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Pubblica
Radio Popolare
428 episodes
3 days ago
Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori
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Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori
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Pubblica
Pubblica di giovedì 06/11/2025
Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).
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3 days ago
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Pubblica
Pubblica di mercoledì 05/11/2025
Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori
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4 days ago
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Pubblica
Pubblica di martedì 04/11/2025
Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori
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5 days ago
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Pubblica
Pubblica di lunedì 03/11/2025
Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori
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6 days ago
30 minutes

Pubblica
Pubblica di giovedì 30/10/2025
Diritto di parola, pensiero critico. Gli spazi di libertà e il clima bellico. Pubblica ha ospitato la storica Anna Foa e la scienziata politica Donatella della Porta.
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1 week ago
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Pubblica
Pubblica di martedì 28/10/2025
Ilan Pappè è uno storico, socialista, cittadino israeliano, ebreo, professore di storia all'Istituto di studi arabi e islamici e direttore del Centro europeo per gli studi sulla Palestina presso l'università di Exeter (Inghilterra). Il professor Pappè ha scritto: ho dedicato tutta la mia vita adulta alla causa palestinese. In Italia è uscito in queste settimane il suo ultimo libro intitolato “La fine di Israele” (Fazi Editore, 2025).Pubblica lo ha intervistato.
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1 week ago
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Pubblica
Pubblica di lunedì 27/10/2025
1980, crocevia dello stragismo in Italia: dalla stazione di Bologna agli omicidi Bachelet, Costa, Galli, Amato e Tobagi. E poi l'assassinio di Piersanti Mattarella e la strage di Ustica. Gli interessi dei poteri criminali (da cosa nostra all’eversione nera a pezzi “infedeli” dei servizi segreti, i poteri occulti), a volte convergenti o soltanto paralleli. Dell’omicidio Mattarella restano ancora i segni di quella pista nera il giudice Falcone riconobbe e seguì nella seconda metà degli anni ‘80. Pubblica ha ospitato la giornalista e saggista Stefania Limiti e l’ex direttore dell’istituto “Ferruccio Parri” Emilia-Romagna Luca Alessandrini.
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1 week ago
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Pubblica
Pubblica di giovedì 23/10/2025
La legislatura in corso non è solo quella in cui si registra la longevità del governo Meloni e della sua presidenza del Consiglio. E’ anche la prima legislatura successiva alla modifica costituzionale che ha ridotto il numero di parlamentari. I deputati sono stati tagliati a 400 (rispetto ai 630) e i senatori a 200 (rispetto ai 315). E' servita a qualcosa la riduzione dei parlamentari? Le motivazioni della legge del 2019 (votata a stragrande maggioranza) parlavano di miglioramento dei lavori parlamentari e di risparmio nei costi del Parlamento (500 milioni su 4 miliardi di euro complessivi). Se n’è vista traccia? La campagna contro la “casta” che incentivò il taglio dei parlamentari ha inizio dodici anni prima della legge costituzionale. Prima con il libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella “La Casta” (pubblicato nel maggio 2007), scritto dai due giornalisti del Corriere. Sulla copertina c’era scritto: così i “politici italiani sono diventati degli intoccabili”. E poi con il raduno di Grillo a Bologna, il V-day dell’8 settembre 2007, con 50 mila persone in piazza Maggiore. La reazione alla Casta fu poi l’anti-politica. Di questo Pubblica ha parlato con un giurista e costituzionalista, Francesco Pallante, dell’università di Torino; e con la storica Valentine Lomellini, dell’università di Padova.
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2 weeks ago
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Pubblica
Pubblica di mercoledì 22/10/2025
Marina Berlusconi, una keynesiana (smemorata) a Segrate. In una lettera al Corriere della Sera di domenica scorsa la presidente di Fininvest e Mondadori ha denunciato lo strapotere mondiale delle Big Tech e ha vantato il sistema regolatorio pubblico vigente in Europa. «Quello delle Big Tech - ha scritto - è un potere che rifiuta le regole. E' concorrenza sleale bella e buona», ha scritto Berlusconi. La presidente Fininvest ha dimenticato la storia dell'impero industriale e finanziario che oggi controlla e guida. Una storia di norme ad personam: dai cosiddetti “decreti Berlusconi” emanati dal governo Craxi nel 1985, alla legge Mammì che certificò il monopolio TV privato, alla legge Gasparri del 2004. Nel suo articolo Marina Berlusconi ha scritto che «l’intreccio tra politica e Big Tech negli Usa è sotto gli occhi di tutti […] questi colossi non sono più solo aziende private, sono attori politici», ha sentenziato Berlusconi rimuovendo il fatto che il suo gruppo è ancora oggi l’azionista di fatto di un partito, oggi al governo, come Forza Italia. Pubblica ha ospitato Stefano Balassone, ex consigliere di amministrazione della Rai, già vice-direttore di Rai Tre, oggi produttore e autore televisivo.
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2 weeks ago
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Pubblica
Pubblica di martedì 21/10/2025
«Il femminicidio non è un atto privato, ma l’espressione di una violenza e di un abuso di potere sostenuto dalla struttura patriarcale delle istituzioni e di una cultura che vede l’egemonia maschile come “normale”, statisticamente e socialmente, in moltissimi ambiti». Fine della citazione tratta da “Perchè contare i femminicidi è un atto politico”, un libro importantissimo scritto da Donata Columbro (Feltrinelli, 2025). Pubblica ha ospitato oggi l’autrice che ci ha raccontato cosa significa contare i femminicidi, non è «un esercizio di precisione statistica», sostiene Columbro , ma «un problema sistemico, che riguarda ogni strato sociale, ogni famiglia, ogni scuola, ogni quartiere, ogni nazionalità, ogni tipo di professione». Ospite di Pubblica anche Cristina Carelli, presidente di D.i.Re (Donne in rete contro la violenza). «Anche noi pensiamo che contare i femminicidi – racconta Carelli – sia fondamentale per fare emergere il fenomeno per quello che è. E anche per analizzare ciò che è avvenuto prima. Bisogna lavorare sulla prevenzione. Noi abbiamo bisogno di capire cosa funziona e cosa non funziona nel cosiddetto sistema antiviolenza istituzionale».
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2 weeks ago
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Pubblica
Pubblica di lunedì 20/10/2025
Le forme della violenza maschile, dopo il femminicidio di Pamela Genini a Milano e l'omicidio in pieno centro a Palermo di Paolo Taormina. Con Assunta Sarlo, giornalista e saggista, tra le fondatrici del movimento femminista «Usciamo dal silenzio», l’analisi dei diversi “moventi” riconducibili a violenze maschili. Da un lato la cultura patriarcale, l’esercizio maschile del possesso e del dominio sui corpi delle donne che porta ai femminicidi. Dall’altro la violenza omicida praticata per l'affermazione di sé e per costruire un potere maschile dell'intimidazione. Pubblica ha ospitato anche Chiara Saraceno, sociologa della famiglia, sull’educazione sessuale e all'affettività che la destra in Italia vuole bandire dalle scuole elementari e medie e – alle superiori - condizionare ad una firma dei genitori.
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2 weeks ago
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Pubblica di giovedì 09/10/2025
2) Europa, la crisi di Francia e Germania. A Berlino la politica si regge su basi sempre più deboli. La Große Koalition è sempre meno grande. Oggi la maggioranza Cdu-Spd conta su poco più del 50% dei parlamentari. Nel primo governo Merkel di grande coalizione (2005) la maggioranza sfiorava il 70%. In Germania il fiato corto si sente soprattutto sull’economia: la perdita del gas russo e i rincari conseguenti dell’energia hanno fiaccato l’industria tedesca (-3,9% ad agosto, la produzione industriale). Pubblica ha ospitato Beda Romano, giornalista e scrittore, per anni corrispondente dalla Germania per il Sole 24 Ore, oggi scrive da Bruxelles. A Pubblica oggi anche lo storico Agostino Giovagnoli sulla fragilità dell’Europa e il ritorno dello spettro antico della repubblica di Weimar.
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1 month ago
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Pubblica
Pubblica di mercoledì 08/10/2025
Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori
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1 month ago
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Pubblica
Pubblica di martedì 07/10/2025
Il ritorno del feudalesimo, tra vassalli e follower. Quando gli interessi privati fagocitano l’autorità pubblica e l’economia si mangia la politica. Pubblica ha ospitato il filosofo Massimo De Carolis, già docente all’università di Salerno, autore del libro appena pubblicato «Rifeudalizzazione. La mutazione che sta disintegrando le democrazie occidentali» (Gramma/Feltrinelli, 2025).
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1 month ago
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Pubblica
Pubblica di lunedì 06/10/2025
Loretta Napoleoni, economista, si è occupata di studi sull'economia illegale e in particolare delle forme di finanziamento del terrorismo, è stata ospite della puntata di oggi di Pubblica. Ha appena ripubblicato, in versione aggiornata, «Economia canaglia» (Solferino). Con lei abbiamo parlato delle grandi mutazioni in corso a livello globale, di come - ad esempio - le trasformazioni degli anni ‘90 (la deregulation della finanza e del lavoro) hanno contribuito a creare il nuovo ordine trumpiano con la forza sostituto prevalente della sovranità della legge.
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1 month ago
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Pubblica
Pubblica di giovedì 02/10/2025
«Non è giusta. L’Italia delle disuguaglianze». E’ il titolo di un libro appena pubblicato (Laterza, 2025). Un testo frutto di un lavoro collettivo di studiosi e studiose, ricercatrici e ricercatori. Di questo libro mi ha colpito, sull’ultima di copertina, il giudizio espresso da un luminare degli studi sulle disuguaglianze, come l’economista Branko Milanovic, docente alla City University di New York. Cosa dice Milanovic? Questo libro è «indispensabile non solo per riflettere, ma anche per perseguire il cambiamento sociale». Inizia da qui la conversazione di oggi a Pubblica: ospite il curatore del libro Giacomo Gabbuti, ricercatore in storia economica presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Armanda Cetrulo, ricercatrice in economia (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).
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Pubblica
Pubblica di mercoledì 01/10/2025
«Manifesto per un’altra economia e un’altra politica». Intervista all'autore, lo storico dell'economia Emanuele Felice. Il manifesto (pubblicato da Feltrinelli) «è un libro che parla dell’Occidente, dove sia le classi dirigenti che la cultura progressista sono in crisi. Il motivo di fondo di questa crisi – sostiene lo storico dell’economia - è l’incapacità mostrata negli ultimi decenni di governare l’economia. Un’incapacità di cambiare l’economia per orientarla in precise direzioni: verso la riduzione delle disuguaglianze, la salvaguardia dell’ambiente e la creazione di beni pubblici, come l’istruzione, la ricerca e l’innovazione». Per Emanuele Felice «l’idea di fondo è che l’economia non è una scienza esatta ed immutabile da accettare così com’è. L’economia è qualcosa che sta nelle lotte di potere: o viene governata da una politica democratica orientata ai diritti, oppure viene governata da poteri tecno-economici più forti, oppure da una politica non democratica».
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Pubblica
Pubblica di martedì 30/09/2025
I conti del governo Meloni e il "pericolo" francese. L’ex capo del governo e senatore a vita Mario Monti (con un editoriale sul Corriere della Sera del 28 settembre scorso) ha messo in guardia Meloni e il ministro dell’economia Giorgetti: fate attenzione ai segnali di instabilità finanziaria e politica che arrivano dalla Francia. In Italia, sostiene Monti, l’instabilità politica potrebbe essere la conseguenza del progetto costituzionale sul premierato. L’instabilità finanziaria, invece, potrebbe arrivare – sostiene l’ex capo del governo - dall’ennesima manovra sulle pensioni che la destra e il governo Meloni hanno in mente. Che cosa dicono i conti pubblici italiani? Quanto è illusoria la stabilità di cui parla anche Monti? Perchè l’Italia è uscita dal mirino della speculazione contro i titoli di stato? E in Francia, cosa sta succedendo? Perchè gli imprenditori annunciano proteste “enormi” contro governo e sindacati? Chi ha paura della “tassa Zucman” (2% sui patrimoni oltre i 100 millioni di euro) che dovrebbe garantire più giustizia fiscale in Francia? Pubblica ha ospitato l’economista e deputata Pd Maria Cecilia Guerra e l’economista Franscesco Saraceno, docente di macroeconomia internazionale ed europea all’università di Science Po a Parigi e alla Luiss di Roma.
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Pubblica
Pubblica di lunedì 29/09/2025
«Qui vogliono assolutamente che io dorma in prigione, quindi dormirò in prigione. Ma a testa alta, perché sono innocente». Sono le parole dell’ex-presidente francese Nicolas Sarkozy, giovedì scorso 25 settembre, dopo la sentenza di condanna a 5 anni per associazione a delinquere del tribunale di Parigi. Qualche ora dopo la sentenza è arrivato anche il commento di uno dei giornalisti di Mediapart, Fabrice Arfi, le cui inchieste nel 2011 fecero iniziare le indagini da parte della magistratura contro Sarkozy. «Direi che quello che abbiamo vissuto oggi al tribunale di Parigi – dice il giornalista francese - è un momento cruciale nella storia della lotta alla corruzione in Francia ed è un momento grave per la storia della democrazia francese». La vicenda Sarkozy propone diversi temi di discussione: il potere che rifiuta di essere messo sotto processo, l’aggressione di pezzi della destra contro i magistrati, le minacce anonime alla giudice di Parigi Natalie Gavarino, la trumpizzazione politica della destra. Pubblica ne ha parlato con la filosofa e scrittrice Michela Marzano e con il corrispondente di Liberation da Roma, Eric Jozsef.
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Pubblica
Pubblica di giovedì 25/09/2025
Dal salotto buono del capitalismo italiano al «divanetto» degli affari di stato con il governo Meloni? Mediobanca cambia pelle. Sono in arrivo i nuovi proprietari della banca che fu del “padrone dei padroni”, Enrico Cuccia. Il Monte dei Paschi di Siena, l’ex banca di stato salvata da alcuni governi della repubblica come il governo Monti, acquisirà il controllo di Mediobanca (con in portafoglio la preziosa partecipazione di Generali). Ancora incerta, invece, l’ipotesi della fusione MPS-Mediobanca. I nuovi padroni di piazzetta Cuccia, e del Monte dei Paschi, saranno i due soggetti che hanno tessuto la tela dell’alleanza col governo Meloni: il costruttore ed editore Francesco Caltagirone e gli eredi Del Vecchio-Luxottica. Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti e lo storico dell’economia all’università di Torino, Giandomenico Piluso.
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Pubblica
Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori