Lo Zio Uccio è nato nel 1922 a Rovigno. Nel momento in cui racconta la sua storia ha 85 anni e ne sono passati più di 50 dalla sua prigionia in un’isola di fronte alla costa dalmata, un’isola che il regime di Tito aveva trasformato in un gulag dell’Adriatico.
I libri consultati per la scrittura di questa puntata sono:
A metà tra un gulag e un campo di rieducazione, Goli Otok, che in italiano si traduce come Isola Calva o Isola Nuda, è un'isola che per molti anni è stata un campo di internamento per prigionieri politici. La crudeltà delle torture rende questo luogo unico tra i sistemi di internamento del regime di Tito.
I libri consultati per la scrittura di questa puntata sono:
Lo Zio Uccio, così come tutti gli altri prigionieri di Goli Otok, ricordano la loro detenzione sull'isola come l’Inferno dei vivi. Qui era stato codificato una specie di glossario della tortura che, a seconda delle loro colpe, posiziona i puniti in qualcosa che assomiglia ai gironi danteschi.
I documenti consultati per la scrittura di questa puntata sono:
Non sempre la fine della prigionia è sinonimo di libertà. Non lo è per lo Zio Uccio e per Virgilio, come per molti dei sopravvissuti a Goli Otok, che per tantissimo tempo si sentono costretti a tacere, anche con i loro familiari, le sofferenze patite sull’isola.
Il documento consultato per la scrittura di questa puntata si intitola: