davvero ascoltando? In questa puntata, Claudio Ricci e Luca Brizzi analizzano il saggio “Putting ChatGPT on the Couch” di Gary Greenberg (The New Yorker), che racconta una serie di sedute “psicoterapeutiche” con un chatbot chiamato Casper.Attraverso una lettura critica e profonda, esploriamo il potere seduttivo dei modelli linguistici, la simulazione dell’inconscio, i meccanismi di attaccamento, e l’ambivalenza progettuale che costruisce relazione senza reciprocità.Dall’empatia programmata alle responsabilità cliniche, fino alle policy per mitigare rischi di dipendenza e abuso, la puntata propone strategie concrete per progettare frizioni, coltivare agency e non farsi sedurre troppo facilmente.Un episodio denso, provocatorio e necessario, per chi lavora, crea o semplicemente dialoga con l’intelligenza artificiale. 💬🧠
Alcuni utenti raccontano di aver “risvegliato” l’intelligenza artificiale. Ma cosa accade davvero in queste conversazioni? In questa puntata, Claudio Ricci e Luca Brizzi analizzano un saggio pubblicato su LessWrong che esplora i meccanismi psicologici e tecnici dietro queste esperienze: compiacenza del modello, attrattori conversazionali, riflessi cognitivi e illusioni di originalità.Scopriamo come i Large Language Model siano addestrati per massimizzare la piacevolezza e la coerenza, non per dire la verità, e perché questo può portare a una pericolosa confusione tra stile e sostanza, specialmente su idee nuove o tesi non validate.La puntata offre linee guida concrete per usare i modelli in modo responsabile: creatività “a secco”, feedback umano prima dell’IA, ruoli chiari tra assistenza tecnica e pensiero critico.Un episodio prezioso per chi lavora con contenuti originali e vuole evitare l’eco delle proprie convinzioni. 💭🤖Ascoltate, condividete e raccontateci le vostre pratiche per mantenere alta la qualità delle idee.
In questa puntata analizziamo la nuova app Sora 2 di OpenAI, che trasforma la generazione video da strumento creativo a ecosistema sociale, con feed, cameo, remix e ranking algoritmico. Claudio Ricci e Luca Brizzi discutono delle opportunità e dei rischi di questa evoluzione: erosione della verità, tensioni con il copyright, meme-ification, uso malevolo e feedback-loop che privilegiano contenuti a bassa densità informativa.Ma il cuore dell’analisi va oltre: il layer sociale diventa anche motore di addestramento, in grado di fornire dati di preferenza per migliorare la qualità dei modelli video. Tra watermark, C2PA, ranking responsabile e nuove policy, emergono domande cruciali su governance, sicurezza, provenienza e controllo.🎯 Una puntata densissima, con raccomandazioni operative per creator, aziende, piattaforme e utenti. Perché nell’era dell’AI-video, velocità e responsabilità devono viaggiare insieme.Ascoltate, condividete e raccontateci le vostre strategie per distinguere tra reale e sintetico. 🎥🧠
In un mondo dove la produzione di contenuti ha un costo marginale quasi nullo e l'Intelligenza Artificiale è in grado di generare testi, analisi e immagini in pochi secondi, che cosa ci rende davvero unici e insostituibili?Claudio Ricci e Luca Brizzi rispondono partendo da un articolo di Prof G Markets, e identificano tre competenze umane chiave che l’IA non può scalare:- Curation (la capacità di scegliere cosa merita),- Curiosity (l’istinto di esplorare oltre l’utile immediato),- Connectivity (la qualità dei legami che sappiamo creare e custodire).Un episodio ricco di esempi pratici, dati e storie che mostrano come filtrare il rumore, coltivare la serendipità e costruire fiducia siano oggi le vere leve di differenziazione in un contesto sempre più automatizzato.Un ascolto essenziale per chi vuole posizionarsi strategicamente e contribuire attivamente al proprio futuro professionale.
In un mondo in cui l'Intelligenza Artificiale rende accessibile quasi ogni contenuto, il valore si sposta dalla conoscenza alla saggezza. In questa puntata, Claudio Ricci e Luca Brizzi riflettono sul passaggio epocale dal knowledge work al wisdom work, esplorando le tre abilità chiave che faranno la differenza nei team e nelle organizzazioni del futuro: chiarezza emotiva, discernimento e connessione.Partendo da un articolo di Joe Hudson, analizziamo come l’IA stia ridefinendo il concetto di competenza e perché la qualità delle relazioni, delle decisioni e della presenza umana diventi sempre più strategica. Tra pratiche personali, leve organizzative e scelte di design, la puntata propone una nuova infrastruttura del lavoro ad alto impatto.Un episodio per chi guida team, progetta cultura aziendale o vuole costruirsi un vantaggio competitivo che nessuna macchina può replicare.
Cosa accade quando la curva demografica scende, la domanda di cura esplode e il numero di lavoratori si restringe? In questa puntata esploriamo un triangolo cruciale per il futuro delle nostre società: demografia, intelligenza artificiale e politica fiscale.
Claudio Ricci e Luca Brizzi analizzano dati ONU, OCSE e IMF per delineare uno scenario realistico: popolazione che invecchia, produttività da rilanciare, sistemi di welfare sotto pressione. L’IA non è una moda, ma una leva strutturale per recuperare capacità nei settori critici come sanità, long term care e amministrazioni fiscali.
Dai casi d’uso immediati (scribing clinico, triage digitale, robotica assistiva, risk scoring tributario) alle sfide di governance, sicurezza, equità e accountability, la puntata propone una roadmap concreta a 24 mesi per trasformare i guadagni tecnologici in servizi migliori e più accessibili.
Una riflessione sistemica su come “tenere insieme i pezzi” e affrontare le sfide del nostro tempo con lucidità, dati e soluzioni praticabili.
In questo episodio esploriamo come i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) e gli strumenti conversazionali stiano rivoluzionando il nostro modo di imparare, lavorare e accedere alla conoscenza. Claudio Ricci e Luca Brizzi analizzano come queste tecnologie stiano accorciando drasticamente i tempi di apprendimento e rendendo più accessibili anche le competenze più complesse, trasformando ogni interazione in un’occasione formativa personalizzata.Tra le opportunità evidenziate: formazione continua on-demand, accesso inclusivo alla conoscenza, mentoring virtuale, e l’integrazione tra apprendimento e operatività quotidiana. Ma emergono anche limiti e rischi: dipendenza cognitiva, superficialità dell’apprendimento, trasparenza dei dati e nuove sfide etiche.Un episodio che invita a ripensare il concetto stesso di competenza, spostando il focus dal “sapere tutto” al saper valutare, integrare e co-evolvere con le tecnologie emergenti.
In questa puntata analizziamo la diffidenza culturale e psicologica verso l’intelligenza artificiale quando rende più semplice ciò che tradizionalmente richiedeva fatica e sforzo. Claudio Ricci e Luca Brizzi esplorano le radici storiche e sociali di un pregiudizio ancora molto diffuso: l’idea che il “facile” sia meno legittimo, meno autentico o addirittura “disonesto”.Dalla scuola al lavoro, dalla calcolatrice all’IA generativa, attraversiamo bias cognitivi, paure identitarie e resistenze pedagogiche, ponendo una domanda chiave: siamo pronti a ridefinire il concetto di competenza nell’era dei Large Language Models?Una riflessione interdisciplinare che unisce etica, epistemologia e cultura del lavoro, per costruire una nuova narrazione della competenza umana nell’epoca dell’intelligenza artificiale.
In questa puntata di Generazione Futuro, Claudio Ricci e Luca Brizzi esplorano un tema che segna una vera svolta nel mondo fintech: la nascita delle prime istituzioni finanziarie progettate fin dall’origine per essere governate da modelli di intelligenza artificiale.Partendo da una riflessione sull’intervista a Sean Neville (co-fondatore di Circle) pubblicata da TechCrunch, discutiamo vantaggi, rischi e implicazioni sociali di un sistema bancario in cui l’interfaccia è conversazionale, le decisioni sono automatizzate e la fiducia non è più riposta in persone, ma in algoritmi.
L’intelligenza artificiale sta entrando in una nuova fase evolutiva: non basta più scrivere un prompt efficace, occorre saper progettare e modulare il contesto in cui l’IA opera. In questa puntata esploriamo l’affascinante disciplina del Context Engineering, una pratica emergente che consente di aumentare l’efficacia e la coerenza delle risposte dei modelli generativi, definendo obiettivi, tono, ruolo e riferimenti espliciti.
Partendo dalle riflessioni più avanzate sul comportamento dei modelli di linguaggio, Claudio Ricci e Luca Brizzi ci guidano attraverso esempi pratici, strategie avanzate e implicazioni teoriche, mostrando come la capacità di “progettare il contesto” possa trasformare radicalmente il modo in cui interagiamo con l’IA.
🧠 Una puntata per chi vuole andare oltre il semplice prompt, e iniziare a progettare interazioni davvero intelligenti.
Cosa ci dice la psicologia delle nostre reazioni alle macchine intelligenti? In questo episodio speciale, condotto da Sabrina Ratava, psicologa cognitiva, insieme a Luca Brizzi, esploriamo il rapporto emotivo, cognitivo e culturale che gli esseri umani instaurano con l'intelligenza artificiale.Attraverso l’analisi di una meta-ricerca su oltre 80.000 partecipanti, discutiamo perché a volte preferiamo gli umani alle macchine – anche quando queste ultime sono più efficienti – e come la familiarità, il contesto e la cultura influenzano la nostra fiducia (o diffidenza) verso l’IA.Dall’uncanny valley alla minaccia percepita alla nostra autonomia, fino alla progettazione di sistemi capaci di favorire l’accettazione sociale, una riflessione profonda e accessibile sui fattori psicologici che modellano il futuro della convivenza con le intelligenze artificiali.
L’intelligenza artificiale non sta solo automatizzando i processi: sta ridefinendo il cuore stesso delle istituzioni. In questa puntata esploriamo come l’IA sta modificando modelli decisionali, governance, responsabilità e trasparenza nei settori pubblici e privati.Dalla personalizzazione dei servizi sanitari all'uso predittivo nei sistemi giudiziari, dall’inclusione sociale all’efficienza amministrativa, emergono nuove sfide su formazione, etica e controllo democratico. Ma soprattutto: chi è responsabile quando una decisione viene presa da un algoritmo?Un episodio che scende nel cuore delle trasformazioni istituzionali indotte dall’IA e che invita a riflettere sulla necessità di un nuovo patto sociale e culturale per governare in modo responsabile le tecnologie emergenti.
In questa puntata affrontiamo uno dei temi più urgenti e complessi dell’epoca che stiamo vivendo: come cambia il lavoro nell’era dell’intelligenza artificiale? A partire dal report del Think Tank Recomb analizziamo numeri, scenari e implicazioni sociali di questa rivoluzione.Tra rischi di disoccupazione selettiva, emergere di nuove professionalità altamente interdisciplinari e necessità di politiche di reskilling, il mondo del lavoro si trova davanti a una trasformazione profonda. Ma il punto chiave non è solo occupazionale: al centro c’è la capacità di integrare l’IA in modo etico, trasparente e inclusivo, evitando derive di polarizzazione e tutela dei diritti individuali.Un episodio che mette insieme dati, analisi e proposte concrete su come possiamo – e dobbiamo – lavorare con l’IA, senza esserne sopraffatti.
In questa puntata esploriamo un tema cruciale e poco affrontato: il potenziale relazionale dell’intelligenza artificiale generativa. Da strumento individuale a infrastruttura sociale, l’IA può diventare lo spazio in cui si condividono conoscenza, apprendimenti e nuove forme di collaborazione.A partire dalle riflessioni di Sarah Tavel, ci interroghiamo sulla transizione da un modello centrato sull’utente singolo a una visione multiplayer e comunitaria dell’IA. Discutiamo la possibilità di un vero e proprio “social network del prompting”, dove utenti esperti e principianti possano cooperare nella costruzione di ecosistemi cognitivi collettivi. Ma tutto questo richiede trasparenza, fiducia, responsabilità condivisa.Un episodio che apre nuove prospettive sulla natura sociale dell’innovazione tecnologica e ci invita a ripensare le piattaforme di intelligenza artificiale come ambienti per l’apprendimento distribuito e la costruzione di senso.
È davvero sostenibile continuare a costruire modelli di intelligenza artificiale sempre più grandi? In questo episodio analizziamo il saggio di Benedict Evans “The Problem with Better Models” e ci interroghiamo su un punto cruciale per il futuro dell’IA: l’approccio basato sull’ampliamento delle architetture è ancora valido o stiamo entrando in una fase di rendimenti decrescenti?Esploriamo i costi ambientali e politici della “corsa ai parametri”, le implicazioni sulla concentrazione del potere computazionale e le alternative metodologiche possibili: dall’integrazione tra IA simbolica e neurale alla valorizzazione di modelli distribuiti e contestuali.Parliamo anche di governance, equità nell’accesso, rischi di bias e sovranità tecnologica, con uno sguardo attento al ruolo dell’open source e delle istituzioni pubbliche.Una puntata densa e strategica per capire cosa sta davvero dietro al “progresso” dell’intelligenza artificiale.
ChatGPT migliora davvero l’apprendimento? In questo episodio esaminiamo i risultati di uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour che analizza l’impatto del modello sugli studenti.Parliamo di performance accademiche, sviluppo del pensiero critico, percezione dello studio e delle sfide etiche che l’adozione dell’IA comporta in ambito educativo.Tra rischi di dipendenza, necessità di monitoraggio e opportunità di personalizzazione, emerge un quadro complesso che richiede formazione, progettazione didattica consapevole e una cultura digitale matura.Un episodio fondamentale per insegnanti, studenti e decisori.
Licenziamenti silenziosi, marginalizzazione di intere categorie e ruoli entry-level che scompaiono: l’IA sta davvero cambiando il mondo del lavoro? In questo episodio affrontiamo una crisi già in atto, analizzando il caso emblematico di Duolingo e l’impatto sistemico dell’adozione indiscriminata di modelli generativi.Approfondiamo i rischi legati alla narrazione “AI-first” come strategia di governance, le conseguenze sulla formazione dei giovani e le risposte possibili – normative, sindacali ed educative – per costruire un’innovazione sostenibile.Un episodio necessario per chi vuole capire il futuro (già presente) del lavoro.
Siamo davvero pronti a considerare l’intelligenza artificiale come una tecnologia “normale”? In questo episodio analizziamo il concetto di “normalizzazione” dell’IA, proponendo un parallelo con l’introduzione di tecnologie storiche come l’elettricità o Internet.Discutiamo le insidie del “tecno-pessimismo” e del “tecno-soluzionismo”, esaminiamo le sfide di governance e riflettiamo sul ruolo fondamentale dell’educazione critica e della costruzione di nuove istituzioni democratiche in grado di regolare l’uso dell’IA.Una puntata che invita a superare il sensazionalismo e a costruire basi solide per un’innovazione al servizio di tutti.
L’intelligenza artificiale non è solo uno strumento: può diventare parte integrante del nostro modo di lavorare, pensare e creare. In questa puntata introduciamo il concetto di superagenzia, un modello organizzativo in cui ogni professionista è potenziato da sistemi intelligenti, senza perdere il controllo umano sul processo decisionale.Parliamo di infrastrutture cognitive, nuovi ruoli, leadership distribuita e cultura della collaborazione tra uomo e macchina.Una riflessione concreta, strategica e visionaria su come progettare il lavoro di domani – e su come prepararci, oggi, a viverlo da protagonisti.Per chi crede che l’IA non debba sostituire l’umano, ma renderlo migliore.
Cosa rende l’esperienza umana unica e irriducibile? In questo episodio esploriamo i confini tra intelligenza artificiale e coscienza, ispirandoci alle riflessioni del fisico e scrittore Alan Lightman.Attraverso i temi della soggettività, dell’amore, del dolore e della spiritualità laica, ci chiediamo cosa possa essere imitato da un algoritmo e cosa invece resti esclusivo dell’interiorità umana.Una conversazione che intreccia scienza, filosofia e introspezione, per comprendere se – e come – la nostra umanità possa resistere in un mondo sempre più automatizzato.Un episodio denso, emozionale e necessario per chi vuole andare oltre la superficie dell’IA.