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https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7877PRIGIONIERI POLITICI IN POLONIA: URSZULA COME PADRE OLSZEWSKI di Wlodzimierz Redzioch
Già da quattro mesi rimane in prigione padre Michal Olszewski, il primo sacerdote-prigioniero politico nella Polonia governata dall' "europeista " Tusk. La Nuova Bussola Quotidiana segue il caso dall'inizio svelando il calvario subito dal dehoniano polacco, evidentemente orchestrato dalla Procura nazionale e dal ministro della Giustizia Bodnar. Ma recentemente stanno venendo alla luce fatti altrettanto scandalosi che riguardano il trattamento di una delle due impiegate del Ministero della Giustizia arrestate nell'ambito dello stesso caso riguardante il Fondo della Giustizia: la signora Urszula, anche lei in prigione da quattro mesi.
Lo ha raccontato in un'intervista il padre di Urszula, Andrzej Skrzetuski (nella foto): è un resoconto drammatico di come sua figlia è stata trattata immediatamente dopo il suo arresto. Doveva spogliarsi nuda e sotto la doccia veniva sorvegliata da agenti uomini. Le era difficile soddisfare i suoi bisogni fisiologici. La donna per oltre un mese non ha potuto cambiare i vestiti. È tenuta in isolamento e non può avere contatti con altre detenute.
Vengono limitati i contatti di Urszula con la famiglia. Come spiega Skrzetuski «il contatto con mia figlia è molto difficile. Solo una persona della famiglia può vederla una volta al mese. Finora solo il genero e il nipote hanno incontrato mia figlia». Anche la corrispondenza con Urszula è ostacolata: «Le lettere, se arrivano, arrivano con un grande ritardo, dalle quattro alle sei settimane. E sono censurate. Io ho mandato sei lettere a mia figlia, credo che ne sia arrivata a destinazione solo una».
MARITO LICENZIATO E APPARTAMENTO SVALIGIATO
È stata colpita anche la sua famiglia: suo marito è stato costretto a licenziarsi dal lavoro. Qualcuno ha svaligiato il loro appartamento: un evidente tentativo di trovare qualche documento compromettente, spacciato per un furto. Per Skrzetuski il calvario della figlia è tanto più doloroso tenendo conto che lui personalmente ha conosciuto le prigioni comuniste durante il regime di Jaruzelski. «Non pensavo - dice amareggiato - che tutte queste cose che io, da oppositore al regime comunista, sperimentavo durante la legge marziale introdotta dal generale Jaruzelski, toccasse in forme ancora peggiori ai miei figli».
Il padre della detenuta ha svelato che in questi mesi difficili della prigione in isolamento Urszula legge sempre il Diario di suor Faustina, che è fonte di conforto, come anche le conversazioni con il sacerdote cappellano. Urszula prega molto, prega anche per i suoi persecutori. Riesce ad affrontare l'attuale calvario grazie alle solide fondamenta spirituali. Va aggiunto, inoltre, che è legata all'Opus Dei.
Come mostrano i casi di padre Olszewski e della signora Urszula i metodi utilizzati dall'apparato di repressione comunista sono ancora oggi ampiamente utilizzati in Polonia. Ma oggi c'è dietro una grande ipocrisia. Nella Polonia comunista la repressione dei cosiddetti nemici di classe o del sistema era palese e ben manifesta, oggi viene nascosta dietro il pretesto di "difendere i diritti umani " o di "ripristinare lo Stato di diritto ". Le persone vengono arrestate ed umiliate per costringere loro a dichiararsi colpevoli o di fornire prove per incriminare altre persone. Tutto questo serve, oggi come nei tempi comunisti, per eliminare ogni opposizione.
L'ASSURDITÀ DELLE ACCUSE
Ma la cosa più importante riguarda l'assurdità delle accuse contro di lei. Si tratta del presunto abuso d'ufficio nella concessione dei fondi del ministero della Giustizia alla Fondazione Proelio per la costruzione del centro per le vittime degli abusi e dei crimini. «Tutto era legale sottolinea il padre dell'accusata....