Di recente si è appreso che la Presidente del Consiglio del nostro paese ha concluso un accordo con Edi Rama, il Premier albanese, per la realizzazione in Albania di due centri per il rimpatrio dove trasferire i migranti che siano stati soccorsi in mare da navi militari italiane.
L’Albania metterà, dietro compenso, alcune aree del suo territorio a disposizione dell’Italia che poi gestirà a proprie spese i centri per l’identificazione e il rimpatrio che vi verranno costruiti. In un anno dovrebbero transitare in queste nuove strutture detentive, sotto giurisdizione italiana ma con “sorveglianza esterna”, circa 36.000 persone.
Il notevole aumento degli arrivi di migranti in questi ultimi mesi ha mandato totalmente in tilt il governo italiano, nonostante i numeri non siano poi così diversi da quelli registrati nel 2015-2016.
Questo è il governo che aveva dichiarato che la lotta contro l’immigrazione “clandestina” sarebbe stata senza frontiere e che i trafficanti di esseri umani sarebbero stati inseguiti e catturati su tutto l’orbe terracqueo.
Episodio speciale a cura di Martina Marcuccetti e Sara Mariani.
All’interno dell’Unione Europea, la comunità LGBTQIA+ è ancora oggetto di odio e violenza e, ancora oggi, gli Stati membri presentano atteggiamenti contrastanti e ambigui riguardo al riconoscimento dei diritti dei richiedenti asilo LGBTQIA+.
Bibliografia
– Aidi, S., Comunità lgbtqia+ e migrazioni: il diritto all’autodeterminazione, su «piuculture», 31 maggio 2023.
https://www.piuculture.it/2023/06/comunita-lgbtqia-e-migrazioni-il-diritto-allautodeterminazione/
– Colombo, M., Pizzetti, B., Vitali, L., La vulnerabilità delle persone migranti e richiedenti asilo. Guida pratica, Brescia, 2022.
– D’Elia, R., Gay Help Line per le richieste di protezione internazionale, su «piuculture», 22 giugno 2022.
https://www.piuculture.it/2022/06/gay-help-line-migranti-lgbtqi-richiesta-di-protezione-internazionale/
– Epsilon, Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender And Migrant: A European Story Of Discrimination And Empowerment, United Kingdom, 2018.
https://www.epsilonproject.eu/final-epsilon-project-report-and-training-launched-making-lgbt-migrant-and-refugees-voices-stronger/
– International Lesbian and Gay Association (ILGA), State-Sponsored Homophobia 2020: Global Legislation Overview Update, dicembre 2020.
https://ilga.org/downloads/ILGA_World_State_Sponsored_Homophobia_report_global_legislation_overview_update_December_2020.pdf
– Lanni, A., L’omofobia e i rifugiati Lgbti, su «UNHCR Italia». https://www.unhcr.org/it/risorse/carta-di-roma/fact-checking/lomofobia-rifugiati-lgbti/
– Liboni, L., L., Mille baci: rifugiati Lgbti in Italia, fra ostacoli e buone pratiche, 26 luglio 2018, su «openmigration».
https://openmigration.org/analisi/mille-baci-rifugiati-lgbti-in-italia-fra-ostacoli-e-buone-pratiche/
– Manetti, C., Essere omosessuale è un crimine in 69 Paesi del mondo, su «Lasvolta», 6 giugno 2022.
https://www.lasvolta.it/2107/essere-omosessuale-e-un-crimine-in-69-paesi-del-mondo
– Parlamento Europeo, Proposta di risoluzione sulla depenalizzazione universale dell’omosessualità, alla luce dei recenti sviluppi in Uganda – B9-0223/2023, 18 aprile 2023.
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/B-9-2023-0223_IT.html
– Parlamento Italiano, Testo unico sull’immigrazione – D.Lgs. n. 286/1998, aggiornato al 5 luglio 2023.
https://www.altalex.com/documents/codici-altalex/2014/04/09/testo-unico-sull-immigrazione
https://www.quore.org/richiedenti-asilo-rifugiati-omosessuali-accoglienza-raro-lgbt/
Un’inchiesta realizzata dalla rivista Altreconomia nei Centri per il rimpatrio (CPR) ha dimostrato che in queste strutture vengono somministrate grandi quantità di psicofarmaci ai migranti che vi sono detenuti.
In seguito alla presentazione il 06 aprile 2023 alla Camera dell’inchiesta, dal titolo Rinchiusi e sedati, alcuni deputati dell’opposizione hanno presentato un’interrogazione parlamentare per sollecitare il Ministro dell’Interno Piantedosi e quello della Salute Schillaci a fornire spiegazioni in proposito.
Di fronte ai tragici naufragi nel Mediterraneo, che si stanno verificando con sempre maggior frequenza, la politica migratoria dell’Unione Europea si concentra al momento solo su un obiettivo: fermare con qualsiasi mezzo i migranti. Obiettivo, come la storia recente ci insegna, irraggiungibile. Eppure un sistema per evitare le morti in mare ci sarebbe: basterebbe ripristinare una missione navale europea per soccorrere i naufraghi e portarli in salvo, permettendo, a chi ne ha diritto, di chiedere l’asilo.
Tante, purtroppo, sono state dal 1996 in poi le stragi di migranti nel Mediterraneo. E ogni volta sentiamo ripetere che la colpa è solo ed esclusivamente degli scafisti che convincono o addirittura costringono le persone a partire e ne organizzano il viaggio. E la soluzione proposta è sempre la stessa: impedire le partenze, difendere le frontiere, “aiutarli a casa loro”.
In seguito al ritiro delle truppe da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, dall’agosto del 2021 in Afghanistan sono tornati al potere i Talebani. L’abbandono improvviso del paese ha lasciato esposti alla vendetta del nuovo governo gli afghani che avevano collaborato con gli USA e gli altri paesi impegnati nel conflitto (tra i quali il nostro); per costoro non è stata effettuata nessun’altra evacuazione dopo quelle realizzate nell’immediato.
La Camera ha definitivamente approvato il decreto Cutro che prevede:
– il taglio della protezione speciale;
– l’aumento dei centri per il rimpatrio e dei relativi tempi di detenzione;
– l’esclusione dei nuovi richiedenti asilo dal Sistema di accoglienza e integrazione (Sai).
Un decreto che, per usare le parole di Ero Straniero, un cartello che riunisce decine di organizzazioni, è «inadeguato, disumano, illegittimo e renderà più difficile la vita delle persone straniere nel nostro paese».
Il 10 Marzo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 20 del 2023, il cosiddetto decreto Cutro, chiamato così perché dovrebbe rappresentare la risposta governativa alla morte di oltre 90 persone, naufragate nelle acque del Mare Ionio.
Il 12 Marzo si è tenuta a Cutro una grande manifestazione di denuncia dell’operato del governo riguardo al mancato salvataggio di un’imbarcazione il cui naufragio ha provocato la morte di oltre 90 persone. Pochi giorni dopo, un’altra imbarcazione naufragava nella zona libica di recupero e salvataggio. Di fronte alla comunicazione da parte della guardia costiera libica di essere impossibilitata ad intervenire, niente si è fatto da parte del governo italiano che si è trincerato dietro il pretesto che quella non era zona di sua competenza...
Le politiche migratorie nella “civile” Europa hanno necessariamente bisogno di strategie di autogiustificazione che rendano socialmente accettabili le atrocità che vengono commesse per tenere lontana un’umanità “indesiderata”. La strategia principale è quella della “costruzione dell’alterità”, ovvero il presentare il migrante come espressione di un’umanità diversa, estranea, la cui caratteristica precipua è la pericolosità, in quanto il migrante minaccia la nostra sicurezza, il nostro benessere, la nostra salute, il nostro sistema di valori.
I dati sul totale dei migranti morti ogni anno nel tentativo di raggiungere le coste europee sono spaventosi. Nel 2022 solo sulle rotte verso la Spagna sono morte o sono scomparse 2.390 persone migranti. Questo dato è fornito dall’organizzazione spagnola Caminando Fronteras, che da vent’anni compie un attento lavoro di monitoraggio sulle rotte migratorie verso la Spagna.
Il 23 gennaio una nuova tragedia si è consumata nel “ghetto” di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, dove, in condizioni di degrado inimmaginabili, vivono circa 1.500 migranti impegnati prevalentemente nel lavoro dei campi. In una delle baracche sono morti, mentre dormivamo, Queen, una ragazza del Ghana, e Ibrahim, un giovane del Gambia, coppia fissa da tempo. La causa? Le esalazioni di un braciere acceso per difendersi dal freddo pungente.
Secondo molti esperti di diritto, il decreto del governo che impone una serie di obblighi alle navi delle ONG (il cosiddetto decreto Piantedosi, dal nome dell'attuale ministro dell'Interno), è incostituzionale e non rispondente al diritto internazionale, per cui non andrebbe convertito in legge. 3 sono gli aspetti principali che vengono messi in discussione.
Qual è il rapporto tra migrazione e crisi climatica? Ne parliamo prendendo come esempio il caso emblematico della Somalia.
Condividiamo con voi l’esperienza di una ragazza vittima di tratta, a partire dal suo racconto alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, dove era arrivata, dopo aver attraversato il Niger, la Libia e il Mediterraneo, nel 2014.
Gli effetti economici della guerra in Ucraina sono particolarmente tragici nei paesi più poveri: per comprendere cosa sta accadendo, partiamo dal caso del Senegal.
Proseguiamo l'analisi delle discriminazioni che i profughi subiscono in Europa, a seconda del loro paese d'origine.
Abbiamo già sottolineato nel precedente episodio come lo straordinario ed eccellente sforzo che l’Europa sta compiendo per accogliere ed integrare milioni di profughi ucraini sia però inquinato da una serie di discriminazioni nei confronti di chi, pur risiedendo in Ucraina, ha una cittadinanza diversa. Approfondiamo oggi questo tema attraverso una serie di esempi concreti di tale discriminazione.
Affrontiamo oggi una questione molto spinosa: gli Ucraini hanno normalmente l’esenzione dal visto se vogliono passare nei paesi confinanti dell’Unione Europea. Nonostante ciò, le autorità polacche hanno continuato a respingere i non Ucraini, non riconoscendo di fatto il diritto universale di sfuggire ad un conflitto.