
I salmi possiedono la straordinaria capacità di catturare tutta la realtà delle nostre esperienze umane.
I salmi sono un’espressione universale di quella che è la nostra esperienza umana. Per questo sono senza tempo.
Qualcuno ha apprezzato molto l’introduzione alla lettera agli Ebrei, della scorsa volta, e ha detto che sarebbe bello avere ogni tanto un’introduzione a un libro della Bibbia, per stimolare la lettura e per capire meglio (vedi podcast precedente).
Oggi condivido alcuni pensieri introduttivi sul libro dei Salmi, che spero vi siano utili e vi incoraggino a leggere questo libro. Chiunque può leggere i salmi. E più si cresce nella fede, più si comprendono.
Cosa sono i Salmi?
Sono 150 preghiere, suddivisi in 5 libri diversi. E proprio perché si compongono di 5 libri, essi sono stati anche definiti “il Pentateuco di Davide.”
Infatti, 73 salmi sono attribuiti a Davide, 49 sono anonimi, altri sono scritti da autori vari.
Gli svariati autori del Pentateuco di Davide descrivono percezioni, sentimenti personali, atteggiamenti, interessi, e anche la lode, la gratitudine del credente.
Sono delle preghiere con le quali ogni lettore, nel corso dei secoli, si può identificare. Esso sono anche delle poesie. Contengono dei parallelismi.
Questa mattina, senza esaurire il tema, vorrei condividere alcuni messaggi personali che i Salmi ci rivolgono ancora oggi.
Il libro dei salmi è da sempre la guida del credente alla preghiera. Per questo leggiamo spesso dai Salmi, nella prima parte del nostro culto.
Essendo una guida alla preghiera, essi ci introducono alla presenza di Dio.
L’inizio del culto è un “entrare alla presenza del Signore.”
Nei Salmi troviamo delle espressioni molto personali e chiare, a volte sofferte di vita vissuta e di chi cerca Dio.