
Le politiche migratorie nella “civile” Europa hanno necessariamente bisogno di strategie di autogiustificazione che rendano socialmente accettabili le atrocità che vengono commesse per tenere lontana un’umanità “indesiderata”. La strategia principale è quella della “costruzione dell’alterità”, ovvero il presentare il migrante come espressione di un’umanità diversa, estranea, la cui caratteristica precipua è la pericolosità, in quanto il migrante minaccia la nostra sicurezza, il nostro benessere, la nostra salute, il nostro sistema di valori.