Leonardo da Vinci non aveva motori, elettricità né materiali leggeri. Eppure disegnava eliche, ornitotteri, sottomarini e ponti mobili. Nel suo mondo fatto di buoi e lampade a olio, osservava gli uccelli e prendeva appunti come un ingegnere aeronautico ante litteram. Non sognava semplicemente il volo: lo studiava, analizzando il movimento delle ali, la resistenza dell’aria, le correnti ascensionali. Cinque secoli prima dei fratelli Wright, aveva già capito che l’aria non era solo vuoto, ma una materia sulla quale si poteva agire. Non è un caso se oggi il suo nome, “Leonardo”, non è più solo italiano. È sinonimo di genio. [...]
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