Soddisfare… un desiderio. Sentirsi soddisfatti di sé stessi, del proprio lavoro, dei figli, di come va la vita. Provare gusto in quello che si fa. Piacere. Divertimento. Appagamento. La #soddisfazione può avere tantissime sfaccettature e significati, l’importante è non perdersela per strada e assaporarla con gusto, almeno ogni tanto.
#Resilienza, o la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Si parla tanto di resilienza, è una di quelle parole che vanno di moda. "Bisognava essere resilienti per resistere ai lockdown, zone rosse, ecc". Ma cosa vuol dire essere capaci di assorbire un urto senza rompersi? Ed è bene non rompersi mai, oppure è proprio in quella frattura, che si cambia?
Asserire – Asserere – Affermare. Sul web si trovano manuali di assertività, elenchi di regole: parlare in prima persona, saper dire dei no, ascoltare, comunicare in modo chiaro e conciso con un occhio al non verbale… facile no? E, a parte la retorica da bar, che valore può avere per noi l’assertività?
Quanto accettiamo qualcosa che accade e che non dipende da noi? quante energie spendiamo a tentare di modificare ciò che non può esserlo e a negare quelle emozioni, spesso negative, che quella frustrazione ci provoca? Dopo più di un anno di chiusura ora sembra di tornare a vivere con le aperture, i vaccini in corso, le vacanze già fatte o da fare a breve. Cosa ha a che fare l'accettazione con le nostre vite in questo momento? E poi, accettare significa dimenticare?
La parola identità ci rimanda al Paradosso della nave di Teseo che, in poche parole, invita alla seguente domanda: un tutto unico rimane davvero se stesso dopo che, via via che passa il tempo, tutti i suoi componenti sono cambiati? E noi, che concezione abbiamo di noi stessi, delle nostre trasformazioni? siamo sempre noi o diventiamo qualcun altro o siamo tanti assieme?
Puntata con una ospite speciale! Lucia Bernabei :)
Tra la instant gratification in cui molti di noi sembrano intrappolati e il "campa cavallo che l’erba cresce" espressione dell’insofferenza tipica nostrana, che spazio può avere la #pazienza oggi? Paziente è chi sopporta? La pazienza è “santa”, la virtù dei forti?
Qui il link alla canzone di cui ho letto parte del testo nel finale: La cura di Franco Battiato.
Altro giro altra corsa. Eccoci in pista con la #Confusione. Tra disordine e turbamento, a volte ci sentiamo in balia della confusione, sopraffatti. La confusione, però, porta con sé anche uno slancio creativo, la possibilità che si aprano strade diverse, inimmaginate. E dunque l'immortale frase di Friedrich Nietzsche “Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante”.
Il #Coraggio ci viene dal cuore. Ha un'accezione intima, legata all'affettività, oppure è qualcosa da ostentare per sentirsi forti di fronte agli altri?
Come diceva il Mel Gibson di Brave Hearth, Cuore Impavido: "Il tuo cuore è libero, abbi il coraggio di seguirlo". Parliamo di cuore, umiltà, libertà, scelte, amore.
#Superbia e #Tracotanza: chi non pecca di superbia ogni tanto… e di tracotanza? Ricordiamoci che “La superbia partì a cavallo e tornò a piedi”, la tracotanza invece? Forse è qualcosa di cui sentiamo parlare meno e ci sembra lontana dal nostro quotidiano, ma ne vogliamo parlare perché non ne siamo così sicuri :)
Questo l'ultimo episodio del ciclo di parole sulle #Passioni.
Per il ciclo sulle #Passioni, parliamo di #Accidia e #Noia, terribili, non è vero? Tempo sprecato o un troppo che stanca perché “Scherzo, riso e gioia, quando è troppo annoia”... nel periodo storico che stiamo vivendo ci troviamo spesso a vivere nell'accidia, i giorni si aggiungono ai giorni, senza capo né coda. Parliamo di questa passione e anche della noia, che solitamente nello stile di vita "lavora e produci" sembra quasi un lusso, e adesso?
Per il ciclo di incontri sulle parole dal tema "Passioni", questa settimana parliamo di Invidia e Gelosia, due passioni che pungono dentro allo stomaco e fanno pulsare le tempie tanto da farci dire “Occhio non vede, cuore non duole” perché meglio allontanarsene che rimanerci invischiati. E chi non ci riesce?
Abbiamo parlato di psicologia, di emozioni, di femminile e ora non ci resta che guardare all'essere umano dal punto di vista dei suoi sentimenti intensi, dei suoi equilibrismi passionali. In questo episodio parliamo di 𝗚𝗼𝗹𝗮 𝗲 𝗟𝘂𝘀𝘀𝘂𝗿𝗶𝗮, due appetiti insidiosi e infatti, come dice il proverbio, “Bacco Tabacco e Venere, riducono l’uomo in cenere”.
Una donna lavora, tiene a posto la casa, si occupa dei figli e quando rimprovera al compagno di sentirsi poco aiutata si sente dire "bastava chiedere!", se non peggio.
Cos'è il 𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲? in che modo è presente nella vita quotidiana di una donna? perché per la 𝗽𝗮𝗿𝗶𝘁𝗮̀ - in primis tra le mura di casa - c'è bisogno di entrambe le parti, donne e uomini assieme?
Parliamo di queste due parole che hanno un'incidenza profonda nella vita di uomini e donne, soprattutto quando si parla della loro 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮𝗹𝗶𝗻𝗴𝗮.
Vulnerabilità, sostantivo femminile, dal vocabolario: 𝗽𝗿𝗲𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗮𝗰𝗰𝗮𝘁𝗼, 𝗼𝗳𝗳𝗲𝘀𝗼. Perfino le righe dei dizionari più comuni associano a questa parola un'accezione negativa e nella società in cui dobbiamo essere efficienti - anche se attorno a noi tutto sembra crollare - e condurre una vita da supereroi col paraocchi, che spazio ha la vulnerabilità? 𝗘 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗮? a cui spesso l'aggettivo "vulnerabile" segue subito quello di "emotiva"... cosa vuole dire essere forti? cosa vuol dire essere vulnerabili? scopriamo assieme quale può essere la strada per il coraggio.
Le #Mestruazioni sono ancora oggi un grosso tabù. Si tratta di una piaga tutta femminile o di una grande risorsa legata al ciclo della vita? Perché ancora oggi questa parola ci mette a disagio e ci è più accettabile guardare un film con ammazzamenti e litri di sangue che scorrono mentre qualche goccia di sangue tra le gambe o sulle mutande ci fa girare gli occhi disgustati? Moltissime donne almeno una volta al mese prendono ferie perché i dolori impediscono di essere efficienti sul lavoro, oppure semplicemente soffrono a suon di analgesici. Qual è il segreto dietro a questo forte tabù che da secoli, se non millenni, ci portiamo dietro?
Il 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗰𝗶𝗰𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝘃𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 si apre con la parola #Bellezza. Il ciclo è dedicato ai 𝘁𝗮𝗯𝘂̀ 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗹𝗲 che ci toccano tutti, uomini, donne, bambin*, anzian*. Siamo così sicuri che l'urgenza che parrebbe tutta femminile di avere un bell'aspetto, di piacere, sia davvero qualcosa di innato? cosa ci comunica questa parola?
Negli ultimi 4 incontri abbiamo parlato di emozioni come la paura, la rabbia, la tristezza, la felicità… Queste emozioni non solo le sentiamo dentro di noi, ma le riconosciamo negli altri.
L’empatia è un’abilità sociale motore della nostra evoluzione come specie umana, oggi riconosciuta anche dalla scienza grazie a una scoperta tutta italiana, quella dei neuroni specchio. Quando esercitiamo l’empatia ascoltiamo l’altro in modo profondo, quasi dimenticandoci di noi, vi è mai capitato? Chi esercita una professione d’aiuto, invece, impara a non perdere il focus su di sé per essere efficace nello “stare accanto” senza sostituirsi all’altro. Siamo in grado di entrare in comprensione empatica proprio per la nostra umanità?
La felicità e uno stato transitorio o una condizione di benessere a cui aspirare? “Dei giorni felici della nostra vita ci accorgiamo solo quando ormai hanno lasciato il posto ai giorni tristi” diceva Shopenhauer – e chissà quanti altri di noi – ma quello stato di benessere è sicuramente legato all’amore, alla nostra capacità di amare e farci amare, alla realizzazione di un desiderio, alla gratitudine e al trovare un nostro posto, seppur provvisorio, nel mondo. Sentirsi felici apre alla curiosità, allarga gli orizzonti del pensiero ed è una spinta a crescere, a non accontentarsi. Tutto l’organismo ne risponde in positivo, la felicità ci apre al buon umore e alla socialità. Con Massimo Buratti parliamo della felicità in un viaggio dalla radice della parola al suo significato esistenziale.
La tristezza è una mancanza, un sentirsi privi di qualcosa… una forma di solitudine? qualcosa che è stato e non tornerà? Nella nostra cultura non è bene mostrare emozioni negative, ma la tristezza è parte di noi, così come lo sono la gioia, o la paura e la rabbia. In altre culture la tristezza non ha la stessa valenza negativa, ma è un ponte verso qualcosa di nuovo. Ed ecco che la tristezza si trasforma in poesia, canzone, musica. In Brasile ogni 30 gennaio si celebra il “dia da saudade”, della presenza nell’assenza, della terra natia che abbiamo lasciato e non torna più, della dolce malinconia che apre lo spazio al desiderio, al ritmo coinvolgente della samba…
La rabbia è un istinto presente in ognuno di noi, anche i bambini piccolissimi urlano o lanciano oggetti, danno calci quando qualcosa non gli sta bene. Ce ne sono varie gradazioni, dall’ira all’impazienza che quasi tutti proviamo quotidianamente. Viene dato il nome di “rabbia” addirittura a una malattia! La rabbia, sottoforma di aggressività è una caratteristica molto presente nella nostra società, dai personaggi politici alle gag simpatiche stile “Milanese imbruttito”… la rabbia come le altre emozioni ci crea un movimento interiore e ci porta verso altri luoghi. Questa emozione, che spesso ha un’accezione negativa, è imprescindibile e utile per vivere. Con Massimo vogliamo esplorarla con voi per scoprirne i molteplici aspetti, dietro ai quali spesso si cela altro.