
Introduzione alla lettera agli Ebrei
Sempre più persone oggi dicono di aver fede. Una persona in difficoltà una volta mi ha detto: “Ho abbastanza fede per far fronte alla mia situazione”.
Ma come si fa per coltivare e possedere la fede?
La fede viene dall’ascolto, e ciò che si ascolta proviene dalla Parola di Cristo.
Così scrive l’apostolo Paolo ai Romani. Ed è questo il motivo per cui studiamo la Parola di Dio.
Questa mattina vorrei introdurre una porzione di Parola di Dio che ci è stata trasmessa come lettera. È una lettera (quasi) anonima: la lettera agli Ebrei.
La lettera agli Ebrei contiene alcuni passaggi che creano difficoltà agli studiosi e sono difficili da comprendere.
Contiene anche diversi avvertimenti, che sono stati scritti affinché li leggiamo e ce li poniamo a cuore.
Ma, soprattutto, la lettera agli Ebrei è stata scritta con uno scopo preciso. La sua intenzione è di fortificare la fede; fortificare la fede nell’opera perfetta compiuta da Gesù Cristo. È stata scritta per risvegliare nei lettori la certezza che chi confida in Lui raggiungerà la meta.
Questa mattina introdurrò questa lettera per incoraggiarvi e invogliarvi a leggerla. Più in generale a dedicare ogni giorno almeno un po’ di tempo alla lettura della Parola, all’ascolto, allo studio, alla pratica della Parola di Dio.
Quando una persona si trova in difficoltà ciò che rimane è la fede. Se quindi c’è qualcosa che forma e rafforza la nostra fede quando stiamo bene, facciamo bene a coglierla, affinché possiamo stare in piedi, quando tutte le altre sicurezze della vita vengono a mancare.
Ciò che mantiene in piedi il credente nella prova (me incluso) è la fede nella Parola di Dio. Posso testimoniare che è vero!
Questa mattina ci occuperemo dell’autore della lettera, del suo contenuto e dei suoi destinatari.
L’autore non è noto. Cioè, non si presenta in maniera ufficiale dicendo il suo nome nelle prime righe, così come era consuetudine iniziare le lettere nell’antichità.
L’autore della lettera agli Ebrei non comincia con un saluto, o con un augurio, come si usava nelle lettere, ma inizia subito a parlare di Dio. Rileggiamo l’inizio.