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Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Radio Radicale
3 episodes
16 hours ago
Podcast "Il Mondo a pezzi", Lunedì alle ore 10.00. Radio Radicale
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Episodes (3/3)
Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri - Puntata del 3/11/2025
Al vertice in Corea del Sud, Trump e Xi Jinping preannunciano un accordo per una tregua di un anno sulla guerra dei dazi. Scenderanno dal 47 al 45 per cento le tariffe applicate alla Cina. Pechino sospenderà per un anno le restrizioni all'export di terre rare (e il commissario Ue al Commercio Sefcovic fa sapere che varrà anche per l'Unione europea). Xi non ha stravinto: ci sono state reciproche concessioni, per usa e Cina si tratta di una de-escalation tattica. Trump è alla seconda marcia indietro, dopo la prima compiuta su pressione delle grandi catene commerciali. Il decoupling tentato da Cina e Usa non è praticabile. Ma che effetti avrà l'intesa sull'Ue? Le barriere tariffarie imposte dagli Usa alla Cina restano comunque alte, tra il 47 e il 45 per cento: le esportazioni di Pechino incontreranno quindi un ostacolo e potranno riversarsi sull'Unione europea. Il mercato interno cinese non riesce ad assorbire la sovrapproduzione in eccesso: è il risultato di una scelta politica che tiene bassa la domanda e i salari. L'Europa è una delle destinazioni della sovraccapacità cinese: ed è un fenomeno già in atto, poiché il mercato europeo è già la prima destinazione delle auto elettriche di Pechino e la nostra dipendenza per le batterie, le tecnologie legate a solare ed eolico si è consolidata. Le barriere tariffarie Usa resteranno, l'Ue le ha al 15 per cento con la Cina. Va poi considerato il ruolo svolto in una triangolazione delle merci cinesi da Vietnam o Thailandia. L'Ue non può prescindere dalla Cina, ma bisogna costruire un rapporto funzionale che serva anche gli interessi Ue. Un'eccessiva dipendenza dalle terre rare, che ricorda quella che l'Ue aveva con l'energia importata dalla Russia. E' necessario investire sulla costruzione di un'autonomia, conquistare maggiore reciprocità nei rapporti economici con la Cina. Proseguire sulla via già scelta dall'Ue, che ha imposto dazi sulle auto elettriche e mobili cinesi. Fondamentale resta la diversificazione dei mercati. L'Europa deve elaborare una risposta al più presto, senza attendere la fine della tregua di un anno, perché potrebbe ritrovarsi alla fine del percorso ad una intesa Usa-Cina che la stritolerebbe.
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16 hours ago

Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Il Mondo a pezzi - Intervista a Paolo Guerrieri Paleotti - Puntata del 27/10/2025
I dati macroeconomici dell'area euro restano deludenti, secondo le previsioni di crescita dell'FMI: buoni i dati relativi a Paesi del Sud come Spagna, Portogallo e Grecia. Ma finché non ripartiranno le grandi economie francesi e tedesca, l'Europa non potrà crescere. Segni di ripresa dell'economia tedesca dopo due anni di recessione: l'indice PMI (Purchasing Managers Index) registra un aumento degli ordini delle imprese. E' soprattutto il settore dei servizi nel settore privato a trainare questa ripresa: ristorazione, turismo, costruzioni, servizi alle imprese. Nell'industria manufatturiera, al contrario, non ci sono segni positivi. La situazione resta fragile, ma ci si attende una spinta alla crescita dal piano di spesa di 500 miliardi di euro destinati ad infrastrutture e difesa. La Francia si conferma la malata d'Europa, scossa com'è da turbolenze politiche interne. L'economia europea si confronta con cambiamenti epocali: la fine dell'energia a buon mercato, l'incapacità della Cina di assorbire la nostra produzione e riversa nell'Ue le merci che non riesce a consumare, la rivoluzione digitale. Le grandi imprese manufatturiere si ritrovano con capacità tecnologiche invecchiate: servono investimenti in servizi avanzati ad alta tecnologia. Ma è una rivoluzione che non è possibile effettuare su scala nazionale. Serve integrazione: la via indicata da Mario Draghi nel suo discorso di Oviedo va in questa direzione. Il 'federalismo pragmatico' cui l'ex presidente della BCE ha fatto riferimento può attuarsi attraverso 'coalizioni di volenterosi', ovvero cooperazioni rafforzate su settori strategici: è il caso della difesa o delle infrastrutture. L'Europa non può permettersi di restare ferma, in attesa che si trovi l'accordo a 27. Un'integrazione sta già avvenendo nel settore difesa, campo in cui si possono coinvolgere anche Paesi extra Ue come la Gran Bretagna. Gli ostacoli più resistenti sono opposti da forze e partiti nazionalisti: se è vero che non si battono più per l'uscita dall'Europa, queste forze chiedono che l'Ue faccia poco ed esercitano un'azione di freno nei confronti dei Paesi che potrebbero procedere verso una maggiore integrazione
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1 week ago
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Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri - Puntata del 20/10/2025
La legge di bilancio del governo Meloni: 18,7 miliardi di euro, una manovra prudente, che poco effetto avrà sulle prossibilità di crescita. Dopo la fiammata post-Covid, l'economia italiana si è fermata. Positive le misure di equità sociale e l'aumento di fondi per la sanità. Il percorso stretto imposto dai parametri europei, una politica fiscale responsabile e il miglioramento dei conti pubblici che porterà l'Italia fuori dalla procedura d'infrazione per deficit eccessivo. Ma questo aggiustamento è stato pagato anche dai cittadini, con il cosiddetto fiscal drag: per effetto dell'inflazione, i salari nominalmente aumentano, ma il potere d'acquisto no. Eppure si pagano aliquote fiscali maggiori, che garantiscono nuove entrate all'erario.L'inflazione, tassa iniqua. La pressione fiscale rimane alta. Ma soprattutto, la manovra avrà un trascurabile impatto sulla crescita economica. A differenza di altri Paesi dell'area sud d'Europa, come attestato dalle previsioni del FMI: la Spagna con un 3,2 per cento, la Grecia e il Portogallo con un 2 per cento. L'Italia, in quest'area, fa eccezione. Il capovolgimento dei motori di crescita in Europa: quelle che erano le locomotive come Germania e Francia, arrancano; mentre i Paesi dell'area sud, risolta la loro situazione fiscale difficile per via di un forte indebitamento, hanno buone dinamiche di crescita. Cosa manca all'Italia: è la crisi del comparto industriale a frenare la crescita. Rappresenta il 23 per cento del Pil italiano, ma la produzione è diminuita, tornando al livello del 2020. La manovra stanzia per il comparto circa 8 miliardi, ovvero un terzo della richiesta avanzata da Confindustria per un piano di rilancio. Servirebbero risorse adeguate per affrontare la riconversione dell'economia in atto e gli alti costi dell'energia, investimenti per le trasformazioni indotte dall'Ia. La mancata crescita mette a rischio anche i risultati positivi ottenuti con la discesa del deficit. E il debito pubblico continuerà a gravare sulla nostra economia. Spagna e Portogallo offrono un esempio contrario: stock del debito in discesa grazie a crescita economica e investimenti.
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2 weeks ago
21 minutes

Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Podcast "Il Mondo a pezzi", Lunedì alle ore 10.00. Radio Radicale