Di scuola e di riforma della stessa se ne parla da decenni e, con la pandemia, è tornata prepotentemente nel dibattito quotidiano. Tra le prime dichiarazioni del neo-premier Draghi la scuola non è mancata e lo stesso neo-ministro dell'Istruzione Bianchi è chiamato ora a decidere come andranno indirizzati i miliardi del Recovery Fund relativi all'istruzione, che definiranno per davvero la "scuola di domani".
Abbiamo deciso di parlare dell'argomento andando a chiedere spiegazioni a chi nella scuola ci lavora tutti i giorni e conosce la ricaduta pratica di parole come "didattica delle competenze", "autonomia scolastica", "valutazione".
Primo episodio della rubrica "La mesa redonda", dialogo con Giuseppe, docente e militante del Fronte della Gioventù Comunista.
Primo episodio della rubrica "La battaglia delle idee. Libri, musica e cultura contro il pensiero unico".
La crisi economica che stiamo vivendo è davvero “figlia” dell’epidemia, oppure era già in gestazione? Le misure messe in campo dai governi serviranno davvero a far “ripartire l’economia, o invece si tradurranno in un aumento dei profitti solo per i soliti noti? Ma soprattutto cosa dovrà aspettarsi dal futuro chi vive del proprio lavoro?
Tutto, o quasi tutto, quello che avreste voluto sapere sulla crisi, ma non avete mai osato chiedere, in un’intervista con Francesco Schettino, economista marxista e autore, insieme a Fabio Clementi, di “Crisi, disuguaglianze e povertà” per i tipi de “La città del sole”.
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La scissione di Livorno e il rapporto con la Terza Internazionale. Le affinità e le divergenze col partito nuovo di Togliatti
La crisi epidemica si è rapidamente intrecciata con una crisi economica che tutti gli analisti non faticano a definire come "senza precedenti in tempo di pace". Il rischio, nemmeno troppo remoto, è che a pagarla siano sempre gli stessi. Continua con Giulio Palermo il ciclo di interviste per provare a tracciare rotte alternative e praticabili nell'immediato.
La crisi epidemica si è rapidamente intrecciata con una crisi economica che tutti gli analisti non faticano a definire come "senza precedenti in tempo di pace". Il rischio, nemmeno troppo remoto, è che a pagarla siano sempre gli stessi. Continua con Marco Bersani il ciclo di interviste per provare a tracciare rotte alternative e praticabili nell'immediato.
La crisi epidemica si è rapidamente intrecciata con una crisi economica che tutti gli analisti non faticano a definire come "senza precedenti in tempo di pace". Il rischio, nemmeno troppo remoto, è che a pagarla siano sempre gli stessi. Con l'incontro con Marco Veronese Passarella iniziamo così un piccolo ciclo di interviste ad economisti eterodossi per provare a tracciare rotte alternative e praticabili nell'immediato.
"La curva discendente dell'epidemia sta per incontrare la curva ascendente della crisi sociale e la situazione rischia di diventare esplosiva"... recitava più o meno in questo modo l'ultima relazione del Copasir sulla situazione italiana. Perchè contrariamente a quello che ci stanno raccontando non siamo affatto tutti sulla stessa barca, così come non è vero che "andrà tutto bene". Migliaia di lavoratori hanno già perso il posto, altri rischiano di perderlo a breve e molti di quelli "fortunati" che lo conserveranno dovranno fare i conti con i slari decurtati dalla cassa integrazione. Bisogna incominciare a mobilitarsi, e bisogna farlo da subito senza aspettare il ritorno alla "normalità". Ne parliamo con Marta Fana (ricercatrice e coautrice di "Basta salari da fame") e Riccardo De Angelis (Lavoratore Telecom e sindacalista).
Cercheremo di analizzare insieme i riflessi economici e la gestione sanitaria dell'emergenza legata al nuovo coronavirus. Ospiti Vladimiro GIacchè e Vittorio Agnoletto .
Faster, Pussycat! Kill! Kill! Dalla guerriera all’avvelenatrice, dall’amazzone alla contestatrice, dalla collaborazionista alla soldata alla lottarmatista… Nonostante gli specifici contesti e le diverse prospettive, le donne che agiscono violenza compaiono e scompaiono nella storia sfidando lo stereotipo – consolidato, ma falso e fuorviante – che vedrebbe una netta cesura tra “essere portatrici di vita” e “dare la morte”. Con il provocatorio titolo di un film che precedette di poco gli anni della contestazione, tanto disturbante quanto iconico e rappresentativo, «Zapruder» tenta di offrire con questo numero uno spaccato su alcune delle storie di coloro che sono state ingiustamente definite come “poche feroci” e sullo specchio deformante della tradizione attraverso cui è stata letta la loro esperienza. Intervengono all'iniziativa: Ilenia Rossini, curatrice del numero; Barbara Balzerani, militante comunista; Silvia De Bernardinis, storica.
Presentazione del libro con: Manolo Morlacchi (Autore) Nel corso degli anni, la verità sui desaparecidos argentini e sui crimini della giunta militare è lentamente venuta a galla. Tra il 1976 e il 1983 si stima che oltre 40.000 oppositori, o sospettati tali, scomparvero senza lasciare traccia. Per quanto la pratica della sparizione come forma di repressione del dissenso sia stata un fenomeno tristemente noto in buona parte dell'America Latina, l'Argentina fu il Paese più colpito a causa di una forte spinta sociale determinata dalla formazione di alcuni movimenti popolari "scomodi" come il PRT (Partido Revolucionario de los Trabajadores), un'organizzazione d'ispirazione marxista-leninista che, a conclusione di un quinquennio di opposizione politica nelle strade e nelle fabbriche, si dotò nel 1970 di un proprio esercito (l'ERP) per portare avanti la lotta armata. L'organizzazione arrivò a contare diverse migliaia di militanti, prima di essere annichilita dai militari nel 1976 e poi definitivamente sciolta nel 1979. Manolo Morlacchi è stato in Argentina per riavvolgere il nastro della storia e ascoltare le voci dei protagonisti di quella stagione (tra cui il fondatore dell'ERP, Julio Santucho, fratello del leader Mario Roberto, il segretario generale Luis Mattini e Mario "Indio" Paz, comandante della Compagnia del Monte). Nel ricostruire la parabola dell'ERP, questa indagine ripercorre le sorti di un Paese intero che, dopo l'iniziale illusione progressista del peronismo, si ritrovò stritolato nella morsa dal regime di Videla.