
In questo episodio racconto una storia che si svolge lontano dai riflettori, dietro porte chiuse, dove il silenzio ha il suono dei respiri e il tempo scorre tra luce bianca e concentrazione assoluta: la sala operatoria.
Lì lavora Jovana, una strumentista.Non è la protagonista che opera o decide, ma la presenza discreta che rende possibile ogni gesto.Le sue mani preparano, porgono, accompagnano.In ogni movimento c’è precisione, ma anche un’invisibile forma d’amore.
Con lei ho parlato di cura, responsabilità, silenzio e fede.Perché il suo lavoro è molto più di una professione: è un atto di dedizione, un filo invisibile che lega chi soffre a chi spera.Dietro ogni intervento, dietro ogni bisturi, c’è anche la sua mano — e la consapevolezza che da quella sala qualcuno uscirà con una possibilità nuova.
“La poesia della cura” è un viaggio dentro uno dei luoghi più delicati e misteriosi dell’esistenza umana.Un dialogo intimo e profondo con una donna che, nel silenzio della sala operatoria, vive ogni giorno il miracolo della vita che continua.