In questa puntata si celebra un traguardo importante: il centesimo episodio del podcast, un’occasione per fermarsi, guardare il percorso fatto e immaginare nuove prospettive future.
Riccardo Rossotto, intervistato da Flavia Scerbo Iose in una puntata in formato audio-video, ripercorre le tappe più significative di questo progetto: dalle difficoltà affrontate alle critiche costruttive ricevute, fino alle puntate più amate da lui e dagli ascoltatori. Un dialogo che, oltre a fare il punto sul passato, apre lo sguardo sul futuro del podcast e sulle novità che lo attendono: nuovi cicli tematici, altri episodi video, un impegno verso la sostenibilità economica, sempre con l’invito a non smettere mai di coltivare la curiosità e l’indipendenza del pensiero.
Una produzione di Zero Contenuti
Potrebbe sembrare una provocazione, ma è un’ipotesi concreta: Tony Blair, ex premier britannico, inventore della Terza via tra il Socialismo e il Liberalismo, potrebbe guidare il governo transitorio di Gaza, o comunque avere un ruolo importante nel progetto. In questa puntata, Riccardo Rossotto ripercorre la carriera diplomatica e di leadership dell'ex primo ministro inglese, dalle scelte controverse di sostegno a Bush Jr. nella guerra in Iraq alla sua recente designazione da parte di Donald Trump per redigere un piano post-bellico per la Striscia di Gaza.
Un approfondimento per interrogarsi sugli scenari che una nomina del genere potrebbe aprire e sull'importanza di trovare visioni chiare e condivise per garantire alla Striscia di Gaza un futuro di pace e stabilità per tutti.
Una produzione di Zero Contenuti
Nel nostro Paese il tema delle carceri è da sempre caldo e complesso: se ne parla molto, ma raramente si passa dalle parole ai fatti. In questa puntata, Riccardo Rossotto affronta il paradosso italiano: da un lato la retorica politica e le promesse sistematicamente disattese, dall’altro i dati allarmanti dell’ultima relazione ministeriale sul sovraffollamento, il fallimento del “piano carceri” e le condizioni critiche in cui vivono migliaia di detenuti.
Un episodio che parte dall’analisi dei principi contenuti nell’articolo 27 della Costituzione e denuncia l’ipocrisia con cui vengono, nei fatti, spesso ignorati, o peggio, aggirati, dalla politica e dal sentire comune. Un approfondimento per riflettere su ciò che costituzionalmente rappresenta e deve rappresentare il carcere: non un “cimitero dei vivi”, come denunciava l’ex Presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi, ma uno spazio di riscatto, inclusione e risocializzazione.
Una produzione di Zero Contenuti
Da diversi decenni, il conflitto israelo-palestinese insanguina il Medio Oriente e la genesi di questo scontro è spesso tema di dibattiti e visioni diverse. In questa puntata, Riccardo Rossotto propone un’analisi storica della sua origine partendo dalla tesi dell’economista statunitense Jeffrey Sachs, secondo cui la responsabilità originaria del dramma mediorentale sarebbe da attribuire alla diplomazia ambigua della Gran Bretagna tra il 1915 e il 1917.
Attraverso una ricostruzione lucida e documentata, si analizzano le promesse fatte in quei tre anni da Londra agli arabi, ai francesi e al popolo ebraico circa la spartizione della Palestina, le quali avrebbero alimentato un conflitto tutt’oggi irrisolto.
Un approfondimento utile che obbliga a tornare a studiare l'argomento e formarsi un’opinione consapevole su uno dei dossier più complessi del nostro tempo.
Una produzione di Zero Contenuti
Potrebbe sembrare una fake news, ma è realtà, tanto da essere stata depositata come proposta di legge da una deputata repubblicana: scolpire il busto di Donald Trump sul Monte Rushmore, accanto a quelli di Washington, Roosevelt, Lincoln e Jefferson.
Partendo da questo recente caso, la puntata ripercorre la storia che ha reso famoso nel mondo questo massiccio roccioso del sud Dakota, definito “Santuario della Democrazia” e visitato ogni anno da più di due milioni di persone.
Dal mausoleo dell’imperatore cinese Qin Shi Huang alla Colonna Vendôme voluta da Napoleone, fino ai busti americani scolpiti nel granito, l’episodio approfondisce quelli che sono stati gli esiti concreti dell’ego smisurato dei potenti della storia e della loro ossessione di lasciare un segno immortale. Ad oggi, il sogno di Trump di diventare il quinto Presidente scolpito nella pietra si scontra con le leggi della geologia, ma la domanda rimane: basterà questo per placare le sue ambizioni narcisistiche?
Una produzione di Zero Contenuti
Nel luglio 1995 a Srebrenica, in Bosnia-Erzegovina, la minoranza dei bosgnacchi, i bosniaci musulmani, fu vittima di una tra le più gravi tragedie del secondo dopoguerra. Trent’anni dopo, in questa puntata, Riccardo Rossotto ripercorre quella strage e i suoi retroscena, partendo dal contesto storico in cui avvenne, all’indifferenza dell’Occidente e delle istituzioni, fino alle condanne, arrivate solo oltre dieci anni dopo, della Corte Internazionale di giustizia .
Un racconto doloroso, che intreccia storia, diritto e memoria e invita a non cedere all’indifferenza: perché, come ci insegna quanto accaduto a Srebrenica, la storia, se non la si conosce e non la si custodisce, è destinata a ripetersi.
Dopo anni di indagini, ipotesi e teorie del complotto, una nuova voce si inserisce nel dibattito sulla morte di Enrico Mattei: quella di Lupo Rattazzi, imprenditore aeronautico e nipote di Gianni Agnelli.
La figura del fondatore dell’Eni era già stata trattata in un precedente episodio di questo podcast; in questa nuova puntata, per aggiungere un tassello al quadro informativo relativo alla sua morte, Riccardo Rossotto ripercorre la ricostruzione proposta da Rattazzi, secondo cui il tragico incidente di Mattei non fu causato da un’esplosione del jet in fase di atterraggio, ma da un’errata manovra dovuta alle condizioni di meteo avverse e alle caratteristiche del mezzo, sprovvisto di pilota automatico.
Un episodio che invita a riflettere sull'importanza dell’accertamento della verità storica, sui rischi del complottismo e sulla necessità di distinguere fatti e narrazioni in un'epoca segnata da disinformazione e fake news.
Una produzione di Zero Contenuti
Viviamo immersi in una trasformazione digitale rapida e pervasiva, spesso più subita che governata. Nelle ultime due puntate abbiamo parlato dei rischi connessi con questa rivoluzione e come Orwell l’avesse quasi prevista.
In questa puntata, Riccardo Rossotto sintetizza la questione ripercorrendo il pensiero del filosofo e professore Luciano Floridi, uno dei più lucidi e influenti addetti ai lavori sulla filosofia e sull’etica dell'informazione nella rivoluzione digitale.
L’episodio riporta la visione di Floridi sul rapporto tra umani e macchine tecnologiche (robot), analizzando il fenomeno attraverso le tre architetture e le quattro macro-tendenze individuate dal filosofo per descrivere la struttura e il funzionamento della società digitale.
Un approfondimento complesso, ma necessario, per provare a comprendere i rischi sistemici della rivoluzione digitale e quale direzione seguire per affrontarla con consapevolezza, responsabilità e progettualità politica.
Dopo aver riflettuto, nella scorsa puntata, sui pericoli che la disinformazione rappresenta per la tenuta delle democrazie, questo episodio torna indietro nel tempo per ripercorrere la biografia e le riflessioni di chi, più di ottant’anni fa, aveva già intuito tutto questo: George Orwell, autore britannico ed osservatore lucido e visionario del suo tempo.
Partendo dalla sua storia e dagli scritti redatti tra la fine del 1940 e il 1941, prima dei più noti “La fattoria degli animali” e “1984”, approfondiamo il pensiero di un cittadino del mondo che proprio in quel periodo aveva capito quanto la difesa della democrazia passasse dalla salvaguardia della verità e della correttezza dell’informazione, temi oggi più che mai attuali in un’epoca segnata da disinformazione, fake news e populismi.
Un invito a rileggere Orwell non come autore del passato, ma come una bussola preziosa per orientarsi nel nostro presente.
Una produzione di Zero Contenuti
Siamo immersi in un bombardamento costante di informazioni, dove distinguere la verità dalla propaganda sta diventando sempre più complesso. Questa puntata affronta il tema della disinformazione da diversi punti, analizzando come si è evoluta nel tempo, quali strategie adottano i regimi autoritari per silenziare la stampa indipendente e quali possibili soluzioni implementare per arginare questo fenomeno sempre più dilagante sui social network.
Un approfondimento su fake news, bot, fact-checking partecipativo e sull’urgenza di pretendere trasparenza e responsabilità per difendere il nostro diritto ad essere informati da fonti affidabili e riconosciute, per proteggere la nostra libertà e la nostra democrazia.
Una produzione di Zero Contenuti
Dopo dieci puntate di approfondimenti, testimonianze e riflessioni, Riccardo Rossotto e Franco Amato concludono il ciclo dedicato agli anni di piombo e di tritolo con un episodio speciale in formato audiovideo.
Un percorso in alcuni dei luoghi simbolo della memoria torinese per ricordare chi ha perso la vita nella lotta contro il terrorismo: Fulvio Croce, Rosario Berardi, Carlo Casalegno, Salvatore Lanza, Salvatore Porceddu e Carlo Ghiglieno. Un omaggio alle vittime e un messaggio per le nuove generazioni, che di quegli anni sanno poco: la memoria si coltiva anche fisicamente, tornando sui luoghi in cui la nostra democrazia è stata difesa con grande coraggio da uomini normali, non da eroi.
Grazie a tutti voi per aver seguito questa serie con attenzione e pazienza. Aspettiamo i vostri commenti e le vostre riflessioni che ci stanno giungendo copiose… chissà, potremmo pensare a un bis.
Con questa decima puntata si chiude il ciclo dedicato agli anni di piombo e tritolo (seguirà lunedì prossimo un episodio speciale con video). Riccardo Rossotto e Franco Amato propongono una riflessione su tre nodi cruciali: il ruolo degli apparati deviati dello Stato, spesso affiliati alla loggia P2; la damnatio memoriae che pesa ancora su quel periodo, di cui oggi conserviamo un ricordo quasi più associato ai carnefici che non alle vittime; e infine il cono d’ombra che cadde sulle grandi riforme civili che segnarono, anche e positivamente, i terribili anni Settanta.
Un episodio che invita a non dimenticare, ma anzi a mantenere viva la memoria delle vittime e a coltivare consapevolezza su quanto accaduto durante uno dei periodi più difficili della nostra storia recente.
Nel 1981, l’arresto di Mario Moretti ed Enrico Fenzi e il pentimento dell’ex brigatista Patrizio Peci rappresentano i momenti fondamentali della fine delle Brigate Rosse, ormai indebolite da una serie di colpi inflitti dallo Stato. In questa puntata, Riccardo Rossotto e Franco Amato ricostruiscono la lenta dissoluzione del gruppo terroristico, segnata da spaccature interne, fallimenti operativi e, finalmente, dalla determinazione ed efficacia delle istituzioni.
Un approfondimento che ripercorre i principali eventi che caratterizzarono quegli anni e la fine di una stagione di violenza che, sebbene largamente conclusa tra il 1980 e il 1981, si sarebbe protratta ancora tragicamente fino al 1988.
Il 2 agosto 1980 una bomba esplose alla stazione di Bologna causando 85 morti e oltre 200 feriti: fu una tra le più gravi stragi del dopoguerra italiano. In questa puntata, Riccardo Rossotto e Franco Amato ricostruiscono il lungo e tortuoso percorso giudiziario che ha portato, dopo quasi cinquant'anni, a identificare i responsabili e a fare luce sul contesto eversivo e sui legami tra neofascisti, loggia P2 e apparati deviati dello Stato.
Un approfondimento necessario che racconta la faticosa ricerca della verità e rende omaggio alle vittime di un attentato che ha segnato per sempre la memoria collettiva del nostro Paese.
Una produzione di Zero Contenuti
Nel gennaio 1979 Guido Rossa, operaio e sindacalista, venne assassinato dalle Brigate Rosse dopo aver denunciato un infiltrato brigatista nella sua fabbrica. In questa puntata Riccardo Rossotto e Franco Amato ricostruiscono quella drammatica vicenda ed il contesto politico e sociale in cui avvenne, raccontando il coraggio di un uomo che si oppose, a costo della vita, al terrorismo e al comportamento connivente di tanti attorno a lui. Dopo la sua morte il consenso alle Brigate Rosse calò drasticamente, invertendo un trend pericolosissimo.
Un episodio per ricordare la memoria di un uomo coraggioso, un operaio onesto, un amante dell’alpinismo e riflettere su una vicenda che ha segnato profondamente la storia italiana. Il sacrificio di Guido Rossa non fu inutile.
Una produzione di Zero Contenuti
Con questo episodio si riapre il ciclo di puntate sulla storia degli anni di piombo. Riccardo Rossotto e Franco Amato ripercorrono una delle pagine più tragiche della storia del nostro Paese: il rapimento di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, avvenuto il 16 marzo 1978 per mano delle Brigate Rosse.
La puntata ripercorre quei drammatici 55 giorni fino al ritrovamento del cadavere, focalizzandosi sui tanti misteri ancora irrisolti e sui personaggi ambigui che circondarono la vicenda. Un approfondimento per riflettere su uno degli eventi più oscuri della storia italiana, segnato da depistaggi, apparati statali deviati e dalla solitudine di un uomo abbandonato dallo Stato democratico.
Una produzione di Zero Contenuti
Il cambio di regime è un tema delicato e spinoso, tornato recentemente al centro del dibattito pubblico dopo le dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu. In questa puntata, dopo aver chiarito il significato letterale del termine e la distinzione tra cambiamento interno ed esterno, si ripercorrono alcuni esempi storici di operazioni di “regime change”, dalla rivoluzione in Russia del 1917, alla destituzione di Mussolini nel ‘43, fino all’invasione dell’Iraq nel 2003.
Un approfondimento che, anche attraverso le parole di diversi giornalisti e del politologo Angelo Panebianco, invita ad affrontare con consapevolezza storica e apertura al confronto un argomento tanto complesso quanto attuale.
Nel maggio 1976 si apriva a Torino il primo grande processo contro il nucleo storico delle Brigate Rosse, un procedimento sospeso e ripreso più volte per oltre due anni. In questa quinta puntata, Riccardo Rossotto e Franco Amato ripercorrono quel drammatico evento giudiziario, segnato da tensioni, minacce e dalla sfida diretta allo Stato da parte dei brigatisti.
Un episodio che racconta anche il clima di violenza crescente fuori dall’aula durante quei due anni e l’omicidio di Fulvio Croce, allora Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino, per ricordare il sacrificio di tutte le vittime che persero la vita difendendo la democrazia.
Nel 1974 l’Italia fu sconvolta da due stragi che segnarono profondamente la storia del Paese: quella di Piazza della Loggia a Brescia e quella del treno Italicus. In questa puntata, Riccardo Rossotto e Franco Amato ricostruiscono quei tragici eventi, raccontando il contesto storico, le responsabilità, i lunghi processi e i tanti misteri ancora aperti.
Dalla bomba esplosa durante una manifestazione antifascista, alle vittime dell’attentato ferroviario sull’Appennino, passando per le indagini, le assoluzioni e le condanne tardive.
Un episodio per riflettere sul significato di quella strategia della tensione che, tra complicità e silenzi, ha insanguinato l’Italia degli anni di piombo.
Nate nel 1970, le Brigate Rosse segnarono drammaticamente la storia italiana con sequestri e attentati. In questa terza puntata, Riccardo Rossotto e Franco Amato ripercorrono le origini dell’organizzazione, approfondendo le figure dei fondatori come Renato Curcio, Mara Cagol, Alberto Franceschini e Prospero Gallinari, il clamoroso sequestro del magistrato Mario Sossi, fino alla riorganizzazione del gruppo con la seconda generazione.
Un episodio dedicato a esplorare le caratteristiche del terrorismo brigatista, il contesto storico-sociale in cui prese vita e le ambigue reazioni dello Stato italiano.