
Ho camminato a lungo sulla riva, dove la terra finisce e il respiro del mare comincia. Lì, il confine è vivo: un respiro che avanza e si ritira, come se l’oceano fosse il cuore pulsante del mondo.
Ogni onda è un messaggio antico, scritto da mani che non conosciamo, ma che ci appartengono. In quell’orizzonte senza forma, sento la voce dell’ignoto chiamarmi: non con la promessa di sicurezza, ma con l’invito al rischio.
Il mare non è solo acqua e vento. È la prova che l’uomo non può restare fermo. È la porta aperta verso ciò che ancora non sappiamo di essere. Navigare non è solo attraversare uno spazio: è mettere alla prova la propria anima, è lasciare che la corrente strappi le certezze dalle nostre mani, fino a trovarci nudi davanti a noi stessi.
Ho compreso che chi sfida il mare sfida il proprio destino. Come un fotografo che entra nella tempesta per catturare un istante irripetibile, il viaggiatore marino accetta di farsi scolpire dall’incertezza. Non c’è crescita senza salpare. Non c’è scoperta senza il coraggio di lasciare il porto.
Forse, in fondo, ognuno di noi è una piccola zattera che affronta l’infinito. Possiamo attendere una nave solida, una rivelazione che ci traghetti in salvo. Oppure possiamo lasciare che le mani stringano solo il legno fragile delle nostre convinzioni migliori, e spingere verso il largo.
Perché la vita — come il mare — non ci promette di arrivare. Ci promette soltanto di trasformarci nel viaggio.
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#ViaggioDellAnima
#OltreLOrizzonte
#CoraggioDiSalpare
#NavigareLaVita