In queste puntate abbiamo compiuto un viaggio nel passato, dentro alla storia del Porretta Soul. Ma ora è tempo di “ritornare” al futuro del Festival, a partire dalla prossima edizione: la numero 34. Tutti noi abbiamo una missione. Non sarà importante come quella dei Blues Brothers “in missione per conto di Dio” (a proposito, anche il festival ha dato il suo contributo alla causa dei fratelli Blues con la testimonianza del Reverendo Jesse Jackson letta da Francesco Guccini, che potrete ascoltare in questo episodio), ma è ugualmente importante: la nostra missione è “keep Soul alive”!

C’era una volta in America un sogno chiamato Soul.Quanti sono gli italiani che, dall’800 in poi, hanno lasciato queste montagne per emigrare negli USA alla ricerca del loro “sogno americano”? Ma dal 1988 è l’America a ritornare in questa valle, grazie al Festival di Porretta, per celebrare quel piccolo “sogno americano” che è la musica Soul. Oggi il racconto del nostro podcast parte da due “emigranti” amici del Festival.

Il popolo del Porretta Soul proviene da tutto il mondo. Siamo noi che facciamo la fila ai cancelli del Rufus Thomas Park in attesa dell’apertura… ma ci sono anche i volontari che, dietro le quinte, fanno andare avanti lo Show. Oggi parliamo con alcuni di loro per conoscere la loro esperienza al Festival.

Chiamatela orchestra, band oppure bbbanda con 3 B come Jake Blues quando vide la luce. Comunque la si definisca è sempre lei la protagonista nella musica Soul. In questa puntata conosciamo alcune delle Band che hanno fatto la storia del Porretta Soul. In particolare ascolteremo l’intervista con Anthony Paule, leader e chitarrista della band che porta il suo nome:  Anthony Paule Soul Orchestra.

Forse noi italiani il Soul non lo faremo meglio di tutti gli altri però ce la caviamo bene. In questa puntata andremo a conoscere i cantanti italiani che hanno lasciato un segno nella storia del Porretta Soul. E forse alla fine scopriremo che c’è davvero qualcosa che noi italiani sappiamo fare meglio di tutti gli altri…  

“…Come on, oh baby, don’t you wanna go, back to that same old place, Sweet home… Porretta”Per i Blues Brothers la “dolce casa” era Chicago, ma dall’estate 2021 la leggendaria Blues Band ha una nuova dimora in via Falcone a Porretta Terme. La Blues Mobile è ora parcheggiata nel murale di Maurizio Cioni che rappresenta i fratelli Blues in missione “per conto di Geo”. Siamo andati a trovare Maurizio e lo abbiamo intervistato davanti al suo capolavoro.

“When a man loves a woman” cantava Percy Sledge. Ma noi le “Donne del Soul” le amiamo tutte: quelle sul palco ma non solo. Perchè la magia del Porretta Soul non finisce sul palco del Rufus Thomas Park ma si diffonde nelle strade e nei locali di Porretta. Come, ad esempio, il ristorante La Pace che, da parecchi anni, è il ritrovo dello Zoccolo Duro. Proprio lì abbiamo incontrato le signore che gestiscono il ristorante e accolgono, ogni anno, gli artisti e i loro fan.

Camminando per le strade di Porretta, proprio all’inizio di via Falcone, ci si può imbattere nel bellissimo murale di Aurora Bresci dedicato alle Donne del Soul. Ann Peebles, Toni Green, Sugar Pie Desanto, Millie Jackson… grandissime artiste che hanno lasciato un segno al Porretta Soul. Che dire poi della “Regina” Aretha Franklin: sebbene non abbia mai partecipato al Festival di Porretta c’è, anche per lei, un posto speciale tra gli aneddoti di Graziano Uliani.

“Porretta, il luogo dove si può vivere un sogno”



Quella del 1995 fu un’edizione ricca di ospiti prestigiosi e, passeggiando per le strade di Porretta, poteva capitare di essere fermati dall’auto di Wilson Pickett alla ricerca di un locale dove bere qualcosa. Proprio come nel film The Commitments… sogno o realtà?

“Rufus is Back In Town”



Se Otis Redding è lo “spirito” del Porretta Soul allora Rufus Thomas rappresenta il “corpo” di questo Festival. L’anziano cantante di Memphis ha lasciato a Porretta un segno tangibile e tanti sono i ricordi del simpatico Rufolone per gli abitanti di Porretta e gli appassionati del Soul.

“La promessa fatta a Zelma”



Il Porretta Soul nasce come tributo alla memoria di Otis Redding. E tutto partì dal quel viaggio di Graziano Uliani a Macon, nel 1987, e dalla promessa fatta alla vedova del cantante: “Zelma! Farò qualsiasi cosa per creare un Festival per celebrare la memoria di Otis”.

“Solomon il Re del Soul”



“Sono un tuo ammiratore italiano, ho fondato il Solomon Burke fan club!” Questa è la bufala più colossale della storia della musica ma per Graziano Uliani fu l’inizio di una grande amicizia con “il Re del Soul”. Non è ancora il Festival che tutti conosciamo ma le basi sono gettate: “It’s just matter of time”.