“Nonostante le prime trasmissioni sulla frequenza UnoPuntoSeiPeriodico, siamo ancora naufraghi di un diluvio a lungo atteso – ma a cui eravamo impreparati. La nostra zattera, nel frattempo, si va attrezzando di gingilli e ammennicoli di ogni tipo, costruiti assemblando l’immondizia che come noi galleggia nella Great Pacific Garbage Patch. ‘Forse laggiù c’è Vakaru?’ ci chiede il nostro fedele alleato, un cannocchiale abborracciato con due fondi di bottiglia (uno concavo e uno biconvesso) al miraggio di un’isola. Ma non capiamo se è la voce della Natura a parlarci o la nostra natura a ingannarci. Approdati, per riconquistare un po’ di lucidità improvvisiamo un bivacco tra le macerie dell’Accademia. Finalmente, la nostra fidata radio a galena ci permette di lanciare un segnale sulla nuova frequenza OttoQuinti, sperando che da una terra rimasta emersa, magari nascosta in un cunicolo sotterraneo per evitare venti radioattivi o eventi epidemici, qualche persona (umana o anche no) si sintonizzi e condivida la sua.
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Conduce eXtemporanea
“Nonostante le prime trasmissioni sulla frequenza UnoPuntoSeiPeriodico, siamo ancora naufraghi di un diluvio a lungo atteso – ma a cui eravamo impreparati. La nostra zattera, nel frattempo, si va attrezzando di gingilli e ammennicoli di ogni tipo, costruiti assemblando l’immondizia che come noi galleggia nella Great Pacific Garbage Patch. ‘Forse laggiù c’è Vakaru?’ ci chiede il nostro fedele alleato, un cannocchiale abborracciato con due fondi di bottiglia (uno concavo e uno biconvesso) al miraggio di un’isola. Ma non capiamo se è la voce della Natura a parlarci o la nostra natura a ingannarci. Approdati, per riconquistare un po’ di lucidità improvvisiamo un bivacco tra le macerie dell’Accademia. Finalmente, la nostra fidata radio a galena ci permette di lanciare un segnale sulla nuova frequenza OttoQuinti, sperando che da una terra rimasta emersa, magari nascosta in un cunicolo sotterraneo per evitare venti radioattivi o eventi epidemici, qualche persona (umana o anche no) si sintonizzi e condivida la sua.
a cura di eXtemporanea Ospiti Marco Armiero, Lucilla Barchetta, Collettivo Epidemia e Nives Ladina
Potrà risorgere vita dalle ecologie tossiche che contaminano le sostanze e le narrative che consumiamo? In un viaggio che parte dalle rovine industriali sulle rive dello Stura di Lanzo (Torino) per arrivare alla terra dei fuochi (Napoli), passando per Agbogbloshie (Ghana), cerchiamo di capire i soggetti ai margini di una società che rifiuta di affrontare le sue deiezioni, e quali processi sociali stanno mettendo in moto.
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Conduce eXtemporanea
“Nonostante le prime trasmissioni sulla frequenza UnoPuntoSeiPeriodico, siamo ancora naufraghi di un diluvio a lungo atteso – ma a cui eravamo impreparati. La nostra zattera, nel frattempo, si va attrezzando di gingilli e ammennicoli di ogni tipo, costruiti assemblando l’immondizia che come noi galleggia nella Great Pacific Garbage Patch. ‘Forse laggiù c’è Vakaru?’ ci chiede il nostro fedele alleato, un cannocchiale abborracciato con due fondi di bottiglia (uno concavo e uno biconvesso) al miraggio di un’isola. Ma non capiamo se è la voce della Natura a parlarci o la nostra natura a ingannarci. Approdati, per riconquistare un po’ di lucidità improvvisiamo un bivacco tra le macerie dell’Accademia. Finalmente, la nostra fidata radio a galena ci permette di lanciare un segnale sulla nuova frequenza OttoQuinti, sperando che da una terra rimasta emersa, magari nascosta in un cunicolo sotterraneo per evitare venti radioattivi o eventi epidemici, qualche persona (umana o anche no) si sintonizzi e condivida la sua.