Sempre più infermieri manifestano il disagio, la volontà di allontanarsi dai setting di cura legati all'emergenza urgenza, per i livelli di stress che si raggiungono, complici anche la carenza di personale e il fenomeno delle aggressioni. E poi ci sono infermieri che dell'emergenza urgenza non possono farne a meno… In questo episodio torniamo a fare un focus su una particolare branca dell'infermieristica, che si caratterizza per complessità e rapidità degli interventi.
Stiamo parlando dell'infermiere di emergenza urgenza e per fare il punto su questa figura con noi c’è Giacomo Sebastiano Canova, infermiere di centrale operativa 118 e colonna portante della Redazione di Nurse24.it.
Caposala o coordinatore? chiunque esso sia spesso è il colpevole di tutti i mali degli infermieri o forse no. Sono professionisti che hanno scelto di fare la differenza in un modo non sempre semplice. Vi sembrerà strano ma sono “umani” anche loro … è necessario solo conoscersi e ascoltarsi un po’ di più.
Tutti.
Lo storico francese Marc Bloch affermò: «Non si conosce a fondo una scienza se non se ne conosce la storia». Questa citazione ci permette di prendere in considerazione l’importanza della storia per la professione infermieristica. Conoscere la storia consente di dire – e capire – chi è l’infermiere, nel mondo attuale e lungo il corso del tempo.
In questo episodio faremo un viaggio nella storia della professione infermieristica, perché spesso negli ultimi mesi ci siamo chiesti tante volte: come possiamo risolvere i problemi dell’Infermieristica se non abbiamo idea di chi siamo?
In questo episodio torniamo a parlare di studenti. O, meglio, con gli studenti e per gli studenti. Perché se spesso si parla e si scrive del fatto che gli infermieri non stiano bene, è d'obbligo domandarsi come stiano gli studenti infermieri. Perché respirano, vivono quasi tutti i disagi che vivono gli infermieri. E perché è necessario che gli stessi studenti si domandino, riflettano su quello che vivono e come lo vivono. Perché trovarsi calati in realtà assistenziali ha un impatto potentissimo sulla propria interiorità.
Infermiere stomaterapista che si occupa a 360° della persona con problematiche proctologiche o con disfunzioni del pavimento pelvico portatrice di stomia. Per fare il punto su questa branca dell’infermieristica con noi c’è Danila Maculotti, coordinatrice dell’ambulatorio stomizzati della Fondazione Poliambulanza di Brescia e prima infermiera italiana ad entrare nell’Ecet, lo European Council of enterostomal therapy.
Determinare e finanziare i Livelli Essenziali delle Prestazioni può bastare per garantire equità in tema salute? E ancora: può l'autonomia differenziata frenare l’aumento delle disuguaglianze sociali, la carenza di personale e di servizi?
Gli operatori sanitari di tutto il mondo stanno sperimentando insoddisfazione professionale e altissimi livelli di burnout nel loro lavoro quotidiano, una sfida che si estende alle generazioni emergenti di infermieri. E allora è il caso di chiedersi: come stanno gli studenti infermieri?
In questo episodio torniamo a parlare di social network o meglio di un certo modo di stare sui social da parte di alcuni divulgatori e sedicenti tali, nel senso proprio del termine, ovvero: “che dicono si sé”. È già questo dice molto… metteremo qualche puntino sulle “i”. Nella scorsa puntata intorno a questi temi ci eravamo lasciati sul fatto che IL PUNTO sta nel COME lo faccio. COME comunico sui social? COME veicolo l'immagine della professione? COME contribuisco a quella credibilità, a quell’autorevolezza che come professionisti rivendichiamo continuamente?
I video citati in puntata:
In questo episodio vogliamo parlare di Benessere e in particolare di benessere lavorativo.
Perché, ed è sotto gli occhi di tutti, “sono necessarie politiche per proteggere la salute mentale e il benessere psico-fisico degli operatori sanitari, per combattere soprattutto lo stress, la depressione, il burnout e, più in generale, per trattenere i professionisti oggi in servizio”.
Sono infermieri e operatori socio-sanitari a registrare il maggior numero di infortuni, sia per la componente femminile (25% e 31%) che per quella maschile (39% e 19%). Nel 2023 oltre il 40% degli infermieri ha dichiarato aggressioni verbali o fisiche. Questi sono i numeri e così non è più possibile andare avanti.
In questa puntata torniamo sull’argomento, ma questa volta daremo un punto di vista diverso al discorso, approfondendo la parte normativa e di tutela del professionista sanitario.
Per farlo, abbiamo con noi l’avvocato Davide Grassi, del foro di Rimini.
Siamo di nuovo in onda con il nostro podcast per anticiparvi che stiamo lavorando alle nuove puntate de IL PUNTO, durante le quali FAREMO IL PUNTO sulle tematiche che ruotano attorno alla professione.
In questi ultimi mesi abbiamo letto e scritto - purtroppo - di numerosissimi episodi di aggressione ai danni dei professionisti sanitari e poi ancora: carenza di personale, rinnovo del contratto, elezioni e politica…
Il nostro invito rimane sempre lo stesso: inviateci i vostri spunti, le vostre domande, le vostre proposte su ciò che vorreste trattassimo in questa nuova stagione.
Il PUNTO è e sarà sempre uno spazio di condivisione e confronto. E in questa stagione, anche molta più dissidenza.
Come promesso in questo episodio a parlare siete voi. Per costruire questa puntata abbiamo preso spunto dalle vostre segnalazioni, dai vostri commenti che nelle ultime settimane ci avete fatto arrivare sempre con più frequenza.
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In questo episodio prendiamo spunto da quello che è “l’argomento” per la professione infermieristica, ovvero la carenza di infermieri. Da tempo ormai i proclami sono numerosi e sovrapponibili. Tutti - sindacati, federazione nazionale, vari ministri di vari governi - sostengono che si debba “fare”. Il sospetto è che si tratti solo di un modo per sedare gli animi. E nel frattempo, tra pensionamenti, fughe all’estero e abbandono della professione, le criticità aumentano riflettendosi sulla qualità dell’assistenza erogata. Non c'è più tempo da perdere.
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Siamo sicuri che questo sia il modo giusto per scegliere il Posto giusto? O meglio, per scegliere la persona giusta da mettere al Posto giusto? Di cosa parliamo? Parliamo dei concorsi pubblici, un fenomeno che in Italia ancora tiene banco e per il quale dall’estero ci guardano con curiosità e non solo.
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A volte ci troviamo di fronte a situazioni che ritornano. Ma chi ritorna? Gli eroi, le ferie, le soluzioni tampone, le contraddizioni e il disagio. Tra tutte queste cose, il disagio è ciò che suscita la maggiore preoccupazione. Ma di chi è il disagio? È il disagio per coloro che non si rendono conto che stiamo intraprendendo una direzione sbagliata o che credono di poter risolvere tutto con gesti superficiali, come regalare caramelle ai bambini.
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Il bello delle storie è che, vuoi o non vuoi, ti toccano. Come quella dell’anziano che ha chiesto di poter vedere per l’ultima volta il suo mare prima di lasciare la sua terra per motivi di salute. Una storia che tocca corde profondissime, perché a volte per fare la differenza – e per riconciliarci con un mondo che spesso sembra dimenticarsi dell’umano - bastano piccoli gesti.
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Svizzera, Germania, paesi anglosassoni. Sono solo alcune delle destinazioni di punta degli infermieri che fuggono da mancato riconoscimento economico e difficile conciliazione vita-lavoro. A spingerli a fuggire all'estero sono "realtà più evolute" alle quali l'Italia dovrebbe guardare. Questo potrebbe sembrare un appello a non partire. E invece lanciamo una provocazione diametralmente opposta: perché non dovrebbero andare?!
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Calci, pugni, insulti e minacce. Non è la trama di un film, ma quello che troppo spesso accade durante un normale turno di lavoro in un ospedale italiano. È la strana tendenza che stiamo vivendo in questi ultimi anni: una crescita esponenziale dei casi di violenza ai danni dei professionisti sanitari. Ma… È normale svegliarsi al mattino e avere paura di andare al lavoro?
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Non è una sorta di chiamata alle armi da parte del Governo (anche se forse dovrebbe esserlo…) e non è nemmeno solamente il titolo della puntata di oggi. È una frase che è rimbombata in corsia durante un turno di tirocinio. Ma cosa c’è dietro questo episodio?
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Se è vero che i social sono piazze virtuali, allora vi chiedo: voi andreste in piazza, magari in divisa, a ballare a ritmo di musica con dei cartelli in mano?
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