L'esercizio è un mezzo o un fine?
Spesso usati come obiettivo, e poi traguardo, dei percorsi riabilitativi gli esercizi finiscono per essere fonte di frustrazione e senso di colpa non solo per il paziente che non li svolge, ma e soprattutto per il fisioterapista che li ha prescritti. Dove si annida l'intralcio?
In questa puntata discutiamo del ruolo dell'esercizio terapeutico, usato troppo poco come mezzo, e troppo come fine.
Pensare alla propria professione, pensare alla propria individualità prima che al sé professionale, ai propri valori, conoscere come funziona la professione e come ha funzionato nel passato per capire una cosa importante: quale direzione vogliamo prendere come categoria professionale?
Di questo (e di tanto altro) parliamo con Giuseppe Giovannico, coordinatore del Master Universitario di I livello in Fisioterapia Muscoloscheletrica e Reumatologica dell'Università del Molise.
Se siete approdati ai Fisionauti Podcast è molto molto probabile che almeno una volta nella vostra vita lavorativa abbiate pensato di parlare una lingua diversa rispetto a quella dei vostri colleghi, sentendovi isolati rispetto al contesto.
Ecco perchè in questa puntata, insieme alla collega Aline Odoli Caravajal, porteremo la testimonianza di chi prova, da una delle numerosissime trincee del mondo riabilitativo, a lavorare in maniera biopsicosociale portando nel mondo quel cambiamento a cui tutti e tutte noi aneliamo.
Essere l'ingranaggio diverso, quello che crea qualche problema nei sistemi ben oliati che fanno del dolorecentrismo e del guadagnocentrismo i valori fondanti, è esperienza comune nei fisioterapisti e nelle fisioterapiste che lavorano con una pratica bps. Non siete soli, e soprattutto: non siete voi quelli sbagliati!
Di nuovo con Francesca Bonetti per navigare in un topic mai affrontato dai fisionauti: le problematiche msk nelle persone di genere femminile in menopausa.
La sindrome muscoloscheletrica da menopausa è caratterizzata da condizioni di dolore aspecifico con molta disabilità, legate al calo di estrogeni e a tutto ciò che questo comporta sull'organismo. Il/la fisioterapista, quando ha di fronte una persona potenzialmente in menopausa, ha le conoscenze per contestualizzare l'anamnesi e il trattamento in tale condizione?
Ascoltate la chiacchierata con Francesca per capire quali sono gli strumenti utili, sia da un punto di vista tecnico, che da un punto di vista umano: la menopausa è infatti una fase di vita delle persone di genere femminile ancora molto stigmatizzata e difficile, a causa del peso sociale, per chi la attraversa.
La differenza, così netta, nelle percentuali di ascoltatori (circa 70%) e ascoltatrici (circa 30%) dei fisionauti podcast è sin dalle origini il cruccio di Greta. Quali sono le motivazioni di tale differenza, che non rispecchia le percentuali di fisioterapisti e fisioterapiste in Italia, tra il nostro pubblico?
Ne abbiamo discusso con Francesca Bonetti, fisioterapista con diversi anni di esperienza e pubblicazioni alle spalle, docente e co-coordinatrice di ben due master muscolo-scheletrici. Attraverso la sua esperienza abbiamo potuto riflettere su come le dinamiche di genere impattino non solo la professione delle fisioterapiste, ma anche delle docenti all’interno dei master muscolo-scheletrici.
Ed ecco finalmente la puntata che porterà i fisionauti davanti a un giudice: quella in cui parliamo di osteopatia! Lo facciamo con Saad Youssef, prendendo spunto e letture dal suo libro “Non so se mi piego”.
Il corso in osteopatia è una formazione o una pseudoformazione? Saad risponde: “Anche con i lustrini del corso di laurea, una pseudoscienza rimale tale”.
Correte a schiacciare play per ascoltare questa puntata in cui affrontiamo il tema osteopatia da diversi punti di vista: formazione, etica, soldi… e nella quale non possiamo non arrivare a domandarci quale sia il futuro della nostra di professione, quella del fisioterapista.
Lo sappiamo tutti e tutte che il dolore non è pericoloso eppure, quando si tratta di farlo provare ai nostri pazienti, siamo noi che abbiamo paura e senso di minaccia alle stelle e quindi poi.. non lo facciamo.
Prendendo spunto dalle discussioni e resistenze emerse dal corso pipt pelvico, in questa puntata cerchiamo di capire dove affonda le radici quella resistenza tutta dei fisioterapisti nel far provare dolore ai nostri pazienti. Quel bias fisioterapico rispetto al dolore che in ambito pelvico si amalgama e potenzia con un bias di matrice femminista.
Correte, senza paura, ad ascoltare la puntata e che nessuno venga a dirci che desensibilizzare equivalga a esporre al dolore e alla paura dello stesso!
Così parlò Saadatustra e disse: "NON SO SE MI PIEGO".
Un "manuale non convenzionale per il fisioterapista consapevole": così il nostro ospite Saad Youssef definisce il suo nuovo libro, un testo autoprodotto in cui il collega si rivolge a fisioterapisti neolaureati (e non) per provare a ridipingere il ruolo del fisioterapista.
Autonomia, pensiero critico e capacità comunicative sono le caratteristiche che Saad attribuisce alla nostra professione, ma basta spoiler: ascoltate la puntata per saperne di più e procuratevi subito questo manuale!
Bello l'approccio psicologicamente informato per il dolore cronico, affascinante.. ma se la persona di fronte a noi ha una problematica acuta, un mal di schiena insorto ieri, una sciatalgia, una distorsione.. l'approccio è comunque utile?
Se abbiamo capito che il fisioterapista non è un aggiustatore ma un clinico che aiuta la persona nella gestione del problema la risposta è già chiara: non è che se il problema è acuto la persona non pensa, non sente, non prova emozioni e non prende decisioni riguardo al movimento!
Ma basta spoiler, schiacciate play se volete sapere cosa pensano i fisionauti rispetto all'utilità dell'approccio psicologicamente informato in problematiche acute.
Nella puntata di oggi abbiamo invitato Sara Compagni, chinesiologa attiva nell’ambito del debunking di miti e tradizioni che aleggiano nel mondo del fitness e dell’esercizio!
Nel contesto di alcune patologie croniche o dei percorsi di riabilitazione, per esempio post ricostruzione LCA, le figure del chinesiologo e del fisioterapista hanno ambiti di azione talvolta non definiti e per questo rivendicati, dagli uni o dagli altri.
Ma invece che concentrarsi sulla lotta rispetto alla linea di confine, non converrebbe forse che entrambe le categorie si assumessero la responsabilità di possedere adeguate competenze per la salute delle persone piuttosto che continuare a prescrivere disabilità e paura del movimento?
Piccoli e innocenti studenti di fisioterapia al primo anno, seduti al banco, come vasi pronti ad essere riempiti e qual è uno dei primi concetti che viene insegnato loro? La compilazione di una cartella clinica!
Ed ecco che i fisionauti, con la loro vena critica, si chiedono se la cartella clinica precostituita sia davvero lo strumento più adatto per svolgere un'anamnesi centrata sulla persona, o se un bel foglio bianco non possa essere il mezzo più appropriato per far sgorgare la sorgente narrativa del paziente e la sorgente critica del terapista.
Guardare la persona che si ha davanti e non solo un pezzo del suo corpo è una delle battaglie più sentite dai fisionauti.
E quanto è gratificante quando non sono solo i fisioterapisti, ma anche i medici e gli altri professionisti, a gestire in maniera biopsicosociale i pazienti?
È di questo, e tanto altro, che abbiamo parlato con Federico Ciucio, chirurgo traumatologo e ortopedico, esperto in esercizio terapeutico: dell’importanza della collaborazione ortopedico-fisioterapista e delle modalità per cui questa possa avvenire in un quadro di gestione biopsicosociale.
EXERCISE IS MEDICINE!
Nella testa dei fisioterapisti questo slogan è sempre più presente, probabilmente come riflesso ai crescenti studi e dibattiti in riferimento al ruolo dell’esercizio nella gestione del dolore persistente.
Tale slogan ha diverse implicazioni e per farci sopra un ragionamento abbiamo invitato un esperto in questo ambito: Francesco Bettariga!
La puntata inizia con un’ampia riflessione sull’exercise medicine per lasciare poi spazio al tema su cui Francesco sta svolgendo un PhD ovvero l’exercise oncology.
Ognuno ha la sua battaglia e in maniera indiscussa il valorizzare il ruolo del fisioterapista nella gestione di pazienti oncologici è quella di Francesco. Fisionauti è uno spazio aperto alle battaglie che guardano al futuro della professione, a voi non resta che ascoltare la puntata e farci sapere cosa ne pensate!
Finalmente i fisionauti dialogano a microfono acceso con un medico e lo fanno con Gabriele Thiebat, chirurgo ortopedico esperto nella traumatologia dello sport.
Il dialogo fisioterapista-ortopedico è essenziale per una gestione ottimale del paziente e affinché ciò avvenga è indispensabile la commistione di alcune competenze. Quali sono le conoscenze in ambito ortopedico che un fisioterapista deve avere?
Questa è la domanda che poniamo a Gabriele che nel risponderci e riflettere con noi si sofferma in particolare nell’illustrarci alcune novità sulla ricostruzione del legamento crociato anteriore e sulle implicazioni riabilitative delle stesse.
Continua la chiacchierata sul dolore pelvico con Anna Fulvio e riparte da un tema scottante: come faccio a capire se un dolore vulvare o alla penetrazione è nocicettivo o nociplastico?
Spesso i trattamenti con dilatatori (vaginal trainers) vengono proposti nell’ottica di fare stretching dei muscoli del pavimento pelvico. Noi e Anna concordiamo sull’irragionevolezza di utilizzare i dilatatori per contrastare il fantomatico “ipertono”, ma allora… quando esponiamo una persona ad uno stimolo penetrativo, a cosa la stiamo esponendo? In che misura stiamo rieducando la sensibilità, il tessuto, le emozioni e i pensieri?
Ecco il tema complesso e dibattuto attorno al quale ruota la seconda parte della puntata. Correte a schiacciare play!
Torniamo a (stra)parlare di dolore sessuale e per farlo invitiamo una collega, Anna Fulvio, fisioterapista specializzata nell'ambito pelvico e appassionata come noi di eb practice.
Il flusso di questa puntata origina da una riflessione sull'importanza delle competenze sessuologiche per un terapista che si occupa di dolore pelvico o sessuale. Una riabilitazione sessuologicamente informata: è esattamente quello di cui parliamo!
In questa prima parte della puntata esploriamo l'attitudine verso l'avoidance o l'endurance nel sesso penetrativo delle pazienti, dei/delle loro partner ma anche dei terapisti che le riabilitano.
Che ruolo gioca la paura nelle sindromi da dolore sessuale? Che ruolo gioca invece il/la partner?
Domande scottanti, ascoltate la puntata per avere spunti di riflessione.
L'attesa è finita: finalmente è pubblica la puntata che abbiamo registrato con Peter O'Sullivan!
Per quanto Peter ci abbia apertamente detto di non voler essere messo sul piedistallo, noi non possiamo fare a meno di dirvi quanto ci siamo sentiti onorati di parlare con lui.
Abbiamo navigato negli aspetti più profondi della CFT e scoperto che la skill più importante che un terapista deve avere per seguire questo modello di cura è il coraggio! Il coraggio di cambiare, di mettere i valori e le necessità del paziente davanti al proprio ego, di affrontare dolore, paura e sofferenza proprie e altrui.
In this episode we dive deep into the topic of CFT - Cognitive Functional Therapy. CFT is a model of care that breaks the dualism of mind-body and gives back to the person its unicity and complexity.
Peter O' Sullivan is one of the main developer of this approach, he is a clinician, professor and researcher at Curtin University (AUS).
We found out that the most important skill a CFT therapist needs to have is courage! The courage to change, the courage to put people's needs and values first, the courage to put the ego aside and to deal with pain, fear and suffering.
Give a listen to this episode and tell us what you think!
Uno dei dubbi che più attanaglia il fisioterapista che vuole avvicinarsi al modello biopsicosociale è "quando fare referral ad uno psicologo?", ma soprattutto..."COME?!"
Un dubbio assolutamente legittimo, al netto del fatto che, ancora un volta, la formazione in tale ambito rasenta lo zero, in clinica siamo spesso a contatto con persone con disturbi psicopatologici (soprattutto se lavoriamo con dolore cronico) e... non siamo psicologi😅
Quindi invece di arrivare a stigmatizzare il paziente con frasi tipo "eh ma questo è proprio paranoico" o alla nostra frustrazione con "che pesantezza, gli spiego le cose e non fa mai quello che dico", meglio affinare le nostre abilità in quest'ambito.
Quindi, per entrare nel nitty gritty del referral psicologico schiaccia play!
Fabio e Michele sono freschi di corso sul training in Pain Reprocessing Therapy (PRT), un approccio che ha fatto molto rumore nella comunità scientifica per dei fantastici risultati in un RCT proprio sulla riduzione del dolore.
Il gruppo di ricerca ha come frontman Alan Gordon, che con il suo libro "The Way Out" promette la totale risoluzione della maggior parte dei dolori cronici.
Si è riusciti a scoprire finalmente la chiave per il dolore cronico? Oppure approcci come quello di Moseley o della CFT vengono ripresentati semplicemente con un'altra veste?