Ci sono autori che restano nell’ombra delle loro stesse teorie, travolti da citazioni che li semplificano fino a snaturarli.
Albert Mehrabian è uno di questi.
In questo capitolo lo tiro fuori da quella nebbia, per restituirgli dignità e per capire davvero cosa aveva scoperto sul linguaggio umano.
Prima, però, passo da Palo Alto, dove Paul Watzlawick ci ricorda che non si può non comunicare, nemmeno nel silenzio.
Da lì si apre un viaggio nel cuore del “come” comunichiamo: tra sguardi, toni, gesti, persino nelle e-mail fredde e burocratiche che ogni giorno attraversano le nostre relazioni.
Un capitolo che non parla solo di teoria, ma di presenza. Di quell’alchimia invisibile che trasforma ogni parola in relazione, e ogni gesto in messaggio.
Buon ascolto!
Cosa cerchiamo davvero nelle relazioni?
Dietro parole come empatia, rispetto o condivisione si nasconde un bisogno più profondo, che attraversa culture, età e storie personali: il bisogno di riconoscimento.
In questo capitolo rifletto su ciò che muove ognuno di noi nel rapporto con gli altri, partendo da una semplice domanda fatta sui social e arrivando agli studi di grandi maestri come Spitz, Berne, Benemeglio, Goleman e Stern.
Un viaggio che ci porta a capire perché desideriamo essere visti, ascoltati e compresi, e come l’empatia, più che una qualità innata, sia un dono che si impara - spesso già nei primi sguardi della nostra vita.
Buon ascolto!
In questo terzo capitolo, entro nel cuore di un tema che attraversa ogni relazione autentica: la coerenza.
Parlo di cosa significa davvero “camminare le proprie parole”, ovvero far sì che ciò che diciamo trovi riscontro nei nostri gesti, nelle nostre scelte, nei nostri silenzi.
Racconto quanto sia facile definirsi attraverso ruoli e titoli, e quanto invece sia più profondo riconoscere che siamo anche – e forse soprattutto – il modo in cui gli altri ci percepiscono.
Perché in fondo, non basta sapere chi siamo: serve anche accorgerci di come ci muoviamo nel mondo.
Un viaggio tra identità, relazioni e verità personale, per imparare a camminare sopra le nostre stesse parole, passo dopo passo.
Buon ascolto.
Episodio dopo episodio, questo viaggio continua a esplorare i meccanismi che tengono in vita — o che fanno inciampare — le nostre relazioni.
Nel secondo capitolo di MANUALE PER REALZIONI FONDAMENTALI, mi soffermo su un tema che ci riguarda tutti, anche quando non ce ne accorgiamo: il modo in cui giochiamo con gli altri.
Non parlo solo di sport o di lavoro, ma del gioco quotidiano delle interazioni umane, dove qualcuno vince e qualcun altro perde.
Qui metto in discussione proprio il modello di cui ho parlato nel 1° capitolo, il gioco a somma zero, per aprire la porta a un approccio diverso, più evoluto e più umano: quello a somma diversa da zero.
Tra formiche e formicai, squadre e aziende, si fa strada una riflessione sulla vera intelligenza dei gruppi e su quanto il benessere collettivo influenzi il nostro stesso equilibrio emotivo.
Un invito a spostare lo sguardo dal cortile personale all’insieme dei cortili, per scoprire che quando vinciamo insieme, stiamo meglio tutti.
Buon ascolto.
Il primo capitolo di MANUALE PER REALZIONI FONDAMENTALI si apre con un passo tratto dal libro di Marlo Morgan "... E venne chiamata due cuori".
Uno spunto per parlare del cosiddetto "gioco a somma zero", ovvero una dinamica relazionale in cui uno vince e l'altro perde.
Buon ascolto.
In questo primo episodio, puoi ascoltare, letta da me, l'introduzione al mio primo saggio MANUALE PER RELAZIONI FONDAMENTALI, pubblicato nel 2020 da EDIBOM Edizioni Letterarie e disponibile su Amazon.
Nei prossimi episodi leggerò, uno per uno, tutti i capitoli e avrai a disposizione un audiolibro completo.
Puoi creare tu stesso una playlist per raccogliere tutti gli episodi e averli a portata di ascolto quando vuoi.
Buon ascolto.
Ti è mai capitato di sentirti svuotato dopo una chiacchierata apparentemente innocua?
È il segnale classico di un vampiro energetico, una persona capace di prosciugarti con lamentele, sensi di colpa e manipolazioni sottili.
In questo episodio parliamo di come riconoscerli nelle relazioni, al lavoro e persino in famiglia, e di come difendersi da chi vive succhiando la tua energia vitale.
Buon ascolto.
C’è chi la chiama vizio capitale, chi la considera un veleno dell’anima, ma l’invidia ha un talento unico: riesce a rovinarti la giornata senza regalarti nemmeno mezzo secondo di piacere.
Non ti lascia una torta in più nello stomaco, non ti concede una notte bollente da ricordare: niente di niente. Solo frustrazione e autogol emotivi.
Il bello è che nessuno la confessa. Siamo disposti ad ammettere di essere gelosi, arrabbiati, persino rancorosi… ma invidiosi no. Perché in fondo significa dire: “sono più piccolo, mi sento inferiore”.
Così la nascondiamo, la mascheriamo, facciamo finta che non esista. Intanto però lei lavora, rode, e ci spinge a confrontarci continuamente con chi ha più successo, più soldi o semplicemente un prato più verde.
E allora perché non parlarne apertamente? Perché non smascherare l’invidia e riderci sopra, invece di lasciarla logorare in silenzio?
In questo episodio ti porto dentro i meccanismi nascosti di questa emozione scomoda: vedremo la sua versione tossica, quella che ti fa agire da stupido, ma anche la sua faccia “benigna”, che può perfino aiutarti a crescere.
Preparati, perché qui non si salva nessuno: l’invidia l’abbiamo respirata tutti, almeno una volta.
Buon ascolto!
Quante volte ti sei ritrovato a dire sì quando in realtà volevi dire no?
In questo episodio parto dal paradosso comico di Bartleby lo scrivano per raccontarti quanto sia difficile, e al tempo stesso liberatorio, allenare il muscolo del NO.
Non è solo una questione di lavoro o di tempo: è un atto di rispetto verso i tuoi confini, la tua energia e, alla fine, anche verso gli altri.
Buon ascolto!
Quanto ti blocca la paura del cambiamento?
In questo episodio esploriamo perché restare fermi sembra più sicuro, quando in realtà è la vera prigione. Tra aneddoti concreti e riflessioni sul paradosso dell’immobilismo, scoprirai come la vita ti spinge sempre a cambiare, anche quando tu vorresti solo restare comodo.
Preparati a guardare in faccia la tua paura e a ridere, un po’, delle tue scuse più raffinate.
Buon ascolto!
Che cos’hanno in comune un feto che accarezza il fratello gemello e un tabellone del Monopoly? Molto più di quanto immagini. In questa puntata ti racconto la ricerca che dimostra come siamo naturalmente portati alla cura reciproca… e la storia di un gioco che avrebbe dovuto insegnarci la cooperazione, ma che il mondo ha trasformato in una gara spietata a chi resta in piedi.
Dal grembo materno alle regole dimenticate di Elizabeth Magie, fino alla società della performance di oggi: il filo rosso è sempre lo stesso, la scelta tra ego e comunità. Solo che troppo spesso scegliamo la prima opzione.
Se pensi che il Monopoly sia solo un passatempo da domenica piovosa, preparati: potresti scoprire che in realtà ci stiamo giocando la vita.
Buon ascolto!
Quante volte ti sei ritrovato a fare la mamma di qualcuno che mamma non è? Partner, amici, colleghi, persino vicini di casa… Se ti rivedi in questa scena, potresti avere un po’ della famosa sindrome di Wendy (o della crocerossina, per dirla all’italiana).In questo episodio scoprirai:
Spoiler: più ti prendi carico dei problemi degli altri, meno loro cresceranno… e più tu ti sentirai svuotato.È ora di dire: “basta fare la mamma!”
C’è chi colleziona francobolli, chi tazze, chi calamite… e poi ci sono loro: i collezionisti di bollini emotivi.
Persone che incassano ogni piccola scocciatura con un sorriso zen, accumulano punti in silenzio… fino al giorno del “premio finale”: una discussione epica, spesso scatenata da un dettaglio minuscolo, tipo un pezzo di burro mancante.
In questo episodio ti racconto come funziona la famigerata “tessera del quieto vivere”, perché prima o poi esplode, e come imparare a dire le cose senza trasformare il salotto in un ring.
Buon ascolto!
Ti è mai capitato di essere così immerso in quello che stai facendo da dimenticarti del tempo? Di sentirti perfettamente allineato con te stesso, in uno stato di concentrazione naturale, fluida, potente… quasi magica?
In questo episodio ti porto alla scoperta del FLOW, lo stato di grazia studiato dallo psicologo Mihály Csíkszentmihályi, in cui la mente smette di controllare e tutto fluisce. Scoprirai perché a volte lo raggiungi senza accorgertene, cosa lo ostacola – soprattutto in ambito lavorativo – e quali sono le condizioni per attivarlo.
Parleremo di ansia, noia, divertimento, lavoro, passione, e di come il FLOW sia una chiave straordinaria non solo per essere più produttivo, ma per sentirti veramente vivo.
Se lavori in un team, se crei, se insegni, se sei un professionista o semplicemente vuoi capire meglio come funziona la tua mente nei momenti migliori… questo episodio fa per te.
Buon ascolto.
Essere lasciati dopo un lungo periodo di relazione di coppia non è facile per nessuno perché, al di là dell’ovvio, un rapporto durato per mesi o per anni innesca, inevitabilmente, la dimensione dell’attaccamento, inteso come riconoscimento del partner nella veste di una base sicura, di persona che sa prendersi cura di noi, sa accudirci, capirci, proteggerci, confortarci e perché no, anche coccolarci.
Dopo aver subito un abbondono, molti di noi entrano in trappole disfunzionali che ne amplificano il dolore, anziché lenirlo.
In questo episodio vediamo insieme le 5 più frequenti trappole in cui si ficca l'abbandonato, rendendo più lunga l'elaborazione e la rinascita.
Buon ascolto!
“Nessuno nasce odiando un'altra persona per il colore della sua pelle, il suo passato o la sua religione.”
[Nelson Mandela]
Spesso, quando qualcuno ha un pregiudizio su di noi, ci sentiamo offesi.
Ci infastidisce essere fraintesi, ridotti a un’etichetta. Eppure, quando lo facciamo noi con gli altri, ci sembra solo di “saperla lunga”, perché è più facile andare “a pelle”.
In questo episodio vediamo insieme cosa comporta la pratica del pregiudizio sia in noi stessi sia nelle relazioni, e quanto sia "occidentale" questa abitudine, che in altre culture lontane da noi non esiste proprio.
Buon ascolto!
Penso che tutti abbiano chiaro quali caratteristiche dovrebbe avere un’amicizia degna di questo nome, ma forse non tutti hanno una chiara idea di cosa non dovrebbe essere un’amicizia, di quali comportamenti o atteggiamenti non dovrebbero farne parte, così ho pensato di dartene una lista, che potrebbe esserti utile nel caso tu abbia già qualche dubbio.
Quando un’amicizia è tossica, che sia riconosciuto o meno il suo stato, ha una chiara caratteristica: entrambi gli attori ne portano addosso la responsabilità, promuovendo continui comportamenti che alimentano la tossicità del rapporto.
In questo episodio vediamo alcuni indizi che dovrebbero essere riconosciuti per tempo.
Buon ascolto!
Nonostante il mondo maschile porti con sé ancora oggi un alone di forza, virilità e invulnerabilità ostentata, la psicologia da anni sta parlando di una grave vulnerabilità emotiva anche per gli uomini e il problema di fondo è che questa dimensione viene associata culturalmente allo stereotipo femminile, quindi i maschi tendono a nasconderla con ogni mezzo.
Potremmo, tanto per iniziare, domandarci perché una ragazzina poco femminile negli atteggiamenti venga comunemente etichettata come “maschiaccio”, termine che porta con sé un’aura di simpatia, mentre un ragazzino più sensibile della norma venga chiamato “rammollito” o “femminuccia”, se non peggio.
La psicologia sociale ha dimostrato da anni che esiste, nella maggior parte delle culture patriarcali, una sorta di “vigilanza sulla mascolinità”, che inizia a essere subita sin dalla più giovane età di un bambino, portandolo a notare su se stesso e sugli altri coetanei qualsiasi devianza dalla norma di genere imposta dalla cultura di appartenenza.
In questo episodio vediamo che effetti possono avere queste credenze, nella vita reale, su noi stessi e sulle nostre relazioni.
Buon ascolto!
La tematica del doppio filo che lega la dipendenza e la manipolazione avrebbe bisogno di ore per essere sviluppata con un minimo di senso, tante sono le sfaccettature e le variabili che dipendono dal carattere, dalle proprie antiche ferite e da quella che Jung chiamava OMBRA.
In questo episodio ne parlerò a grandi linee, per cercare di offrire, a chi non ha un’adeguata conoscenza del tema, alcune chiavi di lettura utili ad aprire gli occhi su certi meccanismi, che sembrano normalissimi, ma sono insani ai massimi livelli.
Buon ascolto!
Come life-coach ascolto spesso persone che vivono difficoltà relazionali a causa dei propri comportamenti e a volte, addirittura, non riescono nemmeno a capire di aver sbagliato, di aver ferito l’altro, poiché è molto più facile puntare il dito in una direzione esterna a sé.
Saper chiedere scusa è una vera e propria arte, che sembra patrimonio di pochi nel mondo in cui viviamo.
Ormai è chiaro che un leggero tratto narcisistico di personalità lo abbiamo tutti, chi più chi meno, immersi come siamo in una società che alimenta continuamente l’egolatria, che tende a mettere ognuno di noi al centro e a farlo concentrare, quasi esclusivamente, sui propri bisogni, piuttosto che su quelli degli altri, persone amate comprese.
E forse è proprio questo insieme di fattori, tanto voluto e alimentato continuamente dal capitalismo, a rendere così difficile chiedere scusa quando si sbaglia o si ferisce qualcuno.
In questo episodio vediamo insieme cosa è meglio evitare per offrire delle scuse che abbiano un senso autentico.
Buon ascolto!