"A Year of Writing to Uncover the Authentic Self", questo è quello che mi è comparso più volte davanti agli occhi in queste ultime settimane... E allora ho deciso di accettare la sfida, ma a mio modo!
Questa è la mia personalissima interpretazione del percorso di Rachel Astor: 52 episodi, un intero anno. Il mio progetto di scrittura autobiografica, sì, ma per le orecchie.
Mi chiamo Gabriella Bellomo e questo è “Senza paracadute”: l’anno di scrittura, senza paracadute, di una ex timida.
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"A Year of Writing to Uncover the Authentic Self", questo è quello che mi è comparso più volte davanti agli occhi in queste ultime settimane... E allora ho deciso di accettare la sfida, ma a mio modo!
Questa è la mia personalissima interpretazione del percorso di Rachel Astor: 52 episodi, un intero anno. Il mio progetto di scrittura autobiografica, sì, ma per le orecchie.
Mi chiamo Gabriella Bellomo e questo è “Senza paracadute”: l’anno di scrittura, senza paracadute, di una ex timida.
Ci sono paure a cui non dò voce e non dò spazio e che mi impediscono di rallentare. Però le conosco, so benissimo quali siano. Vuoi ascoltarle? ...e vuoi ascoltarmi?
Non è vero che non sono perfezionista. La realtà è che non procrastino. Sono velocissima, e nella velocità, accetto di dovermi sempre migliorare. E ogni tanto, con le persone, inciampo...
Situazioni strane di lavoro ne ho vissute a palate. Me le cerco proprio, devo ammetterlo. Questa a Shanghai nel 2013 vince il primo premio. Te la racconto qui.
Voglio prendermi una licenza poetica: mettere sotto il ricordo dell’infanzia un momento che, proprio dell’infanzia, non è. Primavera metà anni ‘90, tutti insieme in Eritrea. Cosa ci facevamo? Te lo racconto oggi...
Sapersi divertire con poco è un'attitudine dal potere salvifico. Specialmente quando per assurdo sembra che non ci sia nulla da ridere. Lo racconto oggi, senza paracadute.
C’è una cosa che ho lasciato in un cassetto per mesi, in attesa che arrivasse il momento giusto. E l'ho fatto per eccesso di tristezza. Sembrava tutto al suo posto e poi, all’improvviso, non lo era più. Il gioco dell'attesa, però, finisce oggi.
Qualche volta, non ottenere quello che si crede di volere, è un bene. Tu, quante "delusioni" hai vissuto, che in realtà si sono rivelate benedizioni sotto mentite spoglie?
Questo episodio è una lettera, inviata a me e datata 1993, ma in realtà inviata anche a chiunque si stia riconoscendo in questo anno di Senza paracadute. Non conta la data: se ti ritrovi in quel che dico, metti tu quella che preferisci.
Questo episodio non arriva al momento giusto. Una frase celebre dice: “Balla come se nessuno stesse guardando”. Allora io farò così: parlerò, come se ne nessuno stesse ascoltando.
Sembra esserci una tendenza nella nostra cultura secondo cui dovremmo essere felici tutto il tempo. Ma le emozioni sono infinitamente di più. E alcune, lasciano strascichi...
“No… devo aspettare lo stipendio.” Che brutte le frasi che avere problemi con i soldi si portano dietro. Ti racconto alcune mie difficoltà, senza paracadute, proprio col denaro.
Imparando a prendersi la propria libertà, ma senza essere ciechi di fronte alle conseguenze che si potrebbero subire. Sospesi tra il dire sempre ciò che pensa e il pensare a ciò che è meglio dire.
Viviamo sulle montagne russe, ma abbiamo davvero superato di tutto. Come abbiamo promesso: in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia. Per la vita.
"A Year of Writing to Uncover the Authentic Self", questo è quello che mi è comparso più volte davanti agli occhi in queste ultime settimane... E allora ho deciso di accettare la sfida, ma a mio modo!
Questa è la mia personalissima interpretazione del percorso di Rachel Astor: 52 episodi, un intero anno. Il mio progetto di scrittura autobiografica, sì, ma per le orecchie.
Mi chiamo Gabriella Bellomo e questo è “Senza paracadute”: l’anno di scrittura, senza paracadute, di una ex timida.