In questa festa siamo invitati a riflettere sul nostro essere tempio di Dio, edificati sul fondamento di Cristo, dal cui fianco scaturisce la nostra vita.
I testi della Scrittura di questa ricorrenza ci invitano a guardare, anzi: a contemplare con fede Gesù come Colui che ha il potere di liberarci dalla morte.
Non esistono formule magiche nelle preghiere, ma l’invocazione fatta a Dio con fede e umiltà ha davvero il potere di salvarci dal nostro peccato.
Avere fede significa credere fermamente che Dio farà giustizia come solo Lui sa fare, e scegliere di vivere la mitezza, cercando una pace disarmata e disarmante.
Eucaristia è ringraziare e rendere gloria a Dio, partendo dalla presa di coscienza che tutta la nostra vita è dono gratuito di Dio; per questo è importante.
Le fede non si misura in quantità, come una merce, ma si valuta per la sua qualità, essendo una virtù interiore purissima. Credere è gioia di servire!
«Ascoltare Mosè e i Profeti» oggi significa saper leggere in tutto quello che capita attorno a noi i moniti di Dio che ci mette in guardia per salvarci.
Siamo tutti debitori verso Dio, e l’unico modo di pagare i nostri debiti e annullare i crediti che crediamo di avere coi nostri fratelli, perdonandoli di cuore.
“Esaltazione” significa “innalzamento”: Gesù ci invita a volgere lo sguardo al Suo Amore trafitto e crocifisso, là dove ogni male è stato redento.
Chi non fa sul serio fin da subito nella sequela di Cristo non può essere suo discepolo: gli sembrerà di fare il cristiano, ma non lo sarà mai nel profondo.
I miti e gli umili sono tra i preferiti di Dio, da sempre. Ma come fare a coltivare un’umiltà autentica e non di facciata? Ci aiuti il Signore.
Il peccato più grande dell’uomo contemporaneo è la presunzione di potersi salvare da solo, senza il bisogno di chiedere aiuto a Dio.
Quella portata da Cristo, non è una pace a buon mercato, comoda, un quieto vivere, ma si può raggiungere solo attraverso la chiarezza profetica della verità.
L'affermazione che il nostro cuore sta dov'è il nostro tesoro ci deve preoccupare, perché sottintende che non è scontato che esso sia il regno dei cieli, anzi.
Cupidigia è trasformare le ricchezze in un idolo: invece di servire come mezzo per fare il bene, esse pretendono di essere servite e ci rendono schiavi.
Chiedere a Dio non solo non è sbagliato, ma è l’anima stessa della preghiera: ce l’ha insegnato Gesù. Impariamo da Lui cosa domandare al Padre.
La parte scelta da Maria rispetto a Marta è la migliore perché è il cuore, il nocciolo del nostro saper amare, la nostra capacità di commuoverci.
La nostra vita è il tempo prezioso da vivere nella carità verso ogni uomo, in attesa del ritorno del Signore. Lo facciamo o celebriamo solo liturgie vuote?
Non si può parlare di vangelo, non si può dare alcuna «buona notizia», se non nella pace: essa è il “veicolo” attraverso il quale l’annuncio può muoversi.
Le due “colonne” della Chiesa condividono e ci offrono come testimonianza la stessa esperienza di liberazione dalle proprie miserie ad opera del Risorto.