Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.
Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.

Un nuovo “Frankenstein”, ennesimo adattamento cinematografico del romanzo capolavoro di Mary Shelley, torna sullo schermo: è quello del regista messicano Guillermo del Toro che, dopo essere stato presentato al Festival di Venezia, esce nei cinema svizzeri e sulla piattaforma Netflix. Una fiaba nera – genere di cui del Toro è maestro, da “Il labirinto del fauno” a “La forma dell’acqua” – che offre anche al “mostro” l’opportunità di raccontare la propria versione.
Con “Frankenstein” di Guillermo del Toro, “Nosferatu” di Robert Eggers (rivisitazione di Dracula), “Wolf Man” di Leigh Whann e altri, il 2025 si impone come l’anno più denso di film e remake sui “mostri classici” dal 1944, ma la presenza dei mostri nel cinema è profondamente mutata rispetto all’epoca d’oro della Universal Classic Monsters. Oggi il vero mostro è quello che si annida nell’animo umano, quello del disagio psicologico di Joker, mentre le creature diventano alterità affascinanti, in cui riscattare nuove forme di umanità, amore e dignità. Con i giornalisti e critici cinematografici Chiara Fanetti e Michele Serra e il sociologo Guerino Nuccio Bovalino, membro di un gruppo di ricerca sugli immaginari sociali dell’Università di Montpellier.