Ultimo episodio della prima stagione.
E si chiude in piena estate, col sudore sulla fronte e lo storytelling dimenticato nei cassetti delle agenzie.
Dove sono finite le pubblicità estive che ci facevano emozionare?
Quelle che parlavano davvero al pubblico, raccontando storie, legami, momenti di vita?
In questa puntata facciamo un viaggio tra:
❌ I FLOP dell’estate: Cornetto e il suo “unwrap summer” senz’anima, San Benedetto con Canalis e il megafono, e Maxi Bon che si perde nel 3D.
✅ I RIUSCITI: Aperol, con uno spot fresco girato in Italia (da un’agenzia francese…), e l’intramontabile Cedrata Tassoni, che da 40 anni è sempre sé stessa.
❤️ I RICORDI: da Dan Peterson con il suo “Fenomenale!” alla Summer Card Vodafone.
Quando la pubblicità era estate e l’estate era pubblicità.
Un episodio amarcord, ma non nostalgico.
Un bilancio di ciò che è stato e una chiamata alla responsabilità creativa per chi verrà.
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📬 E preparati per la prossima stagione: la Posta dell’Armadio sta per aprire.
In questa puntata, L’Armando si confronta con il tema del momento: l’intelligenza artificiale nella pubblicità.
Sì, fa figo. Sì, la usano tutti. Ma la verità è che nella maggior parte dei casi viene usata male. Molto male.
Si parte dallo spot della Stampa fatto interamente con AI (e mani-fantasma), si passa da Diletta Leotta & maghi generati al volo per salvare campagne bocciate, e si arriva a Coca-Cola, Heinz e qualche fashion brand che (finalmente!) ha trovato un modo intelligente di usare strumenti come Midjourney e Sora.
⚠️ Spoiler: l’AI non sostituirà la creatività. Ma può essere un alleato, se si sa come usarla.
Quasi un’ora di esempi, sfoghi, ironia e domande vere:
Qual è il confine tra risparmio e sciatteria?
Che fine fa l’insight, se non nasce da una persona vera?
E perché, se spendi 14 milioni di dollari per uno spot, non usi neanche la tua tecnologia?
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Del Piero, Emma Roberts, Patrick Dempsey… e pure Giovanni Rana.
In questo episodio de L’Armando, entriamo nel mondo dei testimonial pubblicitari: quando funzionano, quando no, e soprattutto perché spesso sono una scorciatoia creativa senza risultati.
Si parte dagli spot Sky con Del Piero (che funzionano), si passa per i faccioni giganti di Emma Roberts che osservano Milano (e nessuno sa perché), fino ad arrivare a Prima Assicurazioni con Patrick Dempsey forse un po' spaesato.
Spoiler: il problema non è mai il volto famoso. Il problema è la mancanza di idee.
E poi un’altra riflessione: forse i testimonial migliori sono gli imprenditori stessi, quelli che mettono la faccia perché ci credono davvero — da Rana a Polli, passando per Amadori e Doris.
Una quarantina di minuti abbondante di pubblicità vista da dentro, con ironia e senza peli sulla lingua.
Come sempre, L’Armando dice quello che gli altri non osano dire.
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È ovunque. In campo, in TV, nei packshot delle pubblicità, persino nei quaderni di scuola.
Ma i brand stanno davvero sfruttando bene la sua immagine? Oppure si limitano a salire sul carro del vincitore con il minimo sforzo creativo?
In questo episodio di L’Armando, si passa in rassegna (e sotto torchio) chi ha saputo raccontare davvero il personaggio — come Lavazza ed Easybank — e chi, invece, ha buttato via un’occasione d’oro.
Mezz’eratta tra testimonial sottovalutati, carote mangiate in campo e spot “banalotti”.
Con un messaggio chiaro a chi fa comunicazione: non basta una faccia famosa, serve un’idea.
Condividete, commentate, e soprattutto: diteci se anche voi siete stufi di una certa pubblicità.
Nel secondo episodio de L’Armando, ci muoviamo al ritmo della pubblicità fatta bene. Quella che emoziona, che vibra, che fa ballare. A guidarci è uno spot Apple con Pedro Pascal protagonista: un gioiello di regia firmato Spike Jonze.
Il budget o la voglia di raccontare qualcosa di diverso?
Con il solito tono dissacrante e senza peli sulla lingua, ci chiediamo perché quando Apple si impegna davvero, riesce a creare esperienze e non solo spot.
E perché la concorrenza spesso arranca, tra celebrity marketing, estetica vuota e storytelling sfilacciati.
Facciamo il confronto con altri brand e scopriamo che non basta una star per fare una bella pubblicità – ci vuole un’idea. E coraggio.
Se vi siete emozionati vedendo Pedro Pascal danzare con se stesso, questo episodio è per voi.
È nato “L’Armando”. Il podcast sulla pubblicità.
Si parla di creatività. Di cliché. Di spot. Di ciò che funziona e soprattutto di ciò che non funziona.
Nel primo episodio si parte dal futuro. O meglio, da quello che credevamo sarebbe stato il futuro:
“2005: le auto voleranno”. Spoiler, non volano.
Si parla di automotive, della musica che non ce la facciamo più a sentire negli spot, del perché il marketing automotive sembra bloccato in una eterna cartolina da Capri.
Con ironia, senza peli sulla lingua, e con l’unico obiettivo: dire quello che gli altri non dicono.
E ricordati: se ti fa incazzare è perché probabilmente è vero.
La pubblicità senza censure né peli sulla lingua. 👅
L'Armando dice quello che gli altri non osano dire e te lo sbatte in faccia. 🤬
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