“Nonostante le prime trasmissioni sulla frequenza UnoPuntoSeiPeriodico, siamo ancora naufraghi di un diluvio a lungo atteso – ma a cui eravamo impreparati. La nostra zattera, nel frattempo, si va attrezzando di gingilli e ammennicoli di ogni tipo, costruiti assemblando l’immondizia che come noi galleggia nella Great Pacific Garbage Patch. ‘Forse laggiù c’è Vakaru?’ ci chiede il nostro fedele alleato, un cannocchiale abborracciato con due fondi di bottiglia (uno concavo e uno biconvesso) al miraggio di un’isola. Ma non capiamo se è la voce della Natura a parlarci o la nostra natura a ingannarci. Approdati, per riconquistare un po’ di lucidità improvvisiamo un bivacco tra le macerie dell’Accademia. Finalmente, la nostra fidata radio a galena ci permette di lanciare un segnale sulla nuova frequenza OttoQuinti, sperando che da una terra rimasta emersa, magari nascosta in un cunicolo sotterraneo per evitare venti radioattivi o eventi epidemici, qualche persona (umana o anche no) si sintonizzi e condivida la sua.
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Conduce eXtemporanea
“Nonostante le prime trasmissioni sulla frequenza UnoPuntoSeiPeriodico, siamo ancora naufraghi di un diluvio a lungo atteso – ma a cui eravamo impreparati. La nostra zattera, nel frattempo, si va attrezzando di gingilli e ammennicoli di ogni tipo, costruiti assemblando l’immondizia che come noi galleggia nella Great Pacific Garbage Patch. ‘Forse laggiù c’è Vakaru?’ ci chiede il nostro fedele alleato, un cannocchiale abborracciato con due fondi di bottiglia (uno concavo e uno biconvesso) al miraggio di un’isola. Ma non capiamo se è la voce della Natura a parlarci o la nostra natura a ingannarci. Approdati, per riconquistare un po’ di lucidità improvvisiamo un bivacco tra le macerie dell’Accademia. Finalmente, la nostra fidata radio a galena ci permette di lanciare un segnale sulla nuova frequenza OttoQuinti, sperando che da una terra rimasta emersa, magari nascosta in un cunicolo sotterraneo per evitare venti radioattivi o eventi epidemici, qualche persona (umana o anche no) si sintonizzi e condivida la sua.
a cura di eXtemporanea Ospiti Matthieu Barbier e Marcello Dalmonte
Della ricerca non si butta via niente! Qualche secolo fa, i filosofi naturali comunicavano le proprie scoperte attraverso brevissimi anagrammi criptati. Oggi invece assistiamo alla crescita fuori controllo della produzione di articoli scientifici, al punto da arrivare ad affettare un articolo magari già di per sé non troppo sostanzioso in più articoletti, per moltiplicare le pubblicazioni. Come ripensare i criteri e le modalità di condivisione e diffusione della ricerca? Indaghiamo alcune nuove esperienze editoriali che prendono forma all'interno della comunità scientifica.
RF21 - Scarti radioattivi
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“Nonostante le prime trasmissioni sulla frequenza UnoPuntoSeiPeriodico, siamo ancora naufraghi di un diluvio a lungo atteso – ma a cui eravamo impreparati. La nostra zattera, nel frattempo, si va attrezzando di gingilli e ammennicoli di ogni tipo, costruiti assemblando l’immondizia che come noi galleggia nella Great Pacific Garbage Patch. ‘Forse laggiù c’è Vakaru?’ ci chiede il nostro fedele alleato, un cannocchiale abborracciato con due fondi di bottiglia (uno concavo e uno biconvesso) al miraggio di un’isola. Ma non capiamo se è la voce della Natura a parlarci o la nostra natura a ingannarci. Approdati, per riconquistare un po’ di lucidità improvvisiamo un bivacco tra le macerie dell’Accademia. Finalmente, la nostra fidata radio a galena ci permette di lanciare un segnale sulla nuova frequenza OttoQuinti, sperando che da una terra rimasta emersa, magari nascosta in un cunicolo sotterraneo per evitare venti radioattivi o eventi epidemici, qualche persona (umana o anche no) si sintonizzi e condivida la sua.