
Intervista a Alessandro Deledda, classe 1972.
Deledda è un jazzista con una particolare ispirazione alle colonne sonore del cinema degli anni ’70, allo space funk, alla grande tradizione del rock psichedelico e progressivo italiano, Alessandro Deledda confeziona la soundtrack di un ipotetico b-movie sull’immaginario della vita dei musicisti: strani personaggi che vivono di notte e macinano chilometri tra una data e l’altra.
“Club notturno”, il nuovo album di Alessandro Deledda, che contiene nove brani originali, da lui composti e arrangiati. Lui è pianista e suona piano, Rhodes e sintetizzatore, ed è accompagnato da Francesco Bearzatti a sax e clarinetto, Danilo Gallo al basso elettrico, Riccardo Catria alla tromba e al flicorno, e Marco D'Orlando alla batteria.
L'album è ispirato ai film poliziotteschi, e in generale a quella fase del jazz che negli anni '70 si faceva fusion. In certi momenti sembra di riascoltare i Napoli Centrale, con James Senese. E i titoli dei brani ci fanno compiere un giro in tutta la Penisola, partendo dall'“Hotel Milano”, visitando il “Cinema Napoli”, facendo loschi incontri con “Il brigante genovese”, e attraversando il “G.R.A.” a Roma, per passare delle “Ore a Palermo”, nelle quali la band a metà brano si ferma, per lasciar spazio ai fiati nel silenzio della batteria. Batteria e flicorno restano da soli in “Capriccio salentino”, mostrando una forte efficacia espressiva.