
Nel maggio del 2017, in una piscina di casa sua, Diana de Avila stava per vivere un'esperienza che avrebbe sfidato tutto ciò che crediamo di sapere sul cervello umano.
Diana era reduce da un trattamento ospedaliero per neurite ottica. Una donna normale, senza alcuna formazione artistica. Ma in quella piscina, improvvisamente, il suo mondo esplose in un caleidoscopio di colori e forme geometriche. Triangoli gialli. Rettangoli arancioni. Come se potesse toccarli con mano.
E poi accadde l'impossibile.
Un impulso irresistibile la spinse a dipingere. Le sue mani si mossero sulla tela come guidate da una forza invisibile. In due ore creò un'opera d'arte di straordinaria bellezza. Senza aver mai preso un pennello in vita sua.
Diana aveva sviluppato quella che i neuroscienziati chiamano "sindrome savant acquisita" - un fenomeno così raro che nel 2015 erano documentati solo 32 casi al mondo.