
Eccoci nel viaggio tragicomico tra le figuracce sociali che solo chi è autistico può capire davvero (ma anche chi no, volendo). Dalla paura di rispondere al telefono ai momenti in cui dici “anche a te” al cameriere che ti augura buon appetito. Tra aneddoti, autoironia e sopravvivenza quotidiana, ti racconto perché ogni interazione sociale può trasformarsi in uno sport estremo. Prontə a ridere insieme?