Partendo da una piccola disputa sulla proprietà di un prato o da un diverbio sulle capacità dei propri cani, i due continueranno a scambiarsi invettive in un crescendo di battibecchi comici dallo scoppiettante finale. Anche in questo atto unico non ci troviamo di fronte a personalità di rilievo, ma a personaggi che annunciano e talvolta anticipano ridicole figure dai contorni borghesi, esseri puerili, prigionieri di sogni volgari, di ambizioni futili, capaci tutt'al più di piccole rivelazioni, svenimenti e capricciose pulsioni.
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Partendo da una piccola disputa sulla proprietà di un prato o da un diverbio sulle capacità dei propri cani, i due continueranno a scambiarsi invettive in un crescendo di battibecchi comici dallo scoppiettante finale. Anche in questo atto unico non ci troviamo di fronte a personalità di rilievo, ma a personaggi che annunciano e talvolta anticipano ridicole figure dai contorni borghesi, esseri puerili, prigionieri di sogni volgari, di ambizioni futili, capaci tutt'al più di piccole rivelazioni, svenimenti e capricciose pulsioni.
Il Tartufo è un mendicante molto devoto che Orgone, un ricco nobile di Parigi all'epoca del Re Sole, ha ospitato nella sua casa. ... Nonostante ciò Elmira è ancora intenzionata a far scoprire al marito la verità e lo convince a restare nascosto sotto ad un tavolo durante una sua conversazione con il Tartufo...
In questo monologo Sonja cerca di consolare lo zio ma allo stesso tempo prova a consolare anche se stessa. È convinta che per loro non può che esserci questa esistenza e afferma che a loro non resta altro che prenderne coscienza e vivere questa loro vita fatta di sacrifici e di duro lavoro.
Protagonista è Elena Ivanovna Popova, una vedova inconsolabile che ha giurato, dopo la morte del marito, di non uscire più di casa e di non frequentare più alcun uomo, nonostante le insistenti preghiere a ripensare la sua decisione da parte del suo servitore Luka. La situazione si capovolge quando l'ex ufficiale di artiglieria Smirnov va dalla Popova a riscuotere delle cambiali. Il rifiuto di lei a pagare e la volontà di lui ad esigere quanto dovuto originano un dialogo concitato, che degenera in un duello fra la vedova e l'ex ufficiale.
il borioso presidente di una piccola banca, che si accinge a celebrare l'anniversario della propria fondazione, sprofonda in una conversazione caotica e delirante a più voci con la moglie sciocca e sventata, con un impiegato frustrato e con un’anziana e petulante cliente della banca.
La corista, che è comico e drammatico che la stessa donna si presenti bussando alla porta dell’amante di questo suo nuovo marito – figura anch’essa comica e drammatica – pretendendo denaro dalla povera corista in disarmo mentre – comico e drammatico – l’uomo si ostina a nascondersi dietro una tenda. Comico e drammatico è il finale: esce la moglie, dopo aver arraffato tutto il possibile; esce il marito, dopo aver fatto ammenda moralistica; rimane la corista, unica piangente sconfitta di quest’invenzione comica e drammatica.
Ivan Vasilevic Lomov si presenta in casa del possidente Stepan Stepanovic Cubukov per chiedere in moglie la figlia Natalia, che a sua volta pensa che Lomov sia venuto per un contratto d'affari e scopre solo alla fine che si trattava di un contratto di matrimonio. Tutto il testo è basato su questo equivoco. Partendo da una piccola disputa sulla proprietà di un prato o da un diverbio sulle capacità dei propri cani, i due continueranno a scambiarsi invettive in un crescendo di battibecchi comici dallo scoppiettante finale. Anche in questo atto unico non ci troviamo di fronte a personalità di rilievo, ma a personaggi che annunciano e talvolta anticipano ridicole figure dai contorni borghesi, esseri puerili, prigionieri di sogni volgari, di ambizioni futili, capaci tutt'al più di piccole rivelazioni, svenimenti e capricciose pulsioni.
Partendo da una piccola disputa sulla proprietà di un prato o da un diverbio sulle capacità dei propri cani, i due continueranno a scambiarsi invettive in un crescendo di battibecchi comici dallo scoppiettante finale. Anche in questo atto unico non ci troviamo di fronte a personalità di rilievo, ma a personaggi che annunciano e talvolta anticipano ridicole figure dai contorni borghesi, esseri puerili, prigionieri di sogni volgari, di ambizioni futili, capaci tutt'al più di piccole rivelazioni, svenimenti e capricciose pulsioni.