Io sono uno scettico, di natura bastian contrario. Non credo, nemmeno se vedo con i miei occhi. Eppure, la mia profonda curiosità per la natura delle cose mi ha condotto, per la prossima saga, attraverso le correnti del paranormale, dell’astrologia, della chiromanzia, dei medium. Attraverserò oceani di manipolazioni, sette, guru e seducenti streghe.
Io, come Erik, affronto tutto questo con lo spirito di chi dubita. Ma a differenza del mio eroe, non sono nella stessa fase della vita, non sto vivendo la stessa crisi.
A volte è proprio questo che conta: quanto si è in crisi.
I migliori, persino i più intelligenti, possono cadere nelle reti di chi desidera altro che amicizia e non è animato da buone intenzioni. Lo leggiamo spesso: le vittime di un sedicente guru possono essere un dottore, uno psicanalista, persone normali, unite però da ferite complesse, da un passato fatto di segreti, delusioni e punizioni forse ingiuste.
Tutti noi abbiamo avuto a che fare con il dolore del mondo. E tutti abbiamo fatto ciò che potevamo per risalire la china, dimenticare, migliorarci, tornare a vedere il sole. Ma alcuni, invece di affrontare il dolore e sanarlo con la consapevolezza, scelgono di chiudersi in un mondo di buio. In una scatola dentro la quale non si sente più nulla, nemmeno il dolore. Un castello apparentemente indistruttibile dove vivere la quotidianità come se non ci fosse differenza tra giorno e notte, estate e inverno, piacere e dolore.
Obnubilati da qualcosa: il gioco, il lavoro, le droghe, l’alcol.
Erik, come scoprirete, ha scelto il lavoro.
Spesso, chi decide di perdersi trova un successo derivato da una follia apparente, superficiale, che però non sana davvero le ferite dell’anima.
E poi, un giorno, succede qualcosa di banale, un piccolo avvenimento, una crepa minuscola che si apre fino a diventare una voragine.
Ed è a quel punto che tutto si libera. È in quel momento che si insinua, come nebbia, la manipolazione di chi desidera ciò che Erik ha.
La domanda ora è: ce la farà il nostro eroe a sopravvivere alle intemperie di un mondo che aveva dimenticato esistesse?
Sotto le corazze più dure si nascondono i cuori più teneri. E quando la corazza si rompe, ad attendere c’è l’ombra del dolore.
Ma questo è solo l’inizio, l’incipit, o forse nemmeno quello. Forse è solo un momento, un passaggio in una storia complessa e articolata, una saga popolata da decine di persone, ognuna attratta da un desiderio, da una speranza.
Ognuna nel proprio labirinto.
Sto cominciando il quarto volume, un volume delicato, emotivo, profondo e mistico. Il momento magico, come lo chiamo. La sua struttura è complessa, molto articolata e veloce. Cinematografica: so già che sarà un aggettivo che mi verrà spesso attribuito. Ed è giusto, in fondo vengo da lì.
Trovo piacere nel provare a creare, nella mente, nel cuore e nell’anima di chi mi legge, un «film» fatto non solo di immagini, ma di pensieri, di filosofia e soprattutto di umanità.
Non vedo l’ora di condividere con voi altro di questa opera. Per dirvi quanto mi piace scrivere, sto già pensando alla prossima. Ho già il titolo, ho già la storia.
Devo solo trovare il tempo. Quel tempo che sembra non bastare mai. Forse perché mi sono imposto di non correre, di procedere passo dopo passo, nel migliore dei modi, dando il tempo alle idee di nascere, maturare, dare frutti, e scrivere sulle spalle di generazioni di intuizioni. Non una, ma cento, mille. E poi liberarmi dei fardelli, di quelle che «sono belle, ma non servono». Una danza continua di parole, matematiche, emotive, estetiche, spirituali.
Come dico spesso, scrivo per curarmi. E di rimando, curo il protagonista. E di rimando, chi mi legge cura quella parte dell’anima che condivide con entrambi.
Alla prossima pagina.
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