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A sta per Arte
Accademia SantaGiulia
9 episodes
1 month ago
Che cos’è l’arte? Una domanda all’apparenza semplice, che però apre a una molteplicità di definizioni, interpretazioni, contraddizioni. Questo podcast dell’Accademia SantaGiulia esplora l’arte a partire dalle parole usate per definirla: concetti che cambiano senso a seconda dell’epoca, del contesto culturale, della sensibilità di chi guarda, crea o studia. Attraverso episodi tematici e un approccio critico e provocatorio, il podcast indaga le molte facce dell’arte – bella o brutta, naturale o artificiale, essenziale o superflua – incrociando punti di vista storici, teorici, culturali e artistici. Un progetto di approfondimento pensato per chi studia, insegna o vive l’arte come campo aperto e dinamico, dove anche una parola può bastare per aprire una riflessione.
Autrici le studentesse del II anno del triennio di Didattica dell'Arte (A.A. 23/24).
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Arts
Education,
Society & Culture
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Che cos’è l’arte? Una domanda all’apparenza semplice, che però apre a una molteplicità di definizioni, interpretazioni, contraddizioni. Questo podcast dell’Accademia SantaGiulia esplora l’arte a partire dalle parole usate per definirla: concetti che cambiano senso a seconda dell’epoca, del contesto culturale, della sensibilità di chi guarda, crea o studia. Attraverso episodi tematici e un approccio critico e provocatorio, il podcast indaga le molte facce dell’arte – bella o brutta, naturale o artificiale, essenziale o superflua – incrociando punti di vista storici, teorici, culturali e artistici. Un progetto di approfondimento pensato per chi studia, insegna o vive l’arte come campo aperto e dinamico, dove anche una parola può bastare per aprire una riflessione.
Autrici le studentesse del II anno del triennio di Didattica dell'Arte (A.A. 23/24).
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Arts
Education,
Society & Culture
Episodes (9/9)
A sta per Arte
A sta per Artificiale (seconda parte)
“Artificiale”: un’espressione oggi usatissima per le intelligenze. Un’espressione che va a braccetto con “digitale” e, per alcuni, significa anche “apocalittica”. Che impatto ha ed ha avuto, l’intelligenza artificiale e tutto quel che ne consegue, sull’arte? Sono solo gli NFT ad aver dato uno scossone al mondo dell’arte? (anzi, cosa sono, in pratica, gli Nft?) È solo nella criptoarte, il problema? Oppure, già prima, l’artificialità ha cambiato l’arte, la sua rappresentazione, i suoi temi? Ma forse, forse è più di questo; forse pensare che la relazione tra “Arte” e “Artificiale” sia relegata alla digitalizzazione, resta a prescindere un po’ ingenuo: il dibattito sull’artificialità dell’arte è antecedente agli Oculus. Già la Scuola di Francoforte dibatteva su quanto fosse o meno positiva la sua “riproducibilità tecnica”, su quanto un concerto trasmesso in radio perdesse il suo essere arte, nell’atto dell’essere trasmesso. E forse, forse c’è ancora di più. L’arte non è, in fondo, un po’ tutta “Artificiale”? Non lo è da quando crea la prospettiva, o forse ancora prima, da quando uomini primitivi decisero di rappresentare le azioni più naturali sulle pareti delle grotte? E allora, ritorniamo a capo: l’arte è un prodotto artificiale, il massimo prodotto artificiale mai progettato dall’uomo… O, come nelle grotte, è la sua più naturale espressione?

In queste puntate abbiamo intervistato: la scrittrice Nadia Busato; l’esperta di mercato dell’arte Vera  Canevazzi; l’artista Marco Cadioli; l’esperto di cultura visuale Massimo Tantardini. Abbiamo citato il poeta Federico Garcìa Lorca, dell’opera Net.Art Generator dell’artista Cornelia  Sollfrank, lo storico Melvin Kranzberg, il filosofo Walter Benjamin, l’ingegnere informatico e docente Micheal Noll, il Collins Dictionary e l’Apocalisse. Si è parlato anche del festival Duende di Brescia; del coro nel teatro greco; dell’opera Ritratto di Edmond Belamy creata dal collettivo francese Obvious; di Net Art o Media Art; delle opere Back to the metaverse e The Apocalypse will be visualised by an AI di Marco Cadioli; della rivista IO01 - Umanesimo Tecnologico; delle artiste Sarah Andersen, Kelly McKernan e Karla Ortiz; dei software Midjourney, stability AI e Deviant  Art; dei Radio Days e dei filosofi Walter Benjamin, Rudolf Arnheim, Theodor Adorno, Herbert Marcuse; del drammaturgo Bertolt Brecht; dell’ingegnere informatico e docente Micheal Noll.
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1 month ago
17 minutes

A sta per Arte
A sta per Artificiale (prima parte)
“Artificiale”: un’espressione oggi usatissima per le intelligenze. Un’espressione che va a braccetto con “digitale” e, per alcuni, significa anche “apocalittica”. Che impatto ha ed ha avuto, l’intelligenza artificiale e tutto quel che ne consegue, sull’arte? Sono solo gli NFT ad aver dato uno scossone al mondo dell’arte? (anzi, cosa sono, in pratica, gli Nft?) È solo nella criptoarte, il problema? Oppure, già prima, l’artificialità ha cambiato l’arte, la sua rappresentazione, i suoi temi? Ma forse, forse è più di questo; forse pensare che la relazione tra “Arte” e “Artificiale” sia relegata alla digitalizzazione, resta a prescindere un po’ ingenuo: il dibattito sull’artificialità dell’arte è antecedente agli Oculus. Già la Scuola di Francoforte dibatteva su quanto fosse o meno positiva la sua “riproducibilità tecnica”, su quanto un concerto trasmesso in radio perdesse il suo essere arte, nell’atto dell’essere trasmesso. E forse, forse c’è ancora di più. L’arte non è, in fondo, un po’ tutta “Artificiale”? Non lo è da quando crea la prospettiva, o forse ancora prima, da quando uomini primitivi decisero di rappresentare le azioni più naturali sulle pareti delle grotte? E allora, ritorniamo a capo: l’arte è un prodotto artificiale, il massimo prodotto artificiale mai progettato dall’uomo… O, come nelle grotte, è la sua più naturale espressione?

In queste puntate abbiamo intervistato: la scrittrice Nadia Busato; l’esperta di mercato dell’arte Vera  Canevazzi; l’artista Marco Cadioli; l’esperto di cultura visuale Massimo Tantardini. Abbiamo citato il poeta Federico Garcìa Lorca, dell’opera Net.Art Generator dell’artista Cornelia  Sollfrank, lo storico Melvin Kranzberg, il filosofo Walter Benjamin, l’ingegnere informatico e docente Micheal Noll, il Collins Dictionary e l’Apocalisse. Si è parlato anche del festival Duende di Brescia; del coro nel teatro greco; dell’opera Ritratto di Edmond Belamy creata dal collettivo francese Obvious; di Net Art o Media Art; delle opere Back to the metaverse e The Apocalypse will be visualised by an AI di Marco Cadioli; della rivista IO01 - Umanesimo Tecnologico; delle artiste Sarah Andersen, Kelly McKernan e Karla Ortiz; dei software Midjourney, stability AI e Deviant  Art; dei Radio Days e dei filosofi Walter Benjamin, Rudolf Arnheim, Theodor Adorno, Herbert Marcuse; del drammaturgo Bertolt Brecht; dell’ingegnere informatico e docente Micheal Noll.
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1 month ago
15 minutes

A sta per Arte
I sta per Inutile (seconda parte)
Il tema di queste puntate non si presenta difficile da intuire: l’arte è inutile? A questa domanda ne segue inevitabilmente una seconda, diametralmente opposta; l’arte è utile? E se sì, a cosa? Per qualcuno è addirittura essenziale, e per qualcun’altro non può che essere un hobby. Indagando i retroscena del mercato dell’arte, dell’antropologia e della didattica dell’arte siamo arrivati ad una conclusione: mai fermarsi alle apparenze.
 
In queste puntate abbiamo intervistato: l'antropologo Raul Zecca; l’esperta di mercato dell’arte Vera Canevazzi; l’ex maestro e direttore di Accademia SantaGiulia di Brescia, Angelo Vigo. Abbiamo citato scritti di Oscar Wilde; l’antropologo Edward Burnett Tylor; il poeta Robert Browning. Si è parlato anche dell’ l’artista David Hockney e la sua opera Portrait of an artist (Poolwith two figures); del  filosofo John Dewey e del suo libro Arte come Esperienza; del documentario Come schiavi in libertà e del libro Mastico y Trago, entrambi di Raul Zecca; dell’antropologo Edward Burnett Tylor e di luoghi interessanti da visitare: la collezione Gori, raccolta privata di arte ambientale a Santomato in provincia di Pistoia; il Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino; l'associazione Culturale C.A.R.M.E, nata all’interno del Carmine, storico quartiere di Brescia. 
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2 months ago
18 minutes

A sta per Arte
I sta per Inutile (prima parte)
Il tema di queste puntate non si presenta difficile da intuire: l’arte è inutile? A questa domanda ne segue inevitabilmente una seconda, diametralmente opposta; l’arte è utile? E se sì, a cosa? Per qualcuno è addirittura essenziale, e per qualcun’altro non può che essere un hobby. Indagando i retroscena del mercato dell’arte, dell’antropologia e della didattica dell’arte siamo arrivati ad una conclusione: mai fermarsi alle apparenze.
 
In queste puntate abbiamo intervistato: l'antropologo Raul Zecca; l’esperta di mercato dell’arte Vera Canevazzi; l’ex maestro e direttore di Accademia SantaGiulia di Brescia, Angelo Vigo. Abbiamo citato scritti di Oscar Wilde; l’antropologo Edward Burnett Tylor; il poeta Robert Browning. Si è parlato anche dell’ l’artista David Hockney e la sua opera Portrait of an artist (Poolwith two figures); del  filosofo John Dewey e del suo libro Arte come Esperienza; del documentario Come schiavi in libertà e del libro Mastico y Trago, entrambi di Raul Zecca; dell’antropologo Edward Burnett Tylor e di luoghi interessanti da visitare: la collezione Gori, raccolta privata di arte ambientale a Santomato in provincia di Pistoia; il Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino; l'associazione Culturale C.A.R.M.E, nata all’interno del Carmine, storico quartiere di Brescia. 
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2 months ago
8 minutes

A sta per Arte
B sta per Borghese (seconda parte)
L’arte è per pochi? O questo è solo un luogo comune? Queste puntate vogliono fare chiarezza su un aspetto dell’arte che diamo per scontato; la sua esclusività. Perciò, abbiamo posto la stessa domanda a più persone: “Quanto ti senti vicino all’arte?” E voi, quante volte avete pensato all’arte e quante volte avete  detto: “Io non me ne intendo?” Per gli artisti e per gli esperti, l’arte esiste ovviamente anche al di fuori  del museo; ma non è sempre stato così, e ad oggi non tutti la pensano in questo modo.

In queste puntate abbiamo intervistato: la coordinatrice dei servizi educativi della PINAC di Rezzato (BS), Camilla Gualina; l’artista Keita Nakasone e il critico e storico dell’arte Paolo Sacchini. Abbiamo citato gli artisti Gordon Matta-Clark e Bruno Munari. Si è parlato anche del filosofo e scrittore Walter Benjamin; del critico d’arte Achille Bonito Oliva; del collezionista Oliviero Forzetta e di luoghi interessanti da visitare: la collezione Paolo VI e casa Natale di Paolo VI (Casa e Museo di Arte Contemporanea di Concesio, Brescia); il Louvre (Parigi); della “Spiral Jetty” di Robert Smithson (Great Salt Lake, Stati Uniti).
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4 months ago
16 minutes

A sta per Arte
B sta per Borghese (prima parte)
L’arte è per pochi? O questo è solo un luogo comune? Queste puntate vogliono fare chiarezza su un aspetto dell’arte che diamo per scontato; la sua esclusività. Perciò, abbiamo posto la stessa domanda a più persone: “Quanto ti senti vicino all’arte?” E voi, quante volte avete pensato all’arte e quante volte avete  detto: “Io non me ne intendo?” Per gli artisti e per gli esperti, l’arte esiste ovviamente anche al di fuori  del museo; ma non è sempre stato così, e ad oggi non tutti la pensano in questo modo.

In queste puntate abbiamo intervistato: la coordinatrice dei servizi educativi della PINAC di Rezzato (BS), Camilla Gualina; l’artista Keita Nakasone e il critico e storico dell’arte Paolo Sacchini. Abbiamo citato gli artisti Gordon Matta-Clark e Bruno Munari. Si è parlato anche del filosofo e scrittore Walter Benjamin; del critico d’arte Achille Bonito Oliva; del collezionista Oliviero Forzetta e di luoghi interessanti da visitare: la collezione Paolo VI e casa Natale di Paolo VI (Casa e Museo di Arte Contemporanea di Concesio, Brescia); il Louvre (Parigi); della “Spiral Jetty” di Robert Smithson (Great Salt Lake, Stati Uniti).
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4 months ago
14 minutes

A sta per Arte
V sta per Volgare (seconda parte)
Erotismo e sesso, dall’arte antica all’arte moderna. L'arte unisce il dualismo tra purezza e volgarità. Nella società odierna i tabù sembrano aver lasciato il posto alle provocazioni, ma è realmente così? Se non si fosse capito, per le prime puntate, tratteremo il tema del volgare, concetto che si estende oltre alla sessualità e arriva alle provocazioni e alla blasfemia. Tra le sue mille sfaccettature, d’altronde, l’arte è sempre stata un po’ maliziosa.

In queste puntate abbiamo intervistato l’archeologo e storico dell’arte antica Paolo Bonini; l’architetta e  storica dell’arte medievale Virtus Zallot; l’esperto di semiotica dell’arte e di arte contemporanea Fiorenzo  Fisogni; l’esperto di cultura visuale, Massimo Tantardini. Abbiamo citato il personaggio Thomas Edward Lawrence in Lawrence D’Arabia; Charles Baudelaire; Fabrizio Maria Lo Monaco; Sergej Timofeevič Aksakov. Si è parlato anche di kouroi greci del periodo arcaico; del bestiario medievale; del David di Michelangelo; delle pubblicità del WWF nel 2009; di enti sanitari e di Benetton nel 1993; dello “shockvertising”; di Merda d'artista di Manzoni; della Latrina di Duchamp e di luoghi interessanti da visitare: la Fontana dell’abbondanza di Massa Marittima e il Gabinetto Segreto di Napoli, sezione del museo archeologico nazionale di Napoli.
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5 months ago
16 minutes

A sta per Arte
V sta per Volgare (prima parte)
Erotismo e sesso, dall’arte antica all’arte moderna. L'arte unisce il dualismo tra purezza e volgarità. Nella società odierna i tabù sembrano aver lasciato il posto alle provocazioni, ma è realmente così? Se non si fosse capito, per le prime puntate, tratteremo il tema del volgare, concetto che si estende oltre alla sessualità e arriva alle provocazioni e alla blasfemia. Tra le sue mille sfaccettature, d’altronde, l’arte è sempre stata un po’ maliziosa.

In queste puntate abbiamo intervistato l’archeologo e storico dell’arte antica Paolo Bonini; l’architetta e  storica dell’arte medievale Virtus Zallot; l’esperto di semiotica dell’arte e di arte contemporanea Fiorenzo  Fisogni; l’esperto di cultura visuale, Massimo Tantardini. Abbiamo citato il personaggio Thomas Edward Lawrence in Lawrence D’Arabia; Charles Baudelaire; Fabrizio Maria Lo Monaco; Sergej Timofeevič Aksakov. Si è parlato anche di kouroi greci del periodo arcaico; del bestiario medievale; del David di Michelangelo; delle pubblicità del WWF nel 2009; di enti sanitari e di Benetton nel 1993; dello “shockvertising”; di Merda d'artista di Manzoni; della Latrina di Duchamp e di luoghi interessanti da visitare: la Fontana dell’abbondanza di Massa Marittima e il Gabinetto Segreto di Napoli, sezione del museo archeologico nazionale di Napoli.
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5 months ago
15 minutes

A sta per Arte
A sta per Arte (trailer)
Quante parole esistono per definire l’arte? In questo podcast cercheremo di compiere un’operazione utile ed inutile, facile ed impossibile: raccontare, dietro il prisma di definizioni che la riguardano, l’arte.
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5 months ago
4 minutes

A sta per Arte
Che cos’è l’arte? Una domanda all’apparenza semplice, che però apre a una molteplicità di definizioni, interpretazioni, contraddizioni. Questo podcast dell’Accademia SantaGiulia esplora l’arte a partire dalle parole usate per definirla: concetti che cambiano senso a seconda dell’epoca, del contesto culturale, della sensibilità di chi guarda, crea o studia. Attraverso episodi tematici e un approccio critico e provocatorio, il podcast indaga le molte facce dell’arte – bella o brutta, naturale o artificiale, essenziale o superflua – incrociando punti di vista storici, teorici, culturali e artistici. Un progetto di approfondimento pensato per chi studia, insegna o vive l’arte come campo aperto e dinamico, dove anche una parola può bastare per aprire una riflessione.
Autrici le studentesse del II anno del triennio di Didattica dell'Arte (A.A. 23/24).