Il nome è evocativo - pasta alla puttanesca - e richiama ambienti sordidi, poco raccomandabili. Un nome che, a quanto pare e come vedremo, segue l’origine di questo piatto conteso.
Un piatto semplice: pasta condita con olive, capperi e pomodori.
Ma dove sarà nato e chi se lo contende?

CREDITS
“Piatti Contesi” è un podcast di DIT - Distribuzione italiana per i supermercati SISA scritto da Igor Principe con la collaborazione di Francesca Sanzo.
La voce è di Alessandro di Paola.
Editing e sound design di Filippo Baietti Malavolti.
Fonico di studio: Simone Casadio Pirazzoli.
Artwork: Andre Baietti Malavolti.
Un ringraziamento speciale a Pietro De Pascalis per la cortese partecipazione.
Produzione: Epta Media.

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Cosa c’entra il trullo pugliese con un piatto conteso?
Un po’ c’entra.
Le tegole scure si chiamano chiancarelle, e non a caso quello è il nome con il quale a Taranto indicano i dischi di pasta a forma di cupola per i quali la Puglia è universalmente nota, cioè le orecchiette. Nell’archivio della chiesa di San Nicola di Bari, però, è conservato un atto datato 1596 che sposterebbe a Bari l'origine di questo piatto conteso.

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Fonico di studio: Simone Casadio Pirazzoli.
Artwork: Andre Baietti Malavolti.
Un ringraziamento speciale a Elisabetta Solito per la cortese partecipazione.
Produzione: Epta Media.

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Solo a evocare la caponata, il piatto conteso di oggi, si sente il profumo di Sicilia, quasi un riflesso condizionato che porta a Palermo, dove si prepara la versione più nota: melanzane, olive verdi, cipolla, sedano, capperi, salsa di pomodoro, olio, sale, aceto, zucchero, basilico, pinoli e mandorle tostate e grattugiate.
La contesa sembra chiusa, a questo punto.
In realtà, l’etimologia della caponata lascia aperte altre porte, che conducono ad origini lontanissime. Addirittura all’antica Roma.

Il libro citato:

• La gita a Tindari, A. Camilleri, Sellerio, 2000.

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Un ringraziamento speciale a Iara Delise per la cortese partecipazione.
Produzione: Epta Media.
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La contesa di oggi si chiama "ragù" e se dovesse essere una questione di campanile, potrebbe essere quello di San Petronio, a Bologna, o del Duomo di Napoli, o anche della cattedrale di San Gerardo, a Potenza.
Anche se la parola - è acclarato - deriva dal francese.
Scopriamo insieme uno dei protagonisti principali dei nostri Piatti contesi.


Due film citati:

• Incantesimo napoletano di Paolo Genovese e Luca Miniero, 2002.

• Sabato, domenica, lunedì scritto da Eduardo De Filippo, 1959.

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Artwork: Andre Baietti Malavolti.
Un ringraziamento speciale a Anna Rigamonti per la cortese partecipazione.
Produzione: Epta Media.

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L’equivoco è tutto nel nome: parmigiana, cioè di Parma.
E no, direbbe qualcuno: parmigiana perché ci si mette il parmigiano, e lo si usa anche a Napoli. Ma cosa c’entra, obietterebbe un terzo: siete fuori strada.

La nostra partita, la nostra contesa gastronomica, è troppo oscura perché qualcuno possa dire: “E’ roba mia”.
O forse i vincitori ci sono, tanti quanti affermano di essere gli inventori di questo meraviglioso piatto italiano, la parmigiana di melanzane.

Il libro citato in puntata è Tre fuochi di Erri De Luca.

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Un popolo di santi, poeti e navigatori. Questo, lo sanno tutti, si dice dell’Italia e di chi la abita.
Ma gli italiani sono anche un popolo di combattenti, pronti a difendere le proprie radici. Soprattutto quando affondano in un piatto tipico locale.
Le ricette cambiano da luogo a luogo: bastano pochi chilometri, un breve passaggio tra i paesi anche della stessa regione per vedere lo stesso piatto cucinato in modo diverso. Ma soprattutto, per sentirsi dire che è lì, e solo lì, la culla in cui quel piatto è nato.
E allora nascono le contese: da dove arriva, davvero, la parmigiana di melanzane? E chi ha inventato il ragù? Le orecchiette sono pugliesi o anche lucane? E via così, in un gioco di domande che alimentano un’autentica guerra gastronomica tra i luoghi e le tavole del bel paese, teatro di contese all’ultimo mestolo.

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