
1848-1849. In tutt'Europa scoppiarono moti rivoluzionari ("Primavera dei popoli") chi con la richiesta di indipendenza nazionale, chi per la concessione di una costituzione liberale che ponesse fine all'assolutismo imperante. Molti sovrani, pressati dall'opinione pubblica, furono travolti da questa onda rivoluzionaria e così furono costretti (a loro malgrado) a concederla. In Italia è Pio IX, eletto nel 1846 al soglio pontificio, il primo "sovrano" che con una serie di concessioni (dall'amnistia generale alla Consulta di Stato), sembrò orientato a porre fine a secoli di assolutismo, forma di governo con la quale avevano governato tutti i pontefici precedenti. Il tutto si rivelò uno spiacevole equivoco : il Papa non era nient'affatto di idee liberali e la sua condotta durante la Prima Guerra di Indipendenza contro l'Austria (dopo un iniziale timido sostegno) si rivelò una grossa delusione per le speranze di libertà del popolo romano. Una tempo acclamato, ora la folla iniziava a disprezzarlo sempre di più e dopo l'uccisione del presidente del consiglio Pellegrino Rossi decise di fuggire da Roma e di ripararsi a Gaeta in attesa di tempi migliori. Il governo a Roma sarà preso in carico da una giunta "democratica" che proporrà l'elezione di un' Assemblea Costituente, che avesse in compito di redigere una nuova costituzione repubblicana. Grande ideologo della "Repubblica Romana" fu Giuseppe Mazzini che investì molte delle sue speranze nella riuscita dell'esperienza repubblicana. Isolata però sempre più a livello internazionale, la Repubblica non durerà a lungo e nel Luglio del 1849 l'intervento francese segnerà la sua fine e ristabilirà il potere temporale del Papa.