
Fra innovazioni, hype mediatico e regolamentazioni storiche, OpenAI ha lanciato ChatGPT Agent, un assistente digitale capace di eseguire azioni sul web e compiti complessi, ma ancora molto distante dall’essere il maggiordomo digitale infallibile che tanti promettono. Nel frattempo, cresce l’attesa per GPT-5, il nuovo modello che ambisce a unificare le attuali architetture linguistiche tra promesse di prestazioni straordinarie e qualche inevitabile effetto annuncio degno della migliore pubblicità tech.
Sul fronte normativo, il 2 agosto entra in vigore in Europa l’AI Act, il primo regolamento dedicato all’AI generativa, mentre la Cina consolida il suo primato tecnologico con oltre il 40% dei modelli AI globali – dimostrando che il gioco non si gioca più solo tra Washington e San Francisco. Intanto, Netflix inaugura l’era dei VFX generati in IA, l’Italia introduce i primi chatbot parlamentari per una burocrazia più “smart”, e Meta e Google rilanciano la sfida sulla qualità e rapidità dei loro modelli multimodali. Sullo sfondo, cresce l’allarme per l’uso criminale dei deepfake e dei sistemi di sintesi vocale sempre più indistinguibili da quelli umani, mentre Tesla e Boston Dynamics portano i robot umanoidi oltre la fantascienza.
Assistiami all’ingresso sempre più concreto e diffuso di queste tecnologie nella vita quotidiana, tra passi avanti autentici, qualche promessa gonfiata e nuove sfide etiche da affrontare.