
La camera della mamma, in fondo a un lungo corridoio, è l’ultima a sinistra, al primo piano.
Per accedervi, bisogna prima districarsi in un labirinto di magazzini, cortili e scale.
Prima di giungere alla sua porta, si passa davanti alle stanze degli altri ospiti della struttura. Sono tutti pazienti allo stato semi-vegetale… più o meno nelle condizioni di mia madre.
Ce ne sono anche alcuni giovani, ridotti così da brutti incidenti. Nel corridoio si sente il vociare delle infermiere e degli operatori che spingono i carrelli con le lenzuola da cambiare. Camminando, si sente il rumore di un condizionatore d’aria difettoso e le chitarre elettriche di un televisore rimasto acceso su un canale musicale che non c’entra niente col contesto… e col paziente di quella camera, disteso, con gli occhi persi nel vuoto.
Le pareti interne delle varie stanze sono personalizzate con fotografie e oggetti che ricordano il passato dei malcapitati. In una camera c’è il palloncino della festa di compleanno di una donna, con la forma del numero 57, tutto dorato. In un’altra c’è il poster del Milan che alza la coppa dei campioni e una maglietta a righe rossonere. La dottoressa ci ha detto che l’altro giorno è venuto a trovarlo un calciatore famoso.