
C’è un’altra possibilità, più fragile, meno appariscente. Costruire modelli che non dipendono dal tempo reale, ma da archivi condivisi. Usare dati pubblici, simulazioni, ambienti artificiali. Dataset vivi territoriali e intelligenze artificiali di comunità e di municipalità. Affidarsi alla collaborazione tra enti, cittadini, tecnologi e istituzioni. Richiede tempo, energia, fiducia. Ma apre la strada a modelli che non sono solo tecnicamente efficaci, ma anche comprensibili, controllabili, rinegoziabili. Non sono migliori per forza. Sono diversi. E in un ecosistema sempre più dominato da poche architetture chiuse, la differenza è già un atto politico.