La transizione energetica non è solo una questione di buone intenzioni o di salvaguardia ambientale: è soprattutto un'opportunità economica concreta. In questa puntata di Parliamone Chiaro , Elisa Marasca e Giuliano Terenzi dialogano con Davide Panzeri , giornalista e collaboratore di Ecco, il think tank italiano indipendente dedicato alla transizione energetica e al cambiamento climatico.
L'Europa non ha fatto passi indietro sugli obiettivi di decarbonizzazione: il target del 2050 rimane fermo, così come l'obiettivo intermedio del 90% di riduzione delle emissioni entro il 2040. Quello che cambia sono le "condizioni abilitanti", cioè gli strumenti finanziari, normativi e fiscali per raggiungerlo senza penalizzare le imprese.Il messaggio chiave per le Pmi? 𝐋𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐯𝐢𝐫𝐭𝐮̀, 𝐞̀ 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞. Chi investe oggi nell'elettrificazione, nelle rinnovabili e nell'efficienza energetica può ridurre i costi operativi, ridurre la dipendenza da fornitori esterni instabili (come il gas russo) e accedere a un mercato delle tecnologie verdi che varrà 650 miliardi all'anno entro il 2030.
Ma c'è un nodo cruciale: la tassazione energetica. In Italia, l'elettricità è ancora tassata molto più del gas, annullando i vantaggi dell'elettrificazione. Panzeri spiega che razionalizzare questa fiscalità significherebbe creare immediatamente un business case favorevole per le Pmi, senza bisogno di sussidi o complesse pratiche burocratiche.
Il consiglio finale? Capire la convenienza, fare rete e far sentire la propria voce. Le lobby dei fossili sono organizzate da decenni. Le imprese che puntano sulla transizione devono unirsi, basarsi sui dati e reclamare il proprio interesse legittimo. Perché l'energia pulita non è un ideale: è competitività.
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