
Benvenuti a un episodio speciale dedicato a un gigante del design e dell'arte del XX secolo: Max Bill. Nato a Winterthur, Svizzera, nel 1908 e scomparso a Berlino nel 1994, Bill è stato una figura poliedrica e innovativa che ha lasciato un'impronta indelebile in vari campi.
La sua formazione inizia con la specializzazione nella lavorazione dell'argento alla Kunstgewerbe-schule di Zurigo, un'esperienza che lo espone presto a tendenze artistiche d'avanguardia come il Cubismo e il Dadaismo. La svolta arriva però con gli studi al leggendario Bauhaus di Dessau, dove tra il 1927 e il 1929 abbraccia pienamente l'approccio funzionalista che diventerà una colonna portante della sua filosofia.
Tornato a Zurigo, la sua carriera decolla spaziando tra pittura, architettura e grafica. Negli anni '30, si afferma come figura di spicco del Costruttivismo all'interno della Scuola Svizzera di grafica. È in questo periodo che Bill adotta la teoria dell'"arte concreta" di Theo van Doesburg, convinto che l'universalità possa essere raggiunta solo attraverso la chiarezza delle forme. Il suo impegno si estende anche alla scultura e alla partecipazione a influenti organizzazioni artistiche e architettoniche internazionali, tra cui Abstraction-Création e CIAM.
Dal 1944, Max Bill si dedica con passione al disegno industriale, un campo in cui raggiunge una fama duratura. Tra le sue creazioni più iconiche spiccano l'orologio da muro in alluminio del 1957, prodotto da Junghans, per cui realizza anche orologi da polso caratterizzati da una forte estetica industriale e un approccio estremamente razionale. Un altro capolavoro è lo sgabello minimalista Ulmer Hocker del 1954, tra le sue creazioni più note e un simbolo del design moderno. Bill non si limita a creare; è un promotore attivo dell'eccellenza nel settore, contribuendo all'istituzione del premio Bundespreis e della mostra "Die gute Industrieform".
Un capitolo fondamentale della sua vita è la co-fondazione e la direzione dell'influente Hochschule für Gestaltung di Ulm, dove dal 1951 al 1956 ricopre il ruolo di rettore e direttore dei dipartimenti di architettura e product design. A Ulm, Bill sostiene con forza il formalismo geometrico di stampo Bauhaus, credendo che i prodotti basati su leggi matematiche possiedano una purezza estetica intrinseca capace di generare un fascino universale. Questo approccio al design industriale fu poi continuato da Hans Gugelot.
Dopo l'esperienza di Ulm, nel 1957, torna a Zurigo per dedicarsi a tempo pieno a scultura e pittura. La sua influenza nel design e nell'architettura non diminuisce, come dimostra il suo ruolo di capo architetto per il padiglione "Educare e creare" all'esposizione nazionale svizzera del 1964, anno in cui fu anche nominato membro onorario dell'American Institute of Architects. Max Bill ci ha lasciato non solo opere d'arte e oggetti di design, ma anche una profonda riflessione teorica, convinto che "il buon design dipende dall'armonia che si riesce a stabilire tra la forma di un oggetto e il suo utilizzo". Una visione che continua a ispirare generazioni di creativi.