Le filiere corte non sono un vezzo romantico per chi rimpiange il passato. Sono un meccanismo di sopravvivenza concreto che tiene insieme imprese, comunità e capacità di reagire quando tutto cambia.
Giuseppe Bettoni – professore di Geografia e Geopolitica all'Università Unitelma Sapienza di Roma – lo spiega con chiarezza nell'ultimo episodio di "Parliamone Chiaro", il podcast di Confartigianato Imprese e Territorio curato da Paola Landriani e Paola Mattavelli: la prossimità non è solo una questione di chilometri, ma di velocità nel modificare il proprio funzionamento, di creatività nel trovare soluzioni nuove, di coesione sociale che non si disperde anche quando arrivano i colpi.
I numeri parlano da soli: una filiera lunga impiega dai dodici ai ventiquattro mesi per integrare un'innovazione. Una filiera corta lo fa in una frazione di quel tempo, perché le strutture sono più piccole, i rapporti diretti, le distanze brevi. E questa velocità non è un dettaglio tecnico, è competitività. È creatività. È la capacità di passare dai tessuti ai telai, dai telai ai componenti specifici, dai componenti alle rettificatrici, sempre un passo avanti rispetto a chi ti insegue. Ma c'è qualcosa di più profondo. Le filiere corte costruiscono senso di comunità in tempi in cui le persone hanno paura dell'instabilità. Tengono insieme chi ci lavora e chi ci vive intorno, modificano la cultura di un territorio, rendono più stabile la coesione sociale. E quando una comunità locale è matura – cioè sicura di chi è, capace di metabolizzare qualunque cosa arrivi senza trasformarsi in qualcosa che non si riconosce più – anche l'imprenditore trova terreno solido su cui costruire.
Diventa un supporter di questo podcast:
https://www.spreaker.com/podcast/economia-e-lavoro-parliamone-chiaro--5088390/support.