
Permettetemi di iniziare con una confessione scomoda. Per anni, ho creduto in una delle più grandi bugie della nostra epoca: che il successo fosse l'opposto del fallimento.
È una bugia così pervasiva che la respiriamo come aria. È incorporata nei nostri CV - dove omettiamo sistematicamente ogni insuccesso. È nel nostro linguaggio - dove "fallire" è sinonimo di "essere inadeguati". È persino nei nostri algoritmi social, dove mostriamo solo highlight reel perfetti.
Ma qui c'è l'ironia più devastante: mentre noi occidentali siamo ossessionati dal nascondere i nostri fallimenti, alcune delle menti più brillanti del pianeta li stanno catalogando, studiando e... monetizzando.