
Testo: 2 Re 8, 1 – 6
1 Eliseo aveva detto alla donna di cui aveva risuscitato il figlio: «Àlzati; va', tu con la tua famiglia, e soggiorna all'estero, dove potrai; perché il SIGNORE ha chiamato la carestia, ed essa verrà nel paese per sette anni». 2 La donna si alzò, e fece come le aveva detto l'uomo di Dio; se ne andò con la sua famiglia, e soggiornò per sette anni, nel paese dei Filistei. 3 Finiti i sette anni, quella donna tornò dal paese dei Filistei, e andò dal re a reclamare la sua casa e le sue terre. 4 Allora il re discorreva con Gheazi, servo dell'uomo di Dio, e gli diceva: «Ti prego, raccontami tutte le cose grandi che Eliseo ha fatte». 5 E mentre appunto Gheazi raccontava al re come Eliseo aveva risuscitato il morto, ecco che la donna, di cui era stato risuscitato il figlio, venne dal re a reclamare la sua casa e le sue terre. E Gheazi disse: «O re, mio signore, questa è quella donna, e questo è suo figlio, che Eliseo ha risuscitato».
6 Il re interrogò la donna, che gli raccontò tutto; e il re le mise a disposizione un funzionario, al quale disse: «Falle restituire tutto quello che è suo, e tutte le rendite delle terre, dal giorno in cui lasciò il paese, fino a ora».
2 Re 8, 1 - 6
Questa mattina continuiamo la lettura e meditazione dei testi Biblici riguardanti la vita di Eliseo, il profeta, l’uomo di Dio che è una figura di Cristo, il profeta della grazia.
Alcuni studiosi collocano l’episodio che abbiamo letto a prima degli eventi narrati del capitolo cinque, cioè a prima della guarigione di Naaman, il Siro. Questo perché dopo la guarigione di Naaman, il servo di Eliseo diventò lebbroso a causa della sua avidità.
E quindi, dicono, questo episodio deve essersi svolto prima.
Altri studiosi pensano, invece, che questo episodio si trovi nel capitolo 8 perché dal punto di vista cronologico è qui che appartiene, cioè dopo l’assedio e la liberazione di Samaria. Ipotizzano che Gheazi, dopo essersi ammalato si sia pentito, e Dio gli abbia fatto grazia e lo abbia guarito dalla lebbra.
È affascinante questo pensiero e non è in contrasto col testo. Ma il momento preciso degli avvenimenti narrati in questo capitolo, non è decisivo per comprendere il suo significato. Perché? Qual è il messaggio di questo testo? Ho intitolato questo episodio: “A Dio non sfugge nulla”, perchéquesto episodio fa risaltare il tempo perfetto delle azioni di Dio.
Il testo dimostra come Dio opera per il bene dei suoi figli, ha sotto controllo tutto ciò che accade nella loro vita. Egli provvede in anticipo per le necessità future di ogni genere.
Dio è Signore anche del tempo. (mio detto: Il tempo è nostro amico, perché è controllato dal nostro Signore.)
In senso più largo questo descrive la grandezza di Dio. Ci ricorda che Dio è grande e realizza tutti i suoi piani nonostante la peccaminosità degli esseri umani, nonostante le grandi o piccole colpe dell’uomo.
Osserviamo oggi tre cose su questo Dio grande in questo testo. Dio è il Dio
a) dei piani perfetti, piani che svolge per il bene di coloro che si affidano a lui. Dio è anche il Dio
b) dal tempismo perfetto. Egli non è un Dio assente, ma veglia su tutti gli avvenimenti della nostra vita quotidiana.
C) Egli è il Dio della provvidenza perfetta. Egli sa prevedere e provvedere per i suoi oltre quanto possiamo immaginare.
Con Dio la realtà supera sempre la nostra immaginazione.