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Early Music Stories
Giornale della Musica
146 episodes
3 days ago
Scopri il ricco e affascinante mondo della musica antica con Early Music Stories, una serie podcast che racconta il lavoro di musicisti, ricercatori e artigiani. Esplora manoscritti, iconografie e strumenti storici per riportare in vita i suoni autentici di secoli fa e ricreare la musica nel suo contesto originale. Realizzata per Il Giornale della Musica da Paolo Scarnecchia, ogni puntata ti porta dietro le quinte di concerti e prove, svelando la maestria e l’artigianato musicale di quest’arte senza tempo.
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Scopri il ricco e affascinante mondo della musica antica con Early Music Stories, una serie podcast che racconta il lavoro di musicisti, ricercatori e artigiani. Esplora manoscritti, iconografie e strumenti storici per riportare in vita i suoni autentici di secoli fa e ricreare la musica nel suo contesto originale. Realizzata per Il Giornale della Musica da Paolo Scarnecchia, ogni puntata ti porta dietro le quinte di concerti e prove, svelando la maestria e l’artigianato musicale di quest’arte senza tempo.
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Episodes (20/146)
Early Music Stories
Intervista a Walter Testolin, Francesco Leineri & De Labyrintho | Palestrina Il Cantico dei cantici
Palestrina 2.0 per l’inaugurazione della stagione da camera della Accademia Filarmonica Romana

Nel quinto centenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, l’Accademia Filarmonica Romana ha scelto di inaugurare la nuova stagione da camera al Teatro Argentina con un omaggio tutt’altro che celebrativo in senso convenzionale: una rilettura radicale del Cantico dei cantici.

Pur rispettando la sequenza dei testi del ciclo di mottetti rinascimentali, una parte dei versi è stata infatti musicata ex novo da Francesco Leineri, che interviene direttamente nella tessitura palestriniana, ampliandola con inserti testuali in diverse lingue oltre il latino e con un lavoro sonoro che include percussioni e live electronics con suoni preregistrati e mixati dal vivo.

I cantori dell’ensemble vocale De labyrintho, diretti da Walter Testolin e affiancati da Samuele Telari alla fisarmonica e Elide Sulsenti al violoncello, hanno intrecciato la musica di Palestrina e quella di Leineri senza soluzione di continuità, dando vita a un percorso sonoro originale: una sorta di espansione multidirezionale della sensualità e del sentimento che attraversano il poema biblico, tra eco antiche e risonanze contemporanee.

In questo episodio, Walter Testolin e Francesco Leineri raccontano come è nata l’idea del progetto, il ruolo del Cantico dei cantici nella maturità di Palestrina e il significato di questa “ricomposizione” di alcune sue parti. Gli esempi musicali che ascolterete nel corso della conversazione sono tratti dalle registrazioni effettuate durante le prove nella Sala Casella, sede storica dell’Accademia Filarmonica Romana, e restituiscono tutta la tensione creativa di un dialogo vivo tra passato e presente.

Podcast curato e prodotto da Paolo Scarnecchia per Il giornale della musica
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3 days ago
27 minutes

Early Music Stories
Intervista a Tiago Simas Freire & Capella Sanctae Crucis | cd book La zagala
Il CD-book La Zagala más hermosa ci porta nel cuore del Portogallo del Seicento, tra le pagine di un prezioso manoscritto conservato nella Biblioteca dell’Università di Coimbra.

Il titolo deriva da un tono – termine usato nella Penisola iberica per indicare le canzoni strofiche di moda tra XVI e XVII secolo – una composizione anonima che ha ispirato anche una messa parodia costruita sulla stessa melodia e inclusa nello stesso manoscritto, insieme ad altre musiche sacre e profane. In questo episodio ascoltiamo e raccontiamo la nuova interpretazione di questi repertori proposta dall’ensemble Capella Sanctae Crucis, diretto da Tiago Simas Freire.

Il progetto fa parte di Mundos e Fundos, un’iniziativa dell’Università di Coimbra dedicata alla riscoperta del patrimonio musicale del Monastero di Santa Cruz, luogo centrale non solo nella vita religiosa ma anche nella storia culturale e artistica del Portogallo. L’edizione del CD-book, curata dallo stesso Simas Freire con Paulo Estudante e Sonia Duarte, offre testi in quattro lingue e uno studio sull’iconografia mariana dell’età barocca, restituendo la ricchezza di un mondo in cui devozione, arte e ricerca musicale si intrecciano.

Nell’intervista, Tiago Simas Freire racconta l’importanza del fondo musicale del monastero di Santa Cruz e svela i segreti del tono e della messa parodia contenuti in questo affascinante progetto, parte di una collana dedicata al patrimonio della musica antica portoghese.

Podcast curato e realizzato da Paolo Scarnecchia per il giornale della musica
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1 week ago
27 minutes

Early Music Stories
Intervista a Stephane Fuget & Les Epopées, Pour être heureux en amour - Ramée
Les Épopées: Pour être heureux en amour

Con la registrazione della raccolta di airs sérieux di Joseph Chabanceau de La Barre, l’ensemble Les Épopées, diretto da Stéphane Fuget, restituisce al pubblico l’eleganza raffinata della musica vocale francese del Seicento.

Nel nuovo episodio del podcast esploriamo un repertorio dedicato all’amore e alla sua idealizzazione, protagonista dei salotti aristocratici parigini del XVII secolo. Le voci di Claire Lefilliâtre e Luc Bertin-Hugault danno nuova vita alle pagine di de La Barre, compositore dalla sensibilità poetica e musicale singolare, il cui nome merita di essere riscoperto.

 Appartenente a una famiglia di musicisti al servizio della monarchia, Joseph Chabanceau de La Barre fu organista della cappella reale, dopo un periodo trascorso in Svezia alla corte di Cristina, insieme alla sorella Anne, celebre cantante del tempo.

La sua raccolta del 1669, Airs à deux parties, avec les seconds couplets en diminution, si distingue per la finezza dell’ornamentazione e per la capacità di trasformare la melodia in un discorso espressivo, lontano dalla teatralità del contemporaneo stile italiano.

Un viaggio sonoro nella grazia e nell’intimità dell’air de cour, dove la misura e la delicatezza dell’emozione diventano arte.

Podcast prodotto e curato da Paolo Scarnecchia per Il Giornale della Musica
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2 weeks ago
18 minutes

Early Music Stories
Intervista ad Alessandro Ciccolini, Monica Piccinini & Compagnia de Violini | Festival Grandezze & Meraviglie
“Il martirio di Santa Teodosia: Alessandro Scarlatti e l’anima dell’oratorio”

Nel corso della 28ª edizione del festival Grandezze & Meraviglie, dedicato alla musica antica e barocca, è stato eseguito Il martirio di Santa Teodosia, oratorio giovanile di Alessandro Scarlatti.

Un’opera rara, riscoperta grazie al prezioso manoscritto conservato presso la Biblioteca Estense di Modena, città dove il lavoro fu presentato nel 1685, dopo una prima esecuzione romana probabilmente promossa dal duca Francesco II d’Este, grande mecenate e amante del genere oratoriale. Il libretto, di autore anonimo, racconta la vicenda di Santa Teodosia di Tiro, giovane martire cristiana uccisa per ordine del prefetto Urbano a Cesarea di Palestina.

La storia, intensa e drammatica, prende vita attraverso una musica che già rivela lo stile personale e la sensibilità teatrale del giovane Scarlatti. Per la prima volta nella storia del festival, il concerto si è svolto fuori dalla provincia di Modena, nella suggestiva Basilica di Santa Maria dei Servi di Bologna, ampliando così i confini geografici e simbolici della rassegna.

L’oratorio è stato eseguito dall’ensemble La Compagnia de Violini, con la direzione di Alessandro Ciccolini e la partecipazione delle voci di
Monica Piccinini (Teodosia)
Massimo Altieri (Arsenio)
Marco Saccardin (Urbano)
Valentina Ferrarese (Decio).

In questo episodio, arricchito da estratti musicali originali, il direttore Alessandro Ciccolini e la protagonista Monica Piccinini ci accompagnano alla scoperta degli aspetti più significativi di questo capolavoro giovanile, tra fede, bellezza e passione barocca.

Podcast curato e realizzato da Paolo Scarnecchia per il giornale della musica
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3 weeks ago
29 minutes

Early Music Stories
Intervista a Fabio Lombardo & L'Homme Armé | FloReMus 2025
Con il concerto del 25 settembre al Cenacolo del Fuligno si è chiusa la nona edizione di FloReMus – Rinascimento musicale fiorentino.
Protagonista dell’ultimo appuntamento è stato l’ensemble L’Homme Armé, diretto da Fabio Lombardo, che ha proposto un programma intitolato “Virgo et mater, intorno alla musica sacra di Giovanni Pierluigi da Palestrina”. 

Nella sala affrescata con l’“Ultima cena” attribuita al Perugino, la musica di Palestrina ha risuonato in un percorso raffinato di rimandi e corrispondenze: tra madrigali, chanson, intavolature per organo e movimenti tratti da due sue celebri messe parodia, la Missa I toni, overo Io mi sono giovinetta e la Missa Sine nomine (Je suis déshéritée).
Il concerto comprendeva anche il mottetto Tribularer si nescirem e lo Stabat Mater, due pagine che racchiudono l’essenza spirituale e la limpidezza della scrittura palestriniana.

A mostrare la rete di influenze e dialoghi che attraversava la musica del tempo, l’ensemble ha incluso anche un movimento dalla Missa super Io son ferito di Orlando di Lasso, costruita sul madrigale di Palestrina, e il mottetto O Virgo prudentissima di Josquin Desprez, con cui si è aperta la serata: un omaggio alle radici fiamminghe della polifonia rinascimentale italiana.

Nell’intervista a Fabio Lombardo, che accompagna questo episodio, il direttore racconta le scelte del programma e il senso del suo “gioco di specchi” intorno a Palestrina, illustrando con esempi musicali la vitalità e la modernità di una musica che, cinque secoli dopo, continua a parlarci di bellezza e di misura.

Un podcast del giornale della musica
In collaborazione con FloReMus – Rinascimento musicale fiorentino
Registrazione del concerto: Ensemble L’Homme Armé
Direttore: Fabio Lombardo
Intervista e testo: Paolo Scarnecchia
Editing e post-produzione audio: Paolo Scarnecchia
Voce narrante: Paolo Scarnecchia
Musiche di: Giovanni Pierluigi da Palestrina, Orlando di Lasso, Josquin Desprez
Registrato al: Cenacolo del Fuligno, Firenze – 25 settembre
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1 month ago
23 minutes

Early Music Stories
Intervista a Mehmet Ali Sanlıkol, Blue Heron & DÜNYA
Blue Heron e DÜNYA: un ponte tra Rinascimento europeo e tradizione ottomana

L’ensemble Blue Heron, diretto da Scott Metcalfe e punto di riferimento internazionale per l’esecuzione storicamente informata della polifonia del XV e XVI secolo, presenta un progetto che segna una svolta nella sua storia artistica: per la prima volta, infatti, il gruppo di Boston incide musiche contemporanee, nate dall’incontro con il compositore turco naturalizzato statunitense Mehmet Ali Sanlıkol.

La collaborazione nasce anche grazie al legame con il collettivo DÜNYA, fondato dallo stesso Sanlıkol, che da anni riunisce musicisti di diverse nazionalità e culture in un dialogo creativo in cui la tradizione musicale turca incontra linguaggi e stili diversi. Il titolo del disco è tratto da un canto spirituale ottomano del XVII secolo, e fa da filo conduttore alle due composizioni firmate da Sanlıkol. La prima, The Triumph (2023), commissionata da Blue Heron per celebrare i suoi 25 anni, intreccia le voci dell’ensemble con strumenti tradizionali turchi.

La seconda, Devran (2017), interamente vocale, rielabora due testi mistici sufi trascritti da Ali Ufki, musicista e intellettuale polacco al servizio della corte ottomana, trasformandoli in un mottetto ispirato alla polifonia rinascimentale. Il risultato è un dialogo originale e affascinante tra mondi sonori lontani eppure complementari: da un lato l’eredità della scuola franco-fiamminga e della tradizione rinascimentale europea, dall’altro la spiritualità e la poesia del sufismo ottomano.

Una sintesi resa ancora più viva dalle parole dei protagonisti, raccolte nelle due interviste che chiudono il podcast, in cui Metcalfe e Sanlıkol raccontano il percorso che ha portato alla nascita di questo progetto.

Produzione e realizzazione del podcast: Paolo Scarnecchia per Il giornale della musica
nterviste: Scott Metcalfe e Mehmet Ali Sanlıkol
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1 month ago
17 minutes

Early Music Stories
Intervista a Scott Metcalfe & Blue Heron
Blue Heron e DÜNYA: un ponte tra Rinascimento europeo e tradizione ottomana

L’ensemble Blue Heron, diretto da Scott Metcalfe e punto di riferimento internazionale per l’esecuzione storicamente informata della polifonia del XV e XVI secolo, presenta un progetto che segna una svolta nella sua storia artistica: per la prima volta, infatti, il gruppo di Boston incide musiche contemporanee, nate dall’incontro con il compositore turco naturalizzato statunitense Mehmet Ali Sanlıkol.

La collaborazione nasce anche grazie al legame con il collettivo DÜNYA, fondato dallo stesso Sanlıkol, che da anni riunisce musicisti di diverse nazionalità e culture in un dialogo creativo in cui la tradizione musicale turca incontra linguaggi e stili diversi. Il titolo del disco è tratto da un canto spirituale ottomano del XVII secolo, e fa da filo conduttore alle due composizioni firmate da Sanlıkol. La prima, The Triumph (2023), commissionata da Blue Heron per celebrare i suoi 25 anni, intreccia le voci dell’ensemble con strumenti tradizionali turchi.

La seconda, Devran (2017), interamente vocale, rielabora due testi mistici sufi trascritti da Ali Ufki, musicista e intellettuale polacco al servizio della corte ottomana, trasformandoli in un mottetto ispirato alla polifonia rinascimentale. Il risultato è un dialogo originale e affascinante tra mondi sonori lontani eppure complementari: da un lato l’eredità della scuola franco-fiamminga e della tradizione rinascimentale europea, dall’altro la spiritualità e la poesia del sufismo ottomano.

Una sintesi resa ancora più viva dalle parole dei protagonisti, raccolte nelle due interviste che chiudono il podcast, in cui Metcalfe e Sanlıkol raccontano il percorso che ha portato alla nascita di questo progetto.

Produzione e realizzazione del podcast: Paolo Scarnecchia per Il giornale della musica
nterviste: Scott Metcalfe e Mehmet Ali Sanlıkol
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1 month ago
12 minutes

Early Music Stories
Intervista a Giulio Prandi & Coro e Orchestra Ghislieri - Festival Ambronay
Il Festival di Ambronay si è aperto il 12 settembre con un evento di straordinaria importanza: il Coro e Orchestra Ghislieri, diretti da Giulio Prandi, hanno inaugurato la rassegna con un programma interamente dedicato ad Alessandro Scarlatti.

La serata ha offerto estratti dal Vespro di Santa Cecilia, dalla Messa di Santa Cecilia e dal Te Deum, quest’ultimo presentato in prima esecuzione moderna. Si tratta di una partitura di eccezionale valore, la cui fonte manoscritta – non autografa – è stata recentemente scoperta da Luca Dalla Libera. Analisi stilistiche e caratteristiche materiali, come la filigrana dei fogli, confermano l’appartenenza dello spartito allo stesso periodo delle altre composizioni dedicate alla santa patrona dei musicisti, collocabili tra il 1720 e il 1721.

La Messa di Santa Cecilia, scritta da Scarlatti per il cardinale Francesco Acquaviva d’Aragona, è una pagina grandiosa per cinque voci soliste, coro e orchestra. Le sue sezioni alternano momenti concertanti e brani solistici, affidati in questa occasione a Maria Grazia Schiavo (soprano I), Carlotta Colombo (soprano II), Margherita Maria Sala (contralto), Raffaele Giordani (tenore) e Alessandro Ravasio (basso).

Nel nostro podcast, Giulio Prandi racconta le caratteristiche di queste opere, il loro significato nel contesto della musica sacra barocca e il suo rapporto con il festival, al quale il Ghislieri ha già preso parte in passato. Tutti gli esempi musicali che ascolterete sono tratti dalle prove del concerto, registrate nella suggestiva cornice dell’Abbatiale, la chiesa del Monastero di Ambronay, oggi sede del vivace Centre Culturel de Rencontre.

Podcast a cura di Paolo Scarnecchia per il giornale della musica
Intervista a: Giulio Prandi.
Esecuzione: Coro e Orchestra Ghislieri.
Solisti: Maria Grazia Schiavo, Carlotta Colombo, Margherita Maria Sala, Raffaele Giordani, Alessandro Ravasio.
Registrazioni effettuate durante le prove del concerto inaugurale del Festival di Ambronay, 12 settembre.
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1 month ago
25 minutes

Early Music Stories
Intervista a Peter De Laurentiis & CAPPELLA PRATENSIS | Laus Polyphoniae 2025
Le cattedrali sonore di Laus Polyphoniae

Edizione 2025 – “Ars Antiqua – Ars Nova – Ars Subtilior” Dal 1140 al 1440: tre secoli di musica che hanno fatto da colonna sonora all’epoca dei grandi costruttori di cattedrali.

In questo episodio speciale del podcast di Laus Polyphoniae, Peter de Laurentiis (Cappella Pratensis) ci accompagna alla scoperta di un programma che unisce storia, spiritualità e raffinatezza sonora. Il viaggio è dedicato a Guillaume Dufay, il grande compositore franco-fiammingo al servizio dei Malatesta, che con i suoi mottetti e chanson ha testimoniato eventi cruciali della storia rinascimentale italiana.

Attorno al leggio girevole con i facsimili dei codici antichi, la Cappella Pratensis fa rivivere la forza evocativa della polifonia, intrecciando le opere di Dufay con quelle di Richard Loqueville, Hugo de Lantins, Pierre Fontaine e Jean Franchois.

Un percorso in quattro sezioni, intitolato “Guillaume Dufay and the New Sound of the Ars Subtilior”, che restituisce l’intensità e la modernità sorprendente di una musica nata secoli fa e ancora oggi capace di emozionare.

Crediti
Podcast realizzato in occasione di Laus Polyphoniae 2025 – Festival di musica antica di Anversa.
Con la partecipazione di Peter de Laurentiis e Cappella Pratensis.
Un progetto a cura di Paolo Scarnecchia per il giornale della musica
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2 months ago
12 minutes

Early Music Stories
Intervista a Donatella Busetto, Patrizio La Placa e Cenacolo Musicale | Festival Musica Antica e Arti (Femart)
Il Barocco musicale nel cuore del Nordest – Podcast

Dal 24 agosto al 14 dicembre, borghi e città storiche del Friuli Venezia Giulia e del Veneto ospiteranno il Festival Musica Antica e Arti (Femart), giunto alla sua 25ª edizione e organizzato dall’Associazione Barocco Europeo di Sacile.

Con il titolo “Barocco in movimento”, il cartellone propone concerti in luoghi di straordinario fascino, dal Duomo di Valvasone alla Chiesa di San Rocco di Polcenigo, fino al Ridotto del Teatro Verdi di Gorizia. In questa puntata, Donatella Busetto, direttrice artistica del Festival, racconta i temi e le novità dell’edizione 2025, tra cui l’omaggio ad Alessandro Scarlatti nel terzo centenario della morte, con l’esecuzione di tre cantate per basso.

Il baritono Patrizio La Placa ci guida alla scoperta delle caratteristiche musicali di queste opere, che interpreterà a Conegliano, Polcenigo e Valvasone a fine agosto. 

Crediti
Un podcast di Paolo Scarnecchia per il giornale della musica
Interviste a Donatella Busetto e Patrizio La Placa
Testo e conduzione: Paolo Scarnecchia
Produzione: realizzato in collaborazione con Fermat

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2 months ago
37 minutes

Early Music Stories
Intervista a Arnaldo Morelli | Festival Il Polifonico, Arezzo
Il Polifonico: Cori dal mondo ad Arezzo

Nella terza settimana di agosto cori provenienti da diversi paesi del mondo convergeranno ad Arezzo per partecipare al celebre concorso internazionale “Il Polifonico”, giunto alla sua 73ª edizione.

Organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo, questa manifestazione porta un titolo semplice, ma racchiude un programma ricco e articolato, diffuso in diversi luoghi della città.

Formalmente è un concorso internazionale per formazioni corali, ma nella realtà è anche un vero e proprio festival: il pubblico segue con passione le esibizioni in piazze, teatri e chiese, e la rassegna include anche il Festival internazionale di canto popolare, entrato in programma a metà della lunga storia della manifestazione.

Nato nei primi anni Cinquanta, “Il Polifonico” ha trasformato Arezzo in una capitale ideale della coralità, ispirando eventi simili in Italia e all’estero e diventando un punto di riferimento europeo per la promozione e la valorizzazione del canto corale. Quest’anno il concorso celebra anche il quinto centenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Ogni formazione in gara eseguirà un brano del maestro rinascimentale, e il concerto inaugurale – affidato all’ensemble De labyrintho diretto da Walter Testolin – sarà dedicato al quarto libro di mottetti del 1584 su testi del Canticum canticorum.

A completare il programma, un convegno dedicato alla prassi esecutiva della musica del princeps musicae.

Nel podcast, nella prima parte, il direttore artistico Luigi Marzola racconta lo svolgimento della manifestazione e le varie fasi organizzative. 

Nella seconda parte, Walter Testolin illustra il fascino e la profondità del Canticum canticorum, anticipando i temi del suo intervento al convegno.

Nella terza parte, Arnaldo Morelli offre un ritratto biografico di Palestrina, evidenziando il cosmopolitismo dell’ambiente romano in cui operò il compositore.

Podcast ideato e realizzato da Paolo Scarnecchia per il giornaledellamusica
Testi e conduzione: Paolo Scarnecchia
Ospiti: Luigi Marzola, Walter Testolin, Arnaldo Morelli
Registrazione e montaggio: Paolo Scarnecchia

Prodotto in collaborazione con la Fondazione Guido d’Arezzo
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3 months ago
25 minutes

Early Music Stories
Intervista a Walter Testolin & De labyrintho | Festival Il Polifonico, Arezzo
Il Polifonico: Cori dal mondo ad Arezzo

Nella terza settimana di agosto cori provenienti da diversi paesi del mondo convergeranno ad Arezzo per partecipare al celebre concorso internazionale “Il Polifonico”, giunto alla sua 73ª edizione.

Organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo, questa manifestazione porta un titolo semplice, ma racchiude un programma ricco e articolato, diffuso in diversi luoghi della città.

Formalmente è un concorso internazionale per formazioni corali, ma nella realtà è anche un vero e proprio festival: il pubblico segue con passione le esibizioni in piazze, teatri e chiese, e la rassegna include anche il Festival internazionale di canto popolare, entrato in programma a metà della lunga storia della manifestazione.

Nato nei primi anni Cinquanta, “Il Polifonico” ha trasformato Arezzo in una capitale ideale della coralità, ispirando eventi simili in Italia e all’estero e diventando un punto di riferimento europeo per la promozione e la valorizzazione del canto corale. Quest’anno il concorso celebra anche il quinto centenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Ogni formazione in gara eseguirà un brano del maestro rinascimentale, e il concerto inaugurale – affidato all’ensemble De labyrintho diretto da Walter Testolin – sarà dedicato al quarto libro di mottetti del 1584 su testi del Canticum canticorum.

A completare il programma, un convegno dedicato alla prassi esecutiva della musica del princeps musicae.

Nel podcast, nella prima parte, il direttore artistico Luigi Marzola racconta lo svolgimento della manifestazione e le varie fasi organizzative. 

Nella seconda parte, Walter Testolin illustra il fascino e la profondità del Canticum canticorum, anticipando i temi del suo intervento al convegno.

Nella terza parte, Arnaldo Morelli offre un ritratto biografico di Palestrina, evidenziando il cosmopolitismo dell’ambiente romano in cui operò il compositore.

Podcast ideato e realizzato da Paolo Scarnecchia per il giornaledellamusica
Testi e conduzione: Paolo Scarnecchia
Ospiti: Luigi Marzola, Walter Testolin, Arnaldo Morelli
Registrazione e montaggio: Paolo Scarnecchia

Prodotto in collaborazione con la Fondazione Guido d’Arezzo
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3 months ago
19 minutes

Early Music Stories
Intervista a Luigi Marzola | Festival Il Polifonico, Arezzo
Il Polifonico: Cori dal mondo ad Arezzo

Nella terza settimana di agosto cori provenienti da diversi paesi del mondo convergeranno ad Arezzo per partecipare al celebre concorso internazionale “Il Polifonico”, giunto alla sua 73ª edizione.

Organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo, questa manifestazione porta un titolo semplice, ma racchiude un programma ricco e articolato, diffuso in diversi luoghi della città.

Formalmente è un concorso internazionale per formazioni corali, ma nella realtà è anche un vero e proprio festival: il pubblico segue con passione le esibizioni in piazze, teatri e chiese, e la rassegna include anche il Festival internazionale di canto popolare, entrato in programma a metà della lunga storia della manifestazione.

Nato nei primi anni Cinquanta, “Il Polifonico” ha trasformato Arezzo in una capitale ideale della coralità, ispirando eventi simili in Italia e all’estero e diventando un punto di riferimento europeo per la promozione e la valorizzazione del canto corale. Quest’anno il concorso celebra anche il quinto centenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Ogni formazione in gara eseguirà un brano del maestro rinascimentale, e il concerto inaugurale – affidato all’ensemble De labyrintho diretto da Walter Testolin – sarà dedicato al quarto libro di mottetti del 1584 su testi del Canticum canticorum.

A completare il programma, un convegno dedicato alla prassi esecutiva della musica del princeps musicae.

Nel podcast, nella prima parte, il direttore artistico Luigi Marzola racconta lo svolgimento della manifestazione e le varie fasi organizzative. 

Nella seconda parte, Walter Testolin illustra il fascino e la profondità del Canticum canticorum, anticipando i temi del suo intervento al convegno.

Nella terza parte, Arnaldo Morelli offre un ritratto biografico di Palestrina, evidenziando il cosmopolitismo dell’ambiente romano in cui operò il compositore.

Podcast ideato e realizzato da Paolo Scarnecchia per il giornaledellamusica
Testi e conduzione: Paolo Scarnecchia
Ospiti: Luigi Marzola, Walter Testolin, Arnaldo Morelli
Registrazione e montaggio: Paolo Scarnecchia

Prodotto in collaborazione con la Fondazione Guido d’Arezzo
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3 months ago
33 minutes

Early Music Stories
Intervista a Marie-Theres Härtel | Festival Styriarte di Graz
The Sound of Austria – Un viaggio sonoro tra le valli e le melodie della tradizione

Nell’ambito del Festival Styriarte, si è svolto un concerto straordinario, dedicato a una musica senza tempo: la musica di tradizione orale. In questo episodio speciale, vi portiamo nel cuore dell’Austria rurale, dove le melodie popolari si intrecciano con la storia e la memoria delle comunità contadine. Una musica che non appartiene alle élite, ma che ha plasmato l’identità di un intero Paese attraverso le voci, i gesti, gli strumenti e i paesaggi del quotidiano.

Il nostro viaggio comincia nella suggestiva valle di Stübing, a pochi chilometri da Graz, dove si trova il Museo all’aria aperta dell’Austria contadina. Tra case in legno, antichi attrezzi da lavoro e atmosfere d’altri tempi, risuona la musica che racconta un popolo. Il motto del parco, “dal Burgenland al Vorarlberg”, è anche il filo conduttore di questo episodio, che esplora le diverse anime musicali delle regioni austriache. 

La nostra guida è Marie-Theres Härtel, violinista e compositrice, cresciuta nel cuore della Stiria tra la musica folk e la formazione classica. Attraverso le sue parole e le sue scelte musicali, ascolteremo una selezione di brani che attraversano l’intero Paese:
  • il primo brano eseguito dal Ludwig Wiener Quintett
  • lo jodel vocale interpretato da Maria Ströbl, Karl Baueregger ed Elisabeth Zottl
  • una melodia salisburghese affidata al Wengerboch Musi
  • lo jodel strumentale del Wälder Buromusig
  • e infine, un valzer eseguito dal Härtel Quintett
The Sound of Austria è un invito all’ascolto di una tradizione viva, che ancora oggi risuona tra le montagne, le valli e i cuori di chi la custodisce. The Sound of Austria è un podcast realizzato a partire dal concerto prodotto all’interno del Festival Styriarte. 🎙️ Crediti:

Un progetto di Paolo Scarnecchia per il giornale della musica
Con la partecipazione di Marie-Theres Härtel
Testo di Paolo Scarnecchia
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3 months ago
17 minutes

Early Music Stories
Intervista a Michael Hell e Thomas Höft | Festival Styriarte di Graz
Gli incantesimi disciolti nel Castello di Eggenberg

Nel cuore del 40° anniversario del festival Styriarte di Graz e in coincidenza con i 400 anni del magnifico Castello di Eggenberg, prende vita un affascinante progetto musicale: "Gli incantesimi disciolti" di Antonio Draghi, un'opera barocca riscoperta e ricostruita per l’occasione. Registrato nel suggestivo Salone del Planetario, lo spettacolo è frutto del lavoro dell’ensemble Ārt House 17 diretto da Michael Hell, che ha riportato in scena questa breve opera composta nel 1673 per celebrare le nozze dell’imperatore Leopoldo I con Claudia Felicita del Tirolo.

Il libretto, firmato da Nicolò Minato, è arricchito da musiche originali dell’imperatore stesso. In questo episodio raccontiamo il dietro le quinte di una straordinaria ricostruzione: dalla reinvenzione delle sezioni mancanti della partitura da parte di Hell, all’adattamento in lingua tedesca curato da Thomas Höft, fino all’inserimento di nuove coreografie firmate da Mareike Franz, che sostituiscono i balli perduti dell'opera originale e animano i personaggi con fantocci simbolici e teatrali.

Per ampliare la durata dello spettacolo e arricchirne la tessitura sonora, sono state integrate musiche strumentali di altri compositori del tempo come Bertali, Biber, Rittler, Schmelzer e Valentini. Nelle interviste raccolte nel podcast emergono i riferimenti allegorici e politici che attraversano il libretto, specchio degli intrighi di corte e delle tensioni legate al secondo matrimonio dell’imperatore. Un viaggio musicale tra storia, simbolismo e arte barocca, alla scoperta di un gioiello riscoperto.

Realizzato e curato da Paolo Scarnecchia
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3 months ago
24 minutes

Early Music Stories
Intervista a Thomas Zehetmair e Mathis Huber | Festival Styriarte di Graz
“Una Ciaccona di Bach può salvare il mondo?”

In questa puntata vi portiamo a Graz, nel cuore della 40ª edizione del Festival Styriarte, per un viaggio nella memoria e nella potenza simbolica della musica.

Il violinista Thomas Zehetmair ha inaugurato il festival con una pagina storica: la Partita in re minore di Johann Sebastian Bach, culminante nella celebre Ciaccona, la stessa eseguita quarant’anni fa per l’inizio della manifestazione.

Accanto a lui, la riflessione di Mathis Huber, oggi direttore artistico del Festival, che ripercorre il senso profondo di questa lunga avventura culturale attraverso il suo discorso “Può una ciaccona di Bach salvare il mondo?”, interpretato dall’attrice Christiane Willms.

Un episodio intenso, tra musica, ricordi e attualità, che racconta come la bellezza possa diventare memoria condivisa, resistenza civile e visione del futuro.

Produzione e montaggio: Paolo Scarnecchia
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3 months ago
13 minutes

Early Music Stories
Intervista ad Antonio Greco & Cremona Antiqua | Monteverdi Festival Cremona
Ercole amante – L’eredità veneziana sulla scena del re Sole

Dopo aver preso le mosse da Il ritorno di Ulisse in patria, il Monteverdi Festival di Cremona ha trovato il suo compimento ideale nel segno di Francesco Cavalli.

A chiudere la 42ª edizione è stato infatti uno dei suoi capolavori più grandiosi: Ercole amante, opera composta per la corte francese e rappresentata per la prima volta nel 1662 nella sfarzosa Salle des Machines del Palais des Tuileries. Pensata come omaggio per le nozze di Luigi XIV con Maria Teresa d’Asburgo, l’opera si articolava secondo la struttura tragica italiana – prologo e cinque atti – ma fu arricchita, tra un atto e l’altro, da sontuose entrées de ballet con musiche di Jean-Baptiste Lully, danzate dallo stesso re nelle vesti mitologiche di Marte, Plutone e del Sole.

Se all’epoca le preferenze di corte si orientarono verso lo stile brillante del giovane Lully, oggi – a oltre tre secoli di distanza – l’arte teatrale di Cavalli risplende per profondità drammatica, ricchezza armonica e libertà inventiva. L’esecuzione al Teatro Ponchielli ha visto impegnati l’Orchestra e Coro Monteverdi Festival – Cremona Antiqua, diretti da Antonio Greco, con la regia visionaria di Andrea Bernard.

Un cast numeroso ha dato voce e corpo alla molteplicità di dèi, eroi e figure allegoriche che abitano quest’opera monumentale: da Renato Dolcini (Ercole) a Hilary Aeschliman (Iole), da Paola Valentina Molinari (Venere, Bellezza, Cinzia) a Theodora Raftis (Giunone), fino ai tanti personaggi minori che intrecciano i fili della narrazione. Nel podcast, articolato in due parti, il direttore Antonio Greco introduce la genesi storica e musicale dell’opera, soffermandosi sulle peculiarità della scrittura cavalliana e sul contesto della committenza francese.

A seguire, il regista Andrea Bernard riflette sul valore simbolico e creativo dell’opera barocca nel presente, sottolineandone la forza teatrale e la capacità di parlare, ancora oggi, all’immaginario contemporaneo. Gli esempi musicali inseriti nel podcast sono estratti dalla prova generale e offrono uno spaccato sonoro della vivacità drammaturgica che ha animato l’allestimento cremonese.

Podcast ideato e curato da Paolo Scarnecchia
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3 months ago
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Early Music Stories
Intervista a Andrea Bernard & Cremona Antiqua | Monteverdi Festival Cremona
Ercole amante – L’eredità veneziana sulla scena del re Sole

Dopo aver preso le mosse da Il ritorno di Ulisse in patria, il Monteverdi Festival di Cremona ha trovato il suo compimento ideale nel segno di Francesco Cavalli.

A chiudere la 42ª edizione è stato infatti uno dei suoi capolavori più grandiosi: Ercole amante, opera composta per la corte francese e rappresentata per la prima volta nel 1662 nella sfarzosa Salle des Machines del Palais des Tuileries. Pensata come omaggio per le nozze di Luigi XIV con Maria Teresa d’Asburgo, l’opera si articolava secondo la struttura tragica italiana – prologo e cinque atti – ma fu arricchita, tra un atto e l’altro, da sontuose entrées de ballet con musiche di Jean-Baptiste Lully, danzate dallo stesso re nelle vesti mitologiche di Marte, Plutone e del Sole.

Se all’epoca le preferenze di corte si orientarono verso lo stile brillante del giovane Lully, oggi – a oltre tre secoli di distanza – l’arte teatrale di Cavalli risplende per profondità drammatica, ricchezza armonica e libertà inventiva. L’esecuzione al Teatro Ponchielli ha visto impegnati l’Orchestra e Coro Monteverdi Festival – Cremona Antiqua, diretti da Antonio Greco, con la regia visionaria di Andrea Bernard.

Un cast numeroso ha dato voce e corpo alla molteplicità di dèi, eroi e figure allegoriche che abitano quest’opera monumentale: da Renato Dolcini (Ercole) a Hilary Aeschliman (Iole), da Paola Valentina Molinari (Venere, Bellezza, Cinzia) a Theodora Raftis (Giunone), fino ai tanti personaggi minori che intrecciano i fili della narrazione. Nel podcast, articolato in due parti, il direttore Antonio Greco introduce la genesi storica e musicale dell’opera, soffermandosi sulle peculiarità della scrittura cavalliana e sul contesto della committenza francese.

A seguire, il regista Andrea Bernard riflette sul valore simbolico e creativo dell’opera barocca nel presente, sottolineandone la forza teatrale e la capacità di parlare, ancora oggi, all’immaginario contemporaneo. Gli esempi musicali inseriti nel podcast sono estratti dalla prova generale e offrono uno spaccato sonoro della vivacità drammaturgica che ha animato l’allestimento cremonese.

Podcast ideato e curato da Paolo Scarnecchia
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Early Music Stories
Intervista a Christophe Rousset & Les Talens Lyriques | Monteverdi Festival Cremona
Monteverdi e Cavalli: maestro, erede, memoria viva

Nel fine settimana conclusivo del Monteverdi Festival di Cremona, la musica ha celebrato non solo il “divin Claudio”, ma anche la figura del suo più diretto continuatore: Francesco Cavalli, compositore che della lezione monteverdiana fu interprete, rielaboratore, in alcuni casi persino superatore.

Due concerti distinti – per ambientazione, organico e prospettiva – hanno gettato luce su questa relazione artistica complessa e fertile, e fatto da preludio ideale all’ultima rappresentazione in programma: Ercole amante, l’opera cavalliana che ha chiuso la 42ª edizione del Festival.

Il primo concerto, intimo e raccolto, ha avuto luogo nel cortile del seicentesco Palazzo Guazzoni Zaccaria. Il tenore Marco Angioloni, accompagnato da Marco Crosetto al clavicembalo e da Rebeca Ferri al violoncello e flauto, ha offerto un itinerario vocale che ha intrecciato arie scelte dal repertorio operistico dei due compositori, sottolineando – nella selezione e nell’esecuzione – la centralità espressiva della voce tenorile nel Seicento veneziano.A seguire, in uno spazio acustico e simbolico del tutto diverso – l’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino – i soprani Apolline e Thaïs Raï-Westphal, accompagnate dall’ensemble Les Talens Lyriques diretto da Christophe Rousset, hanno dato vita a un confronto tra madrigali a due voci e celebri arie monteverdiane (L’incoronazione di Poppea) e pagine meno note del teatro di Cavalli (Veremonda, Il Ciro), evocando con eleganza il passaggio da una poetica degli affetti a una grammatica dell’emozione più espansa e teatrale.

Nel podcast, la voce degli interpreti guida l’ascolto e lo approfondisce: Marco Angioloni, nella prima intervista, riflette sul ruolo della voce tenorile e sulla varietà delle arie che hanno animato le scene veneziane; Christophe Rousset, nella seconda, ricostruisce i legami tra Monteverdi e Cavalli e la fortuna delle loro opere nella Napoli barocca, punto di arrivo e rilancio per la tradizione operistica italiana.A completare il racconto, gli esempi musicali registrati dal vivo durante le prove: suoni, respiri e silenzi che raccontano un'eredità viva.

Podcast ideato e curato da Paolo Scarnecchia
Registrazioni dal vivo: Monteverdi Festival di Cremona 2025
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4 months ago
15 minutes

Early Music Stories
Intervista a Marco Angioloni & Il Groviglio | Monteverdi Festival Cremona
Monteverdi e Cavalli: maestro, erede, memoria viva

Nel fine settimana conclusivo del Monteverdi Festival di Cremona, la musica ha celebrato non solo il “divin Claudio”, ma anche la figura del suo più diretto continuatore: Francesco Cavalli, compositore che della lezione monteverdiana fu interprete, rielaboratore, in alcuni casi persino superatore.

Due concerti distinti – per ambientazione, organico e prospettiva – hanno gettato luce su questa relazione artistica complessa e fertile, e fatto da preludio ideale all’ultima rappresentazione in programma: Ercole amante, l’opera cavalliana che ha chiuso la 42ª edizione del Festival.

Il primo concerto, intimo e raccolto, ha avuto luogo nel cortile del seicentesco Palazzo Guazzoni Zaccaria. Il tenore Marco Angioloni, accompagnato da Marco Crosetto al clavicembalo e da Rebeca Ferri al violoncello e flauto, ha offerto un itinerario vocale che ha intrecciato arie scelte dal repertorio operistico dei due compositori, sottolineando – nella selezione e nell’esecuzione – la centralità espressiva della voce tenorile nel Seicento veneziano.A seguire, in uno spazio acustico e simbolico del tutto diverso – l’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino – i soprani Apolline e Thaïs Raï-Westphal, accompagnate dall’ensemble Les Talens Lyriques diretto da Christophe Rousset, hanno dato vita a un confronto tra madrigali a due voci e celebri arie monteverdiane (L’incoronazione di Poppea) e pagine meno note del teatro di Cavalli (Veremonda, Il Ciro), evocando con eleganza il passaggio da una poetica degli affetti a una grammatica dell’emozione più espansa e teatrale.

Nel podcast, la voce degli interpreti guida l’ascolto e lo approfondisce: Marco Angioloni, nella prima intervista, riflette sul ruolo della voce tenorile e sulla varietà delle arie che hanno animato le scene veneziane; Christophe Rousset, nella seconda, ricostruisce i legami tra Monteverdi e Cavalli e la fortuna delle loro opere nella Napoli barocca, punto di arrivo e rilancio per la tradizione operistica italiana.A completare il racconto, gli esempi musicali registrati dal vivo durante le prove: suoni, respiri e silenzi che raccontano un'eredità viva.

Podcast ideato e curato da Paolo ScarnecchiaRegistrazioni dal vivo: Monteverdi Festival di Cremona 2025
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4 months ago
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Early Music Stories
Scopri il ricco e affascinante mondo della musica antica con Early Music Stories, una serie podcast che racconta il lavoro di musicisti, ricercatori e artigiani. Esplora manoscritti, iconografie e strumenti storici per riportare in vita i suoni autentici di secoli fa e ricreare la musica nel suo contesto originale. Realizzata per Il Giornale della Musica da Paolo Scarnecchia, ogni puntata ti porta dietro le quinte di concerti e prove, svelando la maestria e l’artigianato musicale di quest’arte senza tempo.