L'articolo di "il Ponte, Giornale delle Idee," intitolato "Io, l’IA e la verità dietro le parole," esplora la complessa relazione tra l'autore e l'intelligenza artificiale nella scrittura creativa. L'autore, Renzo Samaritani Schneider, confessa di utilizzare l'IA come uno strumento di collaborazione, paragonandola a una penna o a un editor, ma sottolinea che la visione, l'esperienza e l'anima del testo rimangono intrinsecamente umane. Viene ribadito che l'IA non diminuisce lo sforzo o la responsabilità dell'autore, ma piuttosto amplifica la sua voce e richiede una maggiore attenzione nel processo creativo. A sostegno di questa prospettiva, l'articolo cita le posizioni di Stephen King, che pur riconoscendo l'inevitabilità dell'IA non ne vieta l'uso, e della scrittrice giapponese Rie Qudan, vincitrice del Premio Akutagawa per un'opera che ha integrato circa il 5% di testo generato da IA, enfatizzando come l'esperienza umana rimanga insostituibile. L'autore conclude affermando che l'IA è uno strumento potente e che spetta all'essere umano decidere come usarlo con etica e verità.
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